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Autore: Jude02    15/09/2014    0 recensioni
Non siamo nell'Inghilterra degli anni 90 e Veronica non è la groupie nè la roadie degli Oasis.
Era iniziato tutto con una serata sbagliata, quell'incontro sulla terrazza sarebbe dovuto restare sospeso a 5 piani da terra, libero di essere dimenticato, eppure sembravano destinati a incontrarsi nuovamente..
Era solo desiderio di vendetta il sentimento che spingeva Liam verso di lei?
Ma un altro incontro era pronto a sconvolgere nuovamente la vita di Veronica..
Era soltanto desiderio di sicurezza e protezione quello che la spingeva verso Noel?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4


Domenica mattina di due settimane dopo.

Caro diario,
Non credo che esista un giorno della settimana più odioso della domenica, con tutte le sue false aspettative di riposo e serenità.
Domenica, giornata di illusione e ipocrisia, un po' come le feste natalizie. Ma non pensare che io sia quel mostriciattolo verde pronto a rovinare le feste ai bambini, soltanto, non ho mai avuto esperienze positive dei giorni festivi trascorsi "in famiglia", per me da sempre caratterizzati dalla solitudine.
Solitudine e mal di testa al risveglio, solitudine e inerzia nel pomeriggio, solitudine ed ansia alla sera.
Ecco perchè, per quanto mi riguarda, non c'è giorno peggiore della suddetta domenica.


Finite le patetiche lamentele sul mio quaderno nero che fungeva da diario, poi riposto accuratamente sotto il materasso, mi sdraiai sul letto al contrario, come mi era solito fare quando mi assalivano troppi pensieri in una volta. Stesi le gambe contro il muro, incrociando lo sguardo  dei Beatles, appesi su ogni centimetro libero del muro. 
Chiusi gli occhi, cercando di scacciare i pensieri, prima che questi prendessero posto nella mia mente e decidessero di aver trovato il loro ambiente ideale. Ma loro furono più veloci e gettarono l'ancora, impedendomi per l'ennesima volta di controllarli. Riaprii gli occhi e mi sedetti sul letto a gambe incrociate, fissando John con aria sconsolata, mentre gli altri componenti mi sorridevano di rimando.
"Che sia stato soltanto un sogno? Un insolito ma bellissimo sogno?" domandai, più a me stessa che alle quattro figure bidimensionali.
Nelle ultime settimane non mi ero concessa il tempo di ripensare alla notte del compleanno di Annabell, volendo mantenere fede alle promessa che mi ero fatta: "Tutto ciò che succederà su questa terrazza, rimarrà su questa terrazza". Non ero mai stata una ragazza da "giorno dopo", ho sempre preferito evitare i secondi incontri tra persone conosciute in una sera. Troppo insicura e spaventata per concepire l'idea di un legame, seppur instabile o passeggero.
Ho sempre avuto paura che le persone mi conoscessero meglio e decidessero che non ero abbastanza per loro. Così, preferivo tenermi strette le mie poche, ma profonde amicizie, ed evitare di legarmi a persone che mi avrebbero inevitabilmente delusa o fatta sentire inadeguata.
So di avere una visione terribilmente pessimistica delle relazioni, ma non sono mai riuscita a controllare  quell'insopportabile fobia del rifiuto, né ho mai incontrato una persona che mi facesse sentire finalmente bene con me stessa e con gli altri.
Eppure, non riuscivo proprio a togliermi dalla testa quegli occhi penetranti, quel viso perfetto, quell'accento mancuniano...e il modo in cui mi avevano fatta sentire quegli istanti trascorsi assieme a lui.
Mi alzai, dirigendomi verso l'armadio a quattro ante della mia camera; ne spalancai una, scorrendo lentamente cappotti e giacche, fino ad arrivare all'ultima, seminascosta nell'angolo più buio. La sfilai dalla croce e la indossai, era decisamente troppo grande per essere di mia appartenenza; no, di certo non era stato soltanto un sogno.
"Sono ridicola" pensai, "Ed è ridicolo che io mi senta in questo modo per qualcuno che nemmeno conosco e che non si è più fatto vedere... Chissà quante altre ragazze, prima e dopo di me, si saranno sentite attratte a quel modo da quei magnetici occhi verde-azzurri, da quell'intrigante modo di fare..."
Scrollai il capo, per scacciarne il ricordo e decisi che era ora di smetterla di comportarsi da stupida: avrei portato la giacca ad Annabell perché la restituisse al legittimo proprietario e me ne sarei dimenticata una volta per tutte. 

***

Il pomeriggio stesso uscimmo e, dopo qualche chiacchiera a vuoto, cercai di tirar fuori l'argomento il più disinvoltamente possibile: -Senti, Ann, ti ricordi di quel ragazzo, al tuo compleanno...
Lei sfoderò un sorrido esultante- Sapevo che ti saresti decisa a parlarne prima o poi! Devi raccontarmi tutto quello che avete fatto quando ve ne siete andati, voglio sapere ogni dettaglio! -strillò, impaziente e maliziosa.
-Ann! Non è successo proprio niente, mi ha riaccompagnato a casa e basta.
-Vi, mi dispiace ma non ti credo, ho visto come ti guardava, come ti ha difesa da..sì insomma, lo sai. E poi Step mi ha raccontato del tuo sguardo appena vi ha presentati... 
Arrossii, imbarazzata. 
-E poi.. se una ragazza gli interessa, non è tipo da non combinare nulla lui.. - continuò, facendomi l'occhiolino.
-Allora evidentemente non gli interessavo. -ribattei, seccata dalla sua insistenza -In ogni caso non è per raccontarti cose che non sono successe che te ne sto parlando, ma soltanto per chiederti di restituirgli la sua giacca.
-Perché ce l'hai tu? -mi domandò, corrugando le sopracciglia, non ancora convinta della mia versione dei fatti.
-Perché nel riportarmi a casa ha finito la benzina, allora ci siamo seduti davanti al portone aspettando che il suo amico venisse a prenderlo e, nel frattempo, mi sono addormentata. Quando mi sono svegliata avevo la sua giacca sulle spalle e lui non c'era più. Ora sei soddisfatta?
-In realtà no.. -mormorò, delusa. Ma i suoi occhi assunsero nuovamente lo scintillio di poco prima: -Se proprio vuoi che il bell'inglese misterioso riabbia la sua giacca, devi ridargliela tu!
-Bell'inglese misterioso? Ma per favore! - inarcai le sopracciglia.
-Beh, nessuno sa quasi nulla di lui, se non che prima cantava in una band. Ha una voce stupenda, sai? Come se qualcosa in lui non lo fosse.. credo proprio che se non fossi innamorata di Step ci avrei fatto un pensierino.
-Ann, stai divagando! -la riportai con i piedi per terra, interrompendo il flusso delle sue fantasie.
-Non preoccuparti Vi, non te lo rubo -ridacchiò, facendomi alzare gli occhi al cielo -Come ti stavo dicendo, aveva una band a Manchester, di cui però non ricordo il nome.. Qualcosa come "Pioggia", ma poi, non so per quale motivo, ha deciso di venire in Italia, assieme al suo compagno di scuola, quel ragazzetto nervoso che era con lui l'altra sera e un altro ragazzo che non hai ancora conosciuto, che tutti chiamano Bonehead.
-Mi aveva accennato qualcosa riguardo a un litigio con suo fratello, a cui aveva anche rubato la chitarra.. -mormorai sovrappensiero, cercando di ricordare la conversazione.
-Beh, è più di quanto abbia raccontato a me o a Step. Non parla mai del suo passato, ma dovresti vedere quanto sia ottimista riguardo al futuro suo e del gruppo, ripete in continuazione che diventeranno "le fottute rockstar più famose del mondo" - Annabell ridacchiò aggiungendo: -Beh, la voce ce l'ha, per non parlare del fascino...
Provai a immaginarmi Liam Gallagher su un palco illuminato, in piedi dietro a un microfono, con lo sguardo rivolto a una folla adorante e mi accorsi di riuscirci senza troppe difficoltà.
-Allora, Veronica, quando hai intenzione di riportargli la giacca? E' un'ottima scusa per rivederlo! -stavolta fu Annabell a riportarmi alla realtà.
-Non ci penso neanche! Se avesse voluto rivedermi, sarebbe venuto a riprendersela, dal momento che sa dove abito. Inoltre, l'hai detto tu stessa, non è tipo da non combinare nulla e probabilmente ne avrà già combinate abbastanza con ogni essere femminile presente sul pianeta. Non mi interessano i ragazzi così. 
-Se la metti in questo modo.. Vorrà dire che organizzerò un'altra festa a cui casualmente sarete invitati entrambi -annunciò, soddisfatta della sua idea.
-Ne ho abbastanza delle feste. Sabato mattina ci vediamo in centro, io ti porto quella dannata giacca e tu gliela ridai, o gliela fai ridare da Step. D'accordo?
Non le lasciai il tempo di ribattere, altrimenti avrebbe trovato sicuramente qualche altro sotterfugi. Annabell aveva la pessima abitudine di immedesimarsi in Cupido e cercare di far nascere coppie improbabili, non che io le dessi molta soddisfazione da questo punto di vista, anzi, ero decisa a tenerle testa per l'ennesima volta. Così l'abbracciai e mi avviai verso casa.
   
 
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