Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: montblanc    30/09/2008    2 recensioni
Lei cammina per strada…attira gli sguardi curiosi attorno a se, richiama l’attenzione ed è quello che vuole...adora che la guardino e rimirino, che la desiderino, che le lancino occhiate infuocate…per lei sapere di piacere è esaltante, sapere di sedurre è come acqua per la sua vita assetata, attrarre è importante quasi quanto respirare… Questo pezzo nasce per caso, dopo che una sera mi era capitato di vedere il film Malena. Ma il riferimento è stato un semplice spunto. Da lì la mia fantasia ha compiuto dei gran capitomboli introspettivi e questo ne è stato il parto. Sono consapevole del fatto che diversamente da altre mie “creazioni”  qui l’introspezione spadroneggi a tutto tondo. Spero che riesca comunque godibile come lettura. Come sempre, sono graditissime le Vostre recensioni.
Buona lettura.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questo pezzo nasce per caso, dopo che una sera mi era capitato di vedere il film Malena. Ma il riferimento è stato un semplice spunto. Da lì la mia fantasia ha compiuto dei gran capitomboli introspettivi e questo ne è stato il parto.
Sono consapevole del fatto che diversamente da altre mie “creazioni”  qui l’introspezione spadroneggi a tutto tondo. Spero che riesca comunque godibile come lettura.
Come sempre, sono graditissime le Vostre recensioni.
Buona lettura.




Lei


Lei cammina per strada…attira gli sguardi curiosi attorno a se, richiama l’attenzione ed è quello che vuole...adora che la guardino e rimirino, che la desiderino, che le lancino occhiate infuocate…per lei sapere di piacere è esaltante, sapere di sedurre è come acqua per la sua vita assetata, attrarre è importante quasi quanto respirare…

Non sa perché sia così e ormai si muove, cammina, parla, fa certi gesti senza neanche studiarli più…è così abituata a far finta di essere che ormai è veramente…

Ha tanto inseguito una identità artificiosa che potesse colmare quel vuoto assoluto dentro se, che ora quella le si cuce addosso come un abito su misura…anzi, le si adatta come una seconda pelle…e le dona…oh se le dona…

Chi stabilisce chi siamo o cosa siamo?

Come si segna il confine tra quel che siamo e quel che sembriamo? E poi, siamo ciò che gli altri vedono o ciò che desideriamo sembrare?

E perché anche il più diretto, il più sfrontato e sicuro degli uomini, nel suo profondo, conscio o meno che ne sia, cerca disperatamente l’approvazione altrui?

E se negare l’importanza del giudizio degli altri non fosse altro che il modo più subdolo che ha la mente per ricercarne il consenso…?

Cosa vogliamo? Cosa possiamo permetterci di volere? Cosa ambiamo mostrare? E cosa intendiamo dimostrare?

Lei non se lo chiede…cammina trovando gli occhi altrui fingendo di non cercarli. Ha smesso da tempo di domandarsi perché fa così…lo fa e basta.

È lo stesso motivo, forse, per il quale sa che, ovunque si troverà mai, si sentirà comunque fuori luogo…fuori ruolo. E allora se nella sua pelle non ce la fanno stare, non ce la vogliono, non la notano…perché lei dovrebbe restarci? E poi qual è la sua pelle? L’ha mutata sì tante volte che darsi un’identità è difficile, o peggio, inutile…

Forse la sua era, semplicemente, proprio una pelle in muta, un’evoluzione che, per volere altrui o propria che fosse, l’ha portata a quello che è adesso.

Già…adesso… e cos’è adesso? Chi è adesso? E che importa? A chi importa? A nessuno e forse a lei meno che agli altri…

Un attore consumato e scaltro da al pubblico quel che questo desidera, rimanendo il critico più feroce di se stesso…

E lei continua a camminare…un passo dietro l’altro…un piede dietro l’altro…quasi a voler cercare di tenere in equilibrio un corpo che in equilibrio non sarà mai…uno…due…tre…e continua, pur sapendo  bene che sarà oggetto di ammirazione quanto di disapprovazione…

Le donne…quelle stesse donne alle quali è legata da una solidarietà a senso unico, la biasimano, la criticano…qualcuna la deride…ma a lei poco importa. Le lascia fare…è la loro rivincita…ad ognuno spetta la propria…La sua si compie ad ogni suo passo e la loro, anche…

Chi è la  vittima? L’uomo che la rimira e desidera? La donna che la spia di sottecchi e la schernisce o lei stessa che guarda tutti gli altri come da un corpo non suo…come la spettatrice di se stessa…l’attrice di una scena in cui, non è lei a muoversi su più piani, eppure è lei ad occupare tutti gli spazi, dentro e fuori dal suo corpo, l’unico modo che conosce per non soccombere a quel indifferenza di se che è peggiore anche dell’odio e che solo così riesce ad alleviare…

Cosa cerca? Amore? No l’amore è per i poeti, per i pazzi, i ciechi…Affetto? Neanche, sa bene che così non otterrà mai vero affetto…Ammirazione? Forse, ma troppo mutevole e instabile per saziare il suo orgoglio…e allora? Perché? Perché? E perché no? Perché non deve? Perché non può? Sono briciole su di un davanzale, per lei che sa bene che è tutto quello a cui può arrivare...briciole sul davanzale del proprio essere… briciole a cui arriva a malapena, allungando il collo dal profondo della propria gabbia…una gabbia in cui l’hanno messa tanto tempo prima…una voliera che è per lei claustrofobia e sicurezza, carcere e casa…

Perché ostinarsi a cercare un motivo a questa patetica imitazione di vita? A questa pantomima? Padre severo? Poca autostima? Paura della solitudine? E quanta compagnia riesce a trovare in tutto questo? E cosa le darà in cambio questa servitù?

Perché? Cosa? Come? Troppe domande a risposte che ha paura di trovare…Tutti quesiti di uno stesso tema che non è in grado di svolgere…una trama che troppe volte rincorre fuori traccia… E se trovare le risposte significasse trovare se stessa? Una se stessa che lei odia, che lei rifugge? Cos’è questo? Mancanza totale di senso di “morale” comune o, viceversa, pudore e insicurezza estremi? E cosa sono questi se non difese di quella debole roccaforte che è il suo spirito?

Non sa cosa sia giusto e cosa no…lei si butta di pancia…agisce di istinto…lascia imperare i sensi…non pretende di salvare il mondo…sa che non si può…così come nessuno può salvare lei dal mondo e, soprattutto, nessuno può salvarla da se stessa.

Eppure lei lotta…lotta strenuamente contro gli spettri che ha creato…lotta quasi godendo della consapevolezza che sono ombre giganti di cui non si può liberare, che non può schiacciare, non può sconfiggere né far sparire…essi semplicemente sono lì…l’aspettano al varco…quasi immoti eppure vigili e non abbassano la guardia…mai....

E neanche vuole che lo facciano…sono la sua punizione e la sua catarsi…sono il filo sottile che la tiene in bilico tra il bene e il male, il merito e la colpa…quel filo  che la costringe a muoversi piano con un passo dietro l’altro…mischiando le due facce di una stessa medaglia…confondendole…invertendole, e lei ci cammina…ci cammina fingendo di non guardarsi intorno, senza sapere da quale parte sia il posto giusto e da quale quello sbagliato, rimirando e lasciandosi rimirare, senza capire se, di quelle due facce, lei appartenga al bene o al male…o se peggio ancora, a nessuno dei due….


Fine
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: montblanc