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Autore: FraSilverlight99    15/09/2014    2 recensioni
Cosa accadrà ad Hazel dopo la morte del suo grande amore? La sua vita continuerà anche senza Gus? Il suo infinito continuerà ad essere tale anche senza lui?
Genere: Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hazel Grace Lancaster, Isaac, Peter Van Houten
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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< No, non è possibile. Non può essere morto. > Jonathan Mathers è ancora sulla porta, lo sguardo fisso su di me. < E perchè non potrebbe? >gli chiedo. < Bè, insomma, era così giovane! > mi risponde. < Ti posso assicurare che non sarà di certo la giovane età a fermare ciò che la morte vuole. > Sono cosciente di essere sull'orlo del cazziatone. < Parli della morte come fosse un niente, ma che ne sai tu? > sono arrabbiata come mai prima d'ora, ma facendo sbocciare un sorriso puramente falso gli rispondo: < La morte sta bussando alla mia porta da anni ormai. Siamo quasi migliori amiche. > "Prima di portarmi via Gus lo eravamo, almeno." Penso fra me. Mi fissa il viso. Probabilmente si è reso conto ora del mio zaino "portaossigeno", il mio secondo migliore amico da sempre. < Chi sei? > mi chiede. Mi aspettavo un sincero "scusami" oppure un fasullo "mi dispiace" come fanno tutti, ma da quanto ho capito la cordialità non fa per lui. È una di quelle persone che pensano di sapere tutto e invece sanno quel poco che gli permette di girare fra la gente che davvero sa qualcosa. < Sono la ragazza di Augustus. Tu piuttosto cosa vuoi? > Si gira verso la madre di Gus e dice < Questa è una lettera per Augustus da parte di Caroline. > e le porge una busta < La prenda. Io l'ho letta, e se non posso consegnarla ad Augustus preferisco che la teniate voi. > lei prende la busta e dice < Grazie. > < Mi dispiace signora per la vostra perdita. > le dice e questa volta sembra sincero. < A noi dispiace per voi. Caroline era speciale. > Lui abbassa lo sguardo. < Lo so, e sono sicuro che adesso stanno insieme. Ovunque siano. > Alzo lo sguardo di scatto e lo fisso. < Mi stai provocando? > lui mi guarda. < Dovrei? > < Scusa, ma mi è sembrato che lo stessi facendo. Sappi che ho pieno rispetto per Caroline, ma io ho amato molto Gus, più di quanto sia possibile amare qualcuno. > Sorride come se fossi una ragazzina che ha detto una cosa buffa e fuori dal mondo. < Questo è banale e comune amore. > Lo vorrei strangolare. < Come scusa? > < Il fatto di pensare di amare qualcuno così tanto non è unico, ma il semplice e comune amore, quello che provano tutti. Quello che anche mia sorella ha provato per Augustus. > La vena sulla tempia batte impazzita, come per ricordarmi:"Guarda che l'omicidio è reato quindi calmati." Vorrei tanto che avesse torto, ma visto che non è così dico: < Vaffanculo. > e me ne torno di sotto da Isaac. Lo sveglio solo dopo aver sentito la porta sbattere e essere sicura che quel verme se ne sia andato. Poi chiamo mamma e ce ne andiamo. Mi sveglio di soprassalto. Guardo la sveglia. Sono le 8.00. Mi alzo e vado a fare colazione. Mamma era già in piedi < Ciao mamma. > < Ciao amore. Non ti ho chiesto come è andata ieri. > Sbuffo. < Benissimo. > dico ironicamente , ma non le dico nulla di Jonathan Mathers non mi va di alterarmi. < Prima o poi migliorerà. > dice accarezzandomi i capelli. Apprezzo molto la sincerità di mia madre a volte; aveva detto "migliorerà" e non "passerà" perchè non poteva passare una ferita così. È come una cicatrice che non se ne sarebbe mai andata via. Mangio tutto e poi mi sdraio sul divano mentre vedo la tv, anche se non davano nulla di interessante. Sempre così. Vengo distratta dal dal suono del campanello. È Isaac. < Ciao Isaac. Come va? > gli chiede mia madre. < Tutto bene signora Lancaster, grazie. > Gli sorrido e gli vado incontro. < Hey, ciao. Vieni. > < Ciao Hazel, ti volevo chiedere se ti andava di andare a mangiare un panino con me al parco. > Guardo la mamma che annuisce con la testa. < Certo, volentieri, vado a... > Non faccio in tempo a finire la frase che mi sento lo stomaco rigirarsi. Corro al bagno e vomito nel wc. Mi sento come se stessi in una barca nel mezzo di una tempesta, solo che la barca era il mio stomaco, il mare il mio corpo e la tempesta pribabilmente qualcosa che mi aveva fatto male. < Tutto bene? > è la mamma. < Sì, probabilmente qualcosa che mi avrà fatto male. > Detto ciò mi alzo, mi vesto ed esco con Isaac. Il parco è deserto, a parte qualche bambino che gioca con il pallone. Ci sediamo e lui mi chiede: < Ma cosa è successo ieri? Eri furente! > abbasso lo sguardo sull'erba e comincio a giocarci. < Non mi va di parlarne, scusa. E poi ho fame. Mangiamo? > Senza ribattere lui cerca a tastoni lo zaino e prende due panini. Me ne porge uno. Stavo per addentarlo quando sento una voce chiamarmi: < Hazel Grace Lancaster? > alzo lo sguardo e vedo la figura di Jonathan Mathers sopra di me sorridente.
   
 
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