5.
… era mio padre, anche se era invecchiato ne ero sicuro. Se ne era andato neanche un anno dopo la morte di mio fratello e da allora non l’avevo più rivisto. Sentì un dolore lancinante alla testa. Svenni e, quando mi risvegliai, mi accorsi di essere nella stanza delle mie visioni, vicino a me c’era Taylor. I suoi bellissimi occhi grigi erano rossi e gonfi per il pianto.  Quando si accorse che avevo gli occhi aperti, mi saltò letteralmente al collo, stringendomi in un abbraccio caldo e confortante. La porta si aprì, entrò mio padre seguito dall’uomo  corpulento che avevo già visto. “ Ciao Marcus, Non viene a salutare tuo padre?” mi chiese mio padre mentre l’altro uomo aveva un ghigno sulla faccia. Taylor passava lo sguardo da me a lui con occhi sgranati ed un’espressione confusa sul volto. Io non gli risposi allora lui scoppiò a ridere e trascinò via Taylor prendendola per i capelli, mentre lei scalciava per liberarsi lo scagnozzo di mio padre mi sollevò da terra e mi mise su una sedia scassata di legno, mi legò i polsi e le caviglie che iniziarono a bruciarmi per colpa della corda troppo stretta. L’uomo iniziò a picchiarmi, non ci volle molto che in bocca iniziassi a sentire il sapore rugginoso del sangue. Dopo di quelle che mi parvero ore, smise di picchiarmi. Sentì un tonfo. Pensai a Taylor, era colpa mia se fosse morta, tutto ciò che le era successo era solo colpa mia. Cercai di richiamare alla mente il viso della mia ragazza mentre sorrideva ma, l’unica immagine di lei che riuscivo a vedere era il suo viso spaventato e bagnato dalle lacrime mentre chiama il mio nome nella speranza che io la salvassi. Fu l’ultima cosa che vidi prima di svenire. Quando mi risvegliai ero in una stanza d’ospedale, Taylor era vicino a me. Fu lei a raccontarmi l’epilogo della vicenda dopo qualche ora che mi ero svegliato. Dopo che mio padre l’aveva portata in un’altra stanza, le aveva detto che l’avrebbe uccisa velocemente. Lei gli aveva chiesto cosa mi avrebbero fatto, mio padre le rispose che io sarei sopravvissuto. Voleva farmi capire cosa si prova a perdere una persona a cui si vuole bene. Mi reputava responsabile della morte di mio fratello, lui sapeva che io avevo visto ciò che sarebbe successo, glielo avevo detto proprio io circa un mese prima che se ne andasse. Aveva architettato tutto, rapito ed ucciso le piccole Venturi e Cassidy, per essere sicuro che la polizia non li trovasse e che io avessi le visioni. Sono caduto nella sua trappola. Taylor era riuscita a liberarsi mentre mio padre era girato e gli aveva dato una botta in testa, quando cadde a terra Taylor si precipitò a prendergli la pistola e venne nella stanza dove ero anch’io e dove il complice di mio padre aveva ricominciato a picchiarmi anche se io ero svenuto da un bel pezzo, era disarmato visto che aveva lasciato la pistola vicino alla porta. Lei era entrata e gli aveva intimato di smetterla puntandogli la pistola, l’uomo sicuro che non l’avrebbe fatto continuò ad avvicinarsi sicuro che non gli avrebbe mai   sparato ma, aveva fatto male i calcoli, lei gli sparò ad una gamba e, quando l’uomo cadde a terra con un tonfo lei si precipitò da me. Dopo avermi liberato si era accorta che avevo ancora il telefono in tasca. Lo prese e chiamò i soccorsi, la polizia aveva arrestato tutti e due gli uomini che avevano confessato subito tutto ed io e Taylor venimmo portati all’ospedale dove io mi ero svegliato due giorni dopo.

Presente

Sono passati 5 anni dagli eventi che ho appena finito di raccontare. Io e Taylor siamo sposati da 3 anni e mezzo ed abbiamo due gemelli di 7 mesi Tomas e Molly. Finalmente sono veramente felice, spero soltanto che nessuno dei miei figli abbia ereditato il mio potere.