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Autore: MinexLaggante    15/09/2014    2 recensioni
I viaggiatori di universi sono una specie rara al giorno d'oggi. Seguiremo le avventure di uno di questi, Zenith, nelle sue peregrinazioni tra mondi al di là dell'immaginazione. In questo viaggio, Zenith si ritrova in un mondo popolato da persone di eccezionale valore e strane creature: Valoran, la League of Legends!
Genere: Avventura, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono talmente intelligente che per un mese non mi sono accorto di aver saltato il primo paragrafo, ho provveduto.

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Toc toc.

-Uuuuhhhh… avanti…

-Zenith? Scusa il disturbo, ma potresti uscire un attimo?

-Eh..? Così presto..?
-Ma… sono le due del pomeriggio.

-Ah… Va bene, lasciami un secondo e arrivo…

Ho dormito per tutto questo tempo? No, devo essere andato a letto molto tardi… Ma quando, di preciso?

Fu allora che mi ricordai che ero stato in piedi tutta la notte, quasi fino all’alba, per assistere al concerto e stare un po’ in giro. Avevo anche bevuto un bel po’, e questo non aiutava di certo; la testa in quel momento mi stava scoppiando e avevo la nausea, ma in qualche modo riuscii a mettermi seduto sul letto. Ancora praticamente addormentato, mi diressi verso il tavolo dall’altro lato della stanza e afferrai la Spada di Izanagi.

O per meglio dire, quello che c’era al suo posto: nulla.

-Eh?

In un attimo di lucidità, iniziai a guardarmi intorno freneticamente: non c’era da nessuna parte.

Ma… Io non l’ho portata con me ieri sera, quindi non l’ho persa! Questo significa…

Mi fiondai come un razzo verso la porta e la spalancai, trovando Fulkar che mi aspettava.

-Oh, eccoti-

-Qualcuno ha rubato la mia spada!!!

-…eh?

-Anf… anf… scusa… è che non la trovo più…

-Ehi ehi, calmati un attimo. Sei sicuro di non averla persa?

-Sì, sì, sono sicuro. Fino a ieri sera ce l’avevo con me, poi l’ho lasciata nella mia stanza; quando sono tornato, sono stramazzato subito sul letto, finché non mi hai svegliato tu.

-Mmmhh… Scusa, ma non ho proprio idea di cosa possa essere successo.

-Ti prego, mi serve una mano! Senza la mia spada non posso combattere, dopotutto.

-Ah… ecco… non posso aiutarti, ma conosco qualcuno che potrebbe farlo.

-E chi?

-Dovresti andare nell’ala dei dormitori opposta a questa, nella quarta stanza a sinistra. Lì ti potranno dare una mano.

-Quarta stanza a sinistra… Grazie, Fulkar. Oh, se non sbaglio volevi dirmi qualcosa…

-Non ti preoccupare- disse indicando la pila di scartoffie che aveva in mano –Volevo solo chiederti di darmi una mano con queste, ma a dirla tutta… non sembri essere in gran forma, per cui me la sbrigherò da solo.

-Grazie ancora, Fulkar. Ti ricambierò il favore.

-Di nulla.

Lasciai l’Evocatore ai suoi doveri burocratici e iniziai a correre all’impazzata verso l’ala dei dormitori che mi aveva indicato, quarta stanza a sinistra.

 

Il corridoio era davvero bizzarro. Prima di tutto, invece che pietra e legno, le pareti e le porte erano tutte ricoperte di ottone e bronzo scintillante; poi, ad ogni angolo del locale vi erano ingranaggi, pistoni, molle, interruttori, leve che si muovevano all’apparenza inutilmente, emettendo sbuffi di vapore che riscaldavano l’ambiente. Fortunatamente, fuori faceva abbastanza freschino, per cui non ne risentii più di tanto.

Ero finalmente davanti alla fantomatica quarta porta a sinistra; non era molto diversa dalle altre, fatta eccezione per una minuscola targa di bronzo scritta in corsivo che facevo fatica a leggere.

Agenzia Investigativa Cait&Vi”? Ma questo posto è la più importante istituzione politica del continente o è una casa per fenomeni da baraccone? Mah, non importa. Questa “agenzia” è la mia unica speranza di ritrovare quella spada. Senza quella, non potrò mai andarmene da questo mondo, e non potendo combattere mi cacceranno anche dalla Lega.

Bussai. Nessuna risposta.

Bussai di nuovo. Di nuovo, nessuna risposta.

Bussai per la terza volta. Per la terza volta, nessuna risposta.

-Guardate che entro, eh!- ed entrai.

La stanza era decisamente più grande della mia (almeno il quadruplo), ma il letto a castello nell’angolo suggeriva che dovevano abitarci due persone. L’arredamento era davvero elegante e sofisticato; sul tavolino al centro della stanza era appoggiata una tazza da tè vuota, segno che qualcuno doveva esserci.

Vidi, appoggiato a una rastrelliera appesa al muro, un lunghissimo fucile decorato in modo bizzarro e accessoriato con delle lenti d’ingrandimento di varie misure; era davvero un’arma splendida.

Forse fare irruzione a quel modo non è stata una grande idea.

Tuttavia, non c’era segno di vita da nessuna parte; eppure la porta era aperta, qualcuno doveva pur esserci, per cui iniziai a gironzolare a casaccio per la stanza fischiettando.

Dopo circa tre minuti di attesa, finalmente sentii dei passi che si avvicinavano.

-Le sconsiglio di toccare quell’arma. È collegata a una trappola.

Sulla soglia di una porticina che non avevo visto c’era ora una donna, dai lunghi capelli castani e lo sguardo severo, che teneva in mano una teiera d’argento. Portava un vestito viola, simile a un corsetto, stivali di pelle lunghi fino al ginocchio e un buffo cappello a cilindro, anch’esso viola.

-Ehm… ecco, io…

-Scusi, stavo preparando il tè. La prego, si sieda.

Ma come ha fatto a far bollire l’acqua senza fare rumore?

Feci come mi aveva detto, mentre anche lei si sedeva al tavolino sorseggiando il tè.

-Lei è un campione, vero? Non mi sono ancora presentata: il mio nome è Caitlyn.

-Ah… io sono Zenith, piacere.

-Ah, così lei è il nuovo campione di cui parlano tutti. Allora, cosa le serve?

-Ecco… ho bisogno di aiuto per ritrovare la mia spada. Fino a ieri sera l’ho sempre portata con me, e poi l’ho lasciata nella mia stanza; quando mi sono svegliato, ehm, stamattina non c’era più. Allora mi hanno detto di venire da lei.

-Mmh… Direi che è più che probabile che si tratti di un furto.

-È quello che ho pensato anch’io.

-Molto bene. L’aiuterò a ritrovare la sua spada. Sono 250 monete d’oro in anticipo e 300 a incarico svolto.

-Prego..?

-Ho detto che per il lavoro dovrà pagare 250 monete d’oro di anticipo e 300 successivamente.

-Ecco… ci sarebbe un problema…

-Sì?

-Non ho nemmeno un soldo.

-Ah.- Caitlyn bevve un altro sorso, senza scomporsi minimamente. –Beh, questo potrebbe essere un problema. A meno che…

-A meno che..?

-A meno che lei non sia disposto a fare un lavoro per me. Mi sento particolarmente generosa, signor Zenith: completi un lavoretto per me e considererò il lavoro pagato completamente.

-Uhm… ci penserò. Tornerò più tardi.

-Come vuole. Si ricordi però che la mia offerta è valida solo per poco tempo. Arrivederci.

Uscii dalla porta, sbuffando. Perché non avevo accettato subito? Dopotutto, avevo bisogno del suo aiuto subito, e chissà quanto ci avrebbe messo a trovare la mia spada. Ma, ripensandoci, quel giorno non ero proprio in forma smagliante. Anzi, probabilmente Caitlyn mi aveva fatto quell’offerta solo perché l’avevo impietosita con la mia brutta cera.

Improvvisamente, una voce mi parlò da poco distante, facendomi rizzare i capelli… e non solo.

-Sei proprio tu…

Mi girai lentamente; era Ahri.

-Oh. E-ehm… ciao?

-Hai avuto una brutta giornata..?

-Già… mi hanno rubato la spada, e non ho abbastanza soldi per pagare una ricerca… aspetta, ma perché ti sto raccontando questo?

La ragazza-volpe mi si avvicinò con fare ammiccante. –Forse perché sono la tua preferita?

-C-che..? Ehi… aspetta un attimo.

Lei tentò di accarezzarmi di nuovo, ma la fermai afferrandole il polso.

-Aspetta un attimo- ripetei –Io lo so cosa vuoi farci con me. Vuoi trastullarti come se fossi un giocattolino, per poi assorbirmi l’anima, non è così?

-E allora?- La voce di Ahri aveva perso completamente il suo tono provocante. –Non sono cose che ti riguardano.

-Sento una cosa… il bisogno di aiutarti.

-Tch… non fare finta di conoscermi.

-Tu non sei cattiva! Non devi farlo per forza!

-Ah, e così pensi che lo faccia per cattiveria? Hai creduto a quelle sciocchezze che dicono sul mio conto? Io lo faccio per sopravvivere!

-Che… cosa?

-E ora lasciami andare!

Esitai un attimo, ma poi mollai la presa. Ahri se ne andò, le sue nove morbide code che ondeggiavano furiosamente. 

   
 
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