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Autore: Iwazaru    15/09/2014    3 recensioni
Alexis è una ragazza con un passato difficile;
Un giorno comincia una corrispondenza via e-mail con un uomo di cui sa poco e nulla.
...ancora non lo sa, ma sarà l'inizio del completo stravolgimento della sua vita. Troverà una cosa preziosa, la perderà oppure andrà incontro ad un happy ending?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Los Angeles, 27 dicembre 2010
 
« Enemy of mine, I'll fuck you like the devil.
Violent inside, beautiful and evil.
I'm a ghost. You're an angel.
We're one and the same, just remains of an age.
Lost in a day dream, what do you see?
If you're looking for Jesus, get on your knees »
 
 
Quando lentamente apro gli occhi, la luce ha già pervaso la stanza. Non ho idea di quanto tempo io abbia dormito o che ore siano. Sono ancora arrotolata nella coperta e quando mi volto, noto che Jared non c’è.
Sospiro appena.
Avrà dormito? O avrà passato le ore a lavorare e stare sveglio facendo altro?
Un piccolo flashback di quello che abbiamo fatto ieri sera mi passa nella mente e arrossisco leggermente.
Riuscirò a guardarlo senza vergognarmi troppo? Lo spero.
Sospiro, sbadiglio e mi stiracchio appena. Ero davvero stanca, ieri è stata una giornata così intensa.
Scosto le coperte e un piccolo brivido per la differenza di temperatura mi coglie. I miei capelli sono un disastro e recupero l’elastico dal comodino per legarli in una coda, giusto perché non ho voglia di sistemarli o pettinarli.
Prendo la mia felpa dall’armadio e mi ci avvolgo con tanto di cappuccio tirato sulla testa. Quindi a piedi nudi gironzolo per casa alla ricerca del mio uomo. Sono sicura di non trovarlo in cucina, ma per il resto, potrebbe essere ovunque. Poi sento il suono di una chitarra e faccio un sorrisetto. Lo sapevo che aveva passato chissà quanto tempo a strimpellare e non dormire.
Lancio un’occhiata all’orologio. Cavolo! È ormai ora di pranzo!
Lo raggiungo quindi nel ‘Lab’ così lo chiamano loro. Si sono spesso rinchiusi lì quando scrivevano e registravano This is War.
Lo ritrovo appoggiato a non so cosa, mentre suona la chitarra, gli occhi chiusi e la sua voce che cerca forse nei meandri della propria mente, delle parole da associare alla melodia che sta scrivendo.
Silenziosamente mi appoggio allo stipite e lo guardo ammaliata, stringendomi nella mia larga felpa nera con la zip che mi tiene caldo.
Lui continua per un tempo indefinito, non so quanto sia, poi finalmente apre gli occhi, mi vede e sorride.
« Buongiorno »
« Ciao » 
« Ti sei svegliata finalmente »
« Potevi svegliarmi tu »
« Eri troppo carina e poi, dopo ieri, ho pensato avessi bisogno di dormire »
« Mh, un po’ » ammetto avvicinandomi a lui.
Mette a posto la chitarra e io come nulla fosse mi siedo sulle sue gambe, allacciando le braccia al suo collo.
« Ciao » mi dice con un sorrisetto e sporgendosi per rubarmi un bacio « Cosa vuoi fare oggi? »
Io mi stringo nelle spalle « Non lo so, tu cosa devi fare? »
« Noi ci dobbiamo preparare, il trentuno suoniamo a Las Vegas »
« Ah, non lo sapevo »
« Non te lo avevo detto? »
Scuoto il capo per negare.
« Scusa, ho sempre così tante cose per la testa »
« Quindi non ti avrò qui per capodanno »
Pensarlo mi rende davvero triste, non so come mai, anzi, certo che lo so! Sarebbe stato un nuovo inizio. Per me sarebbe un nuovo inizio e ci tenevo ci fosse anche lui.
Mi rabbuio senza nemmeno farlo apposta e abbassando il viso, le sue dita prontamente me lo rialzano per permettergli di guardarmi negli occhi.
« Scusa »
« Non fa niente, starò con Christine » mento.
Non voglio che si senta in colpa per il suo lavoro. Ama il suo lavoro e io amo guardarlo fare il suo lavoro.
« Sei sicura? »
« Mh-mh » annuisco.
« Oggi volevo portarti in un posto, dobbiamo, prendere una cosa per te »
Io spalanco gli occhi guardandolo « una cosa per me? »
E lui semplicemente annuisce.
« Ehi, ora sono curiosa »
« Lo so, ma sei ancora in pigiama, che ne dici di muoverti e usciamo? »
Sorrido e lo bacio.
« Così non usciremmo » dice scostandosi appena.
Sbuffo divertita e gli poso solo un bacio sulla guancia.
Quanto è bello, smetterò mai di considerarlo così bello e affascinante? Oppure passerò la vita a crogiolarmi nella sua perfezione? 
Scendo da sopra le sue gambe e torno verso la stanza per recuperare un paio di jeans, una maglia e una camicia.
Vado in bagno a farmi una doccia al volo, senza lavare i capelli, dato che l’ho fatto ieri, ma dandogli una bella sistemata. Non riesco a far altro che pensare cosa Jared mi voglia prendere!
Devo anche mostrargli qualche casa che avevo guardato. Spero non si aspetti che rimanga da lui sempre.
É bello, soprattutto quando c’è, ma voglio la mia casa, la mia vita.
Ci metto una ventina di minuti a sistemarmi, lego la camicia alla vita, la porto solamente se dovesse fare freschino.
Quando faccio per tornare da lui, Jared è pronto per uscire.
« Non vuoi proprio dirmi… »
« No, è una sorpresa »
« Uff, okay, andiamo »
 
Siamo sulla strada, Jared guida e nonostante glielo abbia chiesto più volte, non vuole assolutamente dirmi dove stiamo andando. Allora tanto vale che io mi rassegni. Tutto quello che so è che stiamo uscendo dalla città.
« Sai, ho guardato qualche casa sul sito dell’agenzia immobiliare »
« Oh, credevo che rimanessi ancora un po’ da me »
Sembra quasi dispiaciuto nel dirlo.
« Beh, credevo solo che…Jared mi piace stare con te, davvero. Ma, non me la sento di convivere in modo serio »
Lui sorride e si stringe nelle spalle « Lo so, l’ho pensato anche io. Solo che mi piaceva averti a casa »
Oh. Lo abbiamo pensato entrambi in effetti.
« É solo che, sai, pensavo che voglio prima imparare a vivere da sola, ma vivere sul serio. Poi chissà se saremo ancora insieme…
« Se? » Mi interrompe.
« Beh, magari ti stanchi o chissà che altro »
« Pfff Alexis »
« Che c’è? »
« Nulla, già stai pensando a quando e se ci lasceremo e stiamo insieme da così poco »
« Scusa, è che continuo a pensare che noi due… »
« Cosa? »
« Che, sì insomma, mi sembra tutto troppo bello per durare »
E ancora una volta lui rimane in silenzio e io mi rendo conto che pensare una cosa simile della nostra storia è molto poco carino. Ma cosa ci posso fare? Non riesco ancora a credere che le cose possano, anzi stiano, davvero cambiando per il meglio. Ho ancora paura che qualcosa possa succedere.
Lui non dice più nulla fino a quando non ci fermiamo in una sorta di caseggiato quasi in mezzo al deserto.
« Dove siamo? » Domando.
« Vedrai »
Ancora non mi dice nulla? A che pro?
Scendiamo dall’auto e mentre di solito mi prendeva per mano, questa volta non lo fa. Sento una sorta di morsa allo stomaco. Sento all’istante il bisogno di mandare quel famoso messaggio a Christine.
 
To: Christine
Ieri notte. Io e Jared…Wow!
Ora siamo non so dove e lui è glaciale perché gli ho detto che la nostra storia mi sembra troppo bella per poter durare…
 
Infilo il cellulare in tasca, sperando che Christine mi risponda presto.
Ad accoglierci una signora con una canottiera e dei jeans che non potrebbero essere più sporchi. La guardo curiosa e lei studia me.
« Siete venuti in anticipo »
« Eravamo pronti »
« Venite » ci dice e io sono un po’ titubante.
In un attimo, ci ritroviamo nel bel mezzo di un allevamento di cani. Cuccioli e cani più grandi che corrono a destra e a sinistra. E io non riesco a nascondere un enorme sorriso.
Non ho mai avuto un cane.
Cerco lo sguardo di Jared, ma sta controllando il proprio cellulare. Perché ho l’impressione di aver distrutto l’armonia che avevamo avuto poche ore fa?
Sospiro e guardo altrove, notando che la stessa signora di prima, viene verso di me con un cucciolo a dir poco adorabile. Un cucciolo di Husky con degli occhioni azzurri a dir poco splendidi.
« Il signore ha detto che è per te » dice riferendosi a Jared.
Io rimango a bocca aperta e lei mi mette in braccio questo batuffolo di pelo e occhi.
Non so nemmeno come si tenga in braccio un cucciolo, ma sembra che lui o lei lo sappia meglio di me. Non appena mi si avvicina mi lecca la faccia e io ridacchio.
« Jared… » mormoro voltandomi verso di lui che in un secondo mi scatta una foto.
« Così quando sono via hai compagnia » mormora abbozzando un mezzo sorriso.
Oh. Quest’uomo…
Quando lo guardo, si vede che è ancora infastidito dal mio commento precedente, però se solo non ci fosse questa strana signora molto sporca ad osservarci, lo avrei già baciato.
« É un maschietto o…? »
« Una femminuccia » mi interrompe lei « Potete già portarla via »
Oh, wow. Non è il mio compleanno ma mi sento come se lo fosse. Istintivamente mi viene da guardare il polso di Jared, per controllare e…l’orologio è ancora lì. Abbozzo un mezzo sorrisetto.
« Entro un momento con lei » mi dice seguendo la signora all’interno dell’edificio.
Io sospiro e per la troppa paura che questa piccola scarica di elettricità possa scappare via, me la tengo salda in braccio mentre lei non fa che leccarmi la faccia.
« Devo trovarti un nome » mormoro guardando quegli occhioni azzurri.
Fosse stato un maschietto, lo avrei di certo chiamato Jay, ma essendo una femminuccia, come potrei chiamarla? Ci devo riflettere molto a lungo. Non voglio darle un nome scontato o un nome a caso per la sola fretta di farlo. Ma non ho nemmeno avuto il tempo fisico e materiale di prepararmi a questo nuovo arrivo.
« Mh, Kaja? » Mormoro e lei mi lecca la faccia « Kaja ti piace? Oppure Yuki. Uff, non so come chiamarti » brontolo ancora.
« Ehi, andiamo? »
Sento la voce di Jared che mi ha superata e sta già tornando alla macchina.
« Sì, arrivo » mormoro un po’ più tristemente e stringendo questa cuccioletta adorabile che in effetti comincia a pesare un po’!
« Passiamo al negozio d’animali, così le compriamo un po’ di cose »
« Jay… » mormoro « Sei arrabbiato? »
E lui non risponde. Ecco, lo sapevo. Se non è arrabbiato è comunque infastidito o contrariato.
« No, non arrabbiato. Ma non credere che quando dici certe cose non mi ferisci »
« Non volevo. É solo che devo abituarmi a… »
« A noi? »
« Sì, lo sai che sei il primo. E non puoi biasimarmi per aver paura che qualcosa vada storto »
« Non ti biasimo, mi infastidisce che tu lo possa usare come ancora di salvezza. Quasi aspettandoti che sia così »
Abbasso appena lo sguardo su Yuki, sì ho deciso di chiamarla così, che se ne sta un po’ più tranquilla sulle mie gambe. Forse anche lei è spaventata.
« Mi dispiace » mormoro.
Non c’è molto altro che io possa dire. Mi dispiace davvero e so che tenermi sempre pronta ad aspettare il peggio non mi darà modo di cambiare la mia vita. So che lui è in un periodo della sua vita in cui si convince di dare il massimo e lottare per tutto. Ma io ho bisogno anche di qualcosa di tranquillo a cui aggrapparmi.
Rimaniamo in silenzio. 
Il negozio di animali ci divide e ognuno di noi va da una parte, comprando qualcosa di diverso.
Per tutta la durata del viaggio di ritorno stiamo in silenzio e io non so davvero come fare per togliermi di dosso questa sensazione opprimente di disagio e tristezza. 
É la nostra prima lite?
Beh, fa schifo.
 
Ho passato il resto della giornata con Yuki in soggiorno mentre lui è stato tutto il tempo nel suo ‘laboratorio’. Deve aver chiuso la porta perché non l’ho sentito suonare. D’improvviso mi ricordo che Christine potrebbe avermi risposto al messaggio e ne approfitto anche per scattare un paio di foto a Yuki e mandargliele.
 
From: Christine
Alexis, come avrebbe dovuto prenderla? Gli hai praticamente detto che potreste lasciarvi.
Tu non sei molto abituata a queste cose, ma non so se Jared ti ha parlato di Cameron…
 
To: Christine
Mi ha accennato qualcosa, solo che dopo di lei non ha più voluto nessuna. Ma non so cosa fosse successo.
Guarda chi è appena arrivata…
 
From: Christine
OH MIO DIO! Devo venire a trovarti! La voglio coccolare!
Beh, Jared le aveva chiesto di sposarlo, lei aveva detto di no. Nessuno sa il perché, solo lui e credo Shannon. Ma per il resto si sono fatte solo supposizioni
 
To: Christine
Cazzo. Forse ora ho capito perché se l’è presa così tanto. Parlavamo delle case che ho visto, del fatto che non me la sento subito di convivere con lui e poi ho detto quella cosa…
Vieni quando vuoi, lo sai! Si chiama Yuki ed è splendida!
 
From: Christine
Probabilmente sì, anche Jared è umano. Con te fin ora è stato divino, ma è pur sempre un uomo
Mh, non voglio disturbare la coppietta in questo periodo, vengo più avanti.
 
To: Christine
Cerco di parlargli un po’ ora. A dopo.
E, ah! Loro a capodanno suonano a Las Vegas, lo sapevi?
 
From: Christine
Certo, me lo aveva detto Shannon. Jared no?
 
To: Christine
Solo oggi. Va beh. A dopo
 
Appoggio il telefono e mentre Yuki si è addormentata sul tappeto, io non ce la faccio più, non mi piace questa tensione che mi sento addosso. Questa sensazione che lui sia arrabbiato o offeso con me. Non mi piace proprio.
Lentamente mi intrufolo nel laboratorio e lo trovo su un divanetto che scrive e compone.
« Jay… » mormoro appena.
Lui alza il capo e mi guarda, i suoi occhi azzurri fissi su di me, fissi in me.
« Mi dispiace » mormoro colpevole. 
Mi sento davvero male e non mi era mai capitato di sentirmi così.
Lui lascia andare la matita con cui stava scribacchiando su una serie di fogli.
« Non mi piace che tu possa pensare che tra di noi finirà sicuramente » ammette.
Almeno mi parla, almeno parla!
« Non volevo intendere quello. Io, lo sai che è la prima volta che provo qualcosa del genere per qualcuno. Sono sempre stata abituata che le cose belle non durano. Che se mi capitano sono qualcosa di così surreale e poco duraturo. Tu sei così importante per me… »
« Anche tu! Anche tu sei importante per me ma sembra che te lo dimentichi sempre. Sembra che sei così impegnata a preoccuparti di una marea di cose inutili, da dimenticarti sempre l’importanza che hai anche tu per me. Io ti amo Alexis, sai da quanto tempo non provavo questo sentimento per qualcuno, in modo così intenso e…spaventoso? »
Lo guardo, la sua espressione, il suo tono, sono severi ma al tempo stesso preoccupati, un po’ spaventati.
Posso carpire anche la sua insicurezza, quella paura di cui mi aveva parlato tempo fa.
Mi avvicino e mi siedo vicino a lui, togliendogli la chitarra dalle mani.
« Allora arrabbiati con me. Perché tu mi tratti ancora come un oggetto fragile »
« Lo sei… »
« Sì, lo sono. Ma non puoi tenerti sempre tutto dentro, non puoi non farmi sapere come ti senti. Io amo questo Jared dolce e gentile, ma so che ci sono altre parti di te, lo so perché me ne hai parlato per lunghi mesi. Eppure ora che siamo qui, siamo insieme non me ne parli mai »
« Quando sono venuto da te, quando ti ho trovata così. Mi sono sentito male. Male per quello che ti era successo, certo, ma male perché era come se mi avessi spinto via. Per una settimana quasi non mi hai detto nulla. Non ero abbastanza importante da…non lo so! Ma mi hai ferito, profondamente in quel momento. Ma dovevo e volevo starti vicino perché al momento sei la cosa più preziosa che ho. Non voglio che ti accada nulla e voglio che tu possa essere felice! »
Oh…come dovrei prendere tutte queste cose?
Sapevo che c’era sotto qualcosa. Ma non credevo che si fosse sentito così. Non ho pensato a nessuno quella volta. Ho pensato solo che lui non avrebbe voluto una ragazza come me, sporca, rotta, complicata e in un certo senso dannata.
« Mi dispiace. Quella volta, mi sentivo così, indegna di averti o conoscerti. Temevo che a vedermi in quello stato… »
« Credevi me ne sarei andato? Me ne sono mai andato in quest’anno? Con tutto quello che mi hai raccontato, che ci siamo raccontati. Tu hai la mia fiducia più completa e io credevo di avere la tua… »
« Jared… »
Gli prendo il viso e lo guardo dritto negli occhi.
Lui ha la mia fiducia, non era quello che è successo nella mia testa.
« Tu ce l’hai. La mia fiducia, il mio amore. Non era quello che è successo. Era come mi sentivo. Avevo trovato qualcuno come te, splendido e che mi aveva sempre ascoltata e protetta. Ma in quel momento mi sono sentita l’ombra di me stessa. Mi odiavo e credevo che anche tu lo avresti fatto. Che avresti visto ciò che ho visto io, i cocci, un cumulo di nulla »
« Stupida » sbuffa.
« Sì, forse. Ma tu mi stai facendo scoprire cose così belle. Queste sensazioni e i sentimenti che mi fai provare. Che non so come controllare ma che mi rendono così leggera e felice. Jay, se fosse per me, vorrei vivere con te per il resto della mia vita. Ho solo paura della vita, di quello che ancora potrebbe riservarmi. E se perdessi te… »
« Shh…non mi perdi. Sono qui. Voglio essere qui e voglio essere con te. Siamo noi a decidere come andrà questa storia. Pensa quello che mi hai appena detto, che rimarremo insieme e succederà. »
Lui è sempre così positivo, un po’ oscuro alle volte ma viaggia sempre verso la meta. Ci mette tutto sé stesso e io voglio imparare da lui.
Lo abbraccio semplicemente e non dico altro. Non voglio litigare. Non voglio più litigare con lui.

 

 

   
 
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