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Autore: Cee4    03/09/2014    1 recensioni
Un pasticciaccio rom-com insolito in SeoulCity
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AINE

La prima cosa che vide appena sveglio furono i grattacieli bagnati da una flebile pioggia mattutina. 
Con una veloce torsione del corpo si mise seduto a contemplare quel misterioso spettacolo.  Poi, si ridistese su un fianco coprendosi per metà col lenzuolo di seta bianco.  
Dopo aver passato consecutivamente un paio di notti in studio, Jiyong  aveva finalmente guadagnato il diritto di ritornare a  casa  e, soprattutto, al suo amato letto.
In effetti, dopo aver acquistato casa, l'elemento che gli era parso essenziale e che aveva sottoposto ad un attento e dettagliato processo decisionale era stato il proprio giaciglio. Niente stravaganze, doveva essere comodo, non troppo duro nè troppo morbido, equilibrato. E lo era comodo, ma ci aveva passato ben poco tempo per apprezzarne le qualità. 

Era stanco e desideroso di avere più tempo per staccarsi dal mondo, dalle notifiche che lampeggiavano senza sosta sullo schermo del telefono e da sé. La pressione di essere G-Dragon, a quella era abituato, in fondo non era implosa così tanto nell'ultimo periodo. Non aveva bisogno di scappare in Giappone, a Parigi o chissà dove:cinque minuti di silenzio nella sua testa gli sarebbero bastati. Però, i pensieri martellavano: passare a casa di Dami, un dj-set in Busan, due servizi fotografici ed il microcosmo di Tokyo.

Dunque, si disse che era sveglio e decise di alzarsi. Ad ogni modo, Soo-Ha sarebbe passato a prenderlo per ritornare in studio.

Quando raggiunse la porta per andare in cucina, fu colto di sorpresa da una melodia familiare che filtrava attraverso le pareti. Era una canzone dei 2PM, destino beffardo, ma non riuscì a ricordarne il nome. Esitò ad aprire, scenari inquietanti andavano e venivano come dei vividi flash attraverso il suo cervello stordito. In altri tempi, avrebbe pensato subito alla sbadataggine di Seungri o ad un altro dei ragazzi, ma non vivevano più insieme da un pezzo. Di sicuro, non potevano essere né manager né autista, a meno che qualcuno non si fosse introdotto a sua insaputa.

Dopo un lungo respiro a pieni polmoni, Jiyong aprì la porta. Quella musica veniva definitivamente dal salotto.
Prima di procedere oltre, prese telefono ed uno dei bastoni che aveva usato per la convalescenza dopo l'infortunio sul palco come arma  Aveva sopra solo le mutande e, realmente, incuteva meno paura di una qualsiasi ajumma in periodo di svendite.

Si fermò al di fuori della stanza.Un brivido gli scosse le ossa: poteva essere anche una delle sesang appostate ai parcheggi della YG come donnole intorno ad un pollaio. O il primo evento paranormale dal momento in cui aveva traslocato.

Tentennò una manciata di secondi ed entrò. Attraverso il mezzo bagliore che la luce filtrata dalle tende offriva di buon mattino, distinse una figura snella con due buste in mano.

La figura si fermò di scatto per l'introduzione improvvisa di Jiyong e lo guardò con occhi esterrefatti.
Lui sospirò vedendo la giovane donna spaventata di fronte a lui.

"Mi dispiace, non sapevo fosse tornato", disse lei tirandosi l'orlo della camicia color pesca. Quel suono che lo aveva condotto lì proveniva dal cellulare della ragazza e fu ovattato subito dal repentino silenzio tra i due.

"No, ok. Tu devi essere....". Jiyong si rilassò per tentare di ricordare il suo nome.Gli era bastato vedere i bustoni pieni di cibo e detersivi per capire che si trattava della ragazza che Soo-Ha aveva caldamente consigliato per tenere in ordine la casa. Nonostante ciò, i nervi rimasero leggermente rigidi fino alla punta delle dita  e per stemperare la tensione si passò una mano tra i capelli.
"Waits, Aine Waits". La ragazza continuò a scusarsi profondamente, si piegò addirittura in due inchini da novanta gradi, si disse dispiaciuta di averlo svegliato, che la musica l'aiutava a sbrigare tutte le faccende velocemente e che avrebbe fatto attenzione a non ripetere l'errore. Lei aveva voglia di scappare o nascondersi in un angolino della vergogna con molta probabilità. Pertanto, terminò quel garbuglio di frasi reverenziali con un Haeng-syo e l'accenno di una ritirata.
Lui scoppiò in una risata cristallina, quasi con le lacrime agli occhi per la paradossale ilarità della situazione. "Va tutto bene" la rassicurò e, prendendo posto sul divano, si accorse di  avere ogni zona del corpo scoperta fuorché le, bè, zone delicate. Almeno quelle. Lasciandosi sfuggire un'imprecazione assai colorita, si alzò e si avvicinò alle tende verdi tentando di coprirsi alla meno peggio.
"Aine-sshi credo di dovermi scusare io stavolta".
"Preferisce una colazione tradizionale o...". La ragazza abbassò gli occhi e, voltandosi verso l'immenso tavolo in marmo della cucina ad isola, cercò di stemperare l'assurdità di tutta la scena.
"Una tazza di caffè e due toast andranno bene". Jiyong si rigirò su se stesso e, più veloce di un bimbo che corre a chiamare il papà, ritornò in camera da letto.

~
Dunque un paio di note:
-Ah ah ah mi sono impelagata in una nuova long (continua...)
-(è la continuazione di cui sopra) in un nuovo fandom con ciò che, alla fine, è un pasticciaccio rom-com in salsa asiatica
-ogni valutazione è ben accetta

Un altro paio di note:
-semplificando, per Ajumma si intende una donna di mezza età o una zitellona, ecco. Non studio coreano quindi sono aperta a considerazioni filologiche più precise e puntuali della mia
-i 2PM e i BigBang, solite leggende *metropolitane* di rivalità dello showbiz
-Haeng-syo è una neoespressione che dobbiamo al protagonista della storia. Sta per "Siate felici" se interpretato alla lettera o più semplicemente a chiusa di un discorso tipo "Ciao, stammi bene". Anche qui apertura a considerazioni filologiche più preparate di me in coreano

I BigBang e, soprattutto, G-Dragon non hanno nulla a che vedere con i fatti fittizi e di pura fantasia di questa storia. Non scrivo a scopo di lucro, anche perché non ne ricaverei neanche un nichelino. Al massimo dei pomodori, quelli sì. Aine è un'ennesima bambolina di pura invenzione.

Nota delle note: grazie per essere giunti fin qui.

   
 
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