Il Miglior Modo Di Fare Conoscenza

GRRRRAAAAWWWLLLL…
-È inutile che fingi di non aver fame, Ino. Serviti pure e non fare complimenti!
-Non fare complimenti? Come se fossi tu a pagare tutto! E poi a me basta questo per saziarmi e mantenermi in forma!
-Ma è lo stesso grissino che hai preso dal banchetto alla Capsule Corporation?
-Proprio lo stesso, mio caro Choji. Un morso ogni dieci ore e un sorso d’acqua al giorno e il mio fisico perfetto sarà preservato nei secoli a venire!…
GRRRRAAAAWWWLLLL…
-Sei proprio sicura di non volere qualcos’altro?
-S-s-s-sicurissima, la mia dieta mi piace così com’è…
-Allora perché sei girata dall’altra parte? E perché ti tappi il naso? Non vuoi sentire che buon profumo ha la carne alla griglia?
-E gli spaghetti alla carbonara?
-E il pollo allo spiedo?
-E le scaloppine al vino bianco?
-E il sashimi?
-Vi prego, non infierite…
Fino a un’ora prima la situazione era diametralmente opposta. I GRRRRAAAAWWWLLLL provenivano dallo stomaco di Choji, rammaricato dal fatto di non essere riuscito a portarsi dietro niente dal banchetto (prima che LUI STESSO si pappasse tutto). Per distrarlo e fargli smettere di pensare al cibo, la sua compagna di squadra Ino lo aveva rinchiuso nella stanza del computer. Scelta sbagliata. Come per le altre navicelle spaziali, anche in questa il computer di questa aveva le sembianze di un membro della famiglia di Bulma. In questo caso, la madre.

“-OH MA BUONGIORNO TESORO! SIETE GIA’ PARTITI ALLA VOLTA DEL DRAGO WOO SHENRON? MANCANO ANCORA TRE ORE ALL’ARRIVO, PERCHE’ NON METTETE QUALCOSA SOTTO I DENTI? A STOMACO PIENO SI COMBATTE MOLTO MEGLIO! BASTA CHE TU DICA COSA VUOI MANGIARE E LA MIA CONTROPARTE REALE DALLA TERRA LO CUCINERA’ E TE LO SPEDIRA’ DIRETTAMENTE A BORDO, GRAZIE ALL’ULTIMA INVENZIONE DI MIA FIGLIA BULMA! E’ UNA DONNA DAVVERO GENIALE, NON PER NIENTE E’ RIUSCITA A CONVINCERE QUEL FUSTACCHIONE DI VEGETA A SPOSARLA!…”

Sorvolando sul fatto che la signora Brief da qualunque discorso si parta finisce per parlare di Vegeta, l’umore di Choji risalì alle stelle e in un estremo atto di generosità condivise la sconcertante scoperta con gli altri membri della squadra, riuscendo a rompere il ghiaccio.
-Ora che abbiamo pranzato, o cenato, non mi ricordo più che ore sono- cominciò l’altissima e morissima Makoto -direi di presentarci meglio. Cominci tu?
-Certo. Choji del clan Akimichi, ninja del Villaggio della Foglia, sono una persona molto alla mano, che accetta qualunque tipo di critica…
-BUM! Aprite le finestre! Bisogna far uscire questa cazzata!- superfluo dire che il commento era uscito dalla bocca di Ino.
-…a meno che a farmela sia uno che mi vede per la prima volta, allora sì che comincio ad arrabbiarmi.
-Infatti, ho visto come hai mandato in orbita quel tipo, alla Capsule Corporation- osservò Hotaru -se ricordo bene ti sei ingigantito la mano, no?
-Esatto, la mia abilità è quella di aumentare le mie dimensioni a dismisura. Comunque quella volta me la sono presa non perché mi ha insultato ma perché mi ha chiesto di offrirgli una delle mie patatine. Sono molto suscettibile al riguardo…
-A-AH!- Ino saltò in piedi -ti sei scoperto! Lo so che tieni nascosta un’intera scorta di patatine! Perché invece di fare quella scenata non le hai tirate fuori subito?
-Mi sembra ovvio, no?- anche Makoto si alzò -se si mangia sempre la stessa cosa si finisce con lo star male. È per questo che si lamentava di non avere altro cibo a disposizione! Ho ragione, Choji?
-Ma-ma certo (in realtà le tenevo nascoste per risparmiarle, ma va bene lo stesso!)
Il buon Choji si rimise a sedere; lo imitarono anche Ino e Makoto, rimanendo però con gli sguardi l’uno incollato all’altro.
-Chi è il prossimo?
-Io mi chiamo Hotaru Tomoe, figlia dello scienziato Soichi Tomoe. In realtà essendo vissuta due volte, ho avuto due personalità diverse. Quale volete che vi descriva?
-La seconda, così facciamo prima- rispose secca Ino, ricevendo uno sguardo sempre più fulminante da Makoto.
-Beh, che dire, sono leggermente timida, mi piace la natura e l’aria aperta e stare in mezzo alle mie amiche. C’è stato un periodo in cui crescevo di età in maniera velocissima e riuscivo a ricordare tutto quello che leggevo alla prima occhiata. Per quanto riguarda le mie abilità combattive, trasformandomi in Sailor Saturn posso creare degli scudi resistentissimi agli attacchi e so maneggiare il Silence Grave, una falce che uso per combattere.
-Tutto qui?
-Ecco… sì.
Hotaru, come Sailor Saturn, aveva anche un altro potere: la distruzione. Facendone ricorso, avrebbe provocato sia la morte certa dei suoi avversari, sia la propria. Preferiva non parlarne e non pensarci, ricordandosi della promessa fatta alla sua migliore amica Chibiusa.
-Salve a tutti, il mio nome è Michiru Kaioh. Sono una ragazza abbastanza posata, a cui piace dipingere e suonare il violino, che sono anche il mio sogno per il domani. Il mio alter ego è Sailor Neptune, guerriera dal potere acquatico. Come Hotaru posseggo anch’io un oggetto, lo specchio, col quale posso riflettere gli attacchi degli avversari e rispedirli al mittente. Se vuoi, Makoto, tocca a te presentarti.
-Certo! Il mio nome è Makoto Kino! Preferisco dirvi subito il mio difetto principale, in modo che così i miei pregi vi sembreranno fantastici!
“Mamma mia, quanto se la tira la stangona…” la rabbia di Ino stava salendo pericolosamente.
-Dovete sapere che ho avuto un fidanzato e che da quando ci siamo lasciati continuo a vedere qualcosa di lui in tutte le persone. Persino qui, in una squadra dove siamo cinque femmine e un solo maschio…
-E-ehm…
Tutti gli occhi si girarono verso una persona dal fisico esile, la pelle bianca e dai lunghi capelli verdi.
-Sono un maschio.
Makoto rimase pietrificata, mentre una trionfante Ino saltò nuovamente in piedi.
-A-AH! Lo sapevo che prima o poi avresti commesso un errore!
-Ma no, nessun errore, non fa niente- disse il ragazzo tranquillamente.
-Fiuuu, meno male. Però devo farmi perdonare lo stesso! Ti lascio fare la tua introduzione prima della mia!
-Grazie, Makoto. (la quale rivolse una linguaccia alla bionda Ino) Il mio nome è Shun. Tutti i Saints hanno una costellazione che li rappresenta, la mia è quella di Andromeda. Anch’io ho un’arma a disposizione, la catena, che uso sia come strumento di offesa che di difesa.
-Non hai niente da dirci sulla tua personalità?
-Me ne vergogno un po’… vi basti sapere che sono sempre stato abituato ad essere difeso da mio fratello maggiore Ikki e non ho mai avuto troppa fiducia in me stesso.
-Mancanza di autostima, perfetto.
-E che sei Makoto, una psichiatra?
-Torniamo da me, la vostra Makoto Kino!
“Mio Dio, questa a momenti mi fa rimpiangere Sakura…”
-Sono la più forte fisicamente tra le guerriere sailor. Il mio alter ego è Sailor Jupiter. Col potere di Giove sono in grado di scatenare fulmini e altri attacchi a base elettrica! Ho una personalità molto aggressiva…
“Tu non sai cosa sia l’aggressività, mia cara!”
-…i miei sogni per il futuro sono: primo trovare un nuovo ragazzo che non ricordi affatto il mio precedente…
“Se sono tutti come Shino o quell’Ikki sei messa bene!”
-… e secondo diventare una FIORISTA. Sei rimasta solo tu da presentarti, Ino. Ino, che ti prende?
-Ino, stai bene?
“Fio… fio… fiorista! Quella vuol fare il lavoro che faccio già io!”
-Allora, non ci dici niente su di te?
-Ec-c-c-c-co, mi chiamo Ino Yamanaka e…
GRRRRAAAAWWWLLLL…
“Salvata dalla pancia.”
-Ino, sei sicura di non aver fame? Ma dove corri?
La bionda kunoichi si chiuse nella cabina di pilotaggio, urlando a squarciagola nel computer.
-La prego signora mi prepari qualcosa di abbondante, che abbia almeno un milione di calorie! Devo sfogarmi!
-COME VUOI CARA! A PROPOSITO, MANCA MEZZ’ORA ALL’ARRIVO SUL PIANETA DOVE SI E’ INSIDIATO WOO SHENRON, NON VUOI SAPERE CHE POSTO E’?
-Ma chissenefrega, ho fame!!!! Si sbrighi!!!

“Pianeta Freezer, che colpo di fortuna. Non c’è posto migliore per dimostrare agli altri draghi che sono io il più forte. Woo Shenron, drago malvagio dell’elettricità.”