Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: ___Page    13/09/2014    2 recensioni
C'era chi li considerava due fifoni.
Nessuno sapeva che erano loro i più forti, capaci di fari i conti con le proprie emozioni ogni singolo giorno.
Ma lo sapevano tra loro, Usop e Nami, e si sostenevano a vicenda.
Perché gli spiriti affini, quando si trovano, non possono non riconoscersi.
"Sette colori per un fandom [Anime e Manga] Challenge indetta da DoctorChi sul forum di EFP"
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Usop
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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STELLE
 


-Ehi!-
Usop sollevò la testa quando la voce della navigatrice raggiunse le sue orecchie, spostando uno sguardo sconsolato dalle sue gambe incrociate nell’erba alla Nakama. 
Con la schiena appoggiata all’albero con l’altalena, non sapeva nemmeno lui quanto tempo avesse trascorso in quella posizione una volta uscito sul ponte, dopo che si era rassegnato a non riuscire a dormire.
-Ehi- rispose, non riuscendo a nascondere la vena di malinconia nella sua voce.
Nami si accigliò nel sentire il tono del Nakama e, studiandolo con più attenzione, notò la sua espressione abbacchiata.
Si avvicinò a lui, sedendosi lì accanto, spalla contro spalla.
-Che fai in giro a quest’ora?!- domandò il cecchino, seguendo i suoi movimenti.
-Ho portato un asciugamano e un mandarino a Zoro!- mormorò, inspirando a pieni polmoni e sfregando le mani sulle cosce, mentre si sistemava meglio con la schiena contro il tronco, le gambe piegate al petto -E tu?!-
-Non riesco a dormire- rispose laconico, puntando lo sguardo sul mare.
Nami lo osservò qualche istante, in paziente attesa, mentre l’amico sospirava nella notte prima di riprendere la parola.
-Nami tu pensi mai ai tuoi genitori?! Quelli veri intendo!- domandò, cogliendola di sorpresa -E soprattutto… credi che loro pensino mai a te?!-
La navigatrice si ritrovò a fissare il Nakama, intenerita da quell’espressione che lo faceva sembrare un bambino, proprio ora che era diventato finalmente un uomo anche nell’aspetto.
-Sdraiati, Usop!- gli disse, staccandosi dall’albero e ricevendo un’occhiata stranita dal Nakama.
-Come?!- domandò, perplesso, sollevando un sopracciglio.
-Sdraiati!- ripeté, sorridendogli solare.
Sorriso che si spense quando Usop continuò a fissarla senza accennare a muoversi.
-Allora ti vuoi sdraiare oppure no?!- sbraitò, mostrando una fila di denti appuntiti.
-Okay, okay!- reagì finalmente il ragazzo, terrorizzato dall’improvvisa reazione della rossa, sbrigandosi a posare la schiena sull’erba del ponte.
-Allora- cominciò la cartografa posizionandosi accanto lui e accostando le loro teste, in modo da solleticare una guancia del cecchino coi sui crini ramati –Quella…- disse stendendo il braccio e indicando un gruppo di stelle sopra di loro -… è Cassiopea-
-Quella a forma di doppia vu?!- domandò Usop, seguendo con attenzione il dito dell’amica.
-M-mh!- annuì decisa spostando poi il braccio un po’ all’indietro –E laggiù c’è la costellazione del Cigno… Perseo…-
Usop ascoltava con attenzione le spiegazioni della cartografa, colpito dalla sua vasta conoscenza.
-Vedi Usop…- gli disse poi, quando ebbe finito con la sua piccola lezione di astronomia -… questo cielo è lo stesso che brilla sopra alla testa di tuo padre… Non siete poi così lontani, dopotutto, se lui vede le stesse stelle che vedi tu, giusto?!- gli domandò, sorridendo incoraggiante.
Usop si voltò a guardarla a occhi sgranati, rischiando di accecarla con il naso, prima di rispondere al sorriso, lo sguardo finalmente più sereno.
-Sono certa che pensa a te ogni giorno, a te e al grande pirata che sei diventato! Non può non esserne fiero!-
Usop sentì gli angoli degli occhi pizzicare, non tanto per le parole di Nami ma per il tono con cui le aveva dette, dimostrando di essere lei la prima a sentirsi orgogliosa di lui e a credere nelle sue capacità.
Si sporse per darle un bacio sulla fronte, mentre lei si girava sul fianco.
Si sistemò in modo da circondarle la schiena con un braccio, permettendole di cingerlo per la vita e posare il capo sulla sua spalla.
-Ti voglio bene Nami- mormorò tornando a guardare il cielo.
-Anche io, baka che non sei altro!- rispose, divertita.
Non si resero nemmeno conto di essere scivolati in un sonno profondo.
Si svegliarono al mattino ancora abbracciati sul ponte, coperti da uno yukata verde scuro, mentre Sanji ululava disperato per la sua povera sirena che era stata costretta a dormire tra le braccia del nasone. 
  
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