I pomodori sono alla vostra destra, le uova marce a sinistra. Vi sarei molto grata se evitaste di colpirmi in faccia, grazie.
No, io vi avverto... Perchè qui ho provato a scrivere un po' di Finchel e... bah, credo di non aver mai scritto su coppie etero! Quindi, preparatevi al peggio!
E non dite che non vi avevo avvertito!
Finalmente insieme
“Ehi,
Kurt! Scusa se non ho risposto a tredici chiamate e
sette sms. Sai, ero troppo occupato a pensare ad altro.”
Non è
andata esattamente così la conversazione tra Finn e suo
fratello, ma evidentemente è questo ciò che Kurt
ha recepito dello sproloquio
immenso ed abbondantemente farcito di scuse che il moro gli ha
propinato. Si,
decisamente Kurt deve aver capito questo, perché altrimenti
non si spiega
contro cosa stia gridando in questo momento.
“-che
il mio ragazzo è in ospedale e tu dimentichi di
dirlo?”
“Il
tuo ragazzo?”
Una volta
è un caso, ma due? Eh si, è la seconda volta che
Kurt si lascia scappare un’affermazione del genere e Finn non
può fare a meno
di ghignare.
“Non
provare a cambiare discorso, Finn Hudson! Quando Blaine
non mi ha telefonato e nessuno di voi ha risposto a telefono, hai idea
di come
mi sia sentito? E mi dici che eravate in ospedale e nessuno di voi ha
pensato a
chiamarmi?”
Finn si passa
una mano davanti agli occhi.
“Scusa
se la mia priorità era capire cosa stesse succedendo,
Kurt.”
Mentre Kurt gli
risponde, Finn si scopre ad essere distratto
da un’altra cosa. O meglio da una persona, una donna che
entra nella stanza di
fronte alla quale Finn sta avendo questa interessante conversazione.
Capelli
neri, ricci, bassina; non c’è dubbio che sia la
madre di Blaine e Finn decide
che a pelle quella donna non gli piace. Forse c’è
soltanto una persona che gli
piace meno di lei ed è suo marito che non si è
neppure degnato di comparire,
nonostante qualcuno lo abbia avvertito di quel che è
successo al figlio.
Entrambi sono qualche gradino al di sotto di Sue Sylvester nella
piramide delle
preferenze di Finn. Il che è tutto dire.
“Ho
capito, Kurt, ma da me cosa vuoi adesso?”
“Non
lo so,” ammette sconfitto, “Ma avevo davvero
bisogno di
uno sfogo, Finn. Almeno adesso sappiamo cosa sta succedendo, giusto?
Non
salteranno fuori altre sorprese. Vero?”
“No,
spero proprio di no. Posso farti una domanda?”
“Rachel
è alla NYADA, se è questo che stavi per
chiedermi. È
uscita stamattina all’alba e non è ancora tornata;
mi ha detto che avrebbe
pranzato con alcuni compagni di corso.”
Finn sospira, sa
benissimo cosa significa l’espressione ‘compagni
di corso’. Significa Brody, l’ormai onnipresente
Brody! Finn non si sorprenderebbe
se si ritrovasse anche a sognarlo stanotte.
Liquida Kurt
dopo qualche secondo e torna nella stanza in cui
è recluso Blaine appena in tempo per salutare
l’infermiera che sta lasciando la
stanza. È dolce e gli sorride ammiccante; chissà,
magari Finn farebbe bene a
lanciarsi. Poco male che non sia il tipo da tradire le persone che
frequenta.
La saluta con un
cenno della mano e si concentra su Blaine,
profondamente addormentato, il viso rivolto a Carole, mentre sua madre
continua
ad accarezzargli il braccio libero dalla flebo.
Sam è
in un angolo della stanza e sembra ancora piuttosto
scosso anche se naturalmente nessuno fa caso a lui e Finn decide di
restare in
piedi accanto a lui.
“Ascolta,
Clarisse-”
Clarisse. Il
destino ha voluto che il nome della mamma di
Blaine sia uno tra i nomi preferiti di Rachel, uno dei nomi che vuol
dare a sua
figlia, un giorno. Beh, Finn improvvisamente preferisce il nome Barbra,
per
quanto sgrammaticato.
“No,
dico sul serio. Come ho fatto a non accorgermi che mio
figlio fosse malato?”
Finn storce il
naso a quelle parole. La donna ha ragione,
dopo tutto.
Ripensa a tutte
le volte in cui da bambino è scivolato, ha
inciampato in qualcosa, si è lanciato da qualche divano, ha
rovinosamente
tentato di arrampicarsi su un albero o scavalcare un muretto. Sono cose
che
fanno tutti i bambini e che nel novanta per cento dei casi finiscono
col
procurarti un ginocchio sbucciato o un labbro sanguinante. Blaine gli
sembra un
ragazzo abbastanza coordinato, ma Finn dubita che non abbia mai avuto
un
incidente del genere. Come è possibile che nessuno si sia
mai accorto che
sanguinava pericolosamente e non abbia mai pensato di portarlo in
ospedale? L’unica
conclusione che riesce a trarre è che la sua famiglia sia
piuttosto strana e
questo spiega per quale motivo Blaine abbia passato la maggior parte
del
proprio tempo a casa Hummel – Hudson e per quale motivo i
suoi occhi
brillassero, letteralmente, ad ogni parola di Carole o Burt.
E mentre sua
madre cerca di confortare la signora quasi in
lacrime che ha di fronte, Finn è improvvisamente fiero di
lei e di Burt.
Quando Carole
smette di parlare, Clarisse la guarda afflitta,
chiedendole, “Con che coraggio lo faccio tornare a casa
adesso?”
“Blaine
ha passato da noi gli ultimi due giorni e sono sicura
che nessuno avrà da ridire se-”
“Oh,
se conosco almeno un po’ mio figlio, penso che lui
avrà
da ridire. E comunque non potrei lasciare a voi tutto questo.”
Però,
quanto è melodrammatica questa signora! Parla di
‘tutto
questo’ come se Blaine fosse sul punto di morire.
Eventualità che hanno
sfiorato a quanto pare, ma che ora sembra scongiurata. Oltretutto Finn
dubita fortemente
che quella donna possa vantarsi di conoscere suo figlio. Anche se deve
ammettere che su questo punto ha ragione, se Blaine ha fatto storie per
lasciarsi aiutare prima di sapere di avere un problema, probabilmente
adesso
sarà peggio.
“Blaine
ha bisogno di un po’ di tranquillità intorno a
sé in
questo momento e da quel che ho potuto capire né lei
né suo marito-”
“Quasi
ex marito,” puntualizza, senza staccare lo sguardo dal
viso pallido del figlio.
“Si,
né lei, né il suo quasi ex marito siete in grado
di
dargli. E Blaine è sempre il benvenuto in casa
nostra.”
Un altro
po’ di convenevoli ed un altro paio d’ore al pronto
soccorso
e poi fanno tutti e quattro ritorno a casa.
Blaine
dovrà tornare tra un paio di giorni per fare una serie
di analisi ed altri tipi di indagini, ma per ora può stare a
casa e Finn è sorpreso
di quanto di buon grado il moro abbia accettato di non fare ritorno a
casa
propria, ma stare da loro.
Ha il polso
fasciato e le medicine che gli hanno dato in
ospedale gli hanno lasciato un po’ di nausea, ma ha un
colorito abbastanza
normale e Finn deve ammettere che è più piacevole
del solito averlo intorno,
anche se ora è costretto ad ascoltare gli inutili discorsi
che fa con Sam
quando guardano la TV insieme.
Quando qualcuno
bussa alla porta, Finn si alza
automaticamente, senza aspettarsi che uno degli altri due ragazzi lo
faccia al
posto suo e naturalmente non si stupisce neanche un po’
quando gli compare il
viso di Kurt davanti agli occhi.
Senza pensarci
un attimo si scansa, lasciandolo entrare e
solo quando Kurt lo ha già superato ed è corso ad
abbracciare Blaine, Finn si accorge
della persona che lo accompagna.
“Rachel?”
La ragazza lo
saluta dal primo gradino delle scale, le spalle
abbassate, lo sguardo colpevole.
“Non
potevo lasciarlo venire da solo,” mormora, distogliendo
lo sguardo da lui, evidentemente a disagio.
“Quindi
sei venuta soltanto per far compagnia a Kurt?” le
chiede.
Intanto
però ha già chiuso la porta di casa,
raggiungendola
alla base delle scale, fermandosi a pochi centimetri da lei, senza
sapere come
salutarla.
“No,
ovviamente no. È che penso sia il caso di parlare.”
“Rachel,
se hai- Io non sono Kurt, se mi hai- Se tu e Brody-
Io non-”
Rachel spalanca
gli occhi inorridita, “No. No, Finn, ma che
hai capito?” domanda, agitando le mani di fronte a lui,
“Tra me e Brody non è
successo niente. In senso letterale, proprio niente. Cioè,
ovviamente lui ha
provato a baciarmi la prima volta che siamo scesi insieme. Ma io ho
chiarito di
avere un fidanzato a Lima, anzi un futuro marito e che i nostri
appuntamenti
non avevano niente che non fosse puramente didattico.”
Rachel parla
velocemente, così velocemente che Finn non ha il
tempo di interromperla, anche se ci sarebbero mille cosa dire. Poi, una
volta
che lei ha smesso di parlare, non ha idea di come risponderle.
“Non
mi telefoni mai.”
“Lo
so. Sono qui per chiedere scusa. Kurt mi ha detto che mi
hai cercata, che ti ho fatto preoccupare.”
“Kurt
avrebbe dovuto farsi gli affari suoi,” sbotta Finn,
arrossendo vistosamente all’idea di essersi mostrato debole
agli occhi della
sua ragazza e lei gli rivolge uno sguardo sarcastico, sollevando un
sopracciglio.
“Oh,
dai Finn! Non dirmi che non ti ha detto cosa gli dicevo
io!”
“Cosa
c’entra? È mio fratello, è ovvio che me
lo abbia detto.”
“Ed
è il mio migliore amico, è ovvio che abbia
parlato anche
con me. Ora non cambiare discorso. Sto cercando di farmi perdonare,
qui. E se
non lo hai mai notato, non è qualcosa che faccio
spesso.”
Finn sorride,
decidendosi finalmente ad abbracciarla,
nascondendo il naso tra i suoi capelli leggermente spettinati dal vento
e
godendosi il profumo di lampone e camomilla che emanano. Ha tutto il
tempo per
chiarire, per spiegarle, per cercare di capire. Adesso vuole soltanto
restare
abbracciato a lei.
“Ah,
per favore, no!”
Finn avverte un
brivido corrergli lungo la schiena e si
irrigidisce un attimo, prima di scollarsi da Rachel e voltarsi verso il
ragazzo
in piedi accanto alla porta aperta con uno sguardo di puro disappunto.
“Cosa
vuoi, Sam?” domanda, rimproverando se stesso per
essersi sentito a disagio a stare con la propria fidanzata.
Sam li guarda
con un’espressione di finto disgusto.
“Kurt
e Blaine lì dentro stavano per farmi vomitare. Vengo qui
per cercare un po’ di solidarietà tra maschi e
questo è quel che trovo?”
Rachel fa
qualche commento sarcastico, terminando con un
occhiolino e una leggera gomitata nel fianco di Finn, ma lui non sta
neanche
lontanamente ascoltando.
Invece
preferisce tornare dentro e guardare con i propri
occhi.
Kurt
è seduto sul divano e Blaine è steso con la testa
appoggiata sulle sue gambe. Si stanno soltanto guardando negli occhi,
in silenzio.
E Finn si trova ad invidiare quegli sguardi così carichi di
sentimenti che
soltanto loro due sono in grado di scambiarsi, quegli sguardi che
sembrano
annullare tutto il resto e lasciare spazio soltanto per loro due.
Riesce a capire
perché Sam è scappato via.