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Autore: jesuisstupide    12/09/2014    1 recensioni
Una raccolta di storie riguardanti coppie di One Piece che mi piacciono e/o mi incuriosiscono e/o trovo bizzarre. Le idee le prendo da immagini in internet, discussioni nei forum e altre fanfiction. Non so ancora se inserirò coppie omosessuali o lesbiche, ma spero che questo non impedisca ai lettori di dare un occhiata alla mia storia.
Nota: se volete suggerirmi qualcosa sono aperta, ma non è detto che adempirò a tutte le richieste.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Bonney

“Ancora” urlai al cameriere tremante che mi porgeva un piatto di pizza. Picchiai un piede sul tavolo per evidenziare la mia impazienza e le pile di piatti sporchi si riversarono sul pavimento, frantumandosi.
Alcuni degli altri commensali si voltarono verso di me, ma nessuno osò emettere un fiato; la mia ciurma mi circondava a formare una sorta di muraglia di bodyguard dall’aria minacciosa che dissuadeva chiunque dall’attaccar briga.
“S… s… sono s… spiacente, signorina Bonney, ma… ma ha… esaurito le nostre scorte.” balbettò nervoso il cameriere
“COSA?! CHE RAZZA DI RISTORANTE È QUESTO?! CHE RAZZA DI DISPENSA MINUSCOLA!” ero arrabbiata, avevo fame e non intendevo pagare “Andiamocene ragazzi, non ho alcuna intenzione di pagare per un pasto non finito”
“Sì capitano” esclamarono quelli, sfidando tutti i presenti con lo sguardo, guai a chi si fosse azzardato ad intervenire.
Usciti, ordinai ai miei compagni di fare provviste e prepararsi a salpare, mentre io decisi di trovare un altro ristorante dove soddisfare il mio stomaco brontolante. Non c’erano molte persone per le strade e quelle poche che incontravo quando mi riconoscevano scappavano. Non avevo una fama di piratessa gratuitamente violenta, come quel Kidd del mio stesso mare, ma ero comunque una criminale famosa.
Man mano che camminavo mi ero allontanata dalla città nella direzione del porto e della zona malfamata; le persone si fecero più frequenti e meno timorose della mia presenza, erano per lo più uomini grossi e nerboruti. Feccia di porto, in pratica.
Entrai nella bettola che mi sembrava meno “bettolosa” e mi sedetti al bancone.
“Servite da mangiare qui?” chiesi sbattendo sul bancone un certo numero di berry, tanto per far capire al proprietario che potevo pagare. “Servitemi tutto quello che potete”
Veloci mi portarono i piatti ed i iniziai a divorare il cibo con la mi solita voracità animalesca, solo vagamente consapevole degli sguardi di fuoco che gli avventori del locale lanciavano nella mia direzione. Avevo fame e nulla mi avrebbe distratta.
Mangiavo già da un bel po’ di minuti e accanto a me si erano accumulate alcune pile di piatti quando l’uomo dietro al bancone, vedendo il mio appetito smisurato, decise di rivolgermi la parola. Era un bestione con gli occhi e i capelli scuri e una grossa cicatrice che gli tagliava il volto da sinistra a destra: non certo l’aspetto più amichevole.
“Senti ragazzina… ce li hai i soldi per pagare tutto?” mi chiese fulminandomi “I pochi spiccioli che ci hai dato non bastano neanche per la metà di tutto questo”
Ragazzina a chi?!
“Senti un po’, scimmione” sbottai puntandogli la forchetta in faccia “Io non sono una ragazzina, ma una piratessa e se volessi potrei distruggere questa tua inutile baracca”
“Provaci ragazzina” mi sfidò lui.
Stavo per alzarmi in piedi e ridurlo ad un misero bimbetto frignante quando qualcuno mi mise una mano sulla spalla come per calmarmi.
“Prego, signore. Pago io per la signorina” disse lo sconosciuto poggiando un sacchetto tintinnante sul bancone “E potrebbe per favore darmi del sake. La ringrazio”
Il nuovo arrivato dai modi educati e decisamente fuori luogo per un bar del genere, si sedette accanto a me: era un ragazzo giovane con capelli scuri e ridenti occhi neri; era vestito solo con un paio di pantaloni e una collana, mentre in testa calzava un cappello da cowboy arancio. Sulla spalla aveva un tatuaggio in lettere romane “ASCE”. Anche la schiena era decorata da un gigantesco tatuaggio, una croce di ossa sormontata da un teschio baffuto. Trattenni il respiro di colpo
“Barbabianca” sussurrai ammirata e preoccupata
“Portuguese D. Ace” si presentò il ragazzo tendendo una mano verso di me. “È un piacere conoscerti”

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Il giovane, Ace, mi rimase accanto e mi fece da scorta quando decisi di andarmene. Aveva dei modi davvero insoliti per un pirata, gentili ed educati, più adatti al figlio di una famiglia benestante; ma a me non importava.
Non mi sembrava vero di camminare accanto ad un componente della celebre ciurma del grande Barbabianca, io mio eroe. Quello che sapevo su Portuguese D. Ace era poco: era il comandante della seconda flotta ed era soprannominato “Pugni di Fuoco” a causa del potere conferitogli da un Frutto del Diavolo, il Mera Mera no Mi. E ora scoprivo che era anche attraente.
“Sto cercando un uomo che si fa chiamare Barbanera” mi spiegò sorridendo “Gli sto dando la caccia da un sacco di tempo. Credevo di poterlo trovare ad Alabasta e invece ho fatto un semi-buco nell’acqua”
“Semi?” domandai curiosa
“Beh! Non ho trovato  Barbanera, ma ho rincontrato una persona importante”
“Almeno c’è un lato positivo nella tua avventura. E se tu fossi riuscito nella tua impresa non avremmo potuto incontrarci. Sarebbe stato un peccato” Ridacchiai allegramente.
“Già, un vero peccato” rispose lui, altrettanto allegro.
Dio! Mi sentivo una sciocca! Mi stavo comportando come una stupida ragazzina di porto ridacchiando e civettando. Ero Jewelry Bonney, per la miseria!, una piratessa di fama mondiale con una taglia di 107.000.000 di  Berry, non una ragazzotta qualunque.
Persa nelle mie elucubrazioni notai con la coda dell’occhio un paio di uomini che ci fissavano intensamente; erano nascosti nella penombra di un edificio e stringevano dei fucili. Spostai con circospezione lo sguardo notando altre persone appostate e armate, pronte a saltarci addosso
“Uhm…” mormorò Ace pensieroso “Cacciatori di taglie. Bene! Avevo proprio voglia di giocare.”
Si fermò di colpo davanti alla passerella di una nave, la mia nave; sul ponte i miei sottoposti si muovevano frettolosi, preparandosi per la partenza come ordinato in precedenza dalla sottoscritta. Nessuno fece caso né a me né al mio celebre accompagnatore.
“È stato un immenso piacere conoscerti, Jewelry Bonney” mi sussurrò facendomi il baciamano “Spero di poterti incontrare nuovamente”
Poi se ne andò.
Lo osservai combattere contro i tagliagole, con il corpo illuminato dalle fiamme, rimanendo lì, immobile, con la mano ancora sollevata e le guance rosse di imbarazzo, come una ragazzina alla sua prima cotta.
Sì. Sarei stata davvero felice di incontrare di nuovo Ace Pugno di Fuoco.


Note dell'autrice:
questa coppia mi è stata suggerita da alcune immagini trovate per caso vagnado nella rete con Google Immagini ed è stata alimentata dalla reazione violenta avuta da Jewelry Bonney alla vista della morte di Ace e Barbabianca, reazione tale da spingerla a dare la caccia a Barbanera per vendicarli e a odiare in modo quasi esagerato Akainu (tipo le fangirl).
Spero che sia piaciuto e mi scuso per la brevità del capitolo, ma ho ancora alcuni problemi a scrivere bene dei capitoli lunghi.
  
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