Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    15/09/2014    2 recensioni
Un prezioso carico, formato da una coppia di anfore rispettivamente d'oro e d'argento, è pronto alla partenza e Lupin ha tutte le intenzioni di compiere l'ennesima furto in grande stile. Ma su quel treno ci saranno non poche sorprese per il ladro gentiluomo, e non sto parlando del "solito" ispettore Zenigata. In una delle carrozze si trovano anche i fratelli Elric, che loro malgrado saranno coinvolti in questa strana vicenda. Per la cronaca, ho preso spunto per questa fan-fic da un videogioco di Lupin uscito per PS2.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Un giro in città


Una volta arrivato al covo Goemon consegnò il giornale a Jigen, che appena vide la fotografia in prima pagina corse a svegliare Lupin. Il ladro dalla giacca rossa non riusciva a credere ai suoi occhi: l'articolo principale rivelava che il vaso della Luna, che aveva viaggiato via treno, in realtà era un falso! Una grande fotografia a centro pagina, in cui erano ritratti i vasi del Sole e della Luna, provava che ora i due manufatti erano al sicuro nella villa di Claudius Stewart, un nobile di Plomb Town nonché proprietario del vaso del Sole.
Qualche secondo dopo aver finito di leggere l'articolo, Lupin si precipitò a prendere in mano il vaso della Luna e con sua grande delusione constatò che in realtà quello era un volgare vaso rivestito con una lamina d'argento. Per la disperazione lo gettò giù dal tavolo, portandosi le mani nei capelli. Era sicurissimo che dietro a questo scherzetto c'era Stewart, e voleva a tutti i costi la sua rivincita. Non poteva sopportare un affronto così grave...
«Non riesco a crederci!» esclamò Jigen sdraiandosi sul divano, anche lui deluso per lo smacco subito. Poi si voltò verso il suo socio: «Ora che facciamo, Lupin?»
«Non ci resta che ricominciare tutto da capo...» rispose Lupin in un misto di rabbia e delusione.
«Hai già in mente qualcosa?» domandò Goemon, che nel frattempo si era seduto al tavolo.
«Niente di particolare, per il momento...» rispose Lupin riflettendo per qualche secondo. Poi aggiunse: «Non si sa nient'altro sui vasi?»
Jigen riprese il giornale in mano e guardò a fondo la fotografia in prima pagina.
«Dalla foto si direbbe che i due vasi sono esposti in una sala, senza particolari protezioni!»
«Me lo aspettavo da Stewart!» esclamò Lupin per niente sorpreso dalla descrizione di Jigen. «E' come se mi avesse lanciato una nuova sfida, ma questa volta giocherò d'anticipo!»
«In che senso Lupin?»
«Ah, che noia qui dentro! Io vado fuori, faccio un giretto in città!» disse il ladro dalla giacca colorata cambiando completamente discorso. «Ci vediamo più tardi!»
Nonostante la strana risposta di Lupin, i suoi compagni intuirono perché fosse uscito dal covo quasi all'improvviso: voleva visionare la villa di Stewart personalmente, per riorganizzare il furto dei due vasi. E come aggiunse Jigen, camminare lo avrebbe aiutato a calmarsi un po'...

Quella mattina l'improvvisata guida turistica Christian stava accompagnando i suoi ospiti tra i vicoli della città, alla ricerca di un artigiano ancora in attività. Non fu facile, ma alla fine ne trovarono uno, un anziano signore dalla folta barba grigia che lavorava in una piccola bottega del centro città.
«Buongiorno! Come vanno gli affari?» domandò Christian all'artigiano.
«Ah, buongiorno caporale! Ci sono invasori alle porte?» chiese l'artigiano in tono scherzoso al caporale.
«No, per fortuna! Siamo in tempo di pace!»
«Come mai da queste parti?»
«Sto accompagnando alcuni turisti per la città e questa ragazza sarebbe interessata al suo lavoro...»
«Piacere, mi chiamo Winry!» disse la ragazza presentandosi.
«Che sorpresa vedere una giovane ragazza interessata a questo genere di cose!» commentò l'artigiano, anche se l'aspetto dei fratelli Elric lo aveva incuriosito ancora di più, soprattutto l'armatura di Alphonse. Ma preferì non dire nulla a riguardo, non voleva allontanare dei potenziali clienti...
«Volevo vedere i suoi articoli!» affermò Winry sorridendo.
«Venite pure dentro! Mi fa piacere che ci siano qualcuno ancora interessato ai nostri prodotti... da quando il signor White è deceduto, qui gli affari sono solamente peggiorati.»
«Il signor White?» domandò Edward che sentiva per la prima volta quel nome.
«Non lo conosce?» domandò l'artigiano un po' sorpreso. «E' stato grazie a lui se questa città è diventata famosa in tutto il mondo! Era un vero e proprio mecenate, aiutava i migliori artigiani della città facendo molte donazioni!»
«Da come ne parla, sembra quasi un eroe locale!» commentò Edward.
«Lo era eccome!» precisò l'artigiano. «Da piccolo artigiano che era all'inizio, era riuscito a diventare una delle persone più influenti della città! Pensi che era diventato così famoso, che ad un certo punto era iniziata a girare una strana leggenda su di lui!»
«Ah sì, ne ho sentito parlare...» commentò Christian quasi infastidito.
«Leggenda? Quale leggenda?» domandò Alphonse incuriosito dalle parole dell'artigiano, che rispose quasi subito.
«Sono solo delle voci, ma si narra che per finanziare il suo enorme progetto di sviluppo per Plomb Town abbia accumulato un'immensa fortuna! C'è chi sostiene che per averla, abbia usato la pietra filosofale.»
«Ne è sicuro?» domandò Edward, nella speranza di saperne di più. «Può dirci altro su questo White?»
«Poco, a dir la verità!» ammise l'artigiano. «So solamente che prima di morire aveva prodotto due vasi, che poi sono stati venduti. Credo che li conosciate, sono...»
«I vasi del Sole e della Luna» aggiunse Christian per completare la frase. Quel discorso fu così interessante per Edward che ammise a suo fratellone di voler vedere di persona quei due vasi. Prima di agire
però dovevano aspettare che Winry finisse il suo giro di acquisti.

Da circa mezz'ora Lupin stava osservando con attenzione la villa di Stewart, un edificio di tre piani costruito poco fuori Plomb Town. Il bianco delle pareti e il verde del tetto risaltavano subito all'occhio, rispetto alle altre abitazione nelle vicinanze. La villa era circondata da un vasto giardino, ornato di molte siepi ben curate, chiuso da un imponente cancello che bloccava l'entrata a chiunque voleva entrare.
Studiando un modo per introdursi nella villa, Lupin pensò di poter usare una corda con rampino, in modo da entrare da una delle finestre del terzo piano. Sembrava una buona soluzione, ma per sicurezza tornò ad osservare attentamente il resto della villa. Ogni giorno se ne inventavano una nuova per impedire ai ladri di rubare...
L'idea della corda per raggiungere il terzo piano poteva funzionare, ma c'era il problema del giardino, che di sicuro sarebbe stato pieno di guardie. Questo fatto però poteva essere un vantaggio per Lupin: nessuno si sarebbe aspettato il passaggio del famoso ladro da quelle parti, e di conseguenza la sorveglianza sarebbe stata più bassa rispetto le altre zone della villa. Se poteva essersi una falla nel sistema di sicurezza, poteva essere solo in quel punto.
Dopo quest'ultimo ragionamento Lupin decise di andarsene, voleva memorizzare i vari ambienti della villa disegnati su una cartina che si era procurato qualche giorno prima. Ma proprio in quel momento, mentre si voltò per tornare al covo, intravide le figure dei due alchimisti che aveva incontrato sul treno, i fratelli Elric! Cercando di rimanere calmo, Lupin fece un largo giro per evitarli e per sua fortuna nessuno dei due lo avevano riconosciuto, entrambi stavano parlando con soldato che li stava accompagnando.
Il ladro dalla giacca rossa stava per andarsene da quella strada quando ad un certo punto notò qualcosa di strano, sopra uno dei tetti davanti a lui. Intravide una figura umana, per la precisione una bella donna dai lunghi capelli neri, che indossava un vestito nero con una vistosa scollatura. Riuscì a vederla solo per pochi attimi, poi la donna scomparve nel nulla. Da com'era posizionata, sembrava che stesse osservando i due alchimisti: oltre a Lupin, non c'erano altre persone nella zona in cui si trovavano i fratelli Elric.
Lupin aveva ragione, infatti l'homunculus Lust stava osservando gli spostamenti dei due alchimisti da tutta la mattinata, ma ora la sua attenzione era ricaduta su Tarnat. Voleva saperne di più su quel soldato e per questo motivo mandò Envy a casa sua, per raccogliere su di lui più informazioni possibili.

Su richiesta di Edward, il caporale aveva portato lui e gli altri alla villa di Stewart, che però era chiusa. Dopo che i due vasi erano stati riuniti, nessuno poteva entrare senza permesso. Christian era desolato per tutto ciò, ma in quel momento Edward era più interessato al comportamento del caporale, da tutta la mattinata aveva un atteggiamento molto strano. Si stava ancora domandando perché avesse reagito in maniera strana quando l'artigiano aveva iniziato a parlare di White e della pietra filosofale, sembrava essere infastidito da quell'argomento. Come gli aveva fatto notare Winry, in quel momento aveva anche lo sguardo perso, come se fosse distratto da altro.
Facendo finta di niente per il momento, Edward domandò a Christian se poteva fare una telefonata urgente. Tornando in sé Christian gentilmente accompagnò i suoi ospiti in caserma, che si trovava a poca distanza dalla villa.


Continua...
  
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