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Autore: Papaya    30/09/2008    2 recensioni
Ho sempre scritto o letto la maggior parte delle storie sotto il punto di vista di una ragazza. Con questa nuova fic ho deciso di dare sfogo anche ai pensieri di un ragazzo, e non è stato del tutto semplice. La storia tratta prevalentemente dell'amore rincorso tra Gippal e Rikku ed è descritta in prima persona da Gippal. Attenzione agli spoiler. Premesso questo non posso che augurarvi buona lettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gippal, Rikku
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Bè, non male. Ho parlato senza ricevere nessuno schiaffo. Tutte le ragazze morirebbero per poter passare del tempo ad ascoltarmi, ma non c’è stata una volta, fino ad ora, che abbia parlato con Rikku senza che lei alzasse mani. Perché non è come tutte le ragazze?

Guardo fuori dalla finestra. E’ notte fonda, ma, ovviamente, io non ho sonno. Decido di uscire fuori dalla cabina. Lungo il corridoio c’è solo silenzio e buio. Pace, direi. Quella che manca a me da un bel po’ do tempo. Quella che sto cercando da un po’ di tempo...

Arrivo alla fine del corridoio e decido di ritornare in cabina a provare a prendere sonno almeno fino all’alba, ma adesso faccio improvvisamente caso ad un lieve rumore di lame che proviene dell’interno di una cabina. Vorrei farmi i cazzi miei, ma la mia curiosità prevale sulla mia forza di volontà e, molto spesso, ciò si rivela una cosa negativa.

Apro leggermente la porta e sbircio senza farmi vedere.

Paine. La vedo che combatte contro l’aria. Muove la spada abilmente, i movimenti delle braccia, delle gambe, di tutto il corpo, sono precisi, puliti. Sembra che stia danzando un tango mortale, stende la gamba indietro mentre il braccio scaglia la spada che taglia l’aria, silenziosa. Poi si gira e taglia l’aria anche alle sue spalle. Come se stesse combattendo contro un esercito di uomini che le si scagliano addosso e più lei ne uccide, più loro diventano numerosi. E continua a danzare. E’ bella.

Rimango a guardare, incantato, sorridendo orgoglioso, come se le avessi insegnato io l’arte del combattimento. Trancia per l’ultima volta l’aria e rimane ferma, gambe aperte, spada in giù, ansimante. Dopo pochi secondi di silenzio, faccio risuonare il mio battito di mani nella stanza. Lei si volta di scatto verso la porta, vedendomi appoggiato con la spalla allo stipite sfoggiare il mio sorriso compiaciuto.

“Complimenti”dico. Lei fa un mezzo sorriso, poi ritorna seria.

“Chiudi la porta, prima che si svegli qualcuno.” Mi dice semplicemente riponendo la sua spada nell’apposita fodera.

“Non sapevo che ti allenassi di notte” dico e mi chiudo la porta alle spalle.

“Ora lo sai.”

“Lo fai sempre?”

“Spesso.”

“Uh, di poche parole, la ragazza” Mi guarda torvo. Io sorrido. “ Non sei cambiata per niente in tutto questo tempo”. Mi guarda per un istante. Poi ripone la fodera accanto l’armadio mentre io mi siedo sul suo letto ancora ben fatto.

“Io speravo di si” dice.

La guardo per un attimo perplesso, finchè non mi rivolge di nuovo la parola.

“Perché sei qui?” Domanda lecita, ma gelida.

“Per nessun motivo in particolare” le rispondo “solo non avevo sonno e passando di qua ho sentito che eri sveglia anche tu, tutto qui.”

“Tutto qui?” chiede Paine, quasi delusa.

“Si, tutto qui”

Continuiamo a guardarci imperterriti. Fa un sospiro.

“Gippal...sei capitato male, qui” adesso sembra persino dispiaciuta.

“che vuoi dire?”

“ Voglio dire che avresti fatto meglio a non farti vivo. Per me, per Rikku, ma, soprattutto per te.”

“Ah, si? Che cosa ci guadagnavo io a non farmi vivo? Pena? Angoscia?” comincio a parlare con il mio tono sarcastico.

“Ci avresti guadagnato il non essere nei casini che ti complicheranno la vita”. Rido

“ Piantala di farmi la morale, Paine! Onestamente non riesco a capire dove sta il trucco in questa tua preoccupazione. Non credo che mi dici queste cose per il mio bene e, sinceramente, non credo che lo fai nemmeno per il bene di Rikku.”

“No, infatti. Io penso al mio di bene.” Ci penso un po’ su.

“Perfetto.” Dico. “E allora qual è il problema per te se io sono qui?”

“il problema è…” si avvicina al letto e si ferma di fronte a me. Alzo la mia testa, che le arriva all’altezza del bacino, per guardarla negli occhi. “…che, come hai detto tu stesso, io non sono affatto cambiata in un sacco di tempo”

“continuo a non capire”

Non mi risponde. Alza semplicemente i suoi occhi rubini al cielo. Poi mette le sue mani sulle mie spalle e ci fissiamo per diversi secondi. Mi parla con uno sguardo. Ha gli occhi sottili, come se mi stesse minacciando o dicendo di fare attenzione a qualcosa. Ma cosa? Mi lascia e si volta dandomi le spalle. La guardo stranito, ancora non comprendo che cosa mi ha detto. Si aspetta forse che Dio mi ha dato il dono della telepatia?

Improvvisamente si gira, di scatto, distende il braccio velocemente, scagliandomi uno dei pugni più dolorosi che io abbia mai ricevuto e, credetemi, non che ne abbia ricevuti pochi. Rotolo sul materasso lanciando un urlo e comprimendo mezza faccia con le mani. Ma che cosa gli sarà mai saltato per la testa?? E’ impazzita??

“AHI! MA CHE CAZZO T’E’ PRESO ALL’IMPROVVISO?? SEI SANA? MA PORCA...”

“Mh, deludente. Pensavo avessi dei riflessi più pronti.” Dice accarezzandosi le nocche.

“RIFLESSI PIU’ PRONTI??”

“La smetti di urlare?? Vuoi che si svegliano tutti?” Ma che merda avrà mai nel cervello? Tolgo la mano dalla bocca e la vedo sporca di sangue.

“Mi hai spaccato un labbro!”

“uh, poverino” sorride “Credo che tu abbia affrontato cose ben più gravi di un graffietto sul labbro”

“Ma io ti…” scendo dal letto infuriato e comincio a anche io a lanciarle pugni. Ammetto che vorrei stenderla, ma dato che è una ragazza mi limito a deboli manate. Che, ovviamente, mi para.

“Ti sei indebolito! Non hai mai combattuto così male, Gippal!” dice mentre para tutti i miei colpi.

“Paine, ti ricordo che sei una ragazza. Non combatterei mai sul serio con te” Le colpisco l’avambraccio all’altezza del petto.

“E fai male!” E mi scaglia un calcio allo stomaco mandandomi lungo tutto il pavimento fino all’altro lato della stanza. Tossisco e sputo dalla bocca del sangue dalla spaccatura del labbro.

“Gippal, sei un rammollito” Rammollito? “Un pappamolle” Pappamolle?

Mi alzo lentamente, tenendo il braccio stretto alla pancia. Lei si avvicina e accosta le sue labbra al mio orecchio.

“Un debole.” DEBOLE?

“Paine…” sono senza voce. Lei mi guarda.

“che vuoi?” Incrocio il suo sguardo.

“Vaffanculo” dico con un filo di voce

“Come?”

“Vaffanculo” continuo a sussurrare

“Parla più forte, non ti sento” Mi prende in giro?

“Ho detto…VAFFANCULO!”

Le rendo il calcio allo stomaco. Lei cade a terra e scivola accanto l’armadio. Rimane così, distesa, con una mano allo stomaco e l’espressione dolorante. L’ha voluto lei.

“Per tua sfortuna, nemmeno io sono cambiato in tutto questo tempo.”

Solo che...non credevo di stenderla con un colpo solo. Non era nemmeno un calcio tanto potente...Ah, non ce la faccio a vederla così. Mi avvicino a lei, la prendo in braccio e la stendo sul letto. Io mi siedo accanto a lei.

“Te l’avevo detto che era meglio se non combattevo sul serio...” le dico, mentre lei rimane dolorante rannicchiata su se stessa.

“Scusa…” le sposto i capelli e le do un bacio in fronte. Le mie labbra le sfiorano ancora la fronte quando lei alza improvvisamente la testa.

E mi bacia.

Tiene le sue mani sulla mia nuca, sfiorandomi i capelli, in modo che non possa scappare. Non che non possa farlo, volendo. Volendo. In effetti vorrei. Vorrei staccarmi da lei, vorrei spiegazioni, vorrei non baciare una persona mentre quella che amo sta nella cabina accanto.

Ma non mi stacco.

Alla fine, termina lei il bacio. Allontana le sue labbra dalle mie e mi guarda negli occhi mentre io faccio lo stesso.

“Intendevo questo, quando ti ho detto che non sono cambiata affatto in un sacco di tempo”

. . .

Salve a tutti! Rieccomi dall'oltretomba con un nuovo capitolo di questa storia! Riconosco di essere stata molto assente, ma fra mancanza di ispirazione, fra mancanza di tempo non ho potuto continuarla. Avendo sempre molti compiti, non vi garantisco una regolarità nella continuazione della fic, ma spero di non perdere i miei lettori :) Vi ringrazio a tutti di cuore per leggere questa storia, spero vi stia piacendo! Mi farebbe piacere ricevere delle vostre recenzioni, ogni tanto, ma in ogni caso...buona lettura!:)

  
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