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Autore: Callitmagic    13/09/2014    3 recensioni
“Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza.
Per ogni fine c’è un nuovo inizio.” -Il Piccolo Principe
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Questa è una semplice storia che ne racchiude tante. La Figlia Di Ecate vuole scavare nel passato, e attraverso un’impresa con i suoi amici dovrà salvarsi dalla morte. Ognuno di noi ha peccati, segreti e perdite lasciati ormai alle spalle ma che minacciano ogni giorno di tornare.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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L'amicizia è solo una copertura
Capitolo 12


 

|Hello – Lionel Richie|
|Miracles – Two Steps From Hell|
 |Always – Bon Jovi|

 

 

*Meg*
 


Cerco da due ore qualche informazione sui miei poteri, ma soprattutto sui miei veri genitori. Ora che ho perso la famiglia adottiva sono in cerca di una nuova casa. Un posto dove, quando tutto sarà finito – se finirà – potrò restare al sicuro, fuori dai guai.
Sono passati due giorni da quando ho incontrato Assana, e ancora mi ronzano in testa mille domande. Oramai affranta, decido di rivolgermi a l’unica persona che poteva aiutarmi veramente: Gwen.
 

Scendo in salotto e chiedo velocemente a qualche maggiordomo se ha visto di passaggio la mia amica Gwen. Di tutta risposta mi dice che la stanza è la terza a destra, primo piano. Cazzo, quella casa sembrava un albergo!
Corro a perdifiato sopra ma mentre salgo le scale ogni due gradini, sono fermata da una figura magrolina. 
Una domestica, con il suo grembiulino nero, abbassa il capo e si ferma.
«Non l’ho proprio vista, mi scusi…mi scusi tanto» comincio a dire.
Mi blocco subito, vedendo due occhi verdi e delle orecchie  a punta sbucare dalla cuffia. Un viso familiare mi si para davanti e sgrano gli occhi. E’ una ragazzina. Ovvero, la ragazzina che incontrai nella casa di Ermes la seconda mattina al Campo Mezzo-sangue. Come è possibile che appaia lì?
«Che cosa ci fai tu qui?» sbotto sconcertata.
«Qualcuno…qualcuno vi tradisce» bisbiglia all’improvviso, fissandomi con gli occhi verde smeraldo. Ricordo che la prima volta che la vidi la paragonai alla regina dei folletti, per la sua delicata bellezza e le orecchie a punta. 
«E tu che ne sai?»
«L’apparenza inganna. L’amicizia è solo una copertura. » Poi si precipita giù per le scale, lasciandomi sola e immobile.
L’amicizia è solo una copertura.
L’ha mandata Chirone? O l’ha mandata qualcun altro per confonderci? Dovrei crederle sulla parola?

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«Aspetta, vuoi che ti aiuti in cosa?»
Gwen è scioccata dalla mia proposta e altrettanto Abbie, che mi guarda con la bocca spalancata. Non ho pensato che anche Abbie potesse trovarsi lì, ma ciò non impedisce di mettere in atto i miei pazzi piani.
«E’ importante, ragazze. Insomma, io devo scoprire qualcosa sui miei genitori» dico con voce supplichevole.
«NON INVOCANDO I MORTI, MEG
«Loro sono gli unici che hanno visto con i propri occhi. E poi, potrei farlo. Che danno può mai portare?»
«Meg, noi non siamo figlie di Ade.» borbotta Abbie, cercando invano di farmi ragionare.
«Potrebbero ribellarsi, o mandare maledizioni…» dice l’altra, bloccandosi come se si stesse strozzando con la saliva.
«Ma io sono figlia di Ecate, ciccia» ribatto con sicurezza. «Porto le anime negli Inferi»
Gwen, a malincuore, sbuffa e prende un libro dal mio zaino. La copertina grigia mostrava la scritta sbiadita ‘Chtonia’.
«E’ uno dei tanti appellativi di Ecate» conferma Gwen osservando il libro. «Per tutti i bicipiti di Apollo…»
«Ehi! » esclama Abbie.
«Questo libro è vecchissimo. Racchiude tutti i segreti della magia. Oh cosa farei per averne uno, studiarlo da cima a fondo» afferma la figlia di Atena.
«Si trovava già nella casa al Campo» ammetto cauta. Un lampo squarcia il cielo, seguito da un acuto fragore.
«Per tutti i…» Gwen non finisce la frase che viene bloccata dalla mano di Abbie.
«Ti prego, è imbarazzante. Non dirlo»
«Non è colpa mia se Apollo è un gran pezzo di figo» dichiara Gwen ridendo a crepapelle. Le risate vengono bloccate da un altro lampo.
Nella camera della mia amica – come tutte le altre – le vetrate mostrano la città di Edmonton, vasta e possente. La casa di Jack si trovava lontano dal centro, perciò si scorgono i grattacieli che nella nebbia si colorano di grigio e una leggera sfumatura di blu cobalto. Le macchine tracciano una strada luminosa tra la nebbia e alcuni bagliori illuminano il cielo.
«Beh, qualcuno ha fatto arrabbiare Zeus» dico guardando verso la vetrata «E anche tanto»
Gwen mi sembra scossa da brividi al frastuono dei tuoni, ma non gli do importanza e mi siedo a terra, incrociando le gambe.
«Allora…Cominciamo» sospira Abbie.
«Ehi, se non ve la sentite non siete costrette» dichiaro, rendendomi conto per la prima volta che forse temono non solo per me, ma anche per loro. Un senso di colpa improvvisamente mi pervade e mi accorgo di essere stata troppo egoista.
«E lasciarti fare da sola queste cose? Sei pazza?» sorride debolmente Abbie «Ce la faremo, vedrai». Come sempre Abbie è positiva e sa tirarti su di morale.
In questo momento ne avevo proprio bisogno.

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Ho già pensato alla persona a cui avrei chiesto alcune cose. Cose riguardanti la mia vita. La mia vita e tutto ciò che accadde prima della mia nascita in modo da fare chiarezza.
«Tocca a te» mi fa cenno Gwen di applicare la magia. Abbiamo seguito il modo del libro magico per chiamare gli spiriti, così nel caso vada qualcosa storto, io possa rimediare con un’altra magia.
Pronuncio ad alta voce le parole greche del sortilegio e una fiamma rosa prende forma davanti a me. Ora devo pensare allo spirito in questione e chiamarlo ad alta voce.
«Dalia Green, in nome della magia vieni a me.» dico sicura e scrutando la fiamma in attesa che qualcosa succedesse. Le tre candele posizionate vicine sotto la fiamma rosa tremolano e poi si fermano. Insicura aggiungo:
«Ti prego»
La fiamma rosa trema ancora una volta e poi si trasforma in una forma umana, alta all’incirca un metro e sessanta. La principessa del mio sogno, Dalia Green, appare come una nube bianca. Guardando bene si notano i suoi riccioli neri, che li vidi per la prima volta sporchi e appiccicati dal sangue.
«Meg» sussurra piano Dalia. Incuriosita mi avvicino un po’ di più, come se riesca a toccarla.
«Come fai a conoscere il mio nome? »
«Tu conosci il mio» afferma con un sorriso. Con lo sguardo noto Abbie trattenere il respiro e Gwen con la bocca spalancata. Mi ricordo al momento che anche lei la aveva sognata, e rivolta alla figlia di Atena dico:
«Gwen, lei è la principessa che ci è parsa in sogno»
Gwen chiude la bocca e annuisce, e noto un luccichio nei suoi occhi. Se per ammirazione o curiosità, non lo so.
«Mi fa piacere che ricordiate del sogno» annuisce Dalia con un sorriso malizioso.
«Ovvio, è cominciato tutto da lì» dico con una punta di nostalgia. Il campo… si, mi manca. «Ma… Ecco, vorrei farti un po’ di domande»
La principessa annuisce di nuovo.
«Chi è il mio vero padre?»
Inaspettatamente, Dalia scoppia in una fragorosa risata. Confusa, alzo un sopracciglio con aria interrogativa. Era tanto divertente?
«Sul serio non l’hai ancora capito?»
«No.» sbotto infastidita
Quando si finisce di ridere e torna in sé, mi osserva bene. Quando finalmente capisce che dicevo la verità, si fa seria.
«Credo che tu debba conoscere un’altra storia» dichiara con un sorriso malizioso.
«Ma io vol…»
«SHHHH» mi zittiscono Gwen e Abbie.
«Mettevi comode e ascoltate. »
Guardo sottecchi le mie amiche, che hanno sguardi imbambolati. Sono sotto incantesimo, penso.
«Molto tempo fa, Il Regno del Nord era regnato da sovrani maturi e onorevoli. C’era prosperità di ogni tipo di frutta e verdura, il commercio con gli altri governi era esemplare e persisteva un equilibrio tra umani e semidei.»
«Umani e semidei? Come è possibile? » strepito confusa.
«Il Regno del Nord era la patria dei discendenti di Ecate. Sin da tempi antichissimi custodiamo la magia. Noi ne siamo i padroni. »
Sono sconcertata. Discendenti di Ecate?
«Non siamo tutti Figli di Ecate» aggiunge subito Dalia «Alcuni sono più lontani di altri, e su questo si basa la nostra piramide sociale. I più vicini alla dea sono i sovrani, nonché figli di semidei o semidei stessi. »
La mia testa cominciava già a elaborare e collegare tutto.
«Un tempo, come detto, i sovrani erano buoni e gentili. C’era un re – il nome è secondario – che si invaghì di una maga. La maga usava la magia per gesti anche scorretti e malvagi. Molti, tra cui lo stesso re, dichiaravano che la maga fosse stata avvelenata sin da piccola. »
«Avvelenata?»
«Un veleno capace di cambiare il tuo carattere, di farti perdere il totale controllo. Ma al re non importava, la voleva al suo fianco come regina, nonostante molti lo contraddicevano. Cosa causò l’amore a quel re…» dice Dalia all’improvviso persa nei suoi pensieri. «Presto nacque anche una bambina. Era bellissima, nessuno lo negava ma…chiunque – e dico chiunque – la vedesse non poteva fare a meno di cominciare a tremare come una foglia. Terrificante. »
«La bambina…cosa aveva? » chiede Gwen trattenendo il fiato e sbarrando gli occhi.
«Anche la bambina, si scoprì, aveva il veleno della madre. A quanto pare, era capace di trasmettersi in più persone. Qualcosa di inspiegabile! Ma d’altronde parliamo di magia…» Dalia fa una pausa e poi riprende a narrare.
«All’età di 3 anni, la bambina sparì e poco dopo anche la regina. Caos, panico e curiosità si scatenò nel Regno del Nord e molti temettero che fosse un orrendo presagio. Sai, il futuro a volte il futuro può errare. Passarono 100 anni. Dopo tutto quel tempo la principessa aveva creato un terribile esercito, che si moltiplicava ogni giorno di più, formando una vera  e propria nuova discendenza. Una discendenza con sangue avvelenato. La guerra da quel momento fu inevitabile. »
Quando alza gli occhi verso di me e termina il racconto la mia testa comincia a fare milioni di domande.
«Ma questo…cosa c’entra? »
Dalia sospira e dice: «Ricordi il sogno? »
Annuisco con convinzione. Un lampo squarcia il cielo e fa sobbalzare Gwen.
«Il principe Philip è un discendente…»
«Avvelenato» sospira Gwen. Potevo vedere gli ingranaggi della sua mente attivarsi.
«Mio padre voleva che io trovassi un accordo con l’altra stirpe e pensò male a far incrociare i nostri destini.» dice con una nota maliziosa «Finì che mi uccise»
«Oddei» sospira stavolta Abbie.
L’unica domanda che io avevo in mente era: «Si ma cosa c’entro?»
«Meg» chiama la principessa «Prima o poi scoprirai il tuo ruolo in questa storia» dice dolcemente. Sento delle note materne e chiudo gli occhi cullandomi sul pensiero di mia madre.
«Aspetta. Un’altra cosa» questa volta è Gwen ad affrettarsi nelle domande «Che n’è stato degli altri figli di Ecate al campo? E dei semidei scomparsi? C’entra la sostanza gialla?»
«Purtroppo si, figlia di Atena» dichiara Dalia «Sono tutti sotto uno stretto controllo. Forse non sanno nemmeno chi sono». La principessa fa per sparire, ma si blocca all’istante.
«Un’altra cosa, ragazze» aggiunge «Attente alle persone che vi circondano. Qualcuno potrebbe tradirvi»
 

 

 

*************

 

Abbie, dopo aver fatto una doccia calda e essersi messa il pigiama, si sistemò sul letto con gambe incrociate e pensò.
Pensò alla tristezza nella voce di Dalia, mentre raccontava la storia. Pensò agli occhi intelligenti di Gwen – che sicuramente aveva collegato i fatti – e si ritrovò a pensare a sua madre.
Erano le undici e un quarto di notte. Continuava a piovere nonostante il temporale fosse passato. La sua mano istintivamente cadde sul suo bracciale.
Ricorda che a sette anni incontrò suo padre al parco, come un normale signore che dava il mangime ai piccioni. La madre sedeva su un telo più in la e non li notò. Abbie voleva scappare perché la mamma le diceva sempre ‘non parlare con gli sconosciuti’, ma quell’uomo aveva qualcosa che l’attirava. Le regalò un bracciale d’oro, e le disse che per due volte, solo per questione di vita o di morte, poteva curare una persona da qualsiasi malattia.
Ma non poteva riportarle in vita.

Così a dodici anni la mamma la portò al Campo Mezzo-sangue e lì passò l’estate. Capì che, cinque anni fa, l’uomo che le parlò era Apollo, suo padre divino. E che il bracciale poteva veramente curare le persone.
Passò la prima estate più bella della sua vita finché non tornò a casa. Quell’inverno scoprì che la mamma era malata di tumore.
Al ricordo le venne un tuffo al cuore e trattenne le lacrime.
Come in un flash back si ritrovò in varie scene prima della sua morte.
Ricordò l’istante interminabile in cui sua madre parlava con voce fievole, ma forte. Lei lavorava in ospedale come infermiera, e faceva volontariato ogni pomeriggio ai bambini malati.
Solo dopo qualche settimana Abbie scoprì che la malattia era viva già da tempo, ma la mamma le aveva nascosto tutto per non farla preoccupare. Le disse che faceva volontariato perché il sorriso era l’unica cosa che la manteneva viva. Le disse che le voleva bene. Che non era poi così male. Aveva conosciuto un uomo bellissimo, lei era nata e poi accadde. La vita era stata buona con lei perché c’erano persone più sfortunate.
Le disse che doveva essere riconoscente alla vita e che bisognava sempre sorridere.
«Posso curarti, mamma» piangeva Abbie oramai tredicenne «Io posso farlo. Ho il bracciale»
Così usò il bracciale pensando di salvarla, ma non fece altro che prolungare di un altro duro e tenebroso anno la sua vita. La ragazza le faceva visita ogni giorno e per un anno dovette stare attenta non solo alla madre ma anche ai mostri. Il Campo era l’unico luogo sicuro per quelli come lei.
Quando la madre morì, il senso di vuoto la pervase per giorni, scomparendo man mano e sostituito dalla nostalgia.
Avrebbe sempre onorato il ricordo di sua madre, si promise.
E mai, si disse, avrebbe tradito un suo amico. Non più.

 





 
Angolo di Callitmagic (autrice)

Sono di nuovo qui con un nuovo CAPITOLO!
Volevo pubblicarlo almeno prima della scuola *si deprime* visto che poi sarò più impegnata e li pubblicherò più lentamente. 

Pronte per la scuola? AHAHHAHAHHAHAHAHHAHAHHAHAHAHHAHAHA IO NO.

La mia mente ha bisogno ancora di riposo, facciamo per sempre va'...
Anyway saluto le mie amiche e vi do' uno spoiler.
IL TRADITORE\LA TRADITRICE E' UNO DEGLI  EROI (quindi Ziva e company non c'entrano) E potrebbe essere Abbie, Gwen, Scar, Ryan, Duff e Jack.
E di Meg che dite? *faccia furba*

OKAY? OKAY ho scritto troppo e mi preparo. FRA POCO MI ASPETTA COLPA DELLE STELLE E IO GIA' PIANGO *SIGH*


ADIOS BELLA GENTE!


 
   
 
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