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Autore: M o o n    12/09/2014    5 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una luce esiste per tutti


7. Di nuovi lavori e pomeriggi (quasi) perfetti.


Quella mattina avevano sospeso le lezioni perché la scuola doveva subire un’ispezione sanitaria, o cose del genere, così decisi di presentarmi alla libreria di Chuck, prima, per il mio colloquio.
Scesi  in cucina con un sorriso rilassato sul volto – anche se, lo ammetto, non ero poi così rilassata – e diedi il buongiorno alla mia famiglia.
Diedi un bacio sulla guancia a mia madre e mio padre e scompigliai i capelli ai miei fratellini.
«Signorinella» mi richiamò mio padre. «Come mai così... allegra?»
«Io sono sempre allegra, padre» risi, sedendomi davanti alla mia tazza di latte e allungando la mano per prendere i cereali.
«Evidentemente si è fidanzata con Octavian!» urlò Tish, sorridendo. Strinsi forte il cucchiaio, e cercai di conservare quell’aria rilassata.
«Come, prego?» mio padre inarcò un sopracciglio.
«Ok, ascoltatemi bene» dissi, brandendo il cucchiaio come un’arma. «Tra me e quel ragazzo non c’è mai stato nulla, va bene? Non ci sarà mai nulla e se ve lo sento nominare un’altra volta mangerò le vostre teste a colazione» i miei fratelli mi guardarono terrorizzati.
«Mamma, papà.. ma perché avete creato un mostro?» chiese Matt, facendosi piccolo piccolo sulla sedia. Feci un sorrisetto soddisfatto.
«Ah, figliolo, l’America l’ha resa un mostro mangiatore di uomini» a mio padre non piaceva particolarmente vivere qui, preferiva la Scozia, come me. Accennai una risata.
«Ma se poi voi due pesti non toccate nervi scoperti della vostra povera sorella è anche meglio» rispose mia madre.
Mi irrigidii e la guardai, sgranando gli occhi. Lei si strinse nelle spalle.
«Che c’è? Lo noterebbe chiunque» si giustificò, finendo il suo caffè.
Ma perché diamine devono smontarmi l’allegria mattutina, pensai.
Mio padre guardò l’orologio.
«Ok, piccoletti. Meglio andare» si alzò, ma io lo fermai.
«Li porto io» dissi, prendendo un’ultima cucchiaiata di cereali.
«No!» gemette Matt.
«Ci mangerà la testa!» continuò Tish.
Io risi, alzandomi dalla sedia.
«Prometto di farvi vivere un’ultima giornata scolastica prima di staccarvi la testa» promisi, alzando le mani in segno di resa.
Loro si guardarono e lentamente andarono verso i loro zainetti.
«Come mai tutta questa premura?» chiese mio padre sospettoso.
«Voglio comportarmi da brava sorella maggiore»  dissi sorridendo, poi alzai un po’ il tono della voce. «Prima di mangiarli!»
«Katrina!» mi rimproverò mio padre, e io sbuffai. «Devi vedere qualche ragazzo?» mi fissò dritto negli occhi, severo.
«In un certo senso, sì» intervenne mia madre.
Mio padre mi guardò torvo, così come io guardai mia madre.
«COSA?!» la voce mi uscì un’ottava più alta.
«Non devi andare da Chuck per il lavoro?» mi chiese.
«Ma- oh, Sherlock! Smettila di analizzarmi!» sbottai, cercando di trattenere un sorriso, e mi avviai verso la porta.
I piccoletti zampettarono verso di me, facendo sbattere gli zaini contro le loro schiene.
Salutammo i nostri genitori, ed uscimmo di casa.
Il sole splendeva alto nel cielo azzurro, disturbato da qualche soffice nuvola grigia. Il vento di Novembre correva fra le strade, scompigliando i capelli delle persone.
Infilai le mani nelle tasche del giubbotto, mettendo ritmicamente un piede davanti all’altro.
Sentii qualcosa tirarmi il lembo del giubbotto e abbassai lo sguardo per incontrare i tenerissimi occhioni azzurri di Matt.
«Kat...» mormorò. Lo incitai con lo sguardo a continuare. «Ma tu vuoi davvero...mangiarci
Mi fermai e lo presi in braccio.
«Ma no, tesoro, stavo solo scherzando» lo rassicurai dandogli un bacio sulla guancia. Lui sorrise.
«E allora perché ci hai minacciati?» chiese Tish.
«Perché sennò avreste continuato» ripresi a camminare, con Matt che si stringeva contro di me.
«Cosa c’è di male?» chiese innocentemente Matt.
«Oh! Hai paura che papà si arrabbi con te?» dei due Tish era la più furba e matura, mentre Matt era più tenero e bisognoso di coccole – anche se sapeva essere un genietto, molto spesso.
«No» risposi, pazientemente. «Io e lui abbiamo...litigato» no, non avevamo veramente litigato, ma non sapevo che altro dire.
«Che è successo?» sussurrò Matt.
«Lasciate perdere. È un po’ complicato, e siete piccoli» cercai di liquidare la questione con questa scusa.
«Facci una promessa» disse Tish seria.
«Vai» dissi.
«Ci racconterai tutto a casa» propose mia sorella. La guardai.
«Oh andiamo!» sbuffai, scuotendo la testa. Girandomi mi ritrovai gli occhioni tristi di Matt. «Voi- no io- oh va bene!» mi arresi. «Vi odio»
 
♠ ♠ ♠
 
«Quindi sai gestire i clienti e sai dare buoni consigli sui libri» riassunse Chuck. Era un bel ragazzo di ventisette anni, con capelli castani e occhi grigio-azzurro nascosti dietro un paio di occhiali neri. Era gentile e simpatico.
Confermai con un cenno quello che aveva detto.
«Ottimo. Un’ultima domanda: come te la cavi con i fumetti e cose simili?» mi chiese, sistemandosi gli occhiali sul naso e indicando un angolo della libreria pieno di fumetti e action figures.
«Um, be’... camera mia è tenuta su da fumetti» dissi, sorridendo un po’ imbarazzata.
Lui sorrise allegro. «Be’, mia cara Katrina» disse Chuck. «Sono felice di averti al mio fianco in questa libreria!»
Sorrisi felicissima e allungai una mano per stringerla, ma lui mi guardò inarcando un sopracciglio. «Oh, suvvia! Non formalizziamoci troppo!»
Mi strinse in un abbraccio.
Era adorabile.
«Grazie, Chuck» sorrisi.
«Ah, grazie a te! Mi serviva proprio una bella ragazza appassionata di libri e fumetti!» sorrise. «Allora, dato che la mattina hai scuola-» si fermò di colpo. «Come mai non sei a scuola?»
«Oggi hanno sospeso le lezioni» spiegai.
«Oh, okay! Dicevo, dato che la mattina hai scuola potresti venire  a lavorare di pomeriggio, dalle 17.00 alle 21.00. Se il sabato vuoi venire la mattina, per me va bene»
«Certo, nessun problema!» sorrisi ancora.
«Okay, questo è il mio numero!» scrisse una serie di numeri su un foglio di carta e me lo allungò. «Ci vediamo a pomeriggio, allora?» mi chiese.
«Ci vediamo a pomeriggio» misi il bigliettino in tasca e feci per salutare, quando il tintinnio di una campanella mi bloccò. Chuck si girò verso la porta, vedendo un uomo entrare e salutarlo.
«Uh, ciao George» salutò Chuck, confuso. «Il giorno delle consegne non è dopo domani?»
George sbuffò. «Sì, ma Martha mi ha chiamato, informandomi che per conto del signor Hermes avevamo delle consegne molto più importanti da fare. Così, ecco i tuoi libri» disse, indicando il furgone parcheggiato fuori.
«Oh, ok, fantastico» disse Chuck.
«Vieni a darmi una mano?» chiese George.
«Sì, sì» rispose Chuck. George uscì, e Chuck fece per seguirlo, quando lo fermai.
«Chuck» iniziai, titubante. «Vuoi che...resti? Sì, insomma... per dare una mano» chiesi.
Lui mi abbracciò di nuovo.
«Santo cielo, Katrina!» esclamò. «Dove sei stata tutto questo tempo?» sorrise.
«A dare la caccia al mostro di Loch Ness» risi, uscendo con lui.
Ci avvicinammo al furgone di George, che aveva cacciato tre scatoloni con un caduceo disegnato su un lato. Sotto al caduceo stampate di verde si leggevano le parole “Hermes company”.
Buffo, pensai, il capo di una compagnia di spedizioni si chiama come il messaggero greco degli dei.
«Lei chi è?» chiese George, squadrandomi. «La tua nuova ragazza?»
Le mie guance si colorarono di rosso. «No io- io sono la nuova “recluta” per questa libreria» spiegai. «Katrina» mi presentai, allungando la mano.
«George» lui la stinse.
Chuck firmò qualche foglio e poi lasciò ripartire George verso una nuova consegna.
Presi il primo scatolone – davvero pesante – e iniziai a portarlo dentro.
«Impressionante» esclamò Chuck.
«Cosa?» chiesi, entrando nell’edificio per poi posarlo a terra.
«Hai dei muscoli nascosti? Questi sono pesanti, e tu sei parecchio...»
«Piccola e esile?» terminai, sorridendo.
«Ecco» convenne lui.
«Che ti posso dire? La super forza è il mio superpotere» dissi uscendo per recuperare l’altro scatolone, più pesante del primo.
«Ho davvero fatto bene ad assumerti» mi sorrise quando poggiai lo scatolone per terra.
Ricambiai il sorriso.
«Iniziamo a sistemare» disse aprendo la prima scatola e poi la seconda. «Tieni, sistema questa» indicò la prima.
Io annuì, chinandomi a prendere i primi libri, leggendone i titoli.
«Ti conviene spostarti di la» mi suggerì indicando uno scaffale accanto ai fumetti, guardando i libri. «In quella scatola ci sono gialli e horror»
Presi la scatola e mi spostai nella sezione da lui indicata, iniziando a sistemare i libri, raggruppando le varie copie di uno stesso libro.
Dietro di me, Chuck sistemava i romanzi d’amore e grandi classici. C’era un silenzio rilassante fra noi... che purtroppo fui costretta a distruggere.
«Chuck... hai per caso una scala?» chiesi, e lui si voltò verso di me. «Sai... li non ci arrivò neanche a provarci» sorrisi imbarazzata, indicando la parte più alta dello scaffale.
Lui sorrise intenerito.
«Vado subito a prendertelo» e aprì una porta accanto alla sezione fantasy sparendo in quello che probabilmente era il magazzino.
Mi avvicinai all’altro scatolone, dove aprendolo ci trovai  fumetti, romanzi fantascientifici e fantasy.
Presi un libro a caso e lessi la trama. Non era male.
Un piccolo “di-din” mi fece voltare e lasciare lentamente il libro.
«Buongio- Kat!» era Dave.
«Um, ciao, Dave» salutai.
«Sempre in cerca di nuovi libri?» mi sorrise. Io scossi il capo.
«No, no. Sta volta sono qui per lavoro» risposi. Lui sgranò gli occhi.
«Lavoro? Che intendi con lavoro? Tu lavori al-»
«bar? Già, be’, detestavo quel lavoro, Dave» spiegai. «E i miei fratelli mi hanno detto che Chuck cercava un aiuto qui e ho pensato...» iniziai, parlando velocemente, venendo interrotta da Chuck che entrava con la scala.
«Ecco qua, una scala per la piccola Katr – oh, dio, Katrina. Questo essere abbietto ti sta infastidendo?» disse Chuck, vedendo Dave.
«Sempre un piacere vederti, fratellone»  sbuffò Chuck.
«Fratellone?» chiesi, inarcando un sopracciglio.
Ok, sapevo che Dave aveva due fratelli, ma non mi aveva mai detto i nomi o qualcosa sul loro conto, tranne che uno era più grande e l’altro più piccolo. Chuck e Robbie.
«Eh già, questo noioso essere qui è mio fratello maggiore» disse sospirando Dave
«Noioso?» Chuck fece finta di essere offeso.
«Sì, esatto» rincarò Dave.
«Come sarebbe?!»
«Be’, non sono io quello che ha una libreria e usa paroloni come “abbietto”»
«Sono una persona colta ed interessante!»
«Come un morto» replicò Dave, roteando gli occhi. Io trattenevo a stento un attacco di ridarella, quando Chuck mi guardò e sollevò le sopracciglia come se avesse ricevuto un’illuminazione.
«Un momento, ma se tu, piccola e dolce Katrina, conosci quest’essere di nome Dave vuol dire che... oh, per la miseria! Tu sei la Katrina di cui Da-»
«CHUCK!» lo fermò il fratello minore.
Non ce la feci più e scoppiai a ridere, con Chuck che aveva uno sguardo trionfante e Dave che sembrava aver voglia di scomparire.
«Allora, creatura ignorante, che ci fai qui?» chiese Chuck, guardando il fratello.
«Mamma mi ha costretto a venire qui per darti una mano» spiegò sbuffando. Poi mi guardo, sorridendo. «Però dai, ora ci resto volentieri»
«Sei venuto sul serio? Wow, che bravo bambino!» lo prese in giro Chuck.
«Ho dovuto! Tu non hai l’abitudine di coprirmi quando disobbedisco!»
«Sono un bravo fratello maggiore!» si giustificò Chuck. «Piuttosto, inizia a sistemare i libri di quella scatola per bene!» ordinò Chuck, prendendo la scatola. «E non infastidire la mia nuova dipendente!»
Dave gli fece il verso e afferrò la scatola, girandosi per andare verso lo scaffale.
«Dave!» lo chiamai, e lui si fermò mentre mi avvicinavo. Lui mi fissò sorridergli, con la bocca semi aperta. «C’è anche questo libro» dissi porgendogli il libro che avevo preso precedentemente.
Lui mi fissò sbalordito e poi mi guardò torvo, prendendo il libro.
Quando tornai verso Chuck lui mi mise un braccio intorno alle spalle.
«Dio se andremo d’accordo, io e te» rise, per poi tornare al lavoro.
 
 
«Ok, ora che mio fratello è andato ad evacuare non ci romperà per un po’» disse Dave affiancandomi. Lo guardai confusa.
«Ti va di, non so, uscire a pomeriggio?» mi chiese. Io scossi la testa.
«Mi piacerebbe, Dave, ma... sai che non posso lasciare i bambini a casa soli il mercoledì. E poi... oh, cielo! Devo anche venire qui!»
«Dai, fino alle cinque c’è tempo» cercò di persuadermi.
«Sì, ma... Matthew e Letitia-»
«Li portiamo con noi! Che problema c’è?» sorrise. «E per dopo, non preoccuparti! Posso fermarmi a fare il baby-sitter»
Lo guardai sgranando gli occhi. «Lo faresti?»
«Questo e altro!» mi scompigliò i capelli.
«Oh, Dave...» lo abbracciai. «Però io devo anche studiare»
Lui mi guardò inarcando un sopracciglio.
«Mi vuoi dire che tu, Katrina Lutair, non hai già fatto i compiti per domani già ieri?»
Battuta.
Non sapevo perché cercavo tante scuse, dato che adoravo stare con quel piccolo panda di Dave.
Una voce nella mia mente simile a quella di Hazel – oh ma possibile che la mia coscienza sapesse imitare quelle due così bene?! – ripeteva “hai paura di finire come con Octavian” e cercai di ignorarla.
«Dannazione, mi hai beccata!» risi. «D’accordo, Dave» sorrisi.
«Perfetto!» esclamò entusiasta.
«Cavolo, Dave! Lascia stare Katrina!» la voce di Chuck ci interruppe.
«Oh, Chuck! Mio eroe!» dissi, congiungendo le mani e guardandolo con finta adorazione.
«Sentiti pure libera di denunciarlo per stalking o simili, Katrina, non preoccuparti»
«E sentiti libera di denunciare lui per battute orrende, non preoccuparti» replicò scocciato Dave.
«Dave, non credo si possa denunciare qualcuno per questo motivo» risi.
«I librai uno, l’ignorante zero!» esclamò Chuck.
Sì, erano decisamente fratelli.
 
♠ ♠ ♠
 
Io e Dave eravamo seduti schiena contro schiena sul prato del parco, ad osservare Matt e Tish che giocavano a rincorrersi davanti a noi.
«Come mai molli?» chiese Dave.
«Te l’ho detto, Dave, non fa per me» dissi, giocando con una ciocca dei miei capelli. «Troppo rumore e troppi idioti. Il lavoro alla libreria è molto più bello; tranquillo, moderato...»
«Noioso» continuò lui, ridacchiando.
«Fai silenzio, stolto!» lo rimproverai ridendo.
«Oh porca miseria! Ti stai trasformando in lui troppo velocemente!» si allarmò. «Kat! Va via di lì!»
«Piantala!» non smettevo di ridere.
Dave era una persona fantastica.
Quando iniziava a parlare faceva scivolare via i tuoi problemi così velocemente che non si poteva non adorarlo.
«Guarda come sono teneri» sussurrò guardando i miei fratelli.
«Già» risposi sorridendo.
In un momento mi ritrovai Dave accanto, non più attaccato alla mia schiena, che mi fissava con i suoi intensi occhi castani. Io sorrisi, sentendomi poi piombare un peso sul torace.
Matt.
«Mi sto divertendo» disse accoccolandosi su di me. Tish si stese, poggiando la testa castana sulle mie gambe, come fossero un cuscino.
«Ti piace accoccolarti su tua sorella, vero, ometto?» chiese Dave sorridendo.
«E a te piace mia sorella, vero, omone?» replicò Matt ridendo.
Roteai gli occhi.
«Matt, Tish, ho fame» dissi, e loro si scambiarono uno sguardo prendendosi la testa fra le mani.
«Avevi detto che non ci volevi mangiare davvero!» si lamentò Tish.
«Ho cambiato idea» risi, poggiando il mento sulla testa di Matt.
Dave stava ridendo.
«Oh, piccoletti!» richiamai la loro attenzione. «Vi piace Dave?»
«Sì!» risposero. Tish si alzò e andò a buttarsi addosso al ragazzo, che la strinse in un abbraccio.
«Sarà il vostro baby-sitter per oggi!» annunciai, e loro esultarono.
«Che bello! Ma perché?» chiese Matt.
«Vostra sorella ha iniziato a lavorare nella libreria di mio fratello-»
«Aspetta... tuo fratello si chiama Chuck?» chiese Matt.
«Sì, perché?» chiese lui.
«Allora sei anche fratello di Robbie!» esclamò Tish.
«Un nostro grande amico!»
«Effettivamente mi parla spesso di un certo Matt e una certa Tish» sorrise lui. «Comunque, dicevo, vostra sorella deve ancora sistemare per bene gli orari di lavoro quindi, per oggi, la copro io» finì di spiegare.
Matt era quasi addormentato fra le mie braccia e Tish parlottava di qualcosa con Dave, che faceva battute e faceva ridere tutti.
Era un’atmosfera così perfetta e pacifica.
Mi sentivo al sicuro e in pace.
Non mi sentivo così da quando... da quando avevo dormito di fianco ad Octavian.
Quando vedere il suo corpo addormentato accanto al mio mi faceva sentire giusta e al sicuro da qualsiasi cosa.
Perché era cambiato tutto, ora?
Mi rattristai subito, mentre accarezzavo la schiena di Matt. Guardavo davanti a me, nel vuoto, e non sentivo Dave che cercava di riportarmi alla realtà.
Almeno finchè non mi scosse.
«Hey stai bene?» chiese preoccupato.
«Hm? Oh! Sì, sì! Benissimo!» misi su il sorriso più falso della storia.
«Katrina sai che-?»
«Sto. Bene.» replicai, velocemente.
Lui annuì poco convinto e lasciò perdere.
«Dave... che ora è?» chiesi.
«Um» guardò il suo orologio. «Le cinque meno venti»
«Oh, ma allora sarà meglio andare» dissi, svegliando Matt con qualche movimento.
«Sì, vero» ci alzammo, pulendoci i pantaloni.
Dave afferrò per mano Tish e io Matt, che si stropicciava dolcemente gli occhi ancora invasi di sonno.
Facemmo pochi passi quando una voce che mi fece gelare il sangue nelle vene mi fermò.
«Non mi presenti il tuo nuovo amico?»
 
 
 
Luna’s Corner
 

Ciao a tuttiiii! ^.^
Come statee? Spero bene! Io sto euforica al massimo e non so perché lol
AAANYWAY!
Questo è probabilmente il capitolo più lungo che io abbia mai scritto! Tipo… 11 pagine di word c’:
Vabbè, Katrina, Chuck (vi piace? :33), Dave, Matt e Tish mi ispirano u.u
Oh, già! Lo so, questo capitolo sarebbe dovuto essere dal pov di Octavian ma… non ho resistito.
Credo che da ora in poi saranno due di Kat e due di Oct u.u ((sicuramente cambierò di nuovo ma who cares))
Quanto sono bellini Chuck e Dave che si sfottono, eh? <33
Oh e… che ve ne pare di Martha e George resi umani? C’:
Non potevo resistere a fare una cosa del genere! AHAHAH
Be’, be’, non mi resta che sperare che il capitolo vi sia piaciuto e ringraziare la mia nuova beta-reader
Melania  che mi sopporta con tanta pazienza (tvb Mells <33) e OurChildhood per aver suggerito di trovarmi una beta-reader :33
Grazie ovviamente a tutti voi che seguite/recensite/preferite la mia storia!
Vi amo e alla prossima!
 
Luna
  
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