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Autore: Aliak    12/09/2014    1 recensioni
Com'è realmente cominciata la storia.. Il mito di un padre irraggiungibile e lontano, un demone forte e rispettato da tutti. Ancor prima della nascita di Inuyasha e Sesshomaru, un viaggio attraverso gli occhi del più grande demone cane, sovrano delle terre dell'ovest, come è nato il suo impero le sue decisioni le sue paure, uno scorcio verso il futuro prossimo, cosa realmente gli riserverà? Dolore.. Intrighi.. Rabbia.. Delusioni.. Fra alleanze e corti la guerra continua fra demoni, per il dominio sul mondo, e la distruzione degli esseri umani.
NB: La storia inizialmente sarà incentrata sul nostro Taisho ma poi si sposterà su Sesshomaru
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, inu taisho, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato - Presente - Futuro'
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La sua lealtà, la sua volontà tenace, il suo senso dell'onore, avrebbero sicuramente combinano bene con le proprie forze per produrre un erede esemplare.

Lui annuì con fermezza, a quei pensieri che ancora vacillavano per la sua mente, aveva fatto la sua scelta, era anche stato abbastanza diplomatico nella stessa, razionale. Avrebbe fatto fronte alla richiesta del consiglio, annunciando il suo fidanzamento se il padre avesse accettato, prima dei due giorni di tempo prefissati.

Si adattava anche ai suoi piani futuri, un luccichio malvagio balenò occhi ambrati, strinse la presa sulle redini dello stallone, spronandolo a aumentare la sua andatura ancora di più.

Non vedeva l'ora di vedere le loro facce quando quei vecchi cospiratori astuti, avrebbero accolto la sua scelta, dopotutto gli avevano dato la libertà di scegliere da solo chi potesse affiancarlo, senza dare restrizioni, e questo gli aveva dato campo libero.

Si rese conto che la sua futura compagna avrebbe richiesto parecchi anni, decenni, anche a crescere nelle responsabilità che si trovavano davanti a lei, e questo gli permetteva allo stesso tempo, di prendere tempo per se.

Essi avrebbero protestato, anche se educatamente, ma la ragazza era particolarmente adatta al ruolo, e avrebbe sfidato tutti i consiglieri a trovare un difetto, nella sua futura compagna, un sorriso decisamente compiaciuto curvò sulle labbra.

"Mi hanno assediato, e circondato, ma li ho scavalcati." Quando arrivò il momento per lui di nominare il suo intento, sarebbe stato pronto a ogni parola, e avrebbe ribattuto le stesse con fermezza.

Avrebbe parlato con Sakamaru dopo la prima colazione, mancavano ancora quattro ore, avrebbe dichiarato a lui le sue intenzioni, sperando che accettasse la sua proposta di prendere la mano della sua figlia minore, sarebbe stato un grande onore, per lui e la sua famiglia avrebbe rafforzato quel legame tra le loro, che era già presente da anni.

La soluzione era la migliore che potesse escogitare, avrebbe avuto la sua tregua, ea tempo debito, le terre occidentali avrebbero avuto un erede ... il suo erede ... e un patrimonio di forza e l'onore da portare in futuro, cominciava a piacergli la cosa, quell'incontro sembrava aver dato i suoi frutti, con il tempo sarebbero maturati.

Camminava per i corridoi del palazzo, aveva lasciato alle stalle lo stallone nelle mani di Otumaru, si era incamminato per i corridoi alla ricerca da lui, ma per ora non era riuscito a trovarlo, possibile che fosse uscito? Magari alla ricerca della figlia scomparsa?

Incontrò sul suo cammino uno dei servi del palazzo, avvicinandosi a lui gli porse la domanda -Sapete per caso dove si trova Sakamaru?- Lo stesso porgendo a lui un profondo inchino alla fine pronunciò la risposta.

-Sembra che la figlia più piccola del generale, sia scomparsa; e insieme a un piccolo gruppo di guardie, è andata a cercarla-, era sconvolto da quella notizia dubitava fortemente che ancora si trovasse alle stalle, ci era stato poco prima, dove poteva esser finita, oltretutto si era congedata prima che lui si allontanasse.

-Mio signore- disse il servo prima di vedere qualcosa negli occhi del suo padrone, e tremare come una foglia, rapido si era mosso uscendo dal palazzo, ricordava il suo odore perfettamente, gli era rimasto impresso nella mente, doveva essere rapido, doveva cercarla. 

Le tracce lo conducevano lontano dal palazzo, com'era possibile che si fosse allontanata così tanto; da sola per di più. Discese lentamente a terra trovando uno dei nastrini che quella mattina legavano i suoi capelli argentei, lo portò al naso portava ancora il suo odore, ma anche quello di un altro demone.

Non gli piaceva quella situazione, mentre il cielo cominciava a far scendere su di lui lacrime beffarde, doveva muoversi rapido prima che la pioggia cancellasse le tracce, e la perdesse del tutto.
 
***
Erano troppi e non era riuscita a ribellarsi, ne aveva uccisi due, ma alla fine l'avevano sopraffatta con la forza, dopotutto era ancora una bambina e non era mai stata addestrata per il combattimento, l'istinto si era impossessato di lei e aveva spazzato via quegli insignificanti demoni.

Era lì distesa a terra, il fianco destro gli bruciava sentiva il veleno di uno di quei demoni, mangiargli la carne se fosse stato un'altro probabilmente sarebbe morta, ma il veleno su di lei non poteva avere l'effetto desiderato, si era stordita ma era ancora viva.

Sentiva mormorare quei demoni su vendette verso gli inuyoukai, da quel che aveva capito a quanto pare, quei demoni si erano ribellati al loro potere, e erano stati quasi tutti annientati solo, quel gruppo era ancora rimasto in vita e voleva vendicarsi, l'avevano presa in ostaggio mentre tutti erano distratti dai preparativi della festa.

Erano stati astuti, avevano aspettato il momento giusto e sopratutto gli era capitato un bersaglio facile, non l'avevano ammazzata anche perchè si erano accorti che doveva far parte di qualche casata nobiliare, vista l'eleganza degli abiti.

Vide uno di quei demoni orribili deformi avvicinarsi, era veramente orribile quell'essere il viso sembrava essere stato squaiato da un qualche veleno o acido, come lo stesso corpo, gli dava la nausea vedere quell'essere. 

-Vedo che ti sei svegliata finalmente- si chinò su di lei, avvicinandosi sempre di più, cercò quindi di alzarsi a sedere, sputandogli infine in faccia per allontanarlo.

-Feccia non avvicinarti-, gli ringhiò contro mentre la testa gli girava così tanto, da sembrargli che quell'essere si fosse sdoppiato.

-Ohoh.. ma guarda sei ancora così tanto in forze, interessante-, non potè ribellarsi, l'aveva schiacciata a terra di nuovo con forza, si trattenne da far uscire un gemito di dolore dalle sue labbra, il suo onore non glielo permetteva anche se in inferiorità di forza, non si sarebbe abbassata a farsi vedere da quell'essere infido debole.

-Posso giocare un po' con lei?-, domandò a quello che sembrava essere il loro capo, un brivido gli percorse la schiena, sembrava averlo avvertito anche quell'essere infatti aveva puntato gli occhi di nuovo su di lei, e sul viso era comparsa una smorfia orribile, simile a un ghigno o forse un sorriso.

-Kakuro basta che la tieni in vita, ci serve viva, puoi fargli quello che ti pare-, degluti a fatica mentre una risata, usciva dalle labbra di quel demone.

-Hai sentito mia bella signorina? Ora mi divertirò un po' con te-, sentì le mani di quel lurido demone, scostare le pregiate stoffe della gonna del suo kimono, toccare le sue coscie, salendo sempre più in alto, non riusciva a muoversi a ribellarsi, ma i suoi occhi lo sfidavano se si sarebbe ripresa l'avrebbe ammazzato con le sue stesse mani, nel peggiore dei modi.

Un rumore sinistro arrivò dalle spalle del demone, sembrava che qualcosa o qualcuno avesse strappato, delle carni e poco quel demone che la sormotava, urlò per poi accasciarsi addosso morto, scorse la figura che gli era familiare, quella di quel demone che aveva incontrato nelle stalle quella mattina, con le mani ancora tinte di rosso sangue di quei demoni.

-Stai bene mia Piccola Signora?- mi domandò mentre con un calcio allontanava quell'essere spregevole, era seminuda la a terra si sentiva imbarazzata dalla figura di Taisho, ma non riusciva a muoversi sembrava che ogni sua terminazione nervosa si rifiutasse di ubbidirgli.

Si era abbassato e mi aveva infine preso in braccio sorreggendo il mio corpo trattenendomi a se, quell'abbraccio era confortevole come quello di mio padre, mi abbandonai nello stesso sentendomi al sicuro finalmente chiudendo gli occhi.
 
***
Era la in attesa all'esterno della porta della sua stessa camera, quando era tornato al palazzo con lei in braccio priva di sensi, era andato verso le proprie camere, aveva chiesto alla servitù di chiamare di corsa Yaone, di farla venire nelle sue stanze era dentro da almeno mezz'ora, e non era ancora uscita.

Alzò lo sguardo incontrando la figura di Sakamaru, che si stava avvicinando rapido, la servitù doveva averlo avvertito.

-Taisho- pronunciò quel nome, mentre le ambrate di quell'uomo si poggiarono sui pannelli di carta di riso, che lo dividevano da sua figlia -Come sta?- gli domandò, scosse il capo non aveva risposta.

Solo allora Yaone uscì lentamente dalla porta, per poi richiuderla alle sue spalle, gli occhi di entrambi preoccupati erano puntati su di lei, attendendo il suo dire.

-Ho pulito le ferite, e gli ho dato l'antidito al veleno, dovrebbe riprendersi del tutto tra mezz'ora, ma è meglio che per due giorni si riposi e non faccia troppi sforzi-, lì avvertì per poi congedarsi, aveva fatto il suo dovere come sempre, e aveva come l'impressione che era meglio lasciare quei due da soli.

-Non so come ringraziarvi, non ho altro da offrirvi la mia lealtà verso la vostra famiglia, che già l'avete. Avete anche rifiutato le mie altre figlie, non so proprio cosa potrei darvi in cambio, più di quanto non possa avervi proposto- si era chinato in ginocchio pronunciando quelle parole, la sua lealtà era forte, le parole sincere.

-Ho solo una cosa da chiedervi-, diede una pausa a quelle parole, mentre vide il capo di lui appena sollevarsi per guardarlo in faccia, aspettando in silenzio le sue parole. -Vorrei la mano di lei-, notò lo stupore negli occhi dell'altro, colto alla sprovvista dalle parole del suo Signore.

-Ma Irasue è troppo giovane- quindi era quello il suo nome Irasue, alla fine lei sapeva chi era ma lui no.

-Lo so benissimo, aspetterò il momento in cui sarà all'altezza del compito di sedere al mio fianco, sul trono del regno occidentale-, era fermo nelle parole, non avrebbe voluto obbiezzioni.

-Come volete mio Signore- Un sorriso soddisfatto increspò le labbra, era giunto quindi il momento di andare dal consiglio, e proclamare la mia scelta era curioso di vedere le varie facce dei consiglieri.
   
 
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