1 mese dopo
“Hai mai pensato di pulire il tuo
computer?” Chiese Kevin rassegnato mentre le sue dita battevano veloci sui
tasti.
“No” rispose sinceramente Nick finendo
di adagiare le ultime ali di pollo in padella e accendendo il fuoco “Va bene il
liquido che si usa per pulire i vetri?”
Kevin lo guardò come se avesse appena
detto un’eresia. Probabilmente i suoi preziosi strumenti andavano puliti con
prodotti specializzati, non aveva mai fatto caso se li vendessero al
supermarket.
“Intendevo ripulire la memoria:
togliere i programmi inutili e le applicazioni che lo rallentano” provò a
chiarire Kevin sempre più rassegnato.
“C’è un modo per farlo?” Finse di
stupirsi Nick, guadagnandosi un’occhiata bieca.
“Sto installando un programma per
l’occasione. Devi cliccare due volte sull’icona e poi dargli la conferma. Ti
sembra troppo difficile?” si informò allontanando il computer da sé e
stirandosi sul divano.
“Ti chiamerò se avrò bisogno di una
mano” assicurò Nick sedendosi sul bancone di marmo, da cui poteva godere di una
perfetta visuale della loro cena che cominciava a sfrigolare. Adorava mettere
in chiaro con le piccole cose che i loro appuntamenti non sarebbero finiti
improvvisamente: Kevin si limitava a non rispondere, il che equivaleva a un
tacito assenso.
L’oggetto dei suoi pensieri si
materializzò rapidamente accanto a lui; vista la sua silenziosità e velocità
negli spostamenti, Nick aveva iniziato a credere che fosse stato veramente un
gatto in una vita passata.
“Cosa c’è lì dentro?” Chiese sporgendosi
per osservare la padella.
“Ali di pollo fritte”.
“Ed è assolutamente necessario che
producano questo scoppiettio per cuocere?”
“Come fanno a friggersi se l’olio non
frigge?” Chiese curioso Nick, mentre balzava giù dalla sua postazione.
Kevin accolse la notizia con una
smorfia seccata.
Nick rovistò un po’ sotto il bancone
finché non trovò un coperchio della misura giusta. “Possiamo cercare di
attutire, però” gli concesse con un sorriso coprendo la padella.
Kevin fissò per un po’ la sua opera e
Nick pensò che si fosse seriamente imbambolato quando l’altro prese nuovamente
vita e colmò la distanza tra loro, baciandolo.
Nick gli mise le mani sui fianchi e
indietreggiò colto alla sprovvista: era il primo bacio in cui era Kevin a
prendere l’iniziativa. C’erano stati altri baci in quel mese, almeno un paio,
ma era sempre stato Nick a cercare l’occasione giusta in cui far avvicinare le
loro labbra.
Quando Kevin si staccò da lui lo guardò
con un sorriso un po’ imbarazzato e Nick non esitò a rispondergli con uno molto
aperto e abbracciandolo nuovamente.
In quel mese non aveva capito fino in
fondo se Kevin continuasse a uscire con lui come amico o perché era davvero
interessato. Immaginava avesse bisogno di tempo per capire le sue tendenze e
gliene voleva lasciare, tutto quello che avesse voluto. Il pericolo nel fare
una cosa simile con un ragazzo come Kevin era vivere col dubbio per molto
tempo: non era una persona aperta e Nick sapeva che, se avesse voluto qualcosa
di più ufficiale, avrebbe dovuto chiederlo lui stesso. Ma non voleva chiedere
finché l’altro non fosse stato sicuro almeno del tipo di persona che lo
attraeva.
Insomma, un circolo vizioso. Ma forse
Kevin ora era sicuro.
Dopo un mese, Nick sentì che quella era
la serata giusta per affrontare ciò che stava accadendo tra loro due. Non in
modo diretto o Kevin sarebbe fuggito a gambe levate, ma alla lontana.
Lo tenne stretto ancora un po’,
affondando nel cappuccio della felpa che l’altro indossava. Kevin cercò
debolmente di liberarsi ma Nick rise e lo strinse più forte, finché l’altro non
capì che qualunque resistenza sarebbe stata vana e si abbandonò quasi a peso
morto tra le braccia dell’altro con un sospiro.
Fu il computer, emettendo un flebile bip a farlo scattare e a far sciogliere l’abbraccio
di Nick, che ironizzò “è un malato terminale?” mentre Kevin tornava sul divano.
“Non ha nulla di grave: solo un padrone
avverso alla tecnologia” gli venne puntualizzato.
Nick accese lo stereo e tolse il
coperchio alla padella. Canticchiò svogliatamente mentre cercava di capire cosa
lo avrebbe avvisato che il pollo era cotto.
Quando l’orologio lo informò che erano
trascorsi i minuti indicati sulla confezione, decise che aveva assunto un
aspetto proprio invitante e chiamò il suo amico, scollandolo dal lavoro.
Si sedettero sugli alti sgabelli uno di
fronte all’altro e cominciarono a mangiare. Nick, alzando lo sguardo, fu colto
da un insolito deja vu.
“Un mese fa eravamo seduti allo stesso
modo”.
“Un mese fa eri molto più ubriaco ed
era giorno, non so se ti era sfuggito o pensavi di essere ancora in un night
club” puntualizzò Kevin come al solito.
“Non ho mai accettato la controproposta
che mi hai fatto quella volta. Dunque il nostro patto è rimasto valido”
constatò Nick con tranquillità strappando con i denti un pezzo di pollo.
Kevin, che aveva preferito le posate e
lo guardava con un malcelato ribrezzo per la scarsa igiene, gli fece notare con
sguardo divertito che non gli aveva più presentato molte ragazze.
“Però ti sei fidanzato, no? Quindi mi
devi un mese di caffè” giocò Nick, sperando.
Kevin deglutì con calma il boccone che
stava mangiando “Tu hai scommesso che mi avresti trovato una fidanzata entro un
mese. Io fidanzate non ne ho e credo proprio che non ne avrò mai. Quindi devi
comprarmi tu un nuovo hard disk, piuttosto”.
Kevin non cercava di sfuggire alla sua
punizione non perché non era fidanzato ma perché non era fidanzato con una
ragazza. Questa sottigliezza cambiava tutto: Nick ebbe voglia di mettersi a
saltare dalla gioia. Scoppiò in una risata liberatoria e decise di ripetere
quello che già un mese prima gli aveva portato fortuna; si alzò e, avendo
intrappolato la mano di Kevin (forchetta compresa) gli si parò davanti.
L’altro alzò gli occhi al cielo,
intuendo i suoi movimenti “cerca almeno di non farmi planare per terra” lo
avvertì prima di sentire il suo alito caldo.
Nick sorrise mentre lo baciava e lo
avvertiva aggrapparsi a lui, in un modo simile a quanto aveva fatto quando lo
aveva portato in moto. Un atto di fiducia. O di paura.
Indugiò in quella posizione un po’ a
lungo di quanto avrebbe fatto normalmente.
“Finisci di mangiare e poi fila a
lavarti i denti” lo rimbrottò Kevin mentre lo osservava tornare al suo posto
“sai di pollo”.
Nick scosse la testa: decisamente uno
dei baci migliori della storia.