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Autore: AymlerShaunCampbell    13/09/2014    2 recensioni
Crackfic ambientata nella terza stagione dopo il ritorno da Neverland.
Allarmati dal repentino cambio di comportamento di Hook, i Charmings decidono di rivolgersi alle figure magiche più potenti della città. Una nuova, bizzarra maledizione si sta abbattendo su Storybrooke, trascinandone gli abitanti in una spirale di assurdi eventi...
Disclaimer: Non possiedo né il telefilm, né i personaggi, ecc.. Elementi femslash (principalmente SwanQueen) e non solo, siete avvisat*!
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Buona settimana!
Dal prossimo capitolo ci potrebbe essere qualche ritardo, ci stiamo avvicinando alla parte conclusiva e devono ancora succedere un sacco di cose! Per farmi perdonare l'attesa compenserò con capitoli più lunghi.
Buona lettura,
Aym

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Il barista si grattò la pelata, fece un bel respiro, si sistemò il farfallino ed uscì nella terrazza riparata dagli ombrelloni da sole per prendere le ordinazioni del più bizzarro gruppo di mamme che avesse mai visto.
Il capitano della brigata (era proprio il caso di dirlo) lo salutò agitando l'uncino dall'auto di pattuglia del compagno, che era visibilmente ansioso di essere da tutt'altra parte.
“A che ora devo venirti a prendere?” chiese David guardando preoccupato la pletora di mammi che affollava il bar.
“Non temere tesorino, mi porta Fred più tardi in macchina, alle due devo andare da Achab per sistemare gli strumenti.” sorrise il pirata.
Una volta sceso dall'auto si sporse nell'abitacolo, diede un bacio sulla guancia a David e si diresse verso gli amici. David sgommò senza voltarsi, lieto di iniziare il turno.
“Ma ciaoooooo!!!” diversi mammi salutarono Hook con entusiasmo, mentre quest'ultimo si accasciava su una sedia in vimini.
“Ciao cari! Jafar per me un gelato alla nutella e patatine fritte, grazie!” disse Killian con gesto teatrale. L'ex gran visir si diresse in cucina imprecando.
“Abbiamo un debole per le uniformi, eh?” scherzò Sean disegnando distrattamente sul gesso.
“Spiritoso!” sorrise Killian togliendosi gli occhiali da diva.
“Allora? Come sei messo con le nausee?” Fred si sporse in avanti lisciandosi l'abito a fiori. Dato che nessun abito taglia forte da uomo sembrava essere di suo gradimento, il giovane cavaliere aveva deciso di svaligiare il reparto premaman del centro commerciale, facendo man bassa di abitini estivi. Le vesti fiorate, in abbinamento con le sempre presenti timberland del giovane, avevano avuto come effetto finale “Ace Ventura”, con buona pace della fidanzata Kathryn.
“Stanno migliorando, per fortuna! Dev'essere il cambio di dieta, ultimamente mangio molto più sano!” sorrise Killian affondando le patatine nel gelato. Sean gli faceva compagnia ingurgitando orsetti gommosi a cucchiaiate.
“Oddio Fred, adoro il tuo vestito!” esordì una voce alle loro spalle. I tre si girarono con un sorriso.
“Albert!” squittirono in coro, mentre l'ex monarca si accomodava al loro tavolo.
“Jafar, per me una pizza al cioccolato, un frullato grande alla fragola, un piattino di arachidi e un succo all'arancia, grazie.” strillò allegramente Spencer, mentre il cameriere tornava in cucina chiedendosi perché i clienti più assurdi toccassero sempre a lui.
“Fa caldo oggi, ti sei messo la crema solare?” chiese Sean toccando la pelata di Albert per controllare.
“Si, Jeff me l'ha messa prima di colazione.” sorrise l'uomo. Poi, senza motivazioni apparenti, si mise a piangere. I tre lo ignorarono.
“Allora..” chiese Fred con fare cospiratorio “novità sui pupi?”.
Le prime ecografie erano state fatte e buona parte dei gestanti aveva già avuto il proprio responso.
“Io ho una femmina!” sorrise Hook orgoglioso.
“Davvero? Allora siamo in due!” sorrise gioioso Sean “Alexandra avrà presto una sorellina!”
“Noi invece aspettiamo un maschietto!” disse Fred massaggiandosi la pancia.
“E tu, Albert?” chiesero i tre, con fare pettegolo. L'avvocato si asciugò le lacrime.
“Maschietto, anzi.. maschietti! Grace avrà due fratellini!” esultò l'ex sovrano.
“Congratulazioni!” i tre alzarono i bicchieri per brindare.
“Ragazzi, ma a voi Whale ha lasciato l'ecografia?” chiese improvvisamente Killian. Avrebbe voluto attaccare la prima fotografia di sua figlia al frigorifero ma il dottorino aveva addotto mille scuse per non consegnargliela e non capiva il perché.
“No..” risposero in coro gli altri.
“Secondo me è perché sono gravidanze magiche, prima devono analizzare tutto. Vedrai che appena Blue da il permesso avremo le nostre ecografie!” sorrise Albert, poi si mise a piangere di nuovo.
Sean scrollò le spalle.
“Parlando di cose serie..” disse il biondino estraendo un libro dal borsello “Voi avete già deciso i nomi?”.
I quattro uomini si sporsero verso il tavolini discutendo per buona parte della mattinata su quali fossero i nomi ideali per i propri eredi.
Jafar, tra un biscottino a Iago e una lavata ai bicchieri osservava sospirando i mammi. Che strano posto, questa Storybrooke.

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“Ricordami di nuovo perché stiamo andando in convento?” chiese Whale parcheggiando l'auto.
“Perché arrivati a questo punto Blue ci serve. E credimi, ne farei volentieri a meno, se potessi.” rispose Ruby facendosi vento con una multa. Come se non bastassero le maledizioni, l'estate aveva travolto Storybrooke portando un'afa insolita e fastidiosa.
I due scesero dall'auto e si diressero verso l'ingresso a passo spedito. Alcune fate stavano lavorando il giardino e guardavano Ruby con astio.
“Dovevi proprio fartele tutte?” bisbigliò la lupa, visibilmente a disagio.
“Potrei chiederti la stessa cosa sui clienti del Rabbit Hole.. E poi sono con te ora, no?” la punzecchiò Whale cingendole le spalle con un braccio. Nonostante il caldo la mora si strinse al compagno.
“Certo che questo posto da i brividi anche di giorno..” commentò il medico, poi aprì la porta e fece segno alla compagna di entrare.
“Oddio, sembra la vodafone!” sussurrò Ruby vedendo la sala principale dal corridoio. Diversi banchi erano stati affiancati l'uno all'altro e diverse fate, dotate di cuffia, microfono e computer, smistavano diligentemente le telefonate dirette a comune e commissariato. Whale annuì preoccupato.
“Eccovi, finalmente!” li accolse Tink uscendo dal call center e passando cuffia e microfono ad una consorella. La bionda spiccava tra le fate per gli abiti casual, in netto contrasto con le tonache delle altre.
“Tinkerbell, suora in incognito!” scherzò Whale con un sorriso. Le due donne levarono gli occhi al cielo.
“Spiritoso! Andiamo, Blue vi aspetta.” disse la biondina girandosi verso la parte privata del convento, presto seguita dai due giovani.
I tre camminarono in silenzio per qualche minuto poi si fermarono davanti ad un'imponente porta di legno.
“Questo è il suo studio. Le ho detto che avete novità sulle maledizioni ma che dovete parlarle in privato, per il resto dovrete cavarvela da soli.” sussurrò la biondina, poi bussò tre volte e, senza attendere risposta, scomparve nel corridoio.
“Avanti.” la voce di Blue, severa come al solito, li invitò ad oltrepassare la soglia.
Un ultimo sguardo, un cenno d'intesa e i due aprirono la porta ed entrarono nello studio di Blue chiudendosi la porta alle spalle.
Senza attendere ulteriori inviti, i due si accomodarono sulle sedie di fronte alla fata, che li guardava preoccupata mentre parlava al telefono.
La fata fece loro cenno di attendere mentre concludeva la telefonata.
“Mary, non essere sciocca! Cora a casa di Snow? Non è possibile! Dev'essere un altro mitomane! Se ti arrivano altre segnalazioni del genere sii cortese ma chiudi al più presto, non abbiamo tempo da perdere!” strillò irritata la fata al telefono, poi concluse la chiamata. I suoi ospiti erano sbiancati di colpo.
Tink non ha voluto darmi dettagli e questi due si presentano addirittura qui e con queste facce serie, la cosa non promette nulla di buono.. pensò Blue.
“A cosa devo questa visita? E di giorno, poi..” chiese Blue non senza un certo astio rivolta a Whale. Il dottorino ignorò il tono sarcastico e posò una mano su quella di Ruby, che stava per mettersi a ringhiare.
“Abbiamo novità sulle maledizioni e crediamo che lei possa essere d'aiuto per risolvere questa faccenda in maniera.. non ufficiale.” disse il biondo.
“Di nascosto dal concilio, vorrà dire.” rispose la fata con malcelato disgusto.
“Risparmiaci la paternale. Non stai forse nascondendo a Hook che la bambina non è sua, per non parlare della vera natura delle maledizioni?” ringhiò Ruby.
“Come avete..” tentò di rispondere la fata ma venne zittita da un cenno di Whale.
“Abbiamo parlato con Belle, anche se alcuni erano arrivati alle sue conclusioni molto prima. Diciamo che parte del concilio più alcuni elementi esterni ci stanno già aiutando a risolvere la situazione. Data la natura delicata di queste informazioni dobbiamo tenere separati il concilio ufficiale da quello ufficioso ed abbiamo bisogno del suo aiuto, Blue.” disse Whale.
Blue si pinzò il naso tra le dita, pensierosa.
“Immagino che questo.. concilio ufficioso abbia ricevuto anche i risultati delle sue scoperte sulle gravidanze.” disse la fata con un fil di voce. In che guaio si stava cacciando?
“Non tutte. Ho fornito i risultati preliminari ma il resto lo lascerei a discrezione del concilio ufficiale, anche per questo ci serve il suo aiuto.” disse il medico accennando ad un sorriso. Blue sorrise debolmente, la testa immersa in mille scenari.
“Se questo può portare allo scioglimento delle maledizioni immagino di non avere altra scelta..” disse Blue.
Ruby e Whale si alzarono in piedi, la fata li guardò senza capire.
“Ora, se vuole seguirci, dobbiamo accompagnarla alla sede del concilio segreto, è importante che ascolti il resto della storia e ne comprenda i dettagli. Venga, Tinkerbell ci aspetta in auto e gli altri sono già in sede che attendono solo noi.” sorrise Whale.
“Quindi anche verdolina ne fa parte.. Non capisco perché non possiamo parlare qui.” rispose irata Blue.
Seguirvi? Certo, e magari mi sveglio in un fosso senza organi! Pensò Blue.
Stupida libellula azzurrognola malfidata! Pensarono Ruby e Whale.
“Perché dobbiamo coinvolgere meno persone possibili ed un convento pieno di fate non è esattamente il luogo idoneo.” disse Ruby, tenendo le mani sui fianchi.
“E se mi rifiutassi?” chiese testardamente la suora.
“Beh..” rispose il biondo con un sorriso maligno “Potremmo informare la cittadinanza che la cara madre superiora ha una tresca con il capo redattore del quotidiano locale..”.
Blue diventò paonazza.
“Ma come osate? Sono solo calunnie!” balbettò la fata in preda all'ira.
“Calunnie un corno. Ricordati che hai a che fare con l'olfatto di un lupo, senza contare che tu e Glass non siete esattamente discreti come vi piace pensare..” sorrise Ruby mostrando i canini acuminati.
“E come pensate di 'informare la cittadinanza' di questi pettegolezzi? Scrivendo un articolo su giornale?” sogghignò Blue, convinta di averli in pugno.
“Tramite il mezzo di informazione più rapido ed efficace della città. Il diner di mia nonna.” sorrise Ruby, strizzando l'occhio. Blue impallidì.
“D'accordo, andiamo..” rispose stizzita la fata, afferrando la borsa e catapultandosi fuori dallo studio seguita da Ruby e Whale.
“Oh, un'ultima cosa..” disse Whale seguendo le due more verso l'esterno.
“Cosa c'è ora?” chiese Blue con un fil di voce. Questa giornata infernale sembrava non avere una fine.
“Oltre ad alcuni cittadini di sua conoscenza, per questo concilio segreto abbiamo un.. consulente esterno. Ci sta aiutando con gli aspetti tecnici delle maledizioni.” disse Whale, serio.
“E chi sarebbe?” chiese Blue, sospettosa.
“Una persona che non ti piacerà per niente.” sorrise Ruby, poi i tre salirono in auto con Tinkerbell e sparirono nel placido traffico di Storybrooke, tra gli sguardi sorpresi delle fate.

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Certo che era proprio una bella mattinata. Il sole irradiava ogni angolo della cittadina, gli uccellini cinguettavano allegri e due troll grugnivano uno contro l'altro da qualche parte nella foresta.
Dev'essere stagione di accoppiamenti pensò il rosso, allegro.
Perché non approfittare della splendida mattina libera prima degli appuntamenti pomeridiani?
Archie caricò sulle spalle armi e zainetto da viaggio, si lisciò la maglietta dei Police ed i calzoncini corti ed afferrati chiavi e guinzaglio aprì la porta verso un'altra luminosa giornata.
“Pongo, andiamo!” chiamò il dottore, presto seguito dall'esuberante quadrupede.
I due stavano correndo da ormai mezz'ora nel bel mezzo del bosco quando un'imponente chimera si parò davanti a loro ringhiando con ogni testa.
Archie sorrise e, fermato Pongo dall'attaccare con un ordine secco, afferrò la balestra dalla custodia che aveva alla schiena e scoccò il primo dardo. Una delle teste ringhiò per poi ritrarsi, senza vita, contro il proprio collo.
La chimera caricò il mite dottore, mentre quest'ultimo ricaricava e con fredda precisione freddò una dopo l'altra tutte le teste. La bestia si accasciò al suolo con un tonfo, mentre Pongo scodinzolava felice.
Archie sfilò con calma il machete dalla cintura e staccò parte di una zampa dalla carcassa ormai immobile e la gettò verso l'amico a quattro zampe, che l'afferrò con gioia e si mise quieto in un angolo a rosicchiare l'inaspettato spuntino.
“Non strafogarti, Pongo!” sorrise il rosso. Il cane guaì e continuò beato a mangiare.
L'ex Grillo Parlante depositò con calma lo zainetto a terra, lo aprì ed estrasse con calma i sacchetti da freezer, le etichette ed il pennarello indelebile, ordinandoli con cura davanti a sé. Si girò verso la carcassa facendo dondolare il machete con indifferenza.
“Bene. Vediamo di fare le porzioni per la zuppa di Snow.” disse ad alta voce, poi iniziò il lungo e meticoloso lavoro che lo avrebbe impegnato per buona parte della mattinata.

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Un Henry lavato, vestito e colazionato, era stato consegnato ad un raggiante nonno David per il trasporto a scuola pochi minuti prima.
L'intero ufficio comunale era chiuso questa mattina per l'annuale manutenzione degli impianti e lo sceriffo Swan aveva il turno pomeridiano.
L'occasione perfetta per parlare con un po' di privacy.
Oppure no.
La situazione di ormai perenne emergenza aveva convinto le due donne a portarsi il lavoro a casa in attesa di sbrigare il resto nei rispettivi uffici.
Regina sorrise sentendo l'ormai familiare musica metal spandersi dal bagno degli ospiti nel resto della casa coprendo il rumore dell'acqua, poi appoggiò il foglio che aveva in mano, afferrò il cellulare e si diresse in cucina per un secondo giro di caffè.
Se queste maledizioni non verranno annullate alla svelta uno di questi giorni mi ritroverò con talmente tanta caffeina in corpo da uccidere un'idra usando solo una forchetta pensò la mora osservando il liquido scuro scivolare nella tazza mentre con una mano rispondeva distrattamente alle mail.
Gli occhi si posarono sul cellulare di Emma, il quale giaceva solo ed abbandonato sul bancone della cucina.
E se..? Ma si! Ora o mai più.. Pensò Regina afferrando il proprio cellulare e compose il numero della bionda. Doveva sapere.
Il telefono vibrò, si accese e la familiare voce di Alice Cooper uscì dalle piccole casse dell'apparecchio.

Your cruel device
Your blood, like ice
One look, could kill
My pain, your thrill

I want to love you but I better not touch (don't touch)
I want to hold you, but my senses tell me to stop
I want to kiss you but I want it too much (too much)
I want to taste you but your lips are venomous poison
You're poison, running through my veins
Poison
I don't want to break these chains

Un sorriso compiaciuto si formò sulle labbra scarlatte della bruna. Si aspettava un qualche motivetto stupido, invece la bionda aveva messo come sua suoneria una canzone decisamente.. particolare.
“Mi sembrava.. appropriata. Sia per come sei tu che per quello che penso.” disse una voce alle sue spalle, fermandole temporaneamente il cuore.
Regina chiuse la chiamata e si girò lentamente verso la bionda, quasi con timore. Un timido sorriso accolse il suo sguardo poi Emma abbassò il capo, le guance paonazze.
“Ero curiosa..” si giustificò Regina, abbassando a sua volta lo sguardo. Vedere Emma così le scaldava il cuore e confondeva. Tentò di ignorare il fatto che la bionda era anche in accappatoio, un ridicolo velo che separava buona parte dei suoi sogni dai suoi occhi e dalle sue carezze.
Basterebbe tirare dolcemente un lembo della cintura, solo un pochino.. pensò Regina, gli occhi che bucavano il cotone della veste come i chiodi mordono l'intonaco fresco.
Emma prese un respiro profondo tentando di placare il rossore sulle proprie guance poi sollevò dolcemente il mento di Regina con una mano, in modo che gli occhi della mora guardassero nei suoi.
“Prima o poi dovremo parlare di tutto questo..” la voce di Emma era quasi un sussurro, ma Regina la sentì comunque. Non c'era bisogno di specificare, gli occhi dicevano tutto ciò che mancava.
Regina sorrise sostenendo a fatica lo sguardo.
“Potremmo parlarne ora..” sorrise timidamente la mora.
“Potremmo, si. Ma dobbiamo lavorare..” sospirò Emma, senza staccare gli occhi da Regina. L'indice della mano destra ancora sosteneva il mento di Regina, mentre il pollice carezzava distrattamente la pelle a pochi millimetri dalle labbra della mora.
“Dobbiamo sempre lavorare. Non ti sembra strano che ogni volta che tentiamo di parlare dell'attrazione che proviamo l'una per l'altra succede qualcosa di assurdo, ultimo ma non ultimo un golem?” chiese Regina, la tentazione di tirare la bionda a sé e baciarla che si faceva sempre più forte.
“Quindi ammetti che ti piaccio almeno un po'?” sorrise la bionda, avvicinandosi pericolosamente a Regina.
“Dipende, tu ammetti che ti piaccio?” rispose la mora con aria di sfida, inclinando leggermente il viso verso le carezze della Swan.
“Come se non lo sapessi. Certo che mi piaci, e anche un bel po'. E.. non ce la faccio più a fingere che non sia così, sai? Per rispondere alla domanda di prima.. Non credo che nulla si possa definire normale, siamo a Storybrooke!” sorrise debolmente Emma, gli occhi che si abbassavano inconsapevolmente verso le labbra della mora.
“Anche tu mi piaci, Emma. Tanto da esserne preoccupata.” disse Regina, lo sguardo seguì quello di Emma poi si spostò verso le labbra della bionda. Le due donne, senza accorgersene, si avvicinarono l'una all'altra.
“Preoccupata?” chiese Emma, senza distogliere lo sguardo.
“Si, e dovresti esserlo anche tu.” distogliere lo sguardo era ormai impossibile.
“Intendi per Henry? Per i miei? Per noi stesse ed i nostri trascorsi?” chiese la bionda, il pollice che si avvicinava lentamente a carezzare la piccola cicatrice
, perfetta imperfezione sulle labbra scarlatte della mora. Quando il pollice venne a contatto con la pelle morbida, a Regina mancò il fiato. Bastava così poco..
“Per tutto quello che hai detto.” rispose la mora con un fil di voce.
“Non sei stanca di avere paura? Io lo sono. Sono stanca di fare contenti solo gli altri.” disse Emma, avvicinandosi ancora di più alla mora, i corpi a pochi centimetri l'uno dall'altro.
“Si, lo sono.” disse Regina, poi socchiuse gli occhi e tirò a sé la bionda.
Emma si chinò verso di lei, le labbra schiuse in un dolce sorriso.
Poi il campanello suonò.
“Oh che diavolo, stiamo scherzando, vero?!” sbottò Regina, per nulla intenzionata a lasciar andare la Swan. Emma affondò il viso nei capelli della mora inalandone il profumo e scoppiò a ridere.
Sciolse di malavoglia l'abbraccio, carezzò la guancia di Regina e depositò un casto bacetto sulla guancia opposta. Regina fece il broncio e la Swan scoppiò nuovamente a ridere mentre il campanello suonava una seconda volta.
“Oh, non fare quel faccino!” rise la bionda girandosi verso l'ingresso.
“Sarà meglio che chiunque è alla porta sia in punto di morte!” disse Regina ad alta voce, la Swan scosse la testa ed aprì la porta trovandosi di fronte un Leroy vestito di tutto punto.
“Beh, cosa ti guardi?” salutò il nano, rivolto a Regina. La mora, in attesa dietro Emma, lo squadrò da capo a piedi con astio, rifiutando di rivolgergli la parola.
“Leroy, buongiorno. Cosa ci fai qui?” salutò Emma. Il nano salutò con un cenno del capo e mise due fogli in mano alla bionda.
“Beh?” chiese Emma, guardandoli senza capire.
“Sono la domanda di assunzione per il commissariato e l'attestato di frequenza degli Alcolisti Anonimi. Sono sobrio praticamente da mesi e con il bimbo in arrivo mi serve un lavoro serio. So che vi servono altri agenti.” disse Leroy, non senza un certo orgoglio.
“Tutto ciò è splendido Leroy, ma non potevi consegnare tutto a mio padre?” chiese Emma.
“Lo sceriffo sei tu.” rispose l'uomo, poi riprese a guardarsi in cagnesco con Regina.
“Sono certa che mio padre sarà ugualmente felice di visionare la tua domanda e farti un colloquio in attesa che io decida. Ora, se mi vuoi scusare..” disse Emma, cercando di levarselo dai piedi. Era seminuda, vagamente eccitata e a tanto così dal baciare Regina, l'ultima cosa che le interessava era fare un colloquio di lavoro al nano.
Una nube di denso fumo viola apparve e turbinò in strada, mente i fulmini crepitavano avvisando l'apertura di un portale e una grossa chimera appariva sull'asfalto.
“Ti farò vedere di che pasta sono fatto, capo!” disse Leroy, poi afferrò l'inseparabile piccone dal pick-up e si scagliò verso la bestia.
“Storybrooke, eh?” chiese Regina, rassegnata.
“Già.. Storybrooke.” rispose Emma, osservando il nano abbattere a picconate l'ennesimo pericolo.

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La porta di casa White si era appena chiusa alle spalle di Blue e la fata aveva già voglia di urlare. In un angolo, parzialmente nascosta tra le ragazze, Cora le sorrideva beffarda.
Dev'essere un incubo.. Si, ora mi sveglierò ed andrà tutto bene.. pensò la fata accasciandosi su una poltrona. Prima che il suo fondoschiena toccasse la morbida imbottitura, una tazza di tè bollente le venne depositata di fronte.
“Grazie, cara..” disse Blue a Snow con un fil di voce “Ora vi spiace spiegarmi cosa diamine sta succedendo?” proseguì indicando Cora con un cenno della testa. La donna si sedette di fronte a lei, presto imitata dagli altri ospiti.
“Lascia che ti spieghi..” attaccò l'ex strega.
Nell'ora che seguì Blue si sforzò di non perdere conoscenza, la marea di informazioni che minacciava di affogarla ogni istante.
“Quindi.. i miei sospetti erano fondati.” sospirò la fata.
Si sentiva stranamente sollevata nel conoscere le motivazioni dietro a questo immenso pasticcio, ancora di più che sapere che Cora era attualmente innocua.
La faccenda, però, era ben lontana dall'essere risolta. Le maledizioni andavano fermate il prima possibile e la soluzione.. beh, quella avrebbe richiesto uno sforzo enorme.
“Si, è corretto.” annuì Cora.
“La vostra soluzione mi sembra una buona idea, devo ammettere che ci avevo pensato io stessa. Ma.. come facciamo con le ragazze?” chiese Blue massaggiandosi le tempie. Portò alle labbra la terza tazza di tè del pomeriggio, sperando invano che il liquido caldo sciogliesse dubbi e preoccupazioni.
“Quindi sei d'accordo con il nostro piano?” chiesero sorprese Cora e Snow. Le sopracciglia dei presenti si sollevarono all'unisono.
“Non vedo altra soluzione.” rispose cortesemente la fata appoggiando la tazza sul proprio piattino.
“Inoltre” proseguì “L'amore è l'unica forza abbastanza potente da risolvere questo pasticcio. Se anche l'amore fallisce..” la fata rabbrividì. Se questo assurdo, disperato piano avesse fallito, si sarebbero presentati tempi bui per Storybrooke. Il silenzio calò come una pesante coperta su tutta la stanza.
“Per rispondere alla tua domanda, abbiamo pensato di organizzare due serate tra ragazze per far ammettere ad Emma e Regina l'attrazione reciproca. Una volta capito quali sentimenti le legano potremo agire di conseguenza.” disse Cora. Blue si limitò ad annuire.
“E per i bambini concepiti dalla maledizione?” chiese Kathryn dal suo angolo.
“Sia quelli che le persone portate dai portali rimarranno qui a Storybrooke anche una volta spezzate le maledizioni.” sorrise Belle agitando un quaderno per gli appunti “Ho appena completato la ricerca in merito. Il piccolo appartamento esplose in un uno scroscio di applausi.
Cora batté le mani sul tavolo riportando la calma e si rivolse alla fata.
“Che dirai al consiglio?” chiese l'ex strega, preoccupata.
“Riferiremo a loro ed ai cittadini le novità di Belle e che una soluzione è in corso di sviluppo. Ci sono.. novità non esattamente esaltanti e la popolazione ha bisogno di essere tranquillizzata.” sospirò Blue.
“Intendi i problemi con le gravidanze.” disse Kathryn, senza staccare gli occhi da Blue. La mora annuì.
“Non c'è motivo di preoccuparsi. Ho già stilato un piano d'azione che verrà presentato al concilio e il personale addetto è stato avvisato.” sorrise confortante Whale.
“Quindi.. non ci sono rischi per i.. le.. i gestanti?” chiese nuovamente Kathryn, preoccupata per il suo Fredrik.
“No.” sorrise Whale. Con le efficienti ricerche di Belle e l'aiuto di Blue e delle proprie infermiere erano pronti ad agire da subito.
“Che si fa con Hook?” chiese Tink, facendo piombare la stanza nel silenzio.
Blue guardò Snow e Cora poi si rivolse nuovamente agli altri.
“Me ne occuperò personalmente se serve, ma credo sia meglio attendere il parto.” sussurrò. Era una decisione dolorosa ma andava presa, come dire al giovane pirata una cosa simile?
“Cosa diciamo ad Emma e Regina? Vorranno sicuramente sapere a che soluzione state lavorando..” chiese pratica Mulan.
“Di questo mi occupo io, ho già un'idea. Ma per mandarla avanti ho bisogno del tuo aiuto.” disse Blue fissando lo sguardo su Belle, che annuì.
“Bene, direi di comportarci come al solito e dopodomani al concilio i presenti reciteranno le proprie parti come da programma. Entro fine settimana Ruby e Kathryn porteranno fuori le ragazze e indagheremo su come procedere. Propongo di vederci dopo l'uscita per fare il punto della situazione.“ concluse Snow tra l'approvazione generale. Whale e le ragazze si prepararono ad uscire.
“Ho solo un'ultima domanda..” disse Cora. Tutti gli occhi si volsero verso l'ex strega.
“Che ne farete di me?” chiese.
Nessuno osò fiatare. Nessuno ci aveva pensato.
“Ad un certo punto dovrai essere consegnata alle autorità per un giusto processo..” disse Blue chinando il capo.
“Non intendevo quello, so di dovermi consegnare ed essere giustiziata.” disse Cora, decisa, senza levare lo sguardo da Blue.
“Verrai giustiziata solo se verrà ritenuto opportuno. Ricorda che hai rinunciato spontaneamente alla tua magia e quando questa storia sarà finita faremo in modo che si sappiano le intenzioni che hanno portato alla maledizione e che hai fatto tutto il necessario per spezzarla. Non ho intenzione di commettere lo stesso errore che ho fatto con Regina.” disse Snow, d'un fiato “Tornando a noi.. cosa intendevi?” chiese poi.
“Non posso stare a casa tua.. Non puoi evitare la tua famiglia per sempre.” disse Cora, le parole di Snow che le annebbiavano la testa.
“Ma io..” provò a controbattere Snow.
“Cora ha ragione.” la bloccò Blue “Dev'essere spostata in un luogo sicuro fino alla consegna, non possiamo permetterci che la trovino.”
“Possiamo tenerla noi.” disse Ruby. Tutti si voltarono verso la lupa.
“Si insomma, ora che i primi viaggiatori si sono sistemati in città abbiamo alcune camere libere e tanto Granny ha già fiutato la sua presenza.. Ho dovuto rivelarle buona parte dei nostri piani.” disse Ruby abbassando lo sguardo “credevate davvero di fare fessa mia nonna?” chiese poi con un sorriso. Kat e Tink scoppiarono a ridere, presto seguite da Snow, Whale e Mulan.
“Mi sembra un'ottima idea. E avere Granny Lucas dalla nostra parte può solo essere un vantaggio.” annuì Blue con un sorriso, poi si volse verso Snow.
“Direi che è tutto?” chiese alla morettina, che annuì.
“Bene, verrò a prenderti domani sera appena calata la sera, fatti trovare pronta!” sorrise Ruby, poi uscì dall'appartamento seguita dagli altri ospiti.
Una volta chiusa la porta rimasero solo Snow, Blue e Cora.
“Dopo il processo, se dovessi essere giustiziata..” attaccò l'ex strega.
Snow e Blue tentarono di rassicurarla, ma Cora le zittì con un gesto perentorio della mano.
“Voglio chiedere scusa a Regina. Che mi perdoni o no è il minimo che posso fare.” disse Cora.
“D'accordo.” annuirono Snow e Blue.
“Se la maledizione dei portali non dovesse sciogliersi insieme all'altra.. Saremo costretti a chiedere a Rumple e Regina un'altra maledizione. Questo posto diventa ogni giorno più pericoloso..” disse Blue guardando il pavimento. La notizia del golem non si era ancora sparsa per la città ma le tre donne, per un motivo o per l'altro, sapevano. Blue ci aveva pensato e ripensato, la soluzione era orribile ma se il resto falliva..
“Se il bacio del Vero Amore spezzasse questa nuova maledizione e solo questa, saremmo punto e a capo..” sospirò Blue
“E le altre coppie?” chiese Snow.
“Le maledizioni con cui abbiamo a che fare sono troppo potenti, richiedono che il bacio sia tra due innamorati dotati entrambi di magia.. Questo ci lascia solo Emma e Regina come via di fuga.” disse Blue.
“Speriamo che il nostro piano funzioni, allora. Sorella.. siamo con l'acqua alla gola, vero?” chiese Cora, allungando la borsa alla fata.
“Si Cora.. temo di si.”

  
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