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Autore: Nicky Rising    14/09/2014    3 recensioni
Come sarebbe se la realtà dei Guns che conosciamo oggi fosse sbagliata? Se il personaggio sempre circondato da mistero di Izzy non fosse in realtà tale perché morto alla fine del 1991?
E come reagirebbe Axl Rose a tutto ciò?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Duff tornò a guardare il finestrino, dopo aver controllato un’ultima volta che Slash ed Axl non fossero intenzionati a ricominciare a litigare. Lo facevano sempre più spesso, e sinceramente, ne erano tutti stufi: Matt rischiava di avere una crisi nervosa ogni dieci minuti e Gilby, che era stata l’ultima persona a sapere della verità sulla morte di Izzy, rimaneva in disparte, imbarazzato da situazioni nelle quali non poteva ancora intervenire. Dal canto suo, Duff, riusciva solamente a zittirli e a provare a farli ragionare, anche se, in realtà, non sapeva nemmeno lui chi dei due avesse ragione: se Slash desiderava onorare Izzy come il grande musicista che era stato e organizzargli grandi saluti da parte del loro enorme pubblico, Axl non avrebbe mai permesso che il suo migliore amico lasciasse il mondo come un'altra rockstar abbandonata al destino di una vita spericolata e fuori di testa. Ormai era stato frainteso così tante volte, quando diceva la verità, che per lui ora era più facile mentire. In più, forse, convincere gli altri che Izzy se n’era solo andato lontano per seguire i propri sogni, avrebbe in qualche modo convinto anche lui che ora il suo adorato chitarrista stava bene e che non fosse realmente morto, ma solo partito per un po’. Il bisogno di Axl di avere ancora un briciolo di speranza per il proprio futuro era fondamentale per la sua stessa esistenza, o sarebbe esploso.
Ripensando alla morte di Izz, Duff ritornò con i ricordi al giorno del suo funerale e, in particolare, al momento in cui Axl si era avventato su di lui alla ricerca di una pistola. Per farla finita.
Solo in quel momento capì quanto dovesse essere dura per quel ragazzo aver perso una delle poche persone che da sempre, da quando era piccolo, non l’aveva mai abbandonato, mentre l’avevano fatto tutti gli altri. Erin, per esempio, o tutte le altre ragazze o gli amici che aveva conosciuto a Los Angeles e che dopo pochi mesi scomparivano se Bill provava ad aprirsi con loro. Nessuno di quei ragazzi si era mai mostrato disponibile con lui, non come Izzy, e ora era solo. Più solo di prima.
Gli venne spontaneo alzare lo sguardo sugli occhi di Axl, che ora erano puntati sulle sue mani. Tremavano leggermente, un tremore che a Duff ricordava tremendamente le crisi di astinenza di Slash. Eppure Axl non era mai stato dipendente da eroina. Forse era solo in crisi di astinenza da Izzy. Sorrise malinconicamente tra sé per questo pensiero e in quel momento Axl si accorse del suo guardarlo.
Duff gli fece un cenno, cercando di mostrarsi comprensivo, ma il cantante gli rispose soltanto distogliendo lo sguardo.
Il bassista sospirò leggermente, quando gli balzò in mente un pensiero.
Will gli si era avventato addosso con l’intenzione di uccidersi, di prendere la pistola che sapeva di trovare. Come faceva a sapere che l’avrebbe trovata di sicuro? Come sapeva che effettivamente Duff nascondeva una calibro 35 nella tasca interna dei jeans? Come sapeva che anche lui, quella mattina, aveva tentennato con quella pistola in mano rigirandosela tra le mani tremanti e che, nel momento in cui Slash aveva suonato al suo campanello, indeciso sul da farsi se l’era semplicemente infilata nei pantaloni?!
Il biondo rimase dubbioso per tutto il tragitto cercando una risposta: magari i suoi erano soltanto viaggi mentali pre-concerto ed Axl aveva solamente delirato sperando che effettivamente il bassista, da bravo americano, possedesse un’arma di autodifesa, eppure c’era qualcosa di macabro in tutto ciò, qualcosa che lo fece anche rabbrividire quando il suo ricordo tornò alle sue dita sudate che scivolavano sul manico della pistola. Non l’avrebbe mai fatto, non l’avrebbe potuto fare. Non era da lui, che aveva sempre amato così tanto la vita e la possibilità di godersela al meglio. Eppure ci aveva pensato, e se Slash non avesse suonato il campanello in quel momento, chissà cosa sarebbe successo.
La limousine accostò all’ingresso dell’hotel che li avrebbe ospitati fino al pomeriggio, quando si sarebbero spostati al Wembley Stadium per esibirsi in quello che sarebbe stato il più grande concerto degli ultimi vent’anni.
Duff salì alla sua camera velocemente, desideroso di farsi una doccia fredda per togliersi di dosso quei pensieri macabri, quando si sentì strattonare via dal corridoio dell’albergo per ritrovarsi in una suite che non era sua, ma di Axl.
“Ma che cazzo fai?!”
“Ho bisogno di una mano.”
Il bassista si concentrò sul suo interlocutore, non l’aveva mai visto così assente.
“Stai bene?”
“Sì, ho solo bisogno di.. Insomma.. Tu hai un po’ di roba, vero?”
Duff lo fissò con gli occhi sgranati
“Che cosa ti serve?”
“Penso basti un po’ di neve.”
Duff sospirò frugandosi nelle tasche per poi fermarsi e guardarlo sconsolato
“Ax, non sono sicuro di volertene dare..”
“Gay e pure spilorcio?”
Axl abbozzò un sorriso dandogli una pacca sulla spalla, ma entrambi si accorsero che in quella situazione non funzionava affatto. Il cantante continuò serio:
“Man, davvero, ho solo bisogno di rilassarmi un po’.. Ci saranno settantamila spettatori là fuori, non sono.. Non sono tranquillo, tutto qui.. Voglio dare il massimo..”
“E’ solo per questo?”
Axl sbuffò spazientito:
“Non sono cazzi tuoi, ok?”
“Sono cazzi miei se il mio cantante inizia a diventare un dipendente del cazzo.”
“E io invece devo conviverci da  solo con un eroinomane ed un alcolista?”
“Beh, di certo diventare come noi non sistemerà la situazione.”
“Fai anche presto a darmi il buon esempio, vedo.”
Il bassista sospirò, amareggiato:
“Ci sto provando, Axl.. Ma.. è difficile..”
“Quando ti esploderà il fegato per tutta la merda che bevi sarà difficile, non adesso. Ti ho chiesto solo un paio di grammi di coca per stasera, poi puoi andare a fare il cazzo che ti pare.”
Duff riportandosi le mani alle tasche sospirando, ripensò ai pensieri che l’avevano travolto durante il viaggio e non riuscì a porre un freno alla sua lingua:
“Come sapevi che avevo una pistola, al funerale?”
Axl, che intanto si era avvicinato alla valigia per prendere una camicia pulita, si voltò di scatto, stupito:
“..Come hai detto?”
“Tu volevi la mia pistola, ma non ti avevo mai detto di averne una”
Axl alzò lo sguardo rassegnato.
“Me l’ha detto.. Slash.. Lui.. Mi ha spiegato che quando ha suonato a casa tua ti aveva trovato messo di merda e.. Avevi una pistola tra le mani, lui l’ha visto dalla finestra credo, che cazzo ne so..”
Duff si guardò i piedi imbarazzato.
“Quindi lo sapete.. Perché non.. Insomma..è strano che non me ne abbiate mai parlato..”
“Stavamo tutti di merda Duff, abbiamo avuto dei momenti pessimi, tutti e tre. Ed è strano parlarne perché.. Ecco.. Ho perso.. Un po’ di fiducia in te da quando l’ho saputo..”
“Perché?”
Scosse la testa.
“Non è da te ecco. Non è da te Mike fare una cosa del genere. Sai no? Io sono il bambino depresso, Slash è il coglione ribelle e tu sei solo.. La roccia credo. Se mi crolli tu è un casino...”
Duff per un attimo si sentì allo stesso tempo fiero di avere una posizione del genere che in colpa per aver fatto dubitare Axl di lui. E sè stesso di lui.
“Izzy cos’era?”
“L’anima di tutto questo, temo..”
Duff si avvicinò al cantante un po’ titubante, ma alla fine allungò un braccio verso di lui, e i due si abbracciarono forte.
“Basta parlare di cose tristi, ti va? Questa sera sarà una grande serata. Dobbiamo consolare la folla per Freddie, no?”
“Già.. E chi consola noi?”
“Noi siamo abbastanza forti da riuscirci da soli. Noi tre. Vedrai. E tu sei abbastanza forte da non prendere quella merda stasera. Sei il migliore cantante del mondo cazzo, e vuoi farti di coca? Ma mi prendi per il culo?”
Axl sorrise.
Slash entrò nella camera in quel momento:
“Ho interrotto qualcosa?”
Chiese con espressione maliziosa.
Duff gli tirò un cuscino e fermò Axl che invece stava minacciando di colpirlo con una bottiglia.
“Il Wembley Stadium ci attende, checche. Andiamo?”
“Andiamo.”

 
  
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