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Autore: bicorn    15/09/2014    2 recensioni
Santana Lopez odiava gli animali. Odiava ogni tipo di bestiolina pelosa, a quattro zampe, a due, con le ali e così via. Di conseguenza, se c’era un posto che detestava era lo zoo. Non solo per gli animali, ma anche perché guardare, per esempio, delle scimmie spulciarsi in una scatola con le sbarre non era decisamente il massimo del divertimento per Santana. Non ci avrebbe mai messo piede in un luogo simile, neanche per tutto l’oro del mondo.
Ma forse per una persona avrebbe potuto fare un’eccezione.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E sono tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
*si alza un coro di "oh noooo"*
Okayyy so che avevo promesso che avrei CERCATO di trasformare la one shot precedente in una long, ma al momento sono davvero in alto mare.
E quindi nulla, oggi pomeriggio mi è uscita di getto questa fluffosa e sdolcinata one shot, e anche se (come al solito) non mi convince, ho deciso di pubblicarla.
Come ho già detto, sono aperta ad ogni tipo di critica, soprattutto se può aiutarmi a migliorare.
Grazie a chi leggerà, recensirà, e soprattutto grazie alle persone che mi hanno sempre supportato.
Buona lettura!
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Santana Lopez odiava gli animali. Odiava ogni tipo di bestiolina pelosa, a quattro zampe, a due, con le ali e così via. Di conseguenza, se c’era un posto che detestava era lo zoo. Non solo per gli animali, ma anche perché guardare, per esempio, delle scimmie spulciarsi in una scatola con le sbarre non era decisamente il massimo del divertimento per Santana. Non ci avrebbe mai messo piede in un luogo simile, neanche per tutto l’oro del mondo.
Ma forse per una persona avrebbe potuto fare un’eccezione.
Se Santana detestava gli animali, Brittany Pierce al contrario li amava. Ne era la dimostrazione il fatto che non faceva altro che parlare del suo dannatissimo e peloso gatto.
Così, dopo mesi  di scambi di sguardi, complimenti sussurrati a bassa voce fuori scuola, e corteggiamento sfrenato, Santana si era finalmente decisa a chiedere alla sua ballerina preferita di uscire per un vero e proprio appuntamento, nonostante non avesse ancora fatto outing, e, cosa non meno importante, non era mai uscita con una ragazza.
E proprio per fare colpo su di lei, l’ispanica aveva deciso di portarla nel suo posto preferito, ovvero lo zoo.
Per questo motivo Santana in quel momento osservava una Brittany estasiata, che fissava a sua volta la gabbia dei leoni. Brittany era fatta così: aveva questo lato infantile che, mentre alcuni lo trovavano ridicolo o fastidioso, Santana lo adorava.
Completamente persa ad osservare ogni minimo particolare del suo viso, Santana non si era accorta che Brittany si era voltata verso di lei e le sorrideva, muovendo le labbra. Solo dopo un paio di secondi si rese conto che la biondina le aveva fatto una domanda, così si risvegliò dalla sua trance per poi dire “cosa?”
“Ho detto, ti va di andare a vedere le pantere?” Ripeté Brittany senza perdere il suo bellissimo sorriso.
Santana si ritrovò ad annuire, e il suo cuore si fermò quando quella bionda da strapazzo l’aveva presa per mano trascinandola letteralmente verso la loro destinazione. La sua pelle era davvero morbida come l’aveva sempre immaginata.
Una volta arrivate, Brittany si appoggiò con una mano ad una ringhiera che affacciava direttamente sull’habitat artificiale dei felini, mentre con l’altra continuava a stringere la mano della mora. Si ritrovò a sospirare felice, e poi disse sottovoce “un po’ mi ricordano te..”
“Chi? Le pantere?” chiese Santana confusa, convinta di non aver capito.
“Si!” Esclamò radiosa Brittany “il loro pelo mi ricorda il colore dei tuoi capelli” spiegò poi voltandosi verso la ragazza affianco a lei.
Santana annuì e spostò lo sguardo sugli animali. Non sapeva se prenderlo come un complimento o altro, così si limitò a stare zitta.
“E poi..” riprese la bionda “lo sapevi che la pantera è simbolo di bellezza e astuzia?”
Santana avvampò. Era sicuramente un modo originale per dirle che la trovava carina, e ora stava decisamente apprezzando il fatto che Brittany l’avesse paragonata a quell’animale.
Quando alzò lo sguardo per incontrare gli occhi azzurri dell’altra, notò che questa la stava ancora fissando con un grandissimo sorriso stampato in faccia, probabilmente in attesa di una sua reazione. E il suo sorriso si allargò ancora di più, se possibile, quando notò il lieve rossore che alleggiava sulle guance di Santana.
Per sfuggire a quella situazione che stava diventando fin troppo scomoda, l’ispanica cercò di cambiare argomento “ti va un gelato?”
“Certo! Amo il gelato!”
“Fantastico, che gusto?” chiese dolcemente Santana.
“Mhh..fragola e panna”
Santana storse il naso nel sentire quei gusti, e subito dopo si avviò al bar per chiedere i due gelati. Quando uscì trovò Brittany seduta su una panchina che osservava lo schermo del cellulare con le sopracciglia aggrottate.
“E’ tutto ok?” domandò Santana sedendosi vicino a lei e porgendole il suo gelato.
Nel sentire la sua voce, Brittany alzò lo sguardo e cambiò totalmente espressione, regalandole un sorriso. L’ennesimo di quel pomeriggio.
“Alla grande” disse Brittany sottovoce prendendo il suo gelato. Poi riprese a parlare “che gusti hai scelto?”
“Caffè e cioccolato. Sono i miei preferiti” rispose l’altra cominciando a leccare un po’ di crema dal cono.
Brittany storse il naso come aveva fatto Santana pochi minuti prima, per poi gettarsi letteralmente sul suo gelato, ritrovandosi le labbra e il naso completamente sporchi dopo neanche due minuti.
Santana non poté fare a meno di scoppiare a ridere di fronte a quella scena adorabile.
“Che c’è?” chiese Brittany mettendo su un tenero broncio.
“Vieni qui, sei tutta sporca” la mora si apprestò a prendere un fazzoletto dalla sua borsa e a pulirle il muso. Si soffermò forse un po’ troppo sulle labbra rosee di Brittany, immaginando come doveva essere assaggiarle. Altro che gelato, si ritrovò a pensare Santana. Solo quando si allontanò si rese conto che la bionda non aveva smesso neanche un secondo di guardarla negli occhi. Così non sapendo che fare, Santana si ritrovò a sorridere senza un motivo apparente.
Brittany spostò lo sguardo e i suoi occhi si illuminarono di gioia. Santana seguì lo sguardo della ragazza e notò che stava fissando un banco premi, o meglio, stava fissando un peluche a forma di unicorno su uno scaffale.
Si ritrovò a sorridere intenerita, poi scattò in piedi e prese Brittany per mano, trascinandola al banco.
“Cosa devo fare per vincere uno di quelli?” chiese gentilmente la mora indicando la lunga fila di pupazzi sullo scaffale.
Un ragazzetto che doveva avere la loro età, posò lo sguardo prima sui peluche, poi su Santana e poi su Brittany.
“Deve colpire tre lattine con questo” il ragazzo le pose un piccolo fucile e indicò con il pollice una serie di costruzioni fatta di lattine.
“Bene, ecco a lei!” Santana sbatté i soldi sul tavolo e afferrò il fucile.
Intanto Brittany aveva assistito alla scena con la bocca completamente spalancata, e con gli occhi che continuavano a brillarle di gioia.
Come se qualcuno stesse per farle il più bel regalo del mondo.
“San io-“
“Shh, mi deconcentri!” Disse scherzosamente Santana puntando l’occhio nel mirino. Colpì le tre lattine senza fatica, e quando il ragazzo le chiese di scegliere il premio, rispose senza pensarci un secondo “voglio il peluche a forma di unicorno!”
Il ragazzo si apprestò a passarglielo, e quando Santana lo afferrò velocemente si voltò finalmente verso Brittany. Aveva ancora la bocca spalancata e puntava gli occhi sul pupazzo.
La mora scoppiò di nuovo a ridere per poi dire “beh che aspetti a prenderlo? E’ tuo! L’ho preso per te.”
Brittany alzò finalmente lo sguardo e si aprì in un bellissimo sorriso, per poi gettarsi al collo di Santana e stringerla in un abbraccio.
“Grazie Santana, grazie! Nessuno aveva mai fatto questo per me” le sussurrò all’orecchio. Santana affondò il viso nei capelli color oro dell’altra aspirandone il profumo. Profumavano di cannella, e di fragola, e di..dolce.
“E’ stato un piacere” mugugnò Santana tra i suoi capelli. Brittany le lasciò un bacio sulla guancia per poi allontanarsi e afferrare il pupazzo che aveva l’altra tra le mani. Lo osservò per qualche secondo. Era di un rosa pomposo, tanto simile al colore delle pareti della stanza di Brittany, e aveva questo piccolo corno color argento che gli spuntava sulla fronte. Dopo aver osservato attentamente il suo nuovo giocattolo, Brittany tornò a guardare la ragazza di fronte a lei, con cui aveva passato il pomeriggio. Le sorrise, e poi prendendola per mano la portò di nuovo alla panchina per sedersi.
Mentre accarezzava il peluche che teneva in grembo, teneva la testa poggiata sulla spalla di Santana, e ora l’aveva spostata nell’incavo del suo collo.
“Questo è il giorno più bello della mia vita..” soffiò Brittany sul collo dell’altra.
Santana sorrise. Sorrise per la centesima volta quel pomeriggio. Probabilmente in sedici anni di vita non aveva mai sorriso tanto. Così per tutta risposta allungò la mano verso quella della bionda, che stringeva il muso del peluche, e l’afferrò. Cominciò a giocarci, disegnando cerchi immaginari con il pollice, e carezzandole le dita una ad una.
Dopo un paio di minuti di silenzio Santana prese tutto il coraggio che aveva in corpo e disse sottovoce “dovresti sorridere più spesso, sai? Mi piace così tanto il tuo sorriso..” soffiò ad un centimetro dai suoi capelli.
Brittany si staccò finalmente da quella posizione e portò il suo viso ad un centimetro da quello della mora. Si guardarono negli occhi per un tempo che pareva infinito. Nero nell’azzurro. Scuro nel chiaro. Erano così diverse, erano come il giorno e la notte. Ma nonostante questo, non potevano fare a meno  l’una dell’altra.
Brittany si avvicinò pericolosamente al viso di Santana per annullare ogni distanza, e premette quelle labbra rosee che la mora aveva tanto desiderato su quelle carnose e sporgenti dell’altra. Se all’inizio era un bacio lento, quasi incerto, col passare dei secondi divenne sempre più sicuro, addirittura passionale. Dopo quello che sarebbe potuto essere un minuto, la lingua di Santana si fece spazio e toccò le labbra di Brittany, che si schiusero all’istante per farla entrare.
E si baciarono tanto, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se le loro labbra non fossero state create per fare altro.
Quando si staccarono a causa del bisogno impellente di ossigeno, si guardarono ancora negli occhi, sorridendosi. Santana sarebbe rimasta in quella posizione per sempre. Non le importava più di nulla, non le importava di cosa avrebbero pensato a scuola, o di cosa avrebbero pensato i suoi genitori. Avrebbe affrontato di tutto con Brittany al suo fianco.
La bionda interruppe il loro contatto visivo poggiando nuovamente la testa sulla spalla di Santana e stringendosi al suo braccio.
Santana si leccò le labbra avvertendo ancora il sapore di Brittany.
Poi sospirò, e pensò che in fin dei conti lo zoo non era poi tanto male.
  
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