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Autore: Lo Magno Scrittore    12/09/2014    1 recensioni
Cryfis fa parte di un gruppo circense. Occhiate di disprezzo lo circondano continuamente, anche se è il migliore. Con la sua freddezza e disciplina cerca di colmare le lacune degli altri, o almeno ci prova. Una fugace ombra è però in agguato, pronta a cambiare il suo mondo.
La storia ha vinto il contest "Welcome to the circus" di Elicchan (o Eiriin), enjoy!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva bene come tutto fosse successo, gli eventi erano stati troppo veloci. Ogni sera, dopo lo spettacolo, Cryfis si recava lontano dall’accampamento per fare una passeggiata riflessiva. Nella sua mente passava al dettaglio ogni singolo minuto dello spettacolo, ogni singolo movimento, alla ricerca di cosa avesse funzionato bene e di cosa non era stato poi così spettacolare. La sua mente era nel bel mezzo di una piroetta quando una forza lo aveva trascinato indietro. Pochi istanti aveva impiegato per capire che quattro uomini lo avevano afferrato e lo stavano sbattendo contro un albero.
Lo avevano pestato e insultato, poi legato a una tavola conficcata in verticale nel terreno. Cryfis aveva guardato i loro sguardi iniettati di odio e colmi di follia e violenza, tutto attraverso una patina rossa e appiccicosa che probabilmente era il suo sangue, sgorgante da qualche ferita nel volto. Tutto era confuso, la sua vista era annebbiata e i suoni ovattati, probabilmente per i troppi urti ricevuti alla testa. Tutto quello che la sua mente riusciva a decifrare era il fatto che i quattro uomini erano ora sghignazzanti di fronte a lui, con in mano degli affilati coltelli. Uno di questi, probabilmente un clown, si era avvicinato lentamente con una lama alzata, gliel’aveva appoggiata sulla guancia sinistra e aveva detto: «Vediamo ora se troverai il numero di Arryn una baggianata». Il disgusto che gli stava provocando quella voce roca venne raddoppiato dal significato delle parole. Cryfis si era sempre beffato apertamente di Arryn, il lanciatore di coltelli. Ora presagiva il peggio per se stesso. La lama che il sudicio clown gli aveva appoggiato sulla guancia stava ora aprendo un varco nella sua pelle, e Cryfis poteva sentire un forte bruciore invadergli la faccia. L’uomo era poi tornato indietro, vicino a quello che doveva essere Arryn, consegnandogli il coltello con la lama insanguinata.
«Si dice che una lama insanguinata porti fortuna: avendo già richiesto il suo prezzo di sangue non colpirà ancora la carne». Così dicendo, Arryn aveva fatto volteggiare il coltello insanguinato in aria, lo aveva velocemente ripreso per il manico e, senza esitazioni, lo aveva lanciato verso Cryfis. La lama sembrava metterci un’eternità ad avvicinarsi: a ogni centimetro Cryfis sentiva la paura crescere. Poi un forte dolore si era diffuso lungo la sua coscia sinistra.
«Ops. A quanto pare i vecchi detti non sempre hanno ragione. Vediamo se sarai fortunato con una lama ancora pura». Un secondo coltello era partito verso di lui. Pochi istanti dopo Cryfis stava urlando di dolore, la nuova lama conficcata nel braccio destro. Questa lenta tortura non gli permetteva di pensare, tutto ciò che sperava era che finisse presto, ma gli occhi luccicanti dei suoi aguzzini suggerivano che non sarebbe durata poco. Arryn era di nuovo in posizione di tiro: «Vediamo… Hai bisogno delle orecchie per il tuo Spettacolare numero?». Cryfis era entrato ancora di più nel panico, i suoi aguzzini volevano brutalmente mutilarlo. Non capiva il perché di tanta stupidità e violenza, non potevano sperare di cavarsela. Un pensiero più oscuro era affiorato alla sua mente: la sua vita era in grave pericolo, non si sarebbero fermati! Con la voce incrinata da un pianto imminente, la bocca di Cryfis stava provando ad aprirsi: «N- no… vi prego… s… smettetela». Un terzo uomo aveva allora preso la parola: «Aaah, non fai più lo spocchioso ora? Leccaci il culo, donnetta!»
Cryfis cominciava a singhiozzare. Dopo un breve scambio di battute gli uomini avevano bofonchiato qualcosa: «Dai, Arryn, rendiamo la cosa più divertente, è ora di aumentare la difficoltà del numero».
Cryfis non riusciva più neanche a pensare. Poi qualcosa di inaspettato era avvenuto: aveva sentito lentamente la pressione nei suoi polsi, dovuta alle corde che lo tenevano inchiodato alla tavola, allentarsi. Aveva provato a muovere un piede e si era accorto che era libero dal vincolo della corda. Qualcuno era corso in suo aiuto, probabilmente attirato dalle sue urla, e nascosto dietro la tavola lo stava slegando. Aveva sentito il braccio sinistro libero dalla corda: ancora un attimo e sarebbe potuto fuggire…
Arryn, bendato dagli altri uomini, si era girato di scatto, urlando: «Dì addio alle tue palle, Fenomeno!». Un urlo era allora riecheggiato nell’aria, un semplice ma potente “NOOOOOO!”. Cryfis aveva visto una chioma arancione saltargli davanti alla faccia e intercettare la lama, che si stava andando a conficcare nell’addome di quel corpo volante. Gridando a sua volta un secco “Noo!” Cryfis aveva fatto per protendersi in avanti e aiutare il ragazzo che si era lanciato di fronte a lui, ma il braccio destro era ancora debolmente vincolato alla corda, non permettendogli di muoversi bene. Gli aguzzini stavano assistendo alla scena, imprecando. Cryfis aveva voltato lo sguardo verso il braccio destro, sanguinante. Muovendo velocemente il polso, e aiutandosi con la mano sinistra, era riuscito a liberarsi. Si era poi voltato velocemente verso il suo salvatore, che ora tentava di fargli da scudo con il suo corpo. In un secondo gli aguzzini gli erano quasi addosso. Il ragazzo, Benny, aveva estratto la lama dal suo addome e ora la tendeva minacciosamente in avanti, verso gli uomini che gli stavano venendo incontro.
«Scappa!»
Era un ragazzino, non poteva lasciarlo lì. D’altra parte era disarmato, intontito e ferito, non poteva fare molto.
Un rapido sguardo agli occhi dei quattro uomini e la decisione era presa. Sguardi vogliosi di battaglia, di sangue, sguardi pieni di adrenalina: era lo sguardo degli uomini di guerra, uomini che sanno di vincere e che adorano macellare. Anche il più innocente degli uomini avrebbe commesso le peggiori atrocità, quando impossessato da quello sguardo.
«Scappa!»
Cryfis aveva cominciato a correre: un uomo era scattato nella sua direzione. Continuando a correre Cryfis aveva voltato lo sguardo. Aveva visto Arryn lanciare un coltello verso la gola di Ben, che era stata facilmente trapassata. Ben aveva voltato la testa verso Cryfis: lo guardava. Il suo sguardo era così intenso che non lo avrebbe mai più scordato. Poi il ragazzo era caduto in ginocchio, quindi Cryfis si era voltato per correre più velocemente. L’uomo che lo stava seguendo era quasi arrivato ad afferrarlo quando il Domatore estrasse una fialetta da una tasca della tuta. Un vecchio trucchetto che aveva imparato da bambino era contenuto al suo interno: Cryfis aveva scagliato la boccetta a terra e una fitta nebbia aveva cominciato a diramarsi dietro di lui. Quale mago non sapeva sparire nel nulla? Continuando a correre con la gamba sanguinante, e con in mente la voce di Ben che gli ripeteva “Dovresti trattare meglio la gente, sai?”, Cryfis era riuscito a seminarli.
   
 
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