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Autore: ansaldobreda    12/09/2014    1 recensioni
allora, prima di tutto è la mia prima storia (vi prego non sbranatemi!) e volevo dedicarla al mio personaggio preferito di sempre, C-17. da quando ero piccola mi sono sempre divertita a creare storie insieme a lui, e vorrei raccontarvi la mia versione della sua storia, o almeno provarci :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ne sono andati. Siamo rimasti solo noi. Lei sta guardando un punto fisso e invisibile, i suoi occhi sono così lucidi che ci potrei vedere riflesso il mondo. Si sfiora le braccia con le dita, il vecchio si è dimenticato di darle la coperta, o che l’abbia fatto apposta? Questo pensiero mi fa stringere i pugni fino a bloccare la circolazione del sangue. Non mi piaceva come quei due la guardassero, e non mi piace l’espressione che le hanno creato sul volto. Prima mi aveva sorriso, adesso è fredda, sembra distante, quasi un fantasma. “Certo che sei stupido, aiutala, che cazzo rimani a fissarla?”. Tiro fuori la coperta nuova da dietro una scrivania, non l’ho mai usata. La spiego e gliela appoggio incerto sulle spalle, quasi avendo paura di farle male. Lei la stringe, fa scorrere le sue dita sul tessuto, e poi mi guarda. Mi siedo accanto a lei, e l’abbraccio senza pensarci, con un gesto spontaneo, non imposto, come se fossi abituato a farlo da anni. Questo sarebbe il momento per piangere, se non lo faccio adesso sento che non lo farò mai più. Ma rimango immobile, non mi sento triste, non sento niente. Che sia colpa di quel bastardo? No, non credo.
«C-18, seguimi.» La voce del vecchio mi gratta i timpani. Velocemente, tolgo la coperta dalle spalle di mia sorella, per nascondermela dietro la schiena. Lei ritorna nuda e fredda come l’aveva lasciata. Le pupille di Gelo passano da me a lei e poi ancora a me. Gli dà sempre fastidio che io non abbassi gli occhi quando mi guarda, e non intendo cominciare adesso. Lei si alza, e per un attimo mi stringe la mano. Poi sparisce dietro di lui, e io rimango solo, di nuovo solo. Cazzo, che cosa le faranno adesso? Se osa sfiorarla giuro che lo ammazzo! Devo stare calmo, la porterà a lavarsi, è sempre una delle sue arme micidiali, non la toccherà. Ma se solo ci prova… Lei si fida di me, le dirò di dirmi qualunque cosa le accada, e appena sarà pronta ce ne andremo per sempre.
 
La vedo rientrare nel laboratorio solo dopo che ho avuto il tempo di mordermi la mano fino a farla sanguinare. Sono decisamente fuori controllo. Lei invece sembra stare molto meglio, è come se si fosse svegliata solo adesso. Viene verso di me con un’espressione tagliente, che qualcuno troverebbe arrogante, mentre io trovo molto familiare. Rimaniamo a fissarci negli occhi, siamo di nuovo soli. Che cosa si dice ha una sorella che non ti ricordavi di avere, resuscitata da un coma e che ha appena scoperto di essere una cazzo di macchina mutante sotto il controllo di un vecchio che non si taglia la barba da quando hanno scoperto l’America? «Hai fame?» è il meglio che riesco a dire.
«Sì.» mi risponde sorridendo. Comincio a tirare fuori cibo da ogni angolo del laboratorio. «Dove hai preso tutta questa roba?» mi chiede mentre il lettino viene riempito di ogni genere di lattine. Come risposta mi limito ad alzare lo sguardo verso la finestra, a lei scappa da ridere. Pensandoci, ne ho tirato fuori troppo, di cibo.
La guardo mangiare mentre spilucco una fetta di pane. Ho notato che più passa il tempo più la fame diminuisce, mentre il sonno ormai è solo un lontano ricordo. Le mie parti meccaniche, lentamente, mi impediranno di mangiare e sarò costretto a rimanere sveglio fino a quando questo cazzo di mondo non salterà in aria, oppure finché non incontrerò qualcuno di più forte di me. Impossibile. Ma sarà anche impossibile continuare a vivere senza poter dormire, o essendo preso dalla nausea ogni volta che provo a mangiare. Il vero problema è che sono un cyborg, non un robot, il mio corpo ha bisogno di fermarsi, ma la mia mente glielo impedisce. Ormai sento la stanchezza penetrarmi sempre di più fino alle ossa, e io non posso fare niente. Che merda. Ammazzerò quel bastardo per questo. «Non mangi niente?»
«Non ho fame.»
«È perché siamo cyborg, vero? Prima o poi non mangerò più neanche io?» mi chiede, e rimango stupito, perchè all'inizio io non c’ero arrivato, neanche quando Gelo ha cercato di farmelo capire con una delle sue frasi sottintese. È molto intelligente.
«Sì.»
«Perché?»
«Perché cosa?»
«Perché siamo cyborg?»
«Beh, perché il vecchio aveva bisogno di qualcuno che gli parasse il culo.» Lei si lascia scappare un sorriso, anche se i suoi occhi non sono per niente divertiti.
«Com’è lui?»
«Gelo?» sbuffo «È solo un vecchio stitico, ma non provocarlo troppo, se no comincia a tenerti sempre gli occhi addosso. Cercherà di riempirti la testa di cazzate, ma non ascoltarlo. Dopo che avrai imparato a combattere ce ne andremo.»
«Quanto siamo diventati forti?»
«Tanto.» Lei abbassa lo sguardo, la sua espressione diventa triste, buia, come quando l’ho abbracciata. Sa qualcosa che io non so, questo pensiero mi martella la testa da quando si è svegliata, no, da ancora prima. Io devo sapere, ho già ucciso due, no, tre persone in nome di un passato di cui non mi ricordo niente. Se lei sa, deve parlare. Mi avvicino, le faccio alzare la testa per guardarla negli occhi. Vorrei non averlo mai fatto. Il suo sguardo è come una doccia gelata e pesante, tutti gli anni passati mi ricadono sulle spalle, e ho il terribile sospetto che non siano stati piacevoli. Devo mordermi le labbra prima di iniziare a parlare. «Tu mi conosci?»
«Certo, sei mio fratello.»
«Io non te l’ho mai detto. Te l’ha detto Gelo?» Lei comincia a respirare a scatti.
«No…» Mi passo la lingua sulle labbra, che sono diventate secche come carta vetrata.
«Tu ti ricordi di me?» La sua espressione cambia, pensava che anche io mi ricordassi? «Ti ricordi di me?»
«Io non mi ricordo niente!»
«Tu sapevi che sono tuo fratello! A me l’ha dovuto dire Gelo!»
«Ti ho detto di no!»
«Smettila!» La mia presa sulle sue braccia si fa più forte, lei cerca in ogni modo di abbassare lo sguardo. Perché non me lo vuole dire? «Smettila di dire così, tu sai qualcosa!»
«Basta!» Il mondo si ferma all’improvviso. Che cosa sto facendo? Lei ha quasi le lacrime agli occhi, per colpa mia. Ma che cazzo mi prende? «Basta, ti prego.» La stringo, il suo viso scompare  contro il mio petto. Sta tremando. Passano secondi interminabili prima che la allontani per guardarla di nuovo negli occhi.
«Dobbiamo andarcene da qui.» le dico.
«Io sarò pronta presto, te lo prometto.»
«Lo so.» Cerco di farle un sorriso troppo forzato, lei ricambia lo stesso.
«E Gelo?» Conosciamo tutti e due la risposta a questa domanda, sorellina.

 
 
Angolo autore: Ciao a todos! Bene, fratello e sorella sono di nuovo insieme, a questo punto le cose si metteranno molto meglio… o no? La strada è ancora lunga, dovrete sopportarmi ancora per un po’ ;) Come sempre grazie a tutti i lettori <3 P.s: perdonatemi gli errori di calligrafia e grammatica perchè da genio che sono mi sono messa a scrivere all'una e mezza di notte (questo non giustifica il fatto che questo capitolo sia abbastanza un disastro...) A presto <3
  
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