Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Vanel    10/09/2014    3 recensioni
"Ero all'ottavo mese di gravidanza, avvertivo delle forti contrazioni così andai dal ginecologo.
Mi disse che c'erano dei problemi e che erano molto seri: di due gemelle ne potevo salvare solo una, e io avevo già preparato la cameretta di voi due, avevate già un nome, Carmela e Anastasia.
Carmela, nome che proveniva dall'ebraico e significava Giardino di Dio, e Anastasia che significava Resurrezione.
Il dottore mi disse che dovevo fare un parto d'urgenza, e mi chiese di scegliere quale delle due salvare.
Fu terribile, perché la scelta dipendeva da me.
Tra le due era Carmela quella più sana e in forma, e scelsi lei.
Ma il dottore sbagliò, non salvò Carmela, bensì te, una bambina piena di problemi, troppo piccola e magra, rifiutavi il latte, avevi sempre qualche problema, e non smettevi mai di piangere.
Ti odiai per questo, perché se tu non ci fossi stata, sarebbe stata Carmela quella a nascere, una bambina sana e in forma, non una malaticcia lagnosa.
Anastasia, tu sei nata per sbaglio."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nata per sbaglio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Troppo Perfetta



I perfetti hanno più falle di chi è pieno di difetti.
I perfetti sono bravi a nascondere, gli altri, non ne hanno bisogno e sono felici.


Quella sera era difficile riuscire a prendere sonno.
Mi tornavano in mente le parole di Luca, e non mi abbandonavano più.
Tutti vogliamo avere un posto migliore nel mondo, ed io non facevo eccezione.
Mi piaceva sentirmi diversa da quella che ero sempre stata, andare nei locali più belli e indossare i vestiti costosi.
Una parte di me, sapeva che tutte quelle cose non erano necessarie per essere felici, però colmavano il vuoto che avevo dentro.
Cercavo di distrarmi e non pensare a mio padre.
Poi chiusi gli occhi, l'ultima cosa che volevo era piangere.

La mattina successiva, a colazione, Michele già non c'era più.
Non mi sorpresi affatto.
"Ti piacciono le ciambelle alla crema?"
"Ehm si, dove le hai prese?"
"Le ha comprate Michele"
"E adesso dov'è?"
"E' andato via"
Cercavo di comprendere Michele, perchè si comportava in quel modo?
Sembrava volesse fuggire da casa.
Ma perchè fuggire da una famiglia perfetta?

"Ma fa sempre così?"
"Ha iniziato ad assentarsi a 16 anni e mezzo"
"E cosa fa? Voglio dire...fuori casa"
"Inizialmente mio padre aveva pensato subito al peggio, ovvero che si drogava, ma poi si è capito che voleva stare solo con i suoi amici e sentirsi più grande"
"Ho capito però è assurdo che debba dormire a casa di altri quando ha una sua e anche bella"
"Michele non lo capirò mai neanche io, come lui non capisce me! Io amo fare shopping e mettermi lo smalto, lui no"
"Cosa piace a lui?"
"Come mai tutte queste domande, Sherlock?"
"E' la stessa cosa che mi ha detto tuo fratello..."
Fece una smorfia:"Ti capisco, ci hai parlato così poche volte...non è come me che ti sono sempre vicina!"
"Ambra, c'è una domanda che voglio farti da tanto tempo..."
"Si?"
"All'inizio ti comportavi con me in maniera...insomma...non bella, cosa ti ha fatto cambiare idea?"
"Hai ragione a sentirti confusa, tante cose Anastasia"
"Ovvero?"
"Diciamo che inizialmente non ti sopportavo perchè io ero l'unica femmina, a parte mia mamma in casa, e quindi non volevo condividere il mio mondo con altre! Ho cambiato idea quando ti ho vista semplice e umile, io temevo che tu ti saresti approfittata dei soldi di mio padre, mentre tu eri sempre distante e ti bastavano quei vestiti normali. Insomma, eri vera, e ho capito che forse era un segnale per iniziare ad apprezzare anche quelle come te, e migliorarle il look!"
"Non è tutto, vero?"
"Già, però preferisco tenermelo per me! A proposito, che ne dici di comprare una cosa a quei due sposini quando tornano?"
"Tipo?"
"Una bella torta!"
"Scusa, ma facciamola una torta!"
"Io non la so fare, chef"
"Io sì"
Ero ancora ferma a quelle come te.
Esistevano ragazze come me?
C'era una categoria specifica?

Cercavo di non pensarci, ma era come se il puzzle si stesse completando da solo.
Prima Luca che mi dice quelle cose, poi Michele che non è mai in casa, poi Ambra che mi odiava perchè temeva che mi approfittassi dei soldi.
E se fosse proprio la famiglia troppo perfetta il problema?
E Se Michele e Ambra sono così diffidenti con le persone proprio per questo?
Tu sei migliore, gli altri non ti vogliono bene, vogliono solo avere ciò che hai.
E se fosse così che la pensano?
"Non ti fidi delle persone?"
La mia domanda colse di sorpresa Ambra che intanto, aveva già preso la farina e le uova.
"Come scusa?"
"E' vero?"
"Beh, semplicemente non mi posso più fidare di nessuno"
"Come mai? Sempre se vuoi parlarne eh"
"Sono Ambra Grandi, che io lo voglia o meno. Questo è un marchio, e la gente di solito desidera essere mia amica solo per avere dei...vantaggi"
Stavo per rispondere ma poi lei continuò.
"Mi sono fidata delle persone sbagliate"
"Ma questo succede a tutti, persino a chi non è Ambra Grandi"
"Lo so, però per te è più semplice, o per meglio dire, era. Adesso sei anche tu una Grandi, Anastasia Grandi, un marchio che determinerà le tue amicizie, e tu non saprai se qualcuno ti è amico per la tua importanza nel mondo o per sincerità"
"Beh in questo caso non posso farti una predica di chi fidarti o meno, io non è che sia esperta dell'argomento, però io di te mi fido"
"Anche io"

La testa di doleva forte a furia di leggere i libri di Psicologia.
Stavo studiando per l'esame di integrazione, a settembre avrei cambiato scuola e mi sarei iscritta al Pedagogico, dove, con un po' di fortuna sarei riuscita a diventare insegnante.
"E' Agosto e tu studi!"-Mi apostrofò Ambra che sembrava tutto, tranne che amante dei libri e della scuola.
"Devo passare quell'esame, così cambierò scuola"
"Beh in effetti...ma devi recuperare tre anni"
"Solo due, quest'anno sono stata bocciata per le assenze"
"Ah...quindi ancora il terzo?"
"Eh già, come te"
"Se fossi venuta al Classico! Potevi essere la mia compagna di banco..."
"Noo! Anche Michele ha scelto il Classico se non sbaglio"
"Oh si, ma papà voleva che facesse lo Scientifico così come ha fatto lui, enorme litigata!"
"Ma anche il Classico è un ottimo liceo"
"Papà sostiene che lo Scientifico ti da una preparazione migliore, ma chissà!"
"Beh, di sicuro sarà meglio dell'istituto professionale dove andavo io..."
"Quel posto è squallido, tu non meritavi la bocciatura! Sei così in gamba"
"In gamba ma con troppe assenze...su Ambra, devo studiare"
Ambra brontolò e uscì dalla stanza, Giada e Carlo sarebbero tornati nel tardo pomeriggio, erano solo le 15:03, e sarebbe stato di sicuro molto impegnativo.

Tredici pagine e mezzo dopo, sentì un grido, era Ambra.
Ambra stava gridando.
E calcolando il fatto che casa Grandi possiede tante ricchezze, e che eravamo due minorenni e un ipotetico quasi maggiorenne (che era sempre assente, e in quel momento, che diamine, non c'era) le possibilità potevano essere solo due:
1) Erano i Ladri
2) Qualcuno che ci avrebbe uccise.
Corsi e scesi le scale di corsa, non sapendo bene cosa aspettarmi, mi preparai psicologicamente ad ogni evenienza, così mi portai la lampada del mio letto, non che sarebbe servita a qualcosa, ma mi dava un nonsochè di potere.
Inspira.
Espira
.
La porta della cucina era socchiusa e la luce era accesa.
C'erano dei rumori di arnesi da cucina.
Forse sarebbe meglio chiamare la polizia
Suggerì la mia mente, peccato che il mio corpo non volesse collaborare, e inoltre, non riusciva a muoversi.
"Cosa diceva quella pagina di psicologia? Diamine, ho dimenticato tutto!"
La mia mente cominciava a sparare delle frasi senza senso, del tipo 'Se solo avessi una pentola'.
Ambra non si sentiva più, così feci l'imprudente, dopotutto, quando mai non lo sono stata.
"Ambra?"-Dissi.
Dopo una manciata di tempo che sembrò interminabile, qualcuno cominciò a parlare:
"Anastasia! Non entrare"
Era Ambra.
"Ambra cosa sta succedendo?"
Nessuna risposta.
Ambra era in pericolo ed io avevo una lampada in mano.
Spalancai la porta e corsi alla cieca verso un uomo che mi dava le spalle.
Poi vidi la faccia sconvolta di Ambra e agii di impulso, lanciai la lampada verso l'uomo rivolto con una forza che non capivo da dove venisse fuori.
Solo un secondo e mezzo dopo mi accorsi che quell'uomo non era un ladro.
Nè voleva ucciderci.
Michele.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Vanel