Era sul letto a due piazze in mezzo alla stanza, di fronte a lui.
I capelli scuri gli cadevano sul viso estremamente serio, le dita erano sospese sopra il cavallo nero, pronte a fare una mossa che, lo sentiva, sarebbe stata decisiva.
Reim iniziava a sudare freddo: non poteva perdere, non contro colui che stava facendo soffrire tutti quelli che gli erano più cari, non contro Glen Baskerville.
Le dita affusolate del suo avversario si posarono finalmente sul pezzo degli scacchi e lo mossero in B5: scacco matto.

Con un salto Reim si alzò dal letto, spaventato. Non sapeva esattamente cosa avesse sognato, ma una cosa era certa: era stato un incubo.

 

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