Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lutea Eos    13/09/2014    8 recensioni
Nick ci pensò su “Scommettiamo che, lasciando fare a me, entro un mese avrai una fidanzata?”
Lo sguardo che Kevin alzò al cielo fece capire a tutti che non credeva minimamente a ciò che diceva l’amico. “Cosa ci guadagnerei io, se non essere tormentato da te e da ragazze per il prossimo mese?”
Nick era perfettamente consapevole di non avere speranze: Kevin era eterosessuale e questo bastava a troncare anche la più remota delle possibilità. Si era rassegnato e aveva cercato di toglierselo dalla testa ma non poteva negare che vederlo non interessato all’amore gli fosse di consolazione. Fino a quella sera.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Un amore di scommessa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1 mese dopo

 

“Hai mai pensato di pulire il tuo computer?” Chiese Kevin rassegnato mentre le sue dita battevano veloci sui tasti.

“No” rispose sinceramente Nick finendo di adagiare le ultime ali di pollo in padella e accendendo il fuoco “Va bene il liquido che si usa per pulire i vetri?”

Kevin lo guardò come se avesse appena detto un’eresia. Probabilmente i suoi preziosi strumenti andavano puliti con prodotti specializzati, non aveva mai fatto caso se li vendessero al supermarket.

“Intendevo ripulire la memoria: togliere i programmi inutili e le applicazioni che lo rallentano” provò a chiarire Kevin sempre più rassegnato.

“C’è un modo per farlo?” Finse di stupirsi Nick, guadagnandosi un’occhiata bieca.

“Sto installando un programma per l’occasione. Devi cliccare due volte sull’icona e poi dargli la conferma. Ti sembra troppo difficile?” si informò allontanando il computer da sé e stirandosi sul divano.

“Ti chiamerò se avrò bisogno di una mano” assicurò Nick sedendosi sul bancone di marmo, da cui poteva godere di una perfetta visuale della loro cena che cominciava a sfrigolare. Adorava mettere in chiaro con le piccole cose che i loro appuntamenti non sarebbero finiti improvvisamente: Kevin si limitava a non rispondere, il che equivaleva a un tacito assenso.

L’oggetto dei suoi pensieri si materializzò rapidamente accanto a lui; vista la sua silenziosità e velocità negli spostamenti, Nick aveva iniziato a credere che fosse stato veramente un gatto in una vita passata.

“Cosa c’è lì dentro?” Chiese sporgendosi per osservare la padella.

“Ali di pollo fritte”.

“Ed è assolutamente necessario che producano questo scoppiettio per cuocere?”

“Come fanno a friggersi se l’olio non frigge?” Chiese curioso Nick, mentre balzava giù dalla sua postazione.

Kevin accolse la notizia con una smorfia seccata.

Nick rovistò un po’ sotto il bancone finché non trovò un coperchio della misura giusta. “Possiamo cercare di attutire, però” gli concesse con un sorriso coprendo la padella.

Kevin fissò per un po’ la sua opera e Nick pensò che si fosse seriamente imbambolato quando l’altro prese nuovamente vita e colmò la distanza tra loro, baciandolo.

Nick gli mise le mani sui fianchi e indietreggiò colto alla sprovvista: era il primo bacio in cui era Kevin a prendere l’iniziativa. C’erano stati altri baci in quel mese, almeno un paio, ma era sempre stato Nick a cercare l’occasione giusta in cui far avvicinare le loro labbra.

Quando Kevin si staccò da lui lo guardò con un sorriso un po’ imbarazzato e Nick non esitò a rispondergli con uno molto aperto e abbracciandolo nuovamente.

In quel mese non aveva capito fino in fondo se Kevin continuasse a uscire con lui come amico o perché era davvero interessato. Immaginava avesse bisogno di tempo per capire le sue tendenze e gliene voleva lasciare, tutto quello che avesse voluto. Il pericolo nel fare una cosa simile con un ragazzo come Kevin era vivere col dubbio per molto tempo: non era una persona aperta e Nick sapeva che, se avesse voluto qualcosa di più ufficiale, avrebbe dovuto chiederlo lui stesso. Ma non voleva chiedere finché l’altro non fosse stato sicuro almeno del tipo di persona che lo attraeva.

Insomma, un circolo vizioso. Ma forse Kevin ora era sicuro.

Dopo un mese, Nick sentì che quella era la serata giusta per affrontare ciò che stava accadendo tra loro due. Non in modo diretto o Kevin sarebbe fuggito a gambe levate, ma alla lontana.

Lo tenne stretto ancora un po’, affondando nel cappuccio della felpa che l’altro indossava. Kevin cercò debolmente di liberarsi ma Nick rise e lo strinse più forte, finché l’altro non capì che qualunque resistenza sarebbe stata vana e si abbandonò quasi a peso morto tra le braccia dell’altro con un sospiro.

Fu il computer, emettendo un flebile bip a farlo scattare e a far sciogliere l’abbraccio di Nick, che ironizzò “è un malato terminale?” mentre Kevin tornava sul divano.

“Non ha nulla di grave: solo un padrone avverso alla tecnologia” gli venne puntualizzato.

Nick accese lo stereo e tolse il coperchio alla padella. Canticchiò svogliatamente mentre cercava di capire cosa lo avrebbe avvisato che il pollo era cotto.

Quando l’orologio lo informò che erano trascorsi i minuti indicati sulla confezione, decise che aveva assunto un aspetto proprio invitante e chiamò il suo amico, scollandolo dal lavoro.

Si sedettero sugli alti sgabelli uno di fronte all’altro e cominciarono a mangiare. Nick, alzando lo sguardo, fu colto da un insolito deja vu.

“Un mese fa eravamo seduti allo stesso modo”.

“Un mese fa eri molto più ubriaco ed era giorno, non so se ti era sfuggito o pensavi di essere ancora in un night club” puntualizzò Kevin come al solito.

“Non ho mai accettato la controproposta che mi hai fatto quella volta. Dunque il nostro patto è rimasto valido” constatò Nick con tranquillità strappando con i denti un pezzo di pollo.

Kevin, che aveva preferito le posate e lo guardava con un malcelato ribrezzo per la scarsa igiene, gli fece notare con sguardo divertito che non gli aveva più presentato molte ragazze.

“Però ti sei fidanzato, no? Quindi mi devi un mese di caffè” giocò Nick, sperando.

Kevin deglutì con calma il boccone che stava mangiando “Tu hai scommesso che mi avresti trovato una fidanzata entro un mese. Io fidanzate non ne ho e credo proprio che non ne avrò mai. Quindi devi comprarmi tu un nuovo hard disk, piuttosto”.

Kevin non cercava di sfuggire alla sua punizione non perché non era fidanzato ma perché non era fidanzato con una ragazza. Questa sottigliezza cambiava tutto: Nick ebbe voglia di mettersi a saltare dalla gioia. Scoppiò in una risata liberatoria e decise di ripetere quello che già un mese prima gli aveva portato fortuna; si alzò e, avendo intrappolato la mano di Kevin (forchetta compresa) gli si parò davanti.

L’altro alzò gli occhi al cielo, intuendo i suoi movimenti “cerca almeno di non farmi planare per terra” lo avvertì prima di sentire il suo alito caldo.

Nick sorrise mentre lo baciava e lo avvertiva aggrapparsi a lui, in un modo simile a quanto aveva fatto quando lo aveva portato in moto. Un atto di fiducia. O di paura.

Indugiò in quella posizione un po’ a lungo di quanto avrebbe fatto normalmente.

“Finisci di mangiare e poi fila a lavarti i denti” lo rimbrottò Kevin mentre lo osservava tornare al suo posto “sai di pollo”.

Nick scosse la testa: decisamente uno dei baci migliori della storia.

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lutea Eos