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Autore: __PandaCloe__    10/09/2014    3 recensioni
dal capitolo 1 - A due villette dalla sua sentì una forte musica provenire da un garage.
La porta aperta e la sua irrefrenabile curiosità la spinsero ad entrare con il suo molosso al seguito. Appena entrata vide quattro ragazzi, tre le sembrava di averli già incontrati. La musica si fermò e il ragazzo dai capelli strani le chiese: " E tu chi sei?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
  THE McGAIL’S PUB
 
 
Si fermò un momento con la mano sul pomello della porta di' ingresso, fece un grande respiro ed entrò. Sebbene piedi pesavano come macigni, riuscì a trascinarsi in salotto.
"Ciao ma'." Disse chinandosi su sua madre, seduta sul divano, per darle un bacio sulla guancia.
"Calum, tesoro, com'è andata la scuola?" 
Strinse i pugni per poi mollarli subito dopo aver sospirato sonoramente.
" ecco, ti devo parlare"
"Calum! Come hai potuto! Quei soldi della borsa di studio ci servono!" La signora Hood aveva preso la notizia proprio come suo figlio si sarebbe aspettato: male, molto male.
"Mamma, lo so, mi dispiace, ma dovevo aiutarla! Quello psicopatico voleva picchiarla!" I due discutevano in piedi. "Cosa dovevo fare? Lasciare che alzasse mani su di lei?"
"Calum... so che lo hai fatto in buona fede, ma ciò non toglie che hai picchiato un tuo compagno. Io e tuo padre, ti abbiamo sempre insegnato a ripudiare la violenza."
"tecnicamente non l’ho picchiato ma solo immobilizzato, e poi non mi avete sempre detto di aiutare il prossimo?" Disse lui cercando di 'pararsi il culo'. La situazione si faceva difficile.
"Calum non cercare di girare la frittata! – fece una lunga pausa sospirando- Tua sorella non ci ha mai dato di questi problemi... comunque sia, non mi lasci altra scelta che parlarne con tuo padre e trovare la punizione adatta."
"No, no ti prego non dirlo a papà. Ti prego. Farò qualsiasi cosa, ma non dirglielo. Rimedierò al mio errore. Te lo giuro mamma, troverò quei soldi." Il ragazzo si era inginocchiato ai piedi della donna.
"Calum, non so se sia una buona idea..."
"Ma sì, io troverò i soldi entro la fine dell' anno e papà non verrà a sapere di niente."
"Va bene... prendila come la tua punizione."
"Mamma sei il mio angelo! Ti amo. Grazie!" Si gettò su di lei abbracciandola. Prese lo zaino e lo skate e si avviò verso la sua camera. Ma la madre lo fermò. "Oh Calum... ovviamente niente internet per due mesi."
"Ovviamente" rispose lui con il suo solito sorrisetto strafottente.
 
Quel pomeriggio alle 18:00 in punto Anne si presentò al garage di casa Clifford
" hey! Cosa ci fai lì fuori?" Le chiese questo invitandola ad entrare.
"Aspettavo che arrivassero gli altri." Rispose timidamente osservando per la prima volta gli interni.
"Ah figurati, arrivano sempre tutti in ritardo. Fai come fosse casa tua. Ormai sei nel gruppo quindi fai parte della famiglia." Le mise un braccio intorno alle spalle e le sorrise. Le fece vedere dove riponevano gli strumenti, accordatori, i jack e cose varie.
"Se vuoi puoi lasciare il tuo basso qui.  Aspetta che ti vado a prendere la pianola."
"Oh OK.." solo che lei non aveva un basso elettrico. Si era sempre esercitata con il suo violoncello. Mentre Michael era al piano superiore, tornò a casa sua, chiuse il violoncello che con molta fantasia aveva chiamato Cello, nella sua custodia e se lo mise in spalla. 
Era ormai davanti al garage quando arrivarono Ashton e Luke sulle loro biciclette.
"Ciao! Come te la passi?" La salutò affettuosamente il primo.
"Bene grazie" rispose sorridendo lei rassicurata dalla' espansività  del ragazzo.
"Che hai sulle spalle?" Domandò Luke mentre entravano,  incuriosito dalla grande custodia gialla 
"Oh, ehm... questo è Cello." Rispose lei lievemente in imbarazzo.
Intanto Mike era tornato con la pianola sotto il braccio e incuriosito si era avvicinato. 
"Cello?" disse.
"Si, Cello!" Posata la custodia con uno scatto aprì i ganci estraendo lo strumento." Il mio violoncello." Sorrise.
"Non hai un basso elettrico?" Chiese Luke.
"No, ho deciso a suo tempo di non comprarlo. Non potevo correre il risciò di essere scoperta."
"Non ti seguo..." Ashton confuso si grattava il capo.
"I miei genitori ci hanno sempre proibito di ascoltare qualsiasi genere musicale che non fosse musica classica. Ma ovviamente quando ero fuori con gli amici mi è sempre capitato di ascoltare il pop, anche se non mi sono mai interessata più di tanto. L 'anno scorso invece ho scoperto i Queen e mi sono innamorata della loro musica. Poi ho cominciato ad ascoltare sempre più il rock e ho provato a strimpellare qualcosa, ma sempre di nascosto."
"Sul serio tuo padre vuole che ascolti solo musica classica?” chiese stupito Luke.
“sul serio hai scoperto i Queen solo l’anno scorso?” chiese ancora più basito Ashton, il rockettaro del gruppo.
"Sì, vedi, i miei sono un po’ all’antica.”Anne rise nervosamente torturandosi il labbro inferiore.
“ti va di farci sentire qualcosa?” chiese Michael.
Anne annuì e sorrise. Non si sentiva affatto in imbarazzo, d'altronde si esibiva al’’auditorium una volta al mese da quando aveva sei anni. Prese l' archetto, si sedette sullo sgabello più vicino e dopo un momento di concentrazione cominciò a suonare. Un ritmo allegro aleggiò nella stanza e pian piano sfumò verso note sempre più tristi. Alla fine del pezzo regnava il silenzio, un silenzio profondo che  quel garage forse non aveva mai conosciuto.
Fu a quel punto che Calum entrò corredo con lo skateboard sotto un braccio.
"Calum hai fatto 40 minuti di ritardo!" Lo rimproverò Michael riprendendo la parola per primo.
"Scusate ragazzi, torno ora dal McGail's  pub." Disse affannato.
"E che ci facevi lì?" domandò Luke corrucciando la fronte.
" Ragazzi, ho una proposta indecente da farvi." Li guardò con il suo sguardo ammiccante.
I quattro si guardarono con sguardo dubbioso.
"Spara."sentenziò infine Ashton.
"Oggi ho parlato con mamma a riguardo alla 'rissa' dell'altro giorno. "
"Bhe?” chiese Luke che non stava più nella pelle.
"Cosa sei, una pecora?- scherzò guardandolo storto, per poi continuare -"Allora stavo dicendo: ne ho parlato con mamma e siamo arrivati alla conclusione che se riesco a trovare i soldi entro la fine dell' anno non lo dirà a papà."
"E noi che centriamo ?" Chiese confuso Michael. 
"Un attimo! Allora io ho pensato: siccome io degli ami stupendi che non mi lascerebbero mai da solo ad affrontare questa grande sfida, perché non coinvolgerli? E quindi sono andato al McGail's e, reggetevi perché ciò che sto per dirvi vi scoccherà, vogliono che suoniamo venerdì prossimo e se gli piacciamo ci prenderanno come band fissa!"
Gioia. Tanta, tantissima gioia si catapultò su Calum sottoforma di tre adolescenti maschi di corporatura media.
"Ma io non sono pronta." Anne interruppe quel momento con la violenza di un uragano.
Calum sembrò ricordarsi solo allora della sua mite presenza. 
"Non ti preoccupare, per venerdì sarai più che pronta!" Subito Ash le fu accanto.
Luke prese la sua chitarra e la dispose orizzontalmente di fronte alla ragazza . Poi posando la mano sinistra sullo strumento citò solennemente:"prometti di impegnarti nello studio della musica rock, di venire a tutte le prove e di impegnarti a fondo nel cazzeggio estremo con i tuoi compagni di band che da oggi in poi saranno la tua seconda famiglia?"
Anne posò la sua mano sinistra e guardando uno per uno i ragazzi negli occhi promise a loro, a sé stessa e al mondo.
"Allora, cominciamo! Ash alla batteria, Cal al basso, Anne alle tastiere, Luke alla voce e io alla chitarra. Tutti pronti? Cominciamo!" Michael si calò perfettamente nelle vesti di leader. 
Anne timidamente alzò la mano per fare una domanda: "Ehm... Mike, precisamente cosa dovremmo iniziare?"
"Giusto... cosa dobbiamo suonare venerdì?" Rimugginò Calum.  
"Non pensate che ci serva un nome?" Chiese Luke.
"Sì, ne ho in mente di fichissimi: i sanguinari, i vendicatori..." rispose convito Calum.
"Già, e perché non i fantastici 4." Ironizzò Anne.
"Perché siamo cinque!" Replicò ingenuamente l'altro.
"Cretino, ti stavo prendendo in giro." Ribattè l’altra.
"Sei la solita guastafeste!" urlò lui.
"E tu il solito stupido che non capisce l’ironia." Disse lei incrociando le braccia.
"Scemo più scema..." Ashton sospirò.
"Carino! Ma dovrebbe essere 'scemi più scema' " Esclamò Calum pensando che fosse una proposta per il nome della band
"Cosa?" Ashton non pensava che il suo amico fosse davvero così scemo.
"Ah....hey!" Esclamò Calum dopo aver capito l'insulto.
Dopo qualche ora Anne tornò a casa. Aperta la porta d'ingresso scopri di essere sola. Si tolse le sneakers logore senza nemmeno usare le mani e andò in cucina a prepararsi la cena quando squillò il telefono di casa.
"Pronto?" Disse alzando la cornetta.
"Salve, chiamo dal conservatorio di Sidney. Chi parla?" Rispose la voce nasale della segretaria che dopo tanti anni conosceva bene. Il sangue gelò improvvisamente nelle vene e il cuore perse uno, due o forse tre battiti.
"Sono la signora Wilson. Mi dica."  Mentì spudoratamente cercando di imitare la voce di Greta.
"Volevo solo informarla che sua figlia non è venuta alla lezione di pianoforte questo pomeriggio."
"Oh sì, mi scuso se non abbiamo avvisato in anticipo ma Anne oggi non si è sentita molto bene e ho preferito che rimanesse in casa."
"Va bene, scusi il disturbo."
"Si figuri, arrivederci." Attaccò. Si buttò sul grande divano e ringraziò tutti i santi del paradiso di essere capitata in casa giusto in tempo. Al solo pensiero che non fosse stata lei a ricevere la chiamata si sentì svenire.
 
Il giorno dopo a scuola prima della campanella Anne, Calum, Luke e Michael si riunirono vicino al cancello riprendendo la discussione della sera precedente.
“siamo una rock band giusto? Allora ci serve un nome molto rock!” disse Luke.
“ok, ma quale? Calum, sei tu quello che ha sempre tante idee.” Cercò di incitarlo Michael.
“Eppure sta volta non ne ho. Ci ho pensato tutta la notte!”
“deve essere un nome che ci rappresenti. Tipo… Sidney!” propose Anne.
“Nah! È orrendo!” protestò Calum.
Furono interrotti da quell’ orrendo suono che è il trillìo  fastidioso della prima campanella, forse peggiore di tutte le altre che la seguono nel corso della giornata.
Si dovettero dividere con la promessa di pensarci su e riparlarne a pranzo.
E anche il pranzo arrivò a suon di stomachi vuoti e chiacchiericcio, sebbene il secondo coprisse di gran lunga il primo. Risate, imprechi di tanto in tanto qualche singhiozzo a causa di chissà che disgrazia come storie d’amore finite male o compiti in classe andati male che portarono i diretti interessati a dire solo una cosa: “quest’anno la scuola è iniziata proprio male!” e a non vedere il bene in cui queste catastrofi possono evolversi: nuove storie d’amore, nuove amicizie, vecchi amori diventare nuove amicizie e vecchie amicizie diventare novi amori. Come vedete le relazioni umane contano molto. Per i brutti voti invece non ci si può fare niente, quelli sono brutti e tali rimangono … ameno che il prof non ti metta in un gruppo di studio dove si potrebbero incontrare nuove persone, con le quali nasceranno nuove amicizie e che magari si trasformeranno in qualcosa di più …
I quattro ragazzi più la loro fedele amica, più che altro fedele ad Anne, Maddalena si rincontrarono. Finito il pasto, però,ancora una volta senza un nome, si lasciarono, tornando alle proprie lezioni.
 
Quel mercoledì pomeriggio e tutto il giovedì passarono in quello che parve un secondo e il venerdì arrivò mandando  nel panico i componenti della band che ancora non avevano un nome.
Nel garage la discussione principale era sempre la stessa.
“e di Bromance che ne dite?” chiese Michael.
“Sembra un nome da bimbe minchia Mike!” rispose disgustata Anne.
“Ciao a tutti!”  salutò raggiante Ashton.
“come mai così di buon umore? Non sembri preoccupato né per sta sera né per il nome.”
“Nome? ma se lo abbiamo già trovato?” ribadì Ashton con calma.
“Vedi, Bromance piace anche a lui!” esultò Michael.
“No Bromance fa schifo! Parlo di quello che ho trovato io.” Il batterista sembra più confuso dei compagni.
“Ash… quale nome?” gli altri quatto si guardarono confusi.
“State dicendo che Mercoledì non ve l’ho detto? Mi è venuta l’idea durante l’ora di matematica.”
“Ashton giuro che ti ammazzo! Noi ci abbiamo pensato per tre giorni e tu due giorni fa lo avevi già trovato?!” Luke alzò la voce maledicendo l’amico.
“Stendiamo un velo, anzi uno strato di cemento armato pietoso e dicci questo nome che hai trovato.” Anne represse tutta la violenza che stava per fuoriuscire e placò gli animi degli altri.
“5 Second Of Summer! Ho già disegnato il logo.”
“è stupendo!”
“strepitoso!”
“Semplice ma d’effetto!” Esultarono Anne,  Calum e Luke.
“Non mi piace. Bromance è migliore.” Si lamentò Michael ostinatamente.
“Mikey basta!” Calum mollò uno schiaffo sulla nuca dell’ amico.
“Che aspettiamo? Forza 5 Second of Summer, sta sera ci attende il McGail’s Pub!” Li incitò Luke.

 
ANGOLO AUTRICE:
mi dispiace per l’enorme ritardo, un po’ per pigrizia, un po’ per impegni vari e un po’ perche ho avuto un terribile blocco mi ci è voluto un sacco per scrivere questo capitolo, che a dir la verità trovo un po’ noioso. Comunque la storia intera si dividerà in tre parti e sono impaziente di arrivare alla seconda quindi questa prima parte durerà massimo altri due capitoli. SONO CONTENTA!! Sono contenta perché è la seconda parte la più importante e finalmente ci sono quasi arrivata! Sono molto dipiaciuta che il banner si veda male, ma cercherò di risolvere la cosa al più presto. Comunque fatemi sapere che ne pensate e non fatevi remore a darmi dei consigli che sono sempre accetti!
Bacioni xxx
Anna.


so che non c'entra nulla con il capitolo ma ecco a voi Josh Wilson (bello lui!)

 

questa invece è Maddalena:



Anne







 
 
  
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