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Autore: emily12_    10/09/2014    2 recensioni
Helen si è arresa, non è stata abbastanza coraggiosa per portare a termine la missione di cui si era incaricata.
Era stanca d lottare.
Andrea è una ragazza viziata, perfetta, e si ritroverà catapultata in un'avventura alla quale non vuole assolutamente prendere parte.
Tra ombre, misteri e un compagno di avventure che la detesta, Andrea dovrà scegliere se tornare a casa o mettersi in gioco.
Ma perché poi dovrebbe aiutare queste persone di un mondo che non è nemmeno il suo? E' forse un'eroina?
No, affatto. Lei ha ancora paura del buio...
E se poi fosse tutto nella sua testa?
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2


La ragazza si rannicchiò sul divano avvolgendosi nella coperta che Finn le aveva dato.

Il ragazzo era ancora seduto ad un tavolino quadrato nell'angolo mordicchiando una matita e leggendo un libro enorme e altrettanto ingiallito.

Non sembrava aver intenzione di dormire.

La luce della candela accesa accanto a lui illuminava fiocamente metà stanza, mentre nell'altra metà gli oggetti prendevano strane forme confuse.

Andrea sentiva la testa scoppiare e le palpebre pesanti, aveva ancora fame, ma non osava chiedere a quello strano personaggio del cibo.

Piano, piano le immagini attorno a lei si fecero indistinte e immobili e finalmente si addormentò.


Dopo quelli che sembrarono solo pochi minuti, la luce del giorno la costrinse ad aprire gli occhi.

Si fece schermo con la mano dalla luce che era effettivamente troppa per essere normale: cercò di distinguere cosa aveva attorno senza venire accecata, ma fu costretta a richiudere gli occhi.

La luce improvvisamente si affievolì e Andrea riaprì le palpebre con il cuore in gola.

Era in un giardino pubblico, davanti a un paio di altalene che dondolavano mosse dal vento.

Ok, adesso poteva farsi prendere dal panico? Un respiro, un altro respiro, un respiro ancora...doveva ricordarsi di continuare a respirare.

Ad un tratto sentì delle risate alle sue spalle: stava arrivando un gruppo di cinque ragazzi.

Il suo sguardo fu subito catturato dall'andatura disinvolta del ragazzo al centro del gruppo, sembrava quel tipo di persona che non finisce mai da solo dietro agli altri se i marciapiedi sono troppo stretti.

Aveva i capelli di un nero pece, che risaltavano sugli occhi azzurri e freddi.

Sembrava distante rispetto agli altri, anche se parlava e rideva con loro; aveva un angolo della bocca incurvato in una smorfia ironica, sembrava cercasse di sfidare qualcosa.

Accanto a lui c'era una ragazza slanciata a braccetto con un ragazzetto grassoccio, e appena di fianco altre due ragazze quasi identiche con i capelli e gli occhi scuri.

Il gruppetto oltrepassò Andrea senza vederla, come se fosse invisibile.

Un attimo...forse era davvero invisibile...

Una delle due ragazze quasi identiche si sedette su un'altalena, seguita dal ragazzo grassoccio.

Tirò un calcio sull'erba e cominciò a dondolare distrattamente mentre ascoltava il ragazzo dai capelli neri.

Lui ogni tanto soffermava lo sguardo su di lei, come per essere sicuro che lo stesse ascoltando e se stava riscuotendo successo.

Il ragazzo abbassò la voce e aggiunse qualcosa che Andrea non riuscì a capire bene, sentì solo le parole: medaglioni, noi e possiamo.

La ragazza sull'altalena sussultò e lo fissò con gli occhi spalancati, mentre lui esibiva un enorme sorriso soddisfatto.

Andrea non aveva nessuna intenzione di starsene lì ad ascoltare discorsi che non capiva e pensò di andarsene per scoprire dove diamine era finita e perché.

Si incamminò verso la recinzione del parco, ma quando stava per raggiungere il cancelletto ed uscire si ritrovò di nuovo davanti all'altalena.

Riprovò ad andarsene, ma il risultato fu sempre lo stesso: non faceva altro che tornare al punto di partenza da quel gruppetto di ragazzi che parlava concitato.

Sbatté le palpebre cacciando indietro le lacrime: aveva sonno e sembrava essere intrappolata nel sogno di qualcuno.

Un'idea troppo inquietante spuntò nella sua testa: sembrava di essere finita nei ricordi di qualcuno...una volta aveva visto un film dove succedeva qualcosa del genere.

L'altalena sparì: ora era circondata da scaffali di libri, l'aria frasca era stata rimpiazzata dall'odore acre dei libri accatastati.

Sussultò sentendo dei bisbigli provenire da dietro lo scaffale accanto a lei.

Svoltò l'angolo e muovendosi notò con orrore che i suoi passi non facevano rumore, né lasciavano impronte sulla polvere del pavimento.

La ragazza che prima si era seduta sull'altalena stava cercando un volume sullo scaffale e accanto a lei vi era il ragazzo con i capelli scuri che le parlava in fretta gesticolando e prendendo a malapena il fiato tra una frase e l'altra.

Smettila Sebastian.” disse lei facendo scorrere l'indice sul dorso dei libri alla ricerca di un titolo.

Ma tu non capisci...possiamo trovarli noi! Li rimetteremo davanti agli altari...sono cinque, cinque medaglioni. Nessuno ci crederà se cercassimo di farci aiutare.”

Ti credo a malapena anch'io.”

Guarda in faccia alla realtà Helen! Gli Incappucciati sono solo l'inizio di una lunga serie di altri servitori molto più crudeli che Lui sguinzaglierà alla ricerca di quei medaglioni. Dobbiamo trovarli prima noi, e rimetterli ai loro posti dove Lui non potrà più prenderne possesso...”

Non siamo nulla Sebastian.” la ragazza si girò con le guance accaldate scostando i capelli neri da davanti agli occhi scuri.

Questo è quello che credi tu. Chi ha detto che non possiamo diventare qualcosa?”

L'aria attorno ai due sembrava emanare elettricità e Andrea trattenne il fiato, ma l'immagine davanti ai suoi occhi sfumò.

Prima di scomparire del tutto, Andrea vide Sebastian voltarsi verso di lei, come se avesse sentito la sua presenza.


Si svegliò madida di sudore battendo i denti.

La luce fioca della luna entrava dalla finestra e rischiarava un quadrato di stanza.

La sua mano corse al medaglione che ora scottava contro la sua pelle: lo guardò rigirandolo alla ricerca di un segno o qualcosa che lo rendesse diverso o speciale.

Aveva i bordi levigati ed era graffiato in diversi punti, ma non sembrava avere nulla di particolare.

Con il cuore in gola sprofondò in un cuscino: forse era stato solo un brutto sogno dentro ad un pessimo sogno.

E perché si era di nuovo svegliata lì e non a casa sua?

Scrutò la stanza alla ricerca di Finn: aveva paura che fosse scomparso, ma eccolo lì raggomitolato su un materasso con le coperte che doveva aver scalciato via in fondo ai piedi.

Era abbastanza alto, ma troppo magro, con un naso che sembrava essere stato rotto e aggiustato male.

Detta così non sembrava affatto carino, ma non le importava di elencare altri lati positivi del suo aspetto: quelli negativi erano più che sufficienti.

Ad un tratto Finn fece una smorfia e mugugnò qualcosa che Andrea non capì.

Chissà perché viveva in quella stanzetta tutto solo?

Si era veramente cacciata in una situazione assurda.

Si rimise il medaglione al collo e richiuse gli occhi cercando di riaddormentarsi.

Il ragazzo mugugnò di nuovo qualcosa come se fosse in preda a qualche incubo e stavolta Andrea capì bene cosa aveva farfugliato.

Helen. Aveva detto.

Il cuore cominciò a batterle più forte e la voce di quella ragazza a rimbombarle nelle orecchie.

Ti credo a malapena anch'io. Non siamo nulla, Sebastian.

Aveva detto poche parole eppure la sua voce si conficcò nella mente di Andrea.

Con una stretta allo stomaco la rivide dondolarsi sull'altalena, rivide il suo sguardo distratto, i capelli spettinati e le guance accaldate in biblioteca, gli occhi lucidi in preda all'eccitazione per la missione che le proponeva l'altro ragazzo.

Helen: sapeva il suo nome, ma chi era in realtà?

Poi rivide gli occhi freddi di Sebastian perforarla mentre le immagini si confondevano e tornava alla realtà.

Rabbrividì ed ebbe improvvisamente paura.

  
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