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Autore: Chaotic Alaska    12/09/2014    2 recensioni
~ Ottava classificata al contest "AAA Protagonista cercasi" indetto da Mariam_Kasinaga ~
La notte di Halloween, il ballo del liceo. Sembrerebbe l’inizio di una puntata di qualche teen drama americano e invece non è così. Nella notte in cui il legame col mondo dei morti si fa più forte, potrebbero risvegliarsi entità che sarebbe meglio lasciar dormire.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vampire fangs



Storia partecipante al contest 'AAA Protagonista cercasi' di Mariam_Kasinaga


Nick sul forum/EFP: Chaotic Alaska
Titolo: Vampire fangs
Schema scelto: schema black-out
Coppia: Het
Lunghezza: 5 pagine di Word in Times New Roman dimensione 12; 2572 parole
Rating: Giallo
Eventuali note: nessuna
Breve introduzione: La notte di Halloween, il ballo del liceo. Sembrerebbe l’inizio di una puntata di qualche teen drama americano e invece non è così.
Nella notte in cui il legame col mondo dei morti si fa più forte, potrebbero risvegliarsi entità che sarebbe meglio lasciar dormire.




“Hanna, mi stai ascoltando? E’ mezz’ora che parlo”
Fa freddo. Il buio è un’entità viva, affamata, ed io sto cercando disperatamente di respirare.
“Cosa?” mi volto, interdetta.
Logan mi sta fissando, un sorriso triste si fa strada sul suo volto.
“Senti, se non vuoi, basta che tu dica di no. E’ ovvio che.. cioè, non ho secondi fini, sia chiaro. E’ solo che..”
La catenina di metallo, stretta attorno al mio collo sottile. Il ciondolo col cuore, da rosso sangue, è diventato nero. Come se avesse inghiottito quella stessa oscurità in cui adesso sto annegando.
“No, Logan, scusami” Scuoto la testa, tentando di dimenticare i dettagli dell’incubo “Stavo pensando ad un compito che devo consegnare entro martedì. Di che parlavi?”
“Ah.. nessun problema.. Stavo dicendo che, insomma, potremmo andare al ballo di Halloween insieme, che ne dici? Come amici, ovviamente, era quello che stavo cercando di dire..”
“Che bella idea!” commento, con un sorriso. In questo momento, lo stra maledettissimo ballo di Halloween è l’ultima cosa a cui voglio pensare.
Logan sembra tranquillizzarsi ed attacca a parlare del suo, a quanto pare, fighissimo costume da vampiro, o qualcosa di simile, ma io non lo ascolto già più.
Mi rigiro tra le dita la catenina col ciondolo a cuore, domandami per l’ennesima volta perché la stia ancora indossando.
E’ un regalo di Caleb, il mio ex (da circa un mese) ragazzo. Uno stronzo colossale, che mi ha lasciato questo cuore di rubino in cambio di quello di carne e sangue che si è portato via.
Quella mattina, ero venuta a sapere che aveva già trovato un rimpiazzo per il ballo del liceo, Clover, un’ochetta bionda e petulante, membro onorario del club “l’essere completamente senza cervello non è un grosso problema, quando puoi rimediare con un bel paio di tette”.
E, visto che Caleb è un fermo sostenitore del club, sono andati d’accordo fin da subito.
“Hanna, sbaglio o hai appena sussurrato, per la duecentesima volta negli ultimi quarantacinque minuti.. membro onorario del club “l’essere completamente senza cervello non è un grosso problema, quando puoi rimediare con un bel paio di tette? Potresti almeno trovare, che so, un nome in codice” ridacchia Logan.
E’ esattamente per questo che Logan è il mio migliore amico. Si entusiasma per ogni cosa e non prende nulla sul serio, come un bambino.
In questo momento, riesco a leggere nei suoi occhi l’emozione all’idea di indossare quell’accidenti di costume da vampiro.

Ed è esattamente quello che mi serve in questo momento, un po’ di entusiasmo.
Soprattutto dopo quel maledetto incubo.
“Hai ragione, potrei trovare un nome in codice, oppure potrei smettere di pensarci” rispondo, sorridendo “E ora, se permetti, devo trovare un costume all’altezza del qui presente vampiro”

In piedi davanti allo specchio, finisco di sistemarmi il trucco.
Alla fine, ho optato per un “costume da strega”, se così si può definire il mio abbinamento di camicia nera e gonna scura, lunga fino alle caviglie.
Con un trucco abbastanza pesante ed il cappello da strega rubato dall’armadio di mia sorella, però, dovrei essere sufficientemente credibile.

Con lo sguardo, sfioro le lucine natalizie sistemate con cura sulla cornice dello specchio.
Ho sempre amato la luce. Quand’ero piccola, durante le giornate di sole, i miei genitori non riuscivano a tenermi in casa per più di cinque minuti. Schizzavo fuori come una trottola impazzita e non tornavo finché non si faceva buio.
L’oscurità, parallelamente, mi ha sempre spaventata. Forse, è per questo motivo che quell’incubo mi ha sconvolta tanto.
La sensazione di annegare nel buio, letteralmente, mi si è incollata alla pelle e non riesco a dimenticarla.
Poso il pennello del trucco, afferro il cappello a tesa larga e lo indosso.
Ombre scure scivolano sui miei occhi castani, contornati dall’eye-liner.
“Hanna, sei pronta?” urla mia madre, dal piano di sotto “C’è qui Logan che ti aspetta!”
“Puoi farcela” sussurro al mio riflesso nello specchio, tentando di autoconvincermi.
Avevo accettato quell’invito solo per far felice Logan: l’idea di vedere Caleb al ballo con un’altra mi stava distruggendo.

“Ti ho già detto che sei bellissima?” mi domanda Logan per l’ennesima volta, una mano sul volante, l’altra a sistemare i suoi canini finti da vampiro “Di solito somigli al mostro di Loch Ness, più che ad un’affascinante e sexy strega”
Alzo gli occhi al cielo e lui scoppia a ridere.
“So ancora aspettando apprezzamenti sul mio costume da vampiro” aggiunge, mettendo su una faccia da cucciolo bastonato. Beh, devo ammettere che è davvero un costume fighissimo. Se glielo dicessi, però, starebbe a vantarsene da qui all’eternità.
“Non è male. Certo, non è all’altezza del mio costume a impatto ambientale zero”
Impatto ambientale zero?” mi fa il verso Logan “E’ solo una scusa per non ammettere che il mio è meglio!”
“Sì, ma il tuo finirà nella spazzatura ed andrà a contribuire all’inquinamento terrestre, il mio invece, è assolutamente riutilizzabile, e..”
Nella spazzatura?! Tu sei pazza, lo tengo per il mio matrimonio. Ci andrò vestito così, scommettiamo?” dice lui, serissimo, parcheggiandosi davanti al liceo.
Corre ad aprirmi la portiera e mi porge la mano, per aiutarmi a uscire.
“Un vampiro gentiluomo! Come sono fortunata” ridacchio, afferrando la sua mano.
Ci incamminiamo silenziosamente verso l’ingresso. Logan sembra nervoso, noto, continua ad arruffarsi i capelli castani. L’atmosfera di pochi secondi fa è completamente scomparsa.
“Quella è … Rose?” esclamo, trattenendo una risatina. A quanto pare, in mancanza di idee migliori, ha ritenuto opportuno ricoprirsi di carta igienica per interpretare la mummia.
Logan abbozza un sorriso, mentre ci dirigiamo verso l’Aula magna del liceo, da cui proviene musica a tutto volume.
La stanza, per l’occasione, è stato completamente svuotata, per lasciare spazio alla pista da ballo. Festoni e decorazioni a tema, dagli scheletri ai gatti neri, ricoprono le pareti, con tanto di ragnatele finte che cadono giù dal soffitto. Un lungo tavolo ospita il buffet, colmo di pietanze e bibite decisamente caratteristiche, dalle ‘dita di strega’ al ‘sangue di drago’.
In fondo alla stanza, la band del liceo, i Modern Killers, sta suonando uno dei loro brani più conosciuti, e un gruppo di ragazzi ha già cominciato a ballare, vicino al palco.
“Oh, questo è uno dei, beh, due brani dei Modern Killers che conosco. Dobbiamo assolutamente ballarlo!” esclamo, trascinando Logan verso il centro della stanza.
Che cosa accidenti gli prende? Era così contento all’idea di venire a questo ballo e ora sembra che non gliene importi nulla.
In quel momento, noto Caleb in un angolo della stanza. Ha in mano un bicchiere di ‘sangue di drago’ e sta ridendo assieme a Dean, il suo migliore amico. Clover è accanto a lui e gli stringe la mano, un sorriso di convenienza stampato in faccia.
Perdo immediatamente interesse per la canzone.
“Per favore, usciamo un attimo?”
Logan annuisce, indovinando la direzione del mio sguardo, e ci affrettiamo verso una delle uscite.
L’aria fresca sul volto mi fa sentire meglio, respiro profondamente e mi lascio cadere su una panchina del cortile.
“Tutto ok?” mi chiede Logan, sedendosi accanto a me.
Io sì, è una reazione normale. Tu piuttosto, che ti prende?” domando, infastidita per il suo comportamento. Se non fosse stato per lui, non avrei dovuto vedere Caleb. E lui sembra fregarsene, nemmeno apprezza il mio sforzo per venire a questo dannato ballo.
“Hanna, ti devo parlare”
Non l’ho mai visto così serio ed inizio a spaventarmi.
“Che succede?”
“Non vorrei dirtelo adesso, perché so quello che stai passando, tra la storia di Caleb e tutto il resto. Però, forse, non c’è momento più adatto di questo” risponde lui, in tono piatto, evitando di guardarmi.
“Puoi dirmi tutto, Logan” affermo, stringendogli la mano “Stai tranquillo. Sono la tua migliore amica”
Finalmente alza lo sguardo, ed è come se l’avessi pugnalato.
“E’ proprio questo il punto. Io sono innamorato di te, Hanna”

Dopo quella che sembra essere un’eternità, alzo lo sguardo. Logan se n’è andato.
Non ricordo che cosa io gli abbia detto, quali scuse confuse sia riuscita a balbettare, fatto sta che si è alzato e se n’è andato. E come dargli torto?
Non ho fatto nulla per fermarlo. Nessuna motivazione seria, solo un torrente di paranoie e paure. Solo il nome di Caleb ripetuto all’infinito, quel cazzo di Caleb che si è portato via il mio cuore e, adesso, anche il mio migliore amico.
Devo trovare Logan. Devo parlargli. Non posso perderlo.
In quel momento, Rose, la ragazza-mummia, corre fuori dall’Aula magna. All’inizio non le presto molta attenzione, finché non si accascia al suolo, senza emettere neanche un lamento.
“Rose? Rose, stai bene?”
Corro da lei e tento di scuoterla, di aiutarla a rimettersi in piedi, ma nulla. Sembra svenuta, ma ha ancora gli occhi aperti, spalancati, che mi fissano senza vedermi realmente.
“Logan”
Il suo è appena un sussurro, ma sento la paura impadronirsi di me. La lascio lì e corro.
Irrompo nella sala del ballo come una furia, il cappello da strega che mi scivola via e cade sul pavimento. Lo spettacolo che mi si presenta davanti è agghiacciante.
Tutta la scuola sembra essersi improvvisamente… zombificata, non trovo espressioni più adatte: i partecipanti al ballo sono riversi al suolo, svenuti, con gli occhi spalancati, a fissare il vuoto. Perfettamente immobili, come delle statue di cera.
Mi sembra di essere diventata totalmente immune alle emozioni, non provo più nulla, anche la paura è scivolata via. So solo una cosa. Devo trovare Logan. A tutti i costi.
“Hanna, Cristo santo! Stai bene?” Caleb sta correndo verso di me: uno sguardo spiritato, folle, si è impossessato degli occhi verdi che tanto avevo amato.
Si blocca a qualche metro di distanza, quasi avesse paura. Leggo il terrore nei suoi occhi, ma anche qualcosa di strano, qualcosa di fuori luogo. Senso di colpa.
“Cos’è successo?” domando, e so già di non voler sentire la risposta.
“Noi… era un gioco, niente di più… Avevamo letto questa leggenda, una cazzata, abbiamo pensato, questa leggenda di una specie di… demone, che ne so, intrappolato in un libro della biblioteca. Pensavamo fosse una di quelle leggende metropolitane del cazzo, hai presente? E siamo andati a controllare, perché… perché la leggenda diceva che il demone può essere risvegliato solo la notte di Halloween, mediante… una specie di rito… Dovevamo offrire il nostro sangue in sacrificio al demone e noi, che idioti, cazzo, l’abbiamo fatto. E qualcosa è uscito fuori dal libro, te lo giuro, Hanna. Dean… Dean è svenuto, io sono corso qui ed erano tutti svenuti, e nessuno si sveglia, e Dio, che cos’abbiamo fatto…”
E cade in ginocchio, singhiozzando.
Non ho tempo da perdere con lui. Le immagini del mio incubo tornano prepotentemente a galla, rivedo la scena, nitida, davanti ai miei occhi, e capisco dove devo andare.
Inizio a correre, imbocco le scale e salgo i gradini due a due, col cuore che mi martella in petto, i polmoni che cercano aria, come in un presagio di ciò che succederà tra pochi istanti.
La catenina della mia collana è diventata gelida, o sono io ad avere freddo? Il ciondolo a forma di cuore è scuro, come la notte che preme contro le finestre dell’edificio.
Spalanco la porta del bagno dei ragazzi e resto lì, immobile. Il chiaro di luna si riflette sui vetri rotti degli specchi sparsi sul pavimento, come dopo una macabra nevicata.
Il silenzio è perfetto, a parte il lento gocciolio di un rubinetto.
“Logan” La mia voce è incrinata, prossima alle lacrime.
Lui si volta, ma non è più lui.
“Hanna” ed il suo volto si distende in un sorriso diverso, freddo “Ti stavamo aspettando. Dopo essere stati liberati, abbiamo letto i pensieri di questo giovane umano. Era consumato dal dolore, e abbiamo deciso di dargli una mano”
Non è più la sua voce, è come se centinaia di persone stiano parlando, sussurrando, urlando tutte insieme. Scoppio a piangere e, finalmente, capisco il senso del mio incubo. Capisco il perché del ciondolo diventato scuro di colpo.
Caleb mi ha lasciato un surrogato di cuore, dopo essersi portato via il mio. Adesso che ho perso Logan, anche il cuore di rubino, il mio cuore finto, è morto. Non ho più nulla.
Crollo in ginocchio, perché è tutto chiaro, perché sono innamorata di Logan dall’inizio dei tempi e ancora prima, perché avevo semplicemente perso di vista la verità.
Perché, se l’avessi capito anche solo mezz’ora prima, adesso non ci troveremmo in questa situazione. Saremmo scappati. La macchina di Logan, la radio a tutto volume e una vita davanti.
Logan si avvicina a me, sfiorandomi il viso, e afferra la catenina.
Prima che possa stringerla attorno al mio collo e strangolarmi, come nell’incubo, riesco a sussurrare tre parole, tra i singhiozzi.
“Logan, ti amo”
Nei suoi occhi, un lampo.
“Perdonami per quello che ti ho fatto. Sono stata una stupida, a non capire prima. Sei sempre stato tu. E’ con te che, se adesso potessi scegliere, vorrei trascorrere la vita”
Ed è di nuovo lui, anche solo per un istante.
“Uccidimi” sussurra, e una lacrima traccia il profilo della sua guancia. Poi, la sua coscienza annega nuovamente in un oceano dal quale non riuscirà più a venir fuori.
E’ solo un istante, ma basta. Afferro un pezzo di vetro dal pavimento e, incurante del dolore alle mani, lo conficco con forza nel suo stomaco, spingendolo in profondità.
Il volto di Logan si deforma in un urlo, le sue dita tentano disperatamente di estrarre il vetro, ma stanno già perdendo forza. Il sangue tinge di rosso il pavimento del bagno.
All’ultimo istante, vedo qualcosa uscire dal corpo di Logan, un’ombra nera come l’inchiostro, che sembra restare un attimo sospesa su di noi, immobile. Poi, con un balzo, è fuori dalla finestra, scomparsa nella notte senza stelle.
Le lacrime mi annebbiano la vista e stringo a me il corpo, ormai esanime, del ragazzo che amo.
E’ troppo tardi. L’ho perso. Il ciondolo va in frantumi, e le schegge color rubino si confondono col rosso del sangue.
Lo stringo a me ed il dolore è straziante.
Chiudo gli occhi e spero che mi porti via con sé.

Ho seguito il funerale da lontano.
Non potevo rischiare di farmi vedere da qualcuno. Come avrei potuto giustificare un omicidio con una storia di demoni e maledizioni?
Gli altri studenti, fortunatamente, si sono tutti svegliati, ma senza alcun ricordo della notte passata. Le uniche due persone che potrebbero supportare la mia versione dei fatti, Caleb e Dean, sono scomparse la notte della morte di Logan. Probabilmente, terrorizzati dalle conseguenze dei loro gesti.
Hanno sepolto Logan nel suo costume da vampiro, una sorta di tributo alla memoria di quel ragazzo sempre allegro, di quell’eterno bambino.
I canini finti da vampiro solo nella tasca dei miei jeans. Volevo qualcosa di suo con me.
E’ tempo di partire.
L’altra notte, ho rubato la macchina di Logan e sono andata a nascondermi nel bosco, mentre un’idea mi si delineava in testa.
Vendetta.
Mi sarei vendicata delle persone che me l’avevano portato via. Di Caleb e Dean, per cominciare. E poi di lui, quell’entità secolare e demoniaca che era fuggita dal suo corpo morente.
Forse sarei rimasta uccisa nel tentativo, o forse no. Dovevo correre il rischio.
Mentre i genitori di Logan gettano la prima manciata di terra sulla sua bara, mi allontano.
Negli ultimi due giorni, ho imparato a tenere a bada il dolore, ad incanalarlo.
E adesso, è rabbia bruciante, che mi divora.
Ucciderò chi l’ha ucciso.
Del resto, molti tra i vivi meritano la morte e molti tra i morti meritano la vita.
   
 
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