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Autore: Cee4    12/09/2014    1 recensioni
Un pasticciaccio rom-com insolito in SeoulCity
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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aine2 Jiyong strisciò verso il piano di lavoro della cucina, tranquillamente stavolta. Trovò Aine con una pila di vario ciarpame, era suo tutto quel ciarpame, tra le braccia. Vedendola posare quell'armamentario che l'avrebbe sicuramente seppellita da un momento all'altro, tirò istintivamente un sospiro di sollievo. Il parquet avrebbe subito un duro attacco, letale probabilmente,  e sarebbe stato un peccato se fosse successo qualcosa di male  a colei che, pochi minuti prima, gli era sembrata una creatura non terrena.

Aine gli  sistemò davanti, sulla tovaglietta rossa in lino, ciò cha aveva chiesto e tentò di dileguarsi di nuovo. Jiyong le chiese di fermarsi un attimo. Gli pareva strano fare colazione con una sconosciuta a tutti gli effetti che gironzolava avanti e indietro e  "ora sono completamente vestito". Quest'ultima voleva essere una rassicurazione.
Lei, allora, rimase dall'altro lato a cercare di rispondere senza inciampare nelle parole. Aine intendeva mantenere un contatto visivo quanto più a lungo possibile, ma, più si sforzava, più le guance crescevano rosse e diventava dannatamente goffa.  Stava iniziando piano piano a realizzare ciò che era successo e, nonostante fin dalla stipulazione del contratto si  fosse preparata a qualsiasi tipo di scenario, era sulla giusta via per l'attacco di panico. Del resto, era solo, bè, umana e vedere il proprio capo in mutande di buon mattino quando non ti aspetti neanche la presenza di un moscerino è alquanto ansiogeno.

"Uh-oh!Aine-sshi, posso chiamarti così, vero? E' tutto molto buono e...grazie per l'ottimo lavoro. Ieri notte non avrei trovato la dispensa così piena e ben fornita neanche a casa dai miei", Jiyong posò la tazza del caffè e finì di ingoiare quel pezzo di toast che gli gonfiava metà zigomo.
"E' tutto merito di Soo-ha e delle indicazioni che mi ha fornito". Lei con un movimento leggero gli fece cenno a chiedere se voleva dell'altro caffè.
Jiyong annuì e, quasi divertito da quella precisione, iniziò a sorridere da orecchio ad orecchio. Aine, allora, frugò nel suo inseparabile zaino azzurro e tirò fuori un plico. "Ah, avevo pensato che, se mai ci fosse stata l'occasione di incontrarsi, avrebbe voluto vedere, non so, almeno un foglio di referenze. Insomma, sì, a parte la fiducia in Soo-oppa".
Lui si allungò verso di lei e, scorrendo quella sorta di curriculum, si mise a leggere. Lei potè distogliere finalmente lo sguardo e dare, come d'abitudine, un silenzioso buongiorno a quella vista di Seoul che era sua amica ormai da due mesi.

Era innaturalmente caldo per essere aprile e le giornate sembravano fatte per abbandonare le giacche ed immergersi  nella luce del sole. E, proprio, i raggi solari permisero per un istante ad Aine di scrutare Jiyong a fondo. Riuscì dunque a  farsene una propria prima vera impressione, scavando in quei particolari di cui era sazio l'SNS. Intanto, gli occhi seri di lui sembravano perforare quei centimetri di carta stampata.
Era davvero bello, si fermò a pensare Aine tra un battito e l'altro. Non seppe, però, decidersi se l'espressione che gli solcava il viso era innocente o pericolosa. Quasi certamente, entrambe al tempo stesso.

Jiyong alzò il capo, poi  lo scosse un poco ed, infine, schioccò la bocca tirando un lungo respiro. "Ah", si sfregò i capelli tra le mani,"Come si fa?".  Le pupille di lei si fecero più grandi e curiose, in parte spaventate.
"Saresti più qualificata di Soo-ha nel fare l'assistente", lui gongolò sullo sgabello e la ragazza, stuzzicata, si coprì la bocca e rise.
"Jiyong-ah", udirono entrambi. Lui, l'oggetto di scherno di due secondi prima, manager e braccio destro dell'uno, amico fraterno dell'altra, aprì la porta dell'appartamento. "Jiyong, che problema ha il tuo telefono? Perché non rispondi?", Soo-ha, accigliato, chiese a raffica  avvicinandosi loro.
"Avevo il silenzioso", lui rispose facendo il vago, "Lo so che è ora di muoversi". Jiyong indicò l'iPhone, il cardigan blu ed il cappello che aveva lasciato sul divano più in là. Soo-ha prese tutto e salutò Aine in fretta, rassicurandola con una carezza al braccio destro. Erano in ritardo e qualcuno avrebbe chiesto il conto.
"Aine-sshi, è stato un piacere. A presto".
Lei lo vide sparire dietro la colonna che separava il resto della casa dal corridoio e l'ingresso. Sospirò e, stiracchiandosi in alto, mise nel lavelllo piatti e tazza. Non poteva perdere tempo neanche lei.

~
Ennesime note: grazie di aver letto il primo capitolo e, dato che siete arrivate fin qui anche il secondo che è più che altro un piccolo aggiornamento di transizione. Dimenticavo, Anche Soo-ha è un personaggio di totale fantasia.
Alla prossima, spero. 


   
 
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