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Come faceva a sapere il mio nome?
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Perché si era preoccupato per me?
Queste
domande si erano impossessate dei miei
pensieri. Alla fine l’unica risposta che riuscii ad ottenere
fu quella che magari
aveva sentito il mio nome in classe, poiché era un mio
compagno.
“Lo
hai sentito in classe il mio nome?” – gli chiesi
a fine giornata, quando si fermò davanti al mio armadietto.
“Oh,
sì certo.” – disse con un sorriso.
Poteva
essere strano, ma a me non sembrava la verità, ma mi
accontentai lo stesso. Almeno
per quel momento.
“Comunque
ti cercavo perché ti volevo chiedere come
stavi.” – disse subito dopo.
Mi
lasciò sorpresa. Nessuno mi aveva mai chiesto se
stessi bene e adesso un perfetto sconosciuto, perché Zayn lo
era, me lo stava
chiedendo. Dovevo mentirgli oppure dirgli la verità?
“Sto
come sempre.” – optai alla fine per una via di
mezzo. Non era una bugia, ma non diceva nemmeno come stavo realmente.
Era
perfetta come risposta.
“Ti
va di andare a fare due passi, così mi racconti?”
“C-cosa?”
– quel ragazzo era tutto strano. Mi aveva
appena invitato ad uscire, cioè chi mai inviterebbe una come
me?
“Non
essere sorpresa, mi piaci. Sei simpatica.” –
arrossii a quelle parole. Era stato dolce. Nessuno mi aveva mai
dimostrato
tutte quelle attenzione, nemmeno i miei genitori.
“P-perché
ti faccio simpatia? Cioè voglio dire,
nemmeno ci conosciamo, non posso farti simpatia. Non la faccio a
nessuno. Quindi
perché dovrei farla ad un tipo come te?”
– ecco che le mie paure venivano a
galla. Sì, avevo paura. Paura delle persone. Avevo sofferto
troppo per i miei
gusti, non mi andava di continuare.
“Ehi
tranquilla, adesso ci sono io.” – disse
abbracciandomi. Provai una sensazione strana. Si stava comportando come
se
avesse letto i miei pensieri e questo mi spaventava molto di
più.
“E
poi che tipo sarei io?” – disse staccandosi
dall’abbraccio per poi posarmi un bacio sulla guancia.
“N-non
lo so. Dovresti essere il classico fighetto
che se la spassa con tutte, ma adesso non lo so, forse mi sono
sbagliata.” –
quel ragazzo mi confondeva le idee. Mi rendeva insicura, più
di quando non lo
fossi di mio, ma al tempo stesso riusciva a far venire a galla la vera
me
stessa. E non quella ragazza impacciata e timida, ma quella che ti
rispondeva a
tono, quella che non si lasciava abbattere da nessuno, quella forte:
quella che
avevano distrutto.
“Chi
te lo dice che non lo sono?” – disse facendomi
l’occhiolino.
“Sai,
su una cosa sono sicura.”
“Cioè?”
– mi chiese sorpreso.
“Cioè
che sei abbastanza vanitoso.” – rimase
scioccato in un primo momento, facendomi ridere. Presto però
anche lui si unì
alla mia risata.
“Sai,
me lo dicono in tanti.” – mi rivelò.
“Non
avevo dubbi!” – in risposta mi sorrise. Aveva
uno strano modo di farlo. Metteva la lingua tra i denti e quel suo
vizio mi
piaceva tanto.
“Allora,
andiamo a farci questo giro?” – mi chiese
dopo.
Ci
pensai su. Non sarebbe stata una brutta idea. Non
mi andava di tornare in quella casa e sentire i miei litigare e poi
sarei
dovuta uscire comunque per andare a trovare un lavoro.
“Sì,
ci sto. Però mi devi aiutare a trovare un
lavoro.”
“A
che ti serve trovarne uno?”
“Voglio
prendere in affitto un appartamento.” –
rivelai.
“Non
mi chiedere il motivo, per favore, per favore. Non sono pronta per
raccontare
la mia storia. Mi sto fidando di te e non è una cosa facile
da fare.” – sperai
dentro di me con tutte le forze che avevo in corpo. Era vero, mi stavo
fidando
di lui e questo era molto difficile per me.
“Ok,
ti aiuterò. Andiamo, conosco un posto dove lo
potresti trovare.”
***
Mi
portò in un bar molto carino. Mangiammo e dopo
aver finito mi disse che in quel posto avevano bisogno di una mano.
“Davvero?”
– domandai sorpresa.
“Sì.
Vieni andiamo a parlare con il padrone.” –
disse per poi prendermi il polso.
“Zayn.”
– lo chiamai.
“Sì,
dimmi.”
“Potresti
lasciarmi il polso? Scusa, ma mi fa male.”
– dissi abbassando lo sguardo. Mi vergognavo di quei tagli,
ma io avevo bisogno
di farli.
“Oh,
certo.” – disse lasciando subito la presa.
“Dai,
vieni.” – disse alzandosi dalla sedia e
abbozzando un sorriso. Era dispiaciuto per prima, lo leggevo nei suoi
occhi.
“Zayn,
io… ho paura.”
“Di
cosa hai paura?” – mi chiese risedendosi.
“Non
lo so.”
“Ehi
ci sono adesso io, okay?” – non risposi. In
quel momento il cervello mi si era riattivato e mi stava mettendo in
guardia.
Cosa stavo facendo? Non potevo aver permesso a quel ragazzo di vedere
le mie
cicatrici, non potevo avergli permesso di conoscere un po’
della mia storia.
Nessuno doveva conoscerla, nessuno. Io non avevo bisogno di nessuno,
non potevo
fidarmi di lui, lo conoscevo da circa due giorni e non potevo fidarmi
di una
persona in così poco tempo. Non potevo. Non di nuovo. Se ne
sarebbe andavo via
come tutti gli altri e io questa volta non sarei stata forte, sarei
crollata.
“Scusami,
devo andare.” – dissi alzandomi e
prendendo le mie cose frettolosamente. Uscii da quel bar allo stesso
modo, con
le lacrime salate che scendevano sulle mie guance e il suo sguardo
puntato
addosso che bruciava sulla mia schiena.
“Chissà
cosa starà pensando adesso di me. Mi dispiace tanto
Zayn.”
Salve Bellezze! <3
Come state? Pronte per la scuola? A me inizia domani e sono un po' in ansia! Sapete, nuova scuola, nuovi compagni... CHE ANSIA ahahhahah <3
Allora, credo che stavolta ho pubblicato un po' prima rispetto al solito <3
Uhm... passiamo al capitolo. Julie alla fine crede che Zayn sappia il suo nome perché stanno nella stessa classe, ma sarà la verità? Ahahahah non vedo l'ora di mettere il prossimo capitolo perché vi sorprenderà molto. Spero in positivo però :)
Comunque, in questo capitolo Julie e Zayn si avvicinano, ma lei scappa ancora una volta.
Cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo? <3
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Ringrazio come sempre tutti voi che seguite la storia, la leggete e la recensite. Mi rendete davvero felice, perciò grazie di cuore! <3
Auguro buona fortuna a tutti quelli che hanno iniziato o che inizieranno presto la scuola!
Un bacione e a presto <3