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Autore: Emmy_Cr_    13/09/2014    4 recensioni
Ogni lunedì, mercoledì e venerdì, Arthur Kirkland usciva dall'ufficio alle due, andava a prendere suo figlio Alfred a scuola e lo accompagnava alla lezione di hockey sul ghiaccio, al palazzetto vicino casa loro.
Si sedeva sugli spalti e aspettava, congelandosi fin nelle ossa, che le due ore e mezza di allenamenti finissero.
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Ogni lunedì, mercoledì e venerdì, Francis Bonnefoy usciva dall'ufficio alle due, andava a prendere suo figlio Matthew a scuola e lo accompagnava alla lezione di hockey sul ghiaccio, al palazzetto vicino casa loro.
Si sedeva sugli spalti e aspettava, congelandosi fin nelle ossa, che le due ore e mezza di allenamenti finissero.
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FRUK. FRUK EVERYWERE.
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ATTENZIONE: Il rating diventa rosso nel capitolo 6!!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie ''cause FACE family is the rule'
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ATTENZIONE! In questo capitolo, esclusivamente in questo, è trattato, seppur per una frase di dialogo, il tema Twins Tower!
NON voglio assolutamente offendere o causare dispiaceri a qualcuno! L'argomento Torri Gemelle, NON apparirà più in nessun capitolo della storia, se qualcuno però si sente infastidito da ciò (lo sono anche io perchè è stato un duro colpo per tutti) è pregato di dirmelo, in qualsiasi modo voglia, ed io provvederò, immediatamente a cambiare il testo del capitolo. 
Grazie infinite!



1- Indovina chi viene a cena?


Ogni lunedì, mercoledì e venerdì, Arthur Kirkland usciva dall'ufficio alle due, andava a prendere suo figlio Alfred a scuola e lo accompagnava alla lezione di hockey sul ghiaccio, al palazzetto vicino casa loro. 
Si sedeva sugli spalti e aspettava, congelandosi fin nelle ossa, che le due ore e mezza di allenamenti finissero. 

Ogni lunedì, mercoledì e venerdì, Francis Bonnefoy usciva dall'ufficio alle due, andava a prendere suo figlio Matthew a scuola e lo accompagnava alla lezione di hockey sul ghiaccio, al palazzetto vicino casa loro. 
Si sedeva sugli spalti e aspettava, congelandosi fin nelle ossa, che le due ore e mezza di allenamenti finissero. 

Ogni lunedì, mercoledì e venerdì entrambi si sedevano vicini, come due vecchi amici, e discutevano su quale dei due bambini fosse migliore a giocare. 
Per ognuno, ovviamente, il proprio figlio era imbattibile, poco importava se a fine allenamento, o spesso nel mezzo, Alfred andava in infermeria, o Matthew prendeva il puck sul naso 

- Salve Arthùr, come sta oggi? 
Il biondo gli rispose con uno sbuffo e lo guardò negli occhi. 
- Ho freddo. 
Francis sorrise apertamente. 
- Ma che strano, non ce l'ha mai! 
Arthur gli lanciò uno sguardo in tralice e gli fece cenno di sedersi sul seggiolino vicino al suo. 
- Come mai mi dai del "lei"? Non credo sia mai successo, anche la prima volta che ci siamo visti...
- E come mai tu sei in T-shirt e jeans? Di solito sei in giacca e cravatta... 
Si squadrarono in cagnesco, o meglio Arthur lo guardava male, Francis era tranquillissimo. 
- Non devo venire a spiegare a te come mai sono in tenuta da casa!
Il francese attese sorridendo, ben consapevole che, prima o poi, gliel'avrebbe detto. 
- Ho preso ferie, oggi è venerdì, almeno sto tre giorni con Alfred. 
Francis si girò verso di lui sorridendo ancora di più. 
- Domani è il suo compleanno. 
- Gli hai fatto un regalo, immagino... 
Arthur annuì e mise le mani in tasca, sospirando. 
- Non ho mai visto la signora Kirkland... 
Arhtur si girò infastIdito verso il suo interlocutore. 
- Né io la signora Bonnefoy! 
Francis si lasciò sfuggire una risata di sincero divertimento, buttando la testa all'indietro e scuotendo la chioma bionda. 
- Vuoi spiegarmi cosa c'è di tanto divertente?
Il francese parlò, con le spalle ancora scosse dal riso. 
- Io sono gay... 
Per poco l'inglese non si strozzò con la saliva. 
- E Matthew? 
Gli occhi azzurri di Francis si velarono di una tristezza tutta nuova, che Arthur non aveva mai visto, che avesse toccato un tasto dolente? 

- Io e sua madre ci siamo amati tanto, abbiamo avuto lui e stavamo anche per sposarci, stavo per mettere la testa apposto e chiudere con gli uomini, mettere su famiglia e quant'altro... 
Fece una pausa, massaggiandosi gli occhi e Arthur si sentì quasi in dovere, per quanto gli costasse toccare un lurido francese, di mettergli una mano sulla spalla, in gesto fraterno. 
- Poi che è successo? Se non vuoi raccontare non importa, intendo se...
- No, no, va bene... Successe tre mesi dopo la nascita di Mattie, stavamo organizzando i preparativi per il matrimonio quando... successe... lei era a lavorare e io a casa con il bambino che aveva la febbre. Mi affacciai alla finestra, dopo aver sentito un boato allucinante e vidi le Gemelle in fumo... Lei era là... 
Arthur sentì il cuore più pesante. 
Rivangare un orrendo passato, un solo ricordo di quell'attentato era doloroso per lui, un inglese che odiava l'America, figurarsi per un fidanzato che si era visto morire la donna che amava sotto gli occhi. 

- E quindi sei venuto in Canada? 
Francis annuì e gli sorrise, un sorriso leggermente più spento rispetto agli altri. 
- M-mi dispiace Francis, io non volevo riportare indietro ricordi dolorosi... 
- Non fa nulla, sono passati nove anni ormai... è tempo che tenti di dimenticare... Non il suo viso, quello non potrà mai farlo nessuno di quelli che la conoscevano... ma di dimenticare e andare avanti, per Matthew, soprattutto per il mio piccolo Matthew. 
Arthur deglutì e sospirò pesantemente, alzando la mano verso Alfred che aveva appena fatto una rete. 
- E tu? Sei sposato? Fidanzato? Qualcosa insomma... 
L'inglese sorrise amaramente. 
- Lucy, si chiamava così, ha lasciato me ed Alfred due quattro anni fa... se n'è andata con un australiano... credo, non sono sicuro... e da lì ho preso Alfred, una valigia e ci siamo trasferiti qui.. più per sfuggire ai miei che per altro e per Alfred, soprattutto per il mio Alfie, non sopportava la pioggia inglese...
I due padri si guardarono e scoppiarono a ridere dandosi spallate amichevoli. 

In quel momento l'allenatore fischiò e segnò la fine degli allenamenti. 
- Ragazzi a cambiarsi, vi aspetto lunedì alle tre e trenta, puntuali!
Calcò su quella parola e guardò un bambino biondissimo, dagli occhi azzurri e profondi. 
- Mi dispiace coach, mio fratello ha fatto tardi dal lavoro oggi! 
L'allenatore, un uomo sulla quarantina, con i capelli già radi ai lati delle tempie, sorrise. 
- Ludwig, hai detto così anche la volta scorsa... e quella prima ancora... 
Il bambino arrossì e chinò lo sguardo. 
- Tanto tra otto anni prendo la patente, poi vedrà che arriverò in anticipo! 
Il coach sorrise e mandò tutti negli spogliatoi. 
Arthur e Francis, che avevano assistito alla scena sorridevano tranquilli dal cancello sul campo, quello che dava sul corridoio che portava agli spogliatoi maschili.
- Quel povero bambino ne avrà di problemi! 

Francis rise solare, menomale che oggi lo riporto io a casa, altrimenti quell'idiota di Gilbert se lo dimenticherebbe!- poi aggiunse, come a difendere l'idiota sopra citato - Loro sono soli in casa, Gilbert, il fratello maggiore, bada a lui perchè i genitori sono dovuti tornare in Germania... è un bravo ragazzo, un po' megalomane... è il mio migliore amico. 
Arthur fece un verso di scherno e gli lanciò l'ennesima frecciatina del pomeriggio. 
- Tzè, tra idioti ci s'intende... 
Francis, sempre con un sorriso gigante sulle labbra, fece per ribattere ma non ce ne fu bisogno perché si mise a ridere così tanto da farsi male alla pancia. 
Alfred, lavato e vestito di tutto punto, si era appena lanciato su suo padre, facendolo cadere rovinosamente con il sedere sul ghiaccio.
- S-smettila di ridere, stupida rana! 
Francis si asciugò gli occhi e prese in braccio suo figlio, che invece si era limitato a prendergli due dita con la mano. 
- Andiamo a casa papa? 
- Oui, mon trèsor, andiamo. 
Poi si voltò verso gli inglesi, che si stavano scambiando un abbraccio dolcissimo e guardò suo figlio che annuì felice. 

- Hey Arthur! Perchè domani non venite da noi a festeggiare il compleanno di Alfie? Ormai ci conosciamo abbastanza no? 
Alfred iniziò a scalpitare tirando la mano di suo padre. 
- Ti prego daddy! Ti prego! Andiamo a casa di Mattie! Dai,dai! Daddy!!
L'inglese guardò un po' incerto il francese. 
- Non ti disturbiamo rana?
La rana in questione rise e strinse a sè suo figlio. 
- Non mon Arthùr, non disturbate affatto! 
- Andiamo? Eh, eh? Daddy? Dad? 

Il sospiro di Arthur segnò la prima vittoria di Francis su di lui.
La prima di molte. 
 
 



Hola!! 
Stavolta è una long come si deve! E chissene frega? NdTutti 
Tutti non sei simpatico! BOOOM NdTutti. 
Allora, ciancio alle bande, questa storia sarà più lenta, non perchè non abbia idee, ma perchè ho finito la settimana di ferie e lunedì tornerò al pub quindi bhe... aggiornamento non giornaliero! 
Spero che questa storia vi piaccia!!
Fatemi sapere cosa ne pensate!! 
Bacioni EM!
  
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