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Autore: peetarms    11/09/2014    9 recensioni
Elizabeth Jensen non sopporta il suo nome intero, si fa chiamare Effy. Non sopporta neanche il suo passato, la morte di suo fratello gli ha fatto prendere decisioni sbagliate.
Suo padre Jeremy Jensen è un attore di fama mondiale molto legato ad Effy, sua madre Amanda Cortese invece è una delle modelle più famose a New York.
Per far ricominciare una nuova vita ad Effy decidono di trasferirsi nella città natale di suo padre, Union in Kentucky. Ma quando tutto sembrava andare per il verso giusto, il passato di Effy ritorna.
Josh Hutcherson è tornato a Union in Kentucky dopo le ultime première di Mockingjay pt.2 per prendersi un paio di mesi di pausa. Quando il suo agente lo chiama informandolo che agli inizi di Aprile ci saranno le audizioni per il film dell'attore Jeremy Jensen – attore che Josh ammira da sempre – Così Josh decide di provare ad entrar a far parte del cast.
Film che Jeremy ha scritto ispirandosi al passato di Effy.
[OFFICIAL TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=FOPTZkdyxyk]
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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*Attenzione: i comportamenti dei personaggi descritti durante la narrazione della fan fiction non sono assolutamente da imitare: quello che fanno e pensano è spesso sbagliato. Con questo mio scritto pubblicato senza scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in qualche modo. La storia è solo frutto di pura fantasia.*






03.


10 Aprile 2016 ore 4.02 AM.

Stringo la sigaretta tra le dita mentre rileggo per la decima volta la lettera che ho in mano.

 
A te sorellina che stai leggendo prova ad ascoltarmi. Un momento, mica chiedo di più.
Credi che io ti stia per dire una cosa uguale a tante altre vero? Bene, perchè lo farò. Te le voglio dire come te le direbbe il tuo fratellone, che guarda caso sono io.
Sei triste, ora? Mi auguro di no. Se non lo sei: chiudi questo foglio, apri quella porta e vivi la tua vita.
Se lo sei: leggimi.
Guardi questa lettera con occhi asciutti, o stai piangendo?
Non ti vergognare di piangere, se ne hai bisogno. Non sai quanto mi piacerebbe esser fatto di carta, solo per bagnarmi delle tue lacrime: piangere su un foglio bianco è come scrivere delle emozioni più forti. Invece, mi accontento di essere ciò che sono, sapendo che foglio non sarò mai.
Spesso va così, non trovi? Voglio dire: spesso bisogna accontentarsi di ciò che si è.
Credi che tu non sia abbastanza non è vero? Ma chi lo dice, poi, che tu non sia abbastanza?
Oppure credi che tu non sia bella? Ma chi lo dice? Il tuo specchio, magari. Che poi, gli specchi mica parlano. O pensano. Affidarsi ad un oggetto? Non si può di certo.
Affidati piuttosto agli occhi di chi ti ama, i quali ti vedranno sempre bella. Ti vedranno come realmente sei. Chiedi a mamma o a papà, per loro sei sempre stata il loro fiore e lo sarai sempre. Chiedi ai tuoi amici o a chi vuoi tu. Insomma, chiudi un attimo i tuoi occhi e apri quelle delle persone che ti stanno accanto.
Provaci.
Ti vedi? Mio dio, sei bellissima. Lo giuro, e non lo dico perché sono tuo fratello.
Parlerei per ore riguardo i tuoi occhi o del tuo sorriso. Sono dettagli mi dicevi tu. Ma ho sempre pensato che bisogna innamorarsi dei dettagli. Sono quelli che rendono uniche le persone. Anche tu sei unica.
Ma il tuoi dettagli - quelle labbra, quel sorriso, quelle mani, quel tatuaggio, quel pensiero, quella cicatrice, quel modo di impugnare la penna, quell’unghia morsicchiata, quel tuo gesticolare - ti rende irripetibile.
Lo sai che cosa è successo a ciò che è stato irripetibile Effy? É stato ricordato e tramandato. E amato terribilmente. Ed è arrivato a te. Come tu arriverai agli altri, ne sono sicuro.
Davvero vorresti perdere questa occasione? Certe volte vorresti solo farla finita, io lo so, se no non sarei un buon fratello.
Sentivo i tuoi pianti in camera, i tuoi gridi soffocati. Il tuo sgattaiolare nella mia camera in piena notte per dormire con me per starmi vicino.
Ma ora pensa, ti prego: il presente, che cos’è poi? Un momento così flebile e breve da non esistere perlopiù. Questa frase è già passata, nel momento in cui la scrivo. E ciò che penso è già futuro. Il presente dov’è? Si trova in mezzo, questo è certo, fin dalle elementari te lo hanno insegnato, ma pende tremendamente tra passato e futuro e ne è pienamente influenzato; però non influenza.
Mi correggo: influenza, sì. Perché se nel presente ti metti una coperta, nel futuro starai al caldo.
Ma ciò che voglio realmente dire è che, ciò che vivi nel tuo presente, non per forza perdurerà nel tuo futuro.
Nessuno può decidere, tranne te; tu puoi decidere come essere domani. E quel che, invece, posso fare io da bravo fratello è dirti di decidere di essere come davvero vuoi essere.
Vuoi essere felice, domani? Ma certo che lo vuoi. E allora tirati su. No, non tutto in una volta Effy. Sarebbe impossibile per chiunque. Ma domani fai un passo in più. Tira su una spalla, magari. O una mano. Così poi qualcuno te la stringe forte, e ti aiuta a tirarti su più velocemente.
E se questa mano mai arrivasse, dunque che dovrebbe importare? Dovrai essere in grado di alzarti da sola.
E ce la farai: gli umani sono nati per reggersi in piedi.
E se oggi non ti ami, prova ad innamorarti domani.
Ma non pensare più che sia la fine, capito? Non pensarlo più.
Perché la fine arriva solo per chi non ha possibilità. E invece tu ne hai, ne hai tante Effy.
Non mi credi?
Dunque, vorresti davvero dirmi che, se non ti ami, allora non può amarti nessun altro?
Datti tempo.
L’amore è un po’ lento, sai. Non ha ancora trovato benzina per la macchina, quindi si muove a piedi. 
Quindi bisogna aspettarlo. Bisogna aspettarlo e un po’ soffrirlo, ecco. Perché tutte le cose belle nascono da cose brutte. Che poi non sono brutte. Sono solo meno belle di quelle che anticipano.
E il tuo sorriso, vorresti davvero tenerlo sempre al buio? Eppure sei così bella quando sorridi. Forse per sbaglio o per poco, chi lo sa. Però succede; ed è il giorno che aspetto con più gioia da quassù. La cosa bella è che non sono l’unico a farlo, ne sono sicuro. C’è qualcuno, lontano dai tuoi occhi ma così vicino al tuo cuore, che aspetta insieme a me. Perché l’amore sta arrivando, te l’ho detto. Ti prego di guardare ciò che hai intorno, un giorno. Domani sarebbe perfetto. Abbiamo parlato così tanto del domani, tanto da renderlo il giorno perfetto per iniziare non è vero? Così magari stasera ti addormenti un po’ più serena, sapendo che domani sarà meglio. Ti affido un compito Effy, prima di segnarmi con le ultime parole: vivi.
E, quando ti sembra finita torna a questa lettera scritta dal tuo fratellone, usami.
Bagnami con le tue lacrime.
Rovinami.
Stropicciami.
Uccidimi, piuttosto che uccidere te stessa. 
Okay sorellina? Ti amo tanto e non voglio che ti accada nulla, questa è l'unica cosa che può rimanerti di me.
Con amore sincero,
Freddie.

Le lacrime scorrono sulle mie guancie troppo velocemente. Mi tiro su dagli scalini e ripiego la lettera riponendola nella tasca dei jeans. Spengo il mozzicone ormai finito e lo getto nel bidone appena rientro in casa. Una volta asciugata le lacrime salgo le scale e poco dopo sono stesa sul letto di camera mia, mentre guardo una foto mia e di mio fratello con un grandissimo vuoto nel petto.


10 Aprile 2016 ore 9.13AM

«Effy» la voce di mio padre mi strappa dal mondo dei sogni. Mugugno qualcosa per fargli capire che sono sveglia «Oggi io e tua madre andiamo a fare una gita con i tuoi zii vuoi venire?» spalanco subito gli occhi
«No» sibilo
«Non ci sarà Tom» mi toglie dalle mani la foto
«Sono stanca. Rimarrò a letto» lo guardo
«Ieri sera sei andata a fare un giro in moto?» mi accarezza la guancia in modo premuroso
«No, ho letto fino a tardi» sbadiglio
«Okay – si alza dal letto – Se dovessi stare male o per qualsiasi cosa chiama senza esitare, va bene Effy?» mi guarda serio
«Stai tranquillo papà, saluta mamma e passate una buona giornata; ci vediamo stasera» gli sorrido prima di seppellire la testa di nuovo sotto le coperte intenta a recuperare un po' di sonno.


10 Aprile 2016 ore 1.23PM

Scendo le scale ancora assonnata mentre mi stropiccio l'occhio destro.
«Effy ben svegliata» mi accoglie sorridendo Marshall appena entro in salotto
«Giorno» mugugno tentando di nascondere uno sbadiglio
«Ti va di andare a mangiare fuori?» mi sorridendo
«Non hai ancora pranzato?» mi siedo di fianco a lui
«No. Sono stato impegnato fino a dieci minuti fa ad organizzare il provino finale per il film di tuo papà con coloro che hanno ottenuto un voto da 7 a 10» mi spiegare
«Accetto solo se usciamo in moto» gli sorrido leggermente
«Vuol dire che tuo papà mi presterà la sua moto» ride mentre mi scocca un bacio sulla guancia
«Allora dammi dieci minuti che mi cambio» esclamo prima di risalire le scale percorse pochi minuti prima.
Indosso un semplice paio di jeans chiari strappati sul ginocchio sinistro e una felpa monocolore nera, lego i capelli in una coda alta e copro le occhiaie con il correttore, almeno ci provo.
Recupero da sopra la mia scrivania il casco, le chiavi: sia di casa sia quelle della moto e il portafoglio. Infilo tutto insieme al cellulare nella borsa che mia mamma mi ha comprato durante una sfilata ad Amsterdam.
Scendo di nuovo le scale tenendo il casco nel braccio sinistro mentre la borsa sulla spalla destra.
«Eccomi» sorrido a Marshall mentre infilo il giubbotto di fronte alla porta d'ingresso
«Andiamo allora» indossa anche lui il suo giubbotto mentre io esco di casa andando scontrandomi con qualcuno.
«Ma dobbiamo incontrarci in questo modo?» la risata di Josh mi fa sorridere leggermente
«A quanto pare sì» incrocio le braccia al petto
«Dove stai andando?» mi chiede sorridendo
«A pranzo con me» Marshall arriva in mio aiuto
«Ciao Marshall» gli sorride Josh mentre i due danno vita ad una sorta di stretta di mano amichevole
«Che ci fai qui?» gli chiede poco dopo il migliore amico di mio padre
«Dovevo parlare con Effy, ma se dovete pranzare sarà per un'altra volta» sento il suo sguardo su di me mentre io fisso le punte delle mie converse nere borchiate
«Allora vieni a pranzo con noi, ovviamente se non hai già pranzato. Effy?» 
«Ehm.. Cosa?» lo guardo
«Terra chiama Elizabeth ci sei?» ride Marshall
«Scusa ero sovrappensiero, comunque sì, non c'è problema visto che mi deve parlare» questa volta fisso io Josh
«Okay, allora deciso. Josh preferenze?» lo guarda una volta arrivati di fronte al garage
«Vi va cinese? É da tanto che non lo mangio» sorride. 
«Una delle cucine preferite di Effy» Marshall mi guarda 
«Okay allora andiamo» indosso il casco dopo aver messo in moto la mia moto.


10 Aprile ore 1.53PM

«Perchè non sei venuta l'altra sera?» Josh mi trattiene per il braccio mentre camminiamo verso il ristorante
«Non stavo bene» mento
«Effy» mi guarda serio
«Non sto mentendo, sul serio Josh. Non mi sentivo bene, sai dopo un'attacco di panico non avevo forze per uscire» evito il contatto visivo con lui
«Okay» cava la mano dal braccio così da permettermi di raggiungere Marshall
Poco dopo siamo seduti in un tavolo per tre all'interno del ristorante cinese di Union «Vado in bagno – esclamo dopo aver sopportato abbastanza lo sguardo di Josh su di me – Marshall ordina anche per me, sai che cosa preferisco» mi alzo andando in direzione del bagno, liberandomi così dello sguardo di Josh.

POV Josh Hutcherson.

«Ehi Josh tutto bene?» mi richiama Marshall mentre mantengo lo sguardo fisso sul corridoio che ha portato via Effy dalla mia visuale
«Sì – mento – Tutto bene, tu invece?» prendo tra le mani il bicchiere 
«Tutto perfetto, grazie. Comunque Jeremy mi ha raccontanto che hai trovato tu Effy in preda ad un attacco di panico» mi guarda mentre io bevo un sorso d'acqua
«Sì, non ne ho mai visto uno, e per fortuna – lo guardo – Non è stato bello vedere Effy in quello stato»
«Effy è decisamente molto complicata» sorride leggermente
«Sì, ho notato – appoggio il bicchiere sul tavolo – Quella ragazza è tempesta. Tuoni. Freddo. Nuvole grigie. Tristezza. Sangue ghiacciato nelle vene. É debole, anzi, è fragile, ma al contempo è forte come un uragano» lascio scivolare le parole fuori dalla mia bocca mentre la vedo tornare
«Sì, l'hai descritta alla perfezione Josh» Marshall appoggia una mano sulla mia spalla mentre io guardo attentamente Effy.
Passiamo l'ora successiva a mangiare cinese mentre cerco di cavare dalla bocca la vera motivazione per cui Effy non è venuta l'altra sera, cosa inutile perchè evita di rispondermi ponendo altre domande.
«Devi tornare a casa?» la guardo finire il suo gelato fritto mentre Marshall è andato a pagare il pranzo
«I miei non sono a casa quindi ho libertà di scelta più del solito» alza le spalle mentre si porta il cucchiaino alla bocca
«Allora che ne dici di fare una passeggiata? Visto che l'altra sera mi hai dato buca» gli sorrido appena finisco di bere il contenuto del mio bicchiere
«Non mi va di passeggiare» asserisce dopo qualche attimo
«Effy ma perché mi respingi?» sospiro guardandola
«Non mi hai fatto finire Josh – mi guarda – Ho detto che non mi va di passeggiare»
«Ho capito, lasciamo stare» sposto lo sguardo verso la cassa
«E mi hai interrotto di nuovo – sorride leggermente – Ho detto che non mi va di passeggiare, ma un giro in moto lo farei più che volentieri» lo dice tutto d'un fiato.
Il sorriso mi compare in volto.
«Scusami per averti interrotto allora» gli sorrido
«Tranquillo» finisce il suo dolce
«Eccomi – arriva Marshall – Effy torni a casa ora?» la guarda
«No – sorrido – Viene a fare un giro in moto con il sottoscritto» mi alzo indossando il mio giubbotto nero
«Esatto, poi tranquillo torno a casa» si alza e gli scocca un bacio sulla guancia prima di infilarsi anche lei il giubbotto
«Okay, ma se fai tardi chiama tuo padre così se dovesso tornare a casa prima di te non si preoccupano e non mi chiama in preda al panico» l'abbraccia forte
«Stai tranquillo Marsh, andrà tutto bene. Massimo sapete a chi dare la colpa» mi indica ridendo
«Ma che premurosa» esclamo sarcastico
«Abituati Josh, lei è così» gli lascia un'ultimo bacio prima che tutti e tre usciamo dal ristorante cinese, salendo ognuno sulla propria moto.
Marshall va in direzione casa Jensen mentre io e Effy ci dirigiamo a nord verso i monti Appalachi.












 
 

BUONDI' HUTCHERS, COME VI VA LA VITA?
QUESTO CAPITOLO E' UN PO' IMPORTANTE PERCHE' C'E' LA LETTERA CHE FREDDIE HA LASCIATO A EFFY, PIU' AVANTI SCOPRIRETE MEGLIO CHE COSA E' SUCCESSO.
ASPETTO LE VOSTRE MERAVIGLIOSE RECENSIONI, RINGRAZIO CHIUNQUE LEGGA QUESTA STORIA E ANCHE L'ALTRA.
AL PROSSIMO CAPITOLO ALLORA,
PEETARMS.

   
 
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