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Autore: Sherlocked_Alien    15/09/2014    2 recensioni
John Watson irruppe nell'ufficio appena in tempo per vedere una sagoma vestita di nero abbandonare velocemente la stanza, scivolando fuori dalla finestra. Solo quando la figura sparì completamente dalla sua visuale riuscì ad elaborare quello che era appena successo e subentrò lo shock.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'idea mi è venuta in mente dopo aver visto un post di Tumblr.
Buona lettura!
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John Watson irruppe nell'ufficio appena in tempo per vedere una sagoma vestita di nero abbandonare velocemente la stanza, scivolando fuori dalla finestra. Solo quando la figura sparì completamente dalla sua visuale riuscì ad elaborare quello che era appena successo e subentrò lo shock.
Un colpo d'arma da fuoco, un tonfo sul pavimento, i suoi pensieri che si concentrano sull'unica persona che sapeva essere li: Sherlock Holmes. Mise a fuoco la situazione, e gelò sul posto. Il suo amico, il geniale detective londinese, giaceva a terra con un foro sul petto. Il sangue sgorgava copioso. L'adrenalina si impossessò del dottore. 
-John..- sussurrò. 
Il dottore corse verso l amico, constatando automaticamente le sue condizioni tragiche. 
Estrasse il telefono, digitò il numero del pronto intervento. 
-Non serve..- disse Sherlock, come se avesse letto nei pensieri di John.
Di sicuro, colse la sua disperazione e la sua paura. 
-I soccorsi stanno arrivando..- continuò. 
-Chi.. Chi li ha chiamati?- chiese John, terrorizzato. 
-La persona che mi ha sparato, John-
La sua voce era interrotta da continui colpi di tosse. Il dottore inorridì notando le gocce di sangue fuoriuscire dalla sua bocca, sintomo che la situazione stava decisamente peggiorando. Si fidava di Sherlock Holmes, ma lasciò comunque in linea la chiamata al pronto intervento, li avrebbero rintracciati entro breve.   
-Promettimi che la perdonerai, meriti di essere felice..-
Gli occhi di John si sbarrarono, non capendo a chi si stesse riferendo. Con orrore, il suo cervello lo portò all’unica conclusione plausibile. Che fosse stata..?
-Sherlock, chi è stato?- 
La voce tremava, la tensione era troppa: il suo migliore amico, il suo più grande punto di riferimento era in fin di vita, tra le sue braccia, e lui non poteva fare niente per salvarlo: non aveva gli strumenti adatti, non aveva la forza, ma soprattutto non aveva il coraggio di vedere il grande Sherlock Holmes abbandonarlo. Per un attimo desiderò essere come lui: forte e totalmente estraneo alle emozioni. Alieno all'odio, ma maggiormente all'amore. 
-Sherlock, chi..?- 
Il detective cercò di mettersi seduto, ma un colpo di tosse particolarmente violento gli fece perdere l equilibrio. John fece in modo che potesse appoggiarsi alle sue gambe. Gli tolse una ciocca di capelli dal viso, e Sherlock gli prese la mano, facendo intrecciare le loro dita, come se non volesse più  lasciarlo. Gli occhi color ghiaccio del detective si posarono su quelli del dottore e non si sorprese quando vide le lacrime rigargli il viso. John doveva sapere, era giusto così. Prese l’anulare del medico, trovò la fede nuziale e la fece girare delicatamente sul dito. 
E John capì. 
-Mary?-
Per quanto fosse impensabile e assurdo, per l ennesima volta si rese conto che doveva essere la verità, dal momento che Sherlock Holmes non aveva mai torto. Senza che se ne accorgesse, l odio nei confronti della donna si impadronì di lui, senza preavviso. 
-Non odiarla, ha dovuto farlo.. E stata colpa mia, non sono stato abbastanza pronto a ragionare e cercare di salvarmi..-
Sherlock impallidiva a vista d'occhio e iniziò a sudare freddo. John conosceva fin troppo bene quei sintomi, e il terrore prese il sopravvento. Avrebbe pensato dopo a Mary, in quel momento c'erano solo lui e Sherlock, e pregò che durasse il più possibile. Il detective si accorse della paura dipinta sul volto di John. 
-Sei una persona meravigliosa, John.. Senza di te sarei completamente perso.. Mi hai reso una persona migliore, in grado di amare, anche se purtroppo non ho saputo dimostrarlo..-
John Watson sbiancò, e il suo corpo fu pervaso da forti tremori. 
-Shh..- sussurrò Sherlock accarezzandogli la mano. Fece il possibile per tranquillizzarlo, mentre da lontano si sentivano le sirene della polizia e dell’ambulanza. Iniziò a cantare a labbra chiuse una melodia dolce.. Ben presto John la riconobbe: era la canzone che Sherlock aveva composto per il matrimonio suo e di Mary. Con un sorriso amaro, Sherlock Holmes parlò a fatica.
-Quello sarebbe dovuto essere il nostro valzer..-
Le parole uscirono lentamente, cariche di tristezza. Una lacrima calda scappò dai suoi occhi di ghiaccio, e il detective si spense tra le braccia dell'unica persona che gli aveva aperto il cuore all'amore.


 
  
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