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Autore: fedefede1995    12/09/2014    1 recensioni
Prima che inizi il quinto anno alla scuola di Hogwart, Harry è confinato nella sua casa di Privet Drive, ma la prigionia non durerà ancora molto.. non nelle stesse condizioni almeno: Sirius sta per arrivare!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Dursley, Harry Potter, I Malandrini
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Uno, due, tre.. uno dopo l’altro gli incantesimi rimbalzavano contro lo scudo invisibile del vecchio, che sembrava reggere parecchio bene la raffica di colpi dei nemici.
Volevano Harry vivo, ma non di certo l’anziano. Anche se non pronunciavano l’incantesimo, aveva iniziato a capire che tutti quei lampi verdi nella direzione del suo protettore non erano altro che Avada Kedavra. Nonostante gli avvertimenti del vecchio, di cui adesso che ci pensava bene, non conosceva nemmeno il nome, estrasse la bacchetta, pronto per intervenire in caso di bisogno.

“No, niente magie mi ha sentito?!”

Un lampo rosso gli sfiorò il lato destro del viso, spostandogli i capelli come se ci fosse stata una raffica di vento. Non sembrò far piacere al signore, che si avventò con una carica inaspettata sugli aggressori.

“NON LO AVRETE MAI!”

Con un movimento rapido del polso, scagliò contro di loro una fattura che produsse una luce accecante, che lasciò sia loro che Harry cieco per qualche istante. Sentì una presa salda al colletto della polo e qualcuno iniziò a trascinarlo.

“Sono io ragazzo. La vista tornerà come nuova entro qualche minuto. Diversivo molto utile, ma un po’ meno con qualcuno da trascinare con sé.”

“Dove mi sta trascinando, professore?”

“Non è il momento Harry di fermarci a discutere su questioni irrilevanti come questa. Dobbiamo metterci al riparo, in un posto dove non ci troveranno questa volta. Hai ancora della metropolvere con te?”

“Si, nella tasca sinistra dei pantaloni. Aspetti un secondo.. è lei davvero allora professor Silente?”

“Non è il momento di dire sciocchezze ragazzo mio. Dobbiamo muoverci, sei diventato sordo forse?”

“Ho visto la sua bacchetta signore e conosco solo un mago che ne possiede una così. E poi lei non mi ha corretto quando l’ho chiamata professore qualche secondo fa,
quindi lei deve essere per forza..”

“Non ora ragazzo, te l’ho detto, la nostra priorità in questo momento è un’altra. Non ho tempo per cercare di convincerti che non sono chi tu credi io sia. Come va la
vista?”

“Un po’ meglio, ma vedo ancora tutto a macchie, come quando si guarda direttamente il sole.”

“È normale, piano piano sta ritornando tutto normale. Adesso entriamo nel camino, insieme.”

“Ma signore, non si può viaggiare in coppia. L’uscita è troppo piccola e rimarremo incastrati.”

“So come rimediare a questa cosa. Avanti, entra con me!”

Lo trascinò in un camino. Non sarebbe stato in grado di dire dove so trovassero esattamente.

“Mi spiace, ma è meglio che tu non senta dove ci stiamo dirigendo.”

“E no, mi spiace, ma per quanto io mi possa fidare di lei, non ho intenzione di andare in un posto di cui non conosco il nome.”

“Sono davvero desolato, ma non ho altra scelta.”

Ricevette un colpetto sulla testa e sentì le orecchie tapparsi. Provò a sbadigliare, a darsi dei colpi, ma nulla. Non ottenne nessun risultato. La vista stava tornando
completamente e fece in tempo a vedere delle fiamme verdi circondare lui e l’accompagnatore. Lo guardò in viso e notò gli occhi, che lo fissavano di rimando.

Non erano più gli stessi che aveva visto alla locanda, erano azzurri e profondi. Le sopracciglia erano aggrottate, come si stesse sforzando di vedere davanti a sé e i
capelli erano molto più chiari di prima, quasi bianchi e più lunghi.

Forse qualche incantesimo Confundus lo aveva colpito senza che se ne fosse accorto, perché davanti ai suoi occhi il preside di Hogwarts lo stava conducendo ad un’uscita familiare. Quella casa era stata il rifugio nelle sue estati quando gli zii avevano in programma dei viaggi o delle gite.

“Signora Figg?”

“Professore! Per fortuna l’ha trovato. Il padrino qui non ha fatto altro che chiedermi dove si trovasse da quando gli ho detto che sarebbe stato lei a riportarlo in questi giorni.”

“Allora è lei! Perché tutti questi segreti? E perché mi stava pedinando?”

“Lo ammetto Harry, sono io. Non potevo permettere di lasciarti vagare da solo senza che nessuno potesse essere al tuo fianco per proteggerti. Adesso andiamo a casa
dai tuoi zii. Sirius ci aspetta lì.”

Non si sarebbe mosso.

“Harry, non costringermi a usare le maniere forti.”

“Dopo avermi salvato da quei due avrebbe il coraggio di farmi del male?”

“Farti del male mai, ma legarti e portarti di peso dall’altra parte della strada senza problemi”

“Va bene, verrò!”

Sebbene fosse molto anziano, doveva ammettere che Silente era parecchio potente. Non aveva nessuna intenzione di testare le sue capacità. Sarebbe tornato da quei suoi parenti maligni. Ci aveva già pensato, ma vedersi costretto a farlo non gli piaceva per niente.

Attraversarono la strada e bussarono alla porta. Dopo qualche secondo di attesa la porta scattò e senza pensarci, Silente lo spinse dentro la casa.

“Non è furbo indugiare di questi tempi, permesso signore.”

Passò davanti a zio Vernon e lo spinse in salotto. Appena varcò la soglia, il suo padrino gli saltò addosso e lo strinse forte.

“Mi dispiace, Harry.”
   
 
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