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Autore: gattapelosa    14/09/2014    2 recensioni
— Io sono immortale?
— Non ancora. — risponde. — Ma puoi diventarlo.
— E come?
— Ci sono nove cose che devi assolutamente fare. Nove traguardi da raggiungere. Dopo, se anche il tuo corpo morirà, Clove Reen esisterà per sempre.
Io mi alzo in piedi; sento il corpo leggero, di nuovo vivo.
— Quali sono questi nove passi?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passo numero due: impara a non chiedere aiuto




Clove Reen – 7 anni

 
 
— Non ho bisogno di te. Vattene via.
— Ma Clove, io…
— Ho detto vattene!
Trent non se ne va. Sapevo già che non mi avrebbe lasciata da sola. 
La verità è che avrei davvero bisogno di lui, ora. Non sarei dovuta salire così in alto, ma i bambini più grandi sono già tutti bravi ad arrampicarsi, volevo solo provarci pure io.
— Tu hai le gambe troppo corte!— mia aveva detto Trent, prima. Aveva ragione, per salire avevo dovuto saltare su per i rami e ora sono abbastanza in alto da non vedere più le panchine. Arrischiarmi a penzolare nel vuoto sarebbe pericoloso, ma non posso proprio accettare l’aiuto di Trent. Lui ha dieci anni ed è già bravo, non voglio che si creda migliore di me.
Chiudo gli occhi e mi lascio calare giù. Tra le mie gambe e il ramo successivo ci saranno cinque centimetri buoni di vuoto. Non posso negare di avere un po’ paura, ma non permetterò certo a Trent di darmi una mano, nossignore!
Con tutto il sangue freddo che posso, mollo la presa. E riesco ad afferrare l’altro ramo.
— Clove! Stai bene?
— Certo che sto bene!— rispondo, felice. — Cosa pensi, che possa sbagliare?
Ora mi sento più sicura, salto da un ramo all’altro con flessibilità, come uno scoiattolo, ne vado fiera. All’ultimo, però, perdo la presa e scivolo di spalle. Urto un paio di rami, poi ruzzolo sull’erba, con la gamba destra che brucia e le spalle pesanti. Vorrei piangere, ma ho imparato che a piangere sono solo i deboli. In certi momenti mi piacerebbe proprio non essere più la forte e invincibile Clove.
— Cosa ti sei fatta? Hai male? Clove!— Trent sta ancora scendendo dall’albero, non può aver già notato la ferita. La copro con i pantaloni, poi mi alzo in piedi, sicura e fiera.
— Non fare il cretino, è stata colpa della rugiada se sono caduta. E non mi sono fatta niente, ovvio!
Non so se ci crede davvero, ma poco importa. Posso fare a meno della sua gentilezza, della sua disponibilità, della sua amicizia.
E no, non ci resto affatto male quando vedo che se ne va. Non mi interessa, mica ho bisogno di lui, io.
Così torno sola e zoppicante a casa, salvaguardando me stessa e i miei valori. Papà sarebbe proprio fiero di me. 




Bacheca dell'autrice

Tra quelle scritte fin'ora, forse questa flash mi ispira meno. Però è importante anche che Clove impari a bastare a se stessa, quindi...

 
  
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