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Autore: CSlover    16/09/2014    4 recensioni
Lui è l'affascinante frontman di una delle band di maggior successo al mondo. Lei un'instancabile attrice in ascesa. A volte è difficile capire cos'è reale e cosa invece non lo è quando è in gioco la fama. (CaptainSwan)
AVVISO: Questa è una traduzione della Fanfiction di niniadepapa "The Lost Boys". Non ho alcun diritto sulla storia e ringrazio ancora l'autrice per aver dato il suo consenso alla traduzione e alla pubblicazione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 34 – Noi Contro Il Mondo

" 'Sfumatura di verde', quattro lettere".
Killian sbuffò rumorosamente. Era come se glielo stesse chiedendo lei, per l'amor di dio. "Si può fare una battuta davvero facile sulle 'sfumature di grigio' a riguardo, so solo che ..."
Granny lo fulminò con lo sguardo oltre i suoi occhiali, tamburellando la matita sopra le parole crociate che stava cercando di finire. "Se non hai intenzione di aiutare puoi anche andartene di qui". Lei inarcò un sopracciglio "Non ne hai idea non è vero?".
"Ti sembro uno che sa come si chiamano le sfumature dei colori?" chiese ad alta voce. Quando non ricevette alcuna risposta rivolse all’anziana donna un sorriso da te l’avevo detto "Non credi?".
Granny lo ignorò, sospirando e ignorandolo, passando  alla ricerca della parola successiva " 'Seduce'. Undici lettere."
"Mmmm ... 'provocatore'?"
"Bravo" canticchiò, scrivendo in fretta la parola. Poi gli rivolse uno sguardo di apprezzamento, accarezzandogli la mano con la matita "Sapevo che ti tenevo attorno per qualche ragione".
Lottò per non roteare gli occhi. Era così confortante questa donna. "Non che io non venga qui abbastanza spesso o altro ..."
La sua espressione diventò pensierosa -  avrebbe potuto dire, curiosa - e piegò la testa di lato "Di solito vieni prima di una di quelle tue cose da red carpet. Poco prima di prepararti a sfilare in giro come un pavone comunque".
Lui rise scuotendo la testa e puntando verso di lei con la forchetta, il suo piatto di pancakes era ancora mezzo pieno "Questo è il motivo per cui vengo - sei l'unica che può tenere il mio ego a terra".
"Come se fosse possibile montarti ancora di più la testa".
Quasi cadde dallo sgabello quando si girò per guardare la fonte di quella voce. Si voltò per trovare Emma che si avvicinava a passo alto al bancone dove era seduto, con fare provocatorio - era rilevante, quella parola oggi - sorridendogli mentre si sedeva allo sgabello proprio accanto a lui. Granny fischiò, agitando le sopracciglia scherzosamente quando Emma si sedette al suo posto, con le gambe incrociate come faceva sempre "Guarda un pò chi c'è".
Emma sollevò la mano, aspettando che Granny le battesse il cinque. Per quanto Killian ne sapesse, lei era l'unica che fosse mai riuscita a far battere il cinque a quella donna. Impressionante davvero. "Ehi Granny. Come va?"
"Sempre il solito, la solita vita" disse agitando la mano con noncuranza. Esaminò Emma dalla testa ai piedi, alzando un sopracciglio in segno di apprezzamento. "Hai un bell'aspetto".
Killian deglutì rumorosamente, cercando di non guardare troppo Emma. Lei aveva un bell'aspetto. Anche se, beh, era sempre così ai suoi occhi.
Emma arricciò il naso, ignorando il complimento, anche se si poteva notare il lieve rossore che apparve sulle sue guance "Grazie. Sei radiosa come sempre".
Granny scoppiò a ridere, agitando la matita tra loro due prima di metterla dietro l'orecchio "Ti ha contagiata. Sapevo che sarebbe successo prima o poi". Prese il suo straccio come al solito e si mise al lavoro asciugando il bancone "Allora, cosa ti porta qui?"
"Sai. Nervosismo da red carpet. Solo i tuoi pancakes possono aiutare" rispose Emma alzando le spalle e guardando Killian con la coda dell'occhio. Lui deglutì di nuovo. Era quasi inquietante, in realtà, il fatto che entrambi avevano trovato conforto nella piccola tavola calda il giorno in cui avrebbero dovuto affrontare il pubblico, le telecamere e il solito stress.
Che anche lei considerasse il luogo che le aveva presentato come un posto così rilassante, familiare - quasi come una casa - non lo colse di sorpresa.
Granny sorrise compiaciuta "Certo che si. Il solito?"
"Sì, per favore".
Prima di andarsene, si rivolse ancora una volta ad Emma "Oh e per l'amor di Dio, cerca di trovare la parola mancante - Jones qui a quanto pare è troppo macho per conoscere le tonalità di verde".
Emma rise dandole un pollice in su. "Farò del mio meglio". Ci fu un breve silenzio e per Killian risultò davvero difficile non agitarsi quando la sentì premersi contro il suo fianco e appoggiarsi sulle sue spalle per controllare il cruciverba incompleto. Invece la fissò intento a non perdersi un singolo dettaglio della sua espressione concentrata, la piega tra le sopracciglia. Saltò quasi quando sentì la sua voce, il respiro caldo sul collo "E' 'lime' ".
Veloce Jones. Dì qualcosa di spiritoso "E' noioso, questo è quello che è".
La sua risata  lo fece sentire abbastanza sicuro da incontrare finalmente i suoi occhi, incapace di non sorriderle seduta in stile indiano "Non ti preoccupare, il tuo stato di macho rimarrà inalterato in un modo o nell'altro".
"È così?"
"Uh-huh". Aveva cominciato a intrecciare i capelli su una spalla - cosa che faceva quasi due o tre volte al giorno, ogni volta che era annoiata, impaziente e nervosa, aveva notato - ma si bloccò quando notò i suoi pancakes intatti. Lo guardò accigliata. "C’è lo sciroppo di cioccolato".
... va bene, che non era quello che si aspettava come argomento di conversazione, ma comunque meglio di niente.
Guardò velocemente i suoi pancakes e girò lo sguardo divertito di nuovo verso di lei "... sì" ammise.
"Non li prendi mai con lo sciroppo di cioccolato".
Alzò un sopracciglio e il divertimento e la confusione invasero la sua voce "Mai?".
"Non eri solito farlo, comunque". 
Diavolo se lo ricordava. Sapeva che era molto attenta – lo era sempre stata, da quanto ne sapeva - ma riusciva in ogni caso a coglierlo di sorpresa in momenti come questi.
Ancora sorpreso che lei avesse scelto di ricordare qualcosa di così piccolo, un minimo particolare così casuale su di lui,
sospirò e le rivolse un sorriso di scusa, sperando di avere un aspetto leggermente adorabile invece che… imbarazzato.
Perché lo era.
"Va bene hai vinto… mi è mancato il tuo annegarli nel cioccolato".
Non aveva smesso di guardarla, così fu in grado di catturare l'ampliamento dei suoi occhi e una leggera separazione delle labbra. Era così scioccante che lui facesse qualcosa di simile? Non era come se si riscaldassero con le reciproche abitudini o stranezze. Sapeva che ormai si era abituata a dormire con la finestra socchiusa da quando aveva iniziato a fare così quando lui rimaneva a casa sua. O come lui trovava interessanti le insalate solo se includevano qualcosa che le vivacizzasse come il mais e la cipolla. O come avevano preso l’abitudine di mangiare ciliegie ogni settimana.
Prima che lei potesse dire qualcosa - se avesse avuto qualcosa da dire - Granny lasciò una tazza piena di cioccolata calda davanti a lei, rompendo il silenzio sempre più imbarazzante che persisteva tra di loro. "Ecco qui" Notando i suoi pancakes ancora integri e le mani di Emma che si avvicinavano a loro, sollevò un sopracciglio in attesa "Vuoi un piatto tutto per te o hai intenzione di rubarli da Jones?".
Emma si morse il labbro e lui li spinse nella sua direzione, offrendoglieli con una scrollata di spalle. "Puoi mangiarli se li vuoi, io non sono così affamato".
Pensò di vederla fare una piccola smorfia con la coda dell'occhio e si chiese perché. Non era stato maleducato, né freddo - infatti pensò che era stato il solito arrogante e con il tono da presa in giro.
Huh. Stava succedendo qualcosa. Ma considerando che erano lui ed  Emma coloro che stavano parlando, questo non era niente di nuovo.
E il fatto che l'ultima volta che si erano visti, lui aveva quasi preso a pugni il suo ex, beh ... sì, avrebbero  potuto probabilmente ammettere che qualcosa stava succedendo. Anche se aveva sperato che non avrebbe inciso sulla possibilià di sistemare il loro rapporto.
Avrebbe dovuto sapere che non sarebbe stato così facile. 
Granny sorrise dando ad Emma un set pulito di forchetta e coltello da utilizzare. "Paura di non stare nell’abito, Jones?".
"Vedi che sei tu quella che impedisce al mio ego di esplodere?" osservò e fu premiato con la risata divertita di Granny mentre usciva, sicuramente per andare a dire qualcosa al cuoco che lavorava sul retro. La seguì con lo sguardo finché non scomparve dietro la porta della cucina e con un sospiro rassegnato si girò verso Emma per vedere quello che stava facendo. Non fu esattamente sorpreso quando la vide far girare senza meta la forchetta in mano e per un attimo fu tentato di scherzare su quanto fosse poco adeguato usarla per spazzolarsi i capelli, in stile Sirenetta.
Lei era a disagio. Killian lo poteva vedere dalla tensione della sua postura e delle spalle, le labbra arrossate dal suo mordicchiarle. E diavolo era davvero a disagio.
"Non sono avvelenati, Swan" la rassicurò tendendo il mento verso i pancakes. Notando che lei non aveva ancora fatto una mossa per iniziare a mangiare, la prese in giro "O hai paura che la cerniera del tuo vestito non si chiuda?".
Con questo riuscì ad ottenere una reazione da lei. Alzò gli occhi e infine si tuffò per prendere un boccone di pancake immerso nel cioccolato. "Non credo che Mary Margaret lo permetterebbe". 
Anche se le sue parole dovevano essere leggere, fu molto più interessato nel vedere come la sua mano sinistra tamburellava impaziente sul bancone o come l’altra tremava leggermente mentre agitava la forchetta ora vuota.
Era nervosa.
"Emma? Stai bene?"
"Sì, sì, sto bene" cercò di rassicurarlo, ma il suo tono era preoccupato per non dire altro. Lui scosse la testa, negando scherzosamente.
"Mi dispiace far scoppiare la tua bolla, ma sei una bugiarda terribile”.
"Non sto mentendo" Come faceva sempre quando diceva una bugia, aveva risposto troppo in fretta. Le lanciò uno sguardo indifferente, incrociando le braccia davanti a lui.
"Bugia".
Lei gemette e lo fece ridere. Prenderla in giro non avrebbe mai smesso di essere divertente, imbarazzo tra loro o no. "Hai davvero intenzione di fare questo?".
"Forse" rispose lui con un sorriso. Emma girò sul suo sgabello, per prendere un tovagliolo e tamponarlo sulle labbra - concentrati, Jones, non fissarle le labbra, quelle labbra che hai morso, solo non, non ... -
"Penso che tu sia uno stronzo".
... oh, va bene, lo stavano facendo "Mezza-bugia".
"I tuoi capelli sembrano stupidi".
MA DAIII. "Bugia".
"Ho fame".
Sorpresa, sorpresa "Vero".
"Tu sei veramente antipatico".
Ouch. "Mezza-bugia".
"Sono sexy".
Era un sorriso quello che aveva sentito nella sua voce? "Vero. Ma tu menti a te stessa a riguardo".
Non era come se non avessero discusso già in passato su questo - odiava accettare complimenti e ogni volta che cercava di farle vedere quanto lui pensava fosse bella (o chiunque, in quel caso), lo zittiva e cercava di fare una battuta per cambiare argomento.
Il loro gioco sembrava finito (o forse no), lei abbassò gli occhi sulle sue mani, strette saldamente in grembo prima di iniziare a giocare con un ciondolo che portava al collo – facendo di tutto per evitare il suo sguardo. "Okay. Bene. Sono nervosa".
Ammetterlo era sempre il primo passo, pensò "Perché?".
"A causa delle premiazioni".
Pensava veramente che avrebbe funzionato? "Bugia".
Gemette - ancora una volta - e lasciò cadere la testa contro il bancone, sbattendola due volte. Poi tornò alla sua posizione precedente, agitando una mano verso di lui "Ok. Sei tu".
Che cosa? Che cosa aveva fatto? "Io?"
Lei annuì freneticamente e se non fosse stato per il fatto che stava dando a lui la colpa per il suo comportamento un po’ schizzato avrebbe riso "Sì…tu mi rendi nervosa. Sono un casino quando sono intorno a te".
"Ma io non ho fatto niente". Si fermò e i suoi pensieri precedenti gli tornarono in mente. Si stava comportando in modo strano per questo? Aveva incasinato tutto - di nuovo? Smise quasi di respirare alla possibilità che non fosse in grado di perdonarlo, che loro non potessero essere in grado di superare tutto questo. "Aspetta, è per quello che è successo nel club? Con Cassidy?".
Emma sembrò essere più allarmata di lui su questa sua affermazione, che a dire il vero lo sollevò "No, no, non è per quello". 
"Stavo solo cercando di proteggerti" si precipitò a scusarsi, anche se si fosse trovato di nuovo nella stessa situazione non avrebbe cambiato nulla. Avrebbe cercato di rompere ogni osso di Cassidy.
Il suo sguardo si addolcì mentre lo guardava con la voce bassa "Lo so".
"Allora che cos'è" insistette e infine - cazzo finalmente - esplose.
"Dannazione, Killian, sei tu, te l’ho detto!" con il respiro affannato, si premette una mano sul petto, come se stesse cercando di rallentare la corsa del suo cuore. "Siamo passati dalla rottura ad essere amici, dal non parlare nemmeno più, ad essere amichevoli, dall’essere in imbarazzo al flirtare, da dormire insieme a flirtare di nuovo, era di nuovo tutto incredibilmente perfetto tra di noi e poi ..." Scosse la testa verso il soffitto e ridacchiando sotto il suo respiro - un suono spezzato e triste "Non so più cosa pensare".
... beh, era così alla fine. Huh.
Killian si grattò la nuca – una sorta di tic nervoso che aveva sin da quando era un ragazzino e tutti glielo facevano notare quando se ne accorgevano ed Emma in realtà una volta l’aveva definito 'adorabile' se ricordava bene - e meditò sulle sue parole. Ne avevano passate davvero tante, vero? Nessuna meraviglia che fosse così confusa su dove si trovavano. Aveva ragione, l’aveva sempre - tranne che nelle rare occasioni in cui doveva scegliere un film da guardare prima di addormentarsi, perché diamine lui non voleva guardare roba pesante se poi se ne sarebbe perso almeno la metà - ma aveva sperato che lei avesse capito che da allora sarebbe stato in questo per il lungo raggio. Lui non avrebbe rinunciato, non ora, nè mai - non dopo tutto quello che avevano passato.
E poi scattò qualcosa. Qualcosa che avrebbe potuto farle venire dei dubbi sui suoi sentimenti per lei.
"Vuoi dire quello che ho detto all’udienza?".
Lei trasalì, come se il ricordo delle sue parole dette in quell’aula la ferissero e lui non aveva mai odiato nessuno così tanto come fece con Darling e Cassidy per averlo fatto mentire rispondendo a quella domanda. "Che altro avrebbe potuto essere". 
Anche se aveva capito quello che stava succedendo, era davvero sorpreso che lei avesse considerato quella confessione come verità. E non mentiva – questo gli aveva fatto male. "Swan, ma quanto puoi essere sciocca?".
Lei scoppiò in una risata un po’ ironica "Oh, ma che meraviglia. Passiamo dall’essere in imbarazzo all’essere scortesi. Ma quanto sono fortunata". Sembrava come se fosse sul punto di alzarsi e lasciarlo lì, quindi Killian afferrò il bordo del suo sgabello e lo trascinò verso il suo. Alla sua espressione allarmata, fischiettò per catturare la sua attenzione.
"Emma, guardami. Voglio dire, non potrai mica aver creduto che fosse vero, no?".
Tornò a giocherellare con il suo ciondolo e la sua voce divenne più morbida. La voce da Lost Girl "Non lo so. Non posso saperlo".
"Non puoi? Sai bene quanto me che non posso nasconderti nulla" Le prese il mento con la mano, per spingerla a guardarlo, così avrebbe potuto fissarlo dritto negli occhi. Era sempre stata in grado di leggere dentro di lui dopo tutto. E poteva dimostrarle in quel momento che non stava mentendo. Lei si morse il labbro e Killian dovette reprimere la voglia di toccargliele con il dito per farla smettere - o mordere se stesso.
"Non si suppone che non si debba mentire in quelle situazioni? Non hai giurato su una Bibbia o qualcosa del genere?".
"Beh, speriamo che il ragazzone lassù perdonerà la mia piccola insurrezione quando tutto quello che stavo cercando di fare era assicurarmi che la donna che amo tenesse suo figlio con se" borbottò infastidito. Quanto poteva essere testarda questa donna?
Lei allontanò la sua mano dal viso e gettò le braccia in aria, di nuovo agitata all’improvviso. "Perché l’avresti detto, se non era vero?" 
"Perché so che Henry è il tuo lieto fine. So che sarà sempre al primo posto, soprattutto davanti a me. Lui è tutto per te. Non fraintendermi, non sono geloso o altro. E' qualcosa che ho sempre amato di te". Vide come qualcosa si riscaldò nei suoi lineamenti e forse c'era un pò di sorpresa per questa sua ammissione. Dio, non l'aveva ancora capito che era fottuto quando si trattava di lei? Che cosa doveva fare un ragazzo? Si ricompose prima di continuare "E non mi sarei mai perdonato se avessi fatto qualcosa che non avrebbe assicurato che lui sarebbe stato con te. Se non avessi fatto tutto ciò che era in mio potere per farlo rimanere con te".
Lei lo osservò per un breve instante e per un momento non c'era niente tra di loro, la verità nuda e cruda, senza muri, senza lotte. Solo loro. Respirò profondamente e dovette combattere duramente per mantenere il contatto visivo prima di parlare di nuovo "Anche se questo significava non stare con me?".
Annuì "Anche questo".
"Perché?".
Ancora non lo vedeva. Ancora non capiva. Ancora non riusciva a credere che qualcuno era disposto a mettere lei al primo posto.
E lo ferì sapere che lui aveva contribuito a farla sentire così.
"Perché meriti di essere felice Emma e ho a cuore la tua felicità molto più della mia" ammise a bassa voce. Lei inspirò profondamente al suo fianco e Killian aspettò che dicesse qualcosa, che avesse capito perché aveva mentito, che gli desse uno schiaffo per averla fatta soffrire ancora ... ma non arrivò. Rimase solo seduta lì, stringendo le labbra e giocando nervosamente con il tovagliolo. (Almeno aveva smesso con il ciondolo, temeva che avrebbe dovuto toglierglielo prima che si soffocasse o lo rompesse).
Alla sua riluttanza a rispondere, strinse la mano in un pugno e gliela sbattè contro il ginocchio.
"Perché ti risulta così difficile credermi?".
Questo sembrò portarla fuori dal suo torpore. "Perché!".
"E' così orribile? Sentirmi dire questo? Non lo era prima".
Lei scosse la testa incontrando i suoi occhi ancora una volta. Qualcosa si strinse dentro il suo petto e improvvisamente ebbe paura di quelle che sarebbero potute essere le sue parole successive.
"Non è assolutamente orribile. È ... spaventoso. Schiacciante. E sono successe così tante cose da allora, non puoi incolparmi per essere cauta".
"Io non ti sto dando la colpa, voglio solo che tu mi dica come posso farti vedere che è la verità  o sapere perché sei così irremovibile nel negare" dichiarò e dovette combattere la voglia di prendere la suo mano nella sua, come ogni volta che aveva dovuto chiedere il suo perdono, prendendole il mento e facendole serpeggiare il braccio intorno alla vita, bloccandola contro di lui, rubandole un bacio fino a quando non avrebbe ceduto.
Avrebbe potuto, ma non avrebbe avuto alcun senso farlo ora, ma accidenti a lui se lo voleva.
Si chiese se anche lei stesse pensando a quei bei momenti, ma vedendo la sua espressione pensierosa, avrebbe scommesso di no. "Io .. io non lo so. L’hai detto, lì, davanti a tutti e sembrava così ... così definitivo. Così vero. Kaboom. Sai?".
... resisti. Aveva pensato che fosse più reale perché l’aveva detto davanti ad altre persone?
"Emma Swan, non mi interessa chi stava ascoltando o che cosa hanno pensato - quello a cui tengo sei tu e tu solamente. Perciò credimi quando dico: Che è stata la più grande cazzata che io abbia mai detto in tutta la mia vita e che non significava niente". Fece una pausa, la guardò fissa negli occhi sfidandola a negare la sua richiesta. Lasciandola provare "Ok?"
Lei gli rivolse uno sguardo incerto e sembrava poco convinta quando rispose, ma lui avrebbe preso quello che poteva. "Ok, ti credo".
Cercò di trovare qualche traccia di una bugia nella sua espressione, ma lei sembrava convinta nell’accettare la sua verità. Bene, andava bene. Sembrò come se, ora che tutto era stato detto e fatto, avrebbero potuto andare avanti. Nessuno aveva detto che sarebbe stato facile, certo, ma era un primo passo nella giusta direzione. O almeno così sperò.
Prendendo una pagina dal libro di Jefferson, batté le mani due volte. Era giunto il momento di cambiare argomento "Bene. Allora Swan, ti andrebbe di accompagnarmi a questa noiosa premiazione a cui devo partecipare?".
Gli diede un pugno sul braccio - piano questa volta - e alzò gli occhi "Ci vado già, non c'è bisogno di invitarmi".
Lui sorrise maliziosamente "Oh, lo so. Voglio solo incontrarti lì".
"Ci saremmo incontrati lì in ogni caso".  
Imitando quello che aveva fatto lei poco prima, poggiò la testa sul bancone e fu sollevato nel sentire la sua risata tranquilla. "Potresti per favore farmi fare un po’ di scena?".
"Come vuoi" lo licenziò e allungò la mano per recuperare il piatto quasi vuoto che era ancora davanti a loro sul bancone. "Passami i pancakes".
Li spinse verso di lei e prese l'ultimo boccone con la forchetta. Stava per scherzare di nuovo sul suo vestito per la serata, quando il suo telefono squillò e lei lo tirò fuori dalla tasca con una smorfia. Killian vide la foto di Ruby sullo schermo, un selfie di entrambe in una posa ridicola mentre facevano un occhiolino rivolto alla fotocamera. "Uh-oh. Red Lips chiama?".
Lei gemette, bloccando lo schermo senza nemmeno preoccuparsi di rispondere. Che certamente significava che Red Lips non avrebbe nemmeno aspettato - era in modalità comandante totale. E Killian sapeva per esperienza che non aveva senso lottare contro Ruby in modalità comandante.
"Non voglio nemmeno saperlo. Sostiene che è un'emergenza".
"Non riesce a decidere quale tonalità di rossetto rosso indossare?".
Emma gli fece una linguaccia. Wow, per niente infantile Swan. Assolutamente.
"Non essere stupido. Sa esattamente di che tonalità sarà".
"Che sciocco da parte mia dubitare" disse alzando le braccia in segno di resa. Emma alzò gli occhi al cielo mentre si chinò a raccogliere la borsa da terra, controllò che avesse preso tutto prima di girarsi di nuovo verso di lui "Ci vediamo lì più tardi, ok?" Con sua grande sorpresa, si avvicinò a lui, gli passò una mano tra i capelli e gli fece l’occhiolino "Indossa qualcosa di bello".
Era troppo stordito per rispondere con qualcosa di più complesso che "Anche tu, Swan".
Come trafitto, rimase a bocca aperta quando lei gli sorrise, si voltò e se ne andò. Proprio prima di aprire la porta, si guardò indietro e fischiò per richiamare la sua attenzione.
Come se lei non ce l’avesse 24/7.
"Oh e comunque 'Aria', per la numero 8 - 'opera solista' "
Lui aggrottò la fronte completamente confuso. Che cosa? Voleva che la portasse all'opera? Era forse un qualche tipo di codice che non conosceva?
Il suo sguardo confuso doveva essere abbastanza evidente, dato che lei spinse il mento verso qualcosa, che era al suo fianco, lui abbassò lo sguardo per trovare il cruciverba dimenticato sul sedile dove era stata fino a poco prima.
Sorrise. Quando stava per ringraziarla per il suo prezioso aiuto, si rese conto che era già andata via, il campanello della porta tintinnava allegramente nella sua scia.
Questa era la sua Swan. Lo superava sempre.
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"Non provarci nemmeno" Killian tese una mano, sperando di sembrare abbastanza minaccioso da far smettere il suo amico.
Per il suo disagio, Victor e Jefferson si scambiarono un sorriso e si rivolsero contemporaneamente verso di lui, fingendosi innocenti. O provandoci almeno. Fallendo. Miseramente. "Provare a far cosa?".
Killian tirò il mento verso Jefferson "So cosa stai nascondendo lì".
Victor sussultò portandosi una mano sulla bocca e quasi strillando scandalizzato "Jones, non qui!"
L'intera band scoppiò a ridere, anche Killian - era difficile non farlo quando quell’idiota del tuo compagno di band era un tale bambino. Erano ammassati nella parte posteriore della limousine che li stava portando ai Video Awards e dire che tutti sentivano la tensione tra l’eccitazione e il nervosismo che di solito precedeva questi evanti, sarebbe stato un eufemismo. August era rimasto senza parole quando aveva scoperto che Killian non aveva avuto bisogno che qualcuno gli ricordasse del suo abito o l’orario in cui Leroy sarebbe passato a prenderlo - in realtà, era stato così irremovibile sul fatto che volesse controllare e vedere se era davvero pronto che Killian aveva dovuto inviargli una sua foto vestito di tutto punto, così il suo amico sarebbe stato zitto.
Tutto quello che aveva ottenuto in cambio fu un emoticon con una ballerina di flamenco.
Che cavolo di stronzo.
Quando la limousine si fermò sotto casa sua, salì e si ritrovò circondato dai suoi amici che avevano già scatenato il caos. Victor e Jefferson sembrava che avessero deciso che non avrebbero smesso di scatenarsi e cantare sulle note  della canzone che avevano chiesto a Leroy di mettere alla radio, per la gioia del povero ragazzo. August apparentemente aveva cercato di domare quei due per un po', ma senza risultati positivi, così aveva rinunciato e aveva preferito chiacchierare animatamente con Filippo. Killian non aveva idea di come o perché, ma sembrava che in pochi secondi il livello di nervi e isteria dentro quella macchina avesse avuto un’escalation piuttosto allarmante, perché quando aprì lo sportello per entrare, i quattro gli urlarono proprio in faccia e lo tirarono dentro, cantandogli una canzone assurda che avevano improvvisato in qualche modo 'solo per il bastardo irlandese'. 
Scuotendo la testa, indicò di nuovo i due piantagrane con un colpo d'occhio "Non vi azzardate ad ubriacarvi prima di aver finito lì. Dico sul serio".
Aveva notato la coppia di bottiglie che i suoi amici stavano cercando di nascondere poco sottilmente dietro la schiena. Victor ne prese una, mostrandola con orgoglio e mise il broncio a Killian "Perché no?".
"Perché non sarebbe appropriato".
I quattro lo fissarono per un lungo minuto, con la testa piegata esattamente nella stessa posizione di lato "Da quando ti interessa essere appropriato?".
"Wow, grazie, mi sento meglio adesso".
"Come vuoi Jones" sbuffò Jefferson prendendo la bottiglia dalle mani di Victor, ignorando il suo 'Ehi!'  e voltandosi per prendere alcuni bicchieri nel vano posteriore.
Una mano gli batté la spalla e Killian vide Filippo sedersi al suo fianco con un largo sorriso. "Dai Killian. Solo uno. Ce lo meritiamo".
"Non abbiamo vinto".
Victor sorrise sfregandosi le mani, stile cattivo "Non ancora".
"Ma guarda un po’ chi si sente fiducioso" ridacchiò Killian scuotendo la testa. Victor si strinse nelle spalle prendendo il bicchiere ormai pieno che gli stava offrendo Jefferson.
"Sono sicurissimo a questo proposito. Lo sento".
"Non cominciare con la tua roba spaventosa per favore". Il suo tono era scioccato ed esasperato, ma il suo amico era davvero intenzionato ad ignorarlo, agitò una mano con noncuranza davanti a lui rivolgendosi di nuovo a Killian.
"Sto solo dicendo che ho la sensazione che vinceremo".
August inarcò un sopracciglio, mettendo le mani sulle ginocchia e avvicinandosi sempre più al bassista "Se perdiamo abbiamo il permesso di schiaffeggiarti?".
Ottenne solo un sorriso in risposta "Certo. Vai avanti. Schiaffeggiami quanto vuoi".
"Ho preso nota".
Killian si fece un appunto mentale per ogni evenienza. Sarebbe stato davvero soddisfacente solo per avere l'occasione di schiaffeggiare il suo amico. Il cielo sapeva che meritava in un certo senso di essere schiaffeggiato da lui. O da chiunque altro. In ogni caso.
Filippo strizzò l'occhio a Killian, notando l’aria sognante che sembrava averlo avvolto alla prospettiva di colpire Victor e si voltò per parlare verso il conducente. "Leroy – Siamo arrivati?".
"Cinque minuti se nessun fan esagitato si getta sulla macchina". Leroy non sembrava troppo scontroso, notò Killian con curiosità. Doveva essere un record, considerando con chi avevano a che fare - il ragazzo avrebbe potuto tirare qualche pugno se avessero fatto troppo baccano e tutti loro lo sapevano. Pensò che non avrebbero dovuto approfittare della loro fortuna se l'autista era ancora relativamente di buon umore, nonostante l'escalation nella parte posteriore della vettura, avrebbero avuto il tempo di farlo piangere fino a quando sarebbero arrivati al red carpet.
L'idea non era particolarmente attraente. Almeno per lui.
August alzò il bicchiere e il movimento riportò indietro Killian dalle sue riflessioni. Notò come il tastierista si schiarì la gola e poggiò la mano libera sul petto, chiedendo la loro attenzione. "Propongo un brindisi". Tutti si scambiarono uno sguardo divertito e lo imitarono, alzarono le mani e rimasero in attesa. Fece un respiro profondo prima di continuare con voce calma "Per il nostro miglior album. Per il diavolo di tour che ci attende. Per i nostri meravigliosi fan che hanno continuato a sostenerci anche dopo la merda che hanno scritto su di noi. Per la pazienza di Gold quando ha a che fare con noi". Si fermò e indicò Victor, che si stringeva il petto, in attesa col fiato sospeso. "Per Victor che è riuscito per una volta a trovarsi una bella ragazza - e sorprendentemente riesce a tenersela stretta". Scoppiarono a ridere e il bicchiere di August si spostò davanti a Filippo. "Per Filippo e Aurora che si sono sposati dando al resto di noi la speranza di trovare qualcosa di simile a ciò che hanno loro" Jefferson fece 'oooh' ma si bloccò subito quando si rese conto di essere il prossimo, per il divertimento del resto del gruppo "Per Jeff e le sue idee folli e per averci dato Grace. Per le nostre famiglie, che non hanno mai smesso di sostenerci – Belle e mio padre". Si fermò e Killian sapeva che era il suo turno. Incontrò lo sguardo caldo del suo amico che gli batté una mano sulla spalla con affetto "Per Killian, per essere tornato da noi quando si era perso. Per essere tornato a casa".
Per un momento ci fu un silenzio intenso in cui l'unico suono era quello che proveniva dalla radio e Killian non fu nemmeno in grado di sorseggiare il suo champagne, anche se avesse voluto, tanto era commosso. Anche se nessuno se ne sarebbe accorto, dato che l'attenzione fu come sempre focalizzata su qualcun altro.
"Victor sta piangendo".
"Giuro che è come se lo facesse apposta" Victor tirò su col naso e tutti risero, la tensione scivolò via quando fecero tintinnare i bicchieri insieme e infine bevvero il vino frizzante. Killian sorrise assaporando il gusto fresco e asciutto persistente sulla sua lingua e i ricordi di champagne gocciolante sul suo viso si presentarono avanti ai suoi occhi.
Come se l'avesse evocato, i suoi compagni iniziarono a proporre brindisi dopo brindisi fino a quando il suo nome venne fuori e sollevò la testa per la sorpresa.
"Per Emma, che è la ragione per cui stiamo vincendo questo premio!".
"Per lo champagne, che ha fatto mettere insieme lei e Jones!".
Spalancò la bocca per l’indignazione "Non è vero - l'ho conquistata con il mio carisma e il mio umorismo".
Ignorandolo - anche se era certo fosse dovuto alla sua ansia di continuare a bere - Victor agitò una mano verso di lui "Come dici tu, innamorato".
Killian alzò gli occhi e riprese a bere, anche se in modo meno entusiasta rispetto ai suoi amici. Non aveva bisogno di presentarsi ubriaco sul red carpet, questo era certo. Ma ne prese qualche sorso - dopo tutto, c’era qualcosa che lo spingeva a bere. A breve l’avrebbe incontrata.
Vide con la coda dell'occhio Filippo aggrottare le sopracciglia "Aspetta, tu ed Emma siete ufficialmente tornati insieme? Che cosa dovremmo dire se ce lo chiedono?".
"Dite loro di farsi gli affari propri. Oppure parlate della vostra vita sentimentale, non della mia" rispose con un'alzata di spalle indifferente. Era stanco riguardo a qualunque cosa avrebbero detto su lui ed Emma.
"Questo in realtà non risponde alla mia domanda".
... ok, aveva chiaramente cercato di schivare la domanda, no? Deviando sui paparazzi e la stampa, non aveva spiegato ai suoi compagni che cosa stava succedendo. Non era stato troppo aperto su quello che era accaduto tra Emma e lui dopo il processo, non aveva condiviso con loro quello che aveva dovuto dire o la chiacchierata che avevano avuto dopo l'incidente con Cassidy. Aveva senso che avessero chiesto, che fossero preoccupati. O semplicemente curiosi.
Conoscendoli, probabilmente volevano solo tenere sotto controllo la situazione in modo da poter scoprire chi aveva vinto una delle loro scommesse.
Dopo un po' che si dimenava sotto gli occhi attenti dei suoi compagni, ammise "Stiamo cercando di capire".
Un lungo gemito seguì la sua confessione e dovette combattere la voglia di colpire ciascuno di loro dietro la testa. Coglioni.
"Non preoccupatevi ragazzi. Il peggio è passato" si difese e appena lo disse si sentì come colpire anche lui. Non aveva bisogno di dare spiegazioni su nulla, dannazione.
August lo guardò con un'espressione accorta "Sembri terribilmente sicuro di te stesso".
Lui quasi cadde sul pavimento della limousine per le risate. Certo. Certo. Hahaha. Buona questa, Booth. 10 e lode per la recita. "Non lo sono. Avrò sempre una paura assurda per quanto riguarda lei, ma ... credo di sapere di che cosa ha bisogno". 
"Un cucciolo. Tutti hanno bisogno di un cucciolo. Rende tutto migliore" Victor sottolineò solennemente. Killian era abbastanza sicuro che l'idiota stesse anche pensando che si stava rendendo utile. Probabilmente era sulla strada per drunkville.
Jefferson gli diede una gomitata "Le ha già dato un cane, amico".
Il cambio della sua espressione fu impagabile "Oh. Giusto. Che peccato!".
Ignorando quella conversazione completamente surreale, Filippo reindirizzò la conversazione verso Killian "Allora di cos'è che ha bisogno?".
"Stiamo parlando in codice o qualcosa del genere? Stiamo parlando di sesso?" Chiese Jefferson alzando una mano.
"No".
"E allora che cos’è?".
Killian decise di ignorarli, scegliendo di bere l'ultimo sorso dal bicchiere - e l'ultimo champagne per il resto della serata, o almeno fino a quando la cerimonia si sarebbe conclusa e sarebbero stati fuori di lì - e mosse le sopracciglia scherzosamente "Dovrete aspettare e vedere".
Un altro coro seguì le sue parole, ma non ne fu minimamente colpito. Scrollò le spalle, guardando fuori dal finestrino quando si rese conto che la macchina stava rallentando, non a causa del traffico, ma per la quantità di persone che si erano radunate intorno alla strada che portava al teatro.
Ma sapeva che non erano i tipi da lasciare le cose in sospeso. Ovviamente no.
"E' una sorpresa?"
"Forse" disse misteriosamente.
"Odio le sorprese!" Jefferson mise il broncio, ma si scontrò con l'applauso entusiasta sia di Victor che di Filippo, che in coro dissero "Io amo le sorprese!".
August gli lanciò uno sguardo curioso, ma per una volta non intervenne per avvertirlo o per fare qualche osservazione sul 'sai quello che stai facendo' o 'sii te stesso', cosa che fu alquanto inaspettata. Killian era troppo abituato all’istinto di protezione del suo amico e la mancanza di un consiglio fraterno lo allarmò un po’ per quello che sarebbe successo  non appena avrebbe messo piede fuori da quella macchina.
Con la voce roca di Leroy si fece sentire in sottofondo, si chiese se la causa era legata al fatto che stesse finalmente crescendo.
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"Hai appena tentato di abbracciare Eminem?"
"E’ così figo, amico. Dovevo".
"Ormai sei andato".
"No, non è vero".
Killian alzò le mani in aria, rinunciando. Bene. Se volevano sembrare dei completi idioti difronte al mondo intero, erano i benvenuti. Almeno per una volta sarebbe stato quello che si sarebbe tenuto lontando dalla stampa negativa per una notte.
August si presentò al suo fianco e fischiò "Sono ancora più fuori di testa del solito oggi" Killian sbuffò, chiudendo gli occhi quasi impercettibilmente - o almeno così pensò -  il lampeggiare dei flash senza sosta lo accecava ogni due secondi.
"Non sto scherzando - Beyoncé è qui. Piangerei anch’io se fossi lì".
Filippo sbuffò passandosi una mano tra i capelli. Come se il cretino avesse bisogno di spazzolarli o qualcosa del genere. "Piangerei proprio qui, ma ho un'immagine da difendere".
Killian e August gli rivolsero un sorriso indifferente e scuotendo la testa decisero di chiudere il discorso. Dopo aver spazzolato quella che temeva fosse un po' di polvere dalla sua giacca, spinse i suoi amici verso la sezione del red carpet dove iniziavano a scattare le foto. Era il momento di dare alla gente quello che voleva. Anche se non era troppo entusiasta a riguardo.
Posare. Ugh.
Finse un sorriso parlando attraverso i denti e temendo di sembrare un serial killer "Qualunque cosa. Sorridete, ragazzi".
Dopo alcuni minuti di grida costanti, scatti e luci accecanti, Killian socchiuse gli occhi, stringendoli per riacquistare un certo livello di visibilità. E per questo non si accorse che qualcuno gli si avvicinò furtivamente e lo prese in un abbraccio da dietro, urlando fastidiosamente "Cheese!".
Maledizione, non dal suo profilo peggiore.
"Ehi!"
"Humbert!"
"Sei in ritardo" sottolineò alzando un sopracciglio con aria interrogativa. Fortunatamente Graham non si prese nemmeno la briga di uscirsene con una scusa.
Ne aveva già tirata fuori una ridicola. Non avrebbe dovuto essere sorpreso, davvero.
Lui agitò una mano davanti al viso come se stesse cercando di venderlo "Pensi che questo faccia diventi magicamente così? No eh!!".
Mentre August e Filippo ridacchiarono, strinsero la mano e si scambiarono abbracci con lui, Killian cercò di fare la parte di quello sconvolto  "Ed io che pensavo che fosse tutto carisma naturale. Non ho altro da aggiungere" Sarcasmo secco - forse il suo preferito.
Graham aprì le braccia verso di lui e condivisero un breve abbraccio fraterno, con pacche sulla spalle incluse, perché dopo la domanda sulla tonalità di verde in quel cruciverba da Granny, sentiva come se il suo ego da macho fosse stato messo in discussione. Stava per chiedere al suo amico della sua bella compagna - sul serio, quanto poteva essere carina Ariel? - quando un paparazzo richiamò la loro attenzione.
"Graham, Killian! Una foto insieme, per favore?"
Guardò verso il suo amico con la coda dell'occhio, dicendogli silenziosamente quello che pensava. Entrambi sapevano che la foto avrebbe parlato da sé: non scorreva cattivo sangue, senza rancore, non c’era assolutamente niente che non andasse tra loro due. Ma quello che non sapevano era ciò che avrebbero scritto nel titolo.
"Sei sicuro di questo?" chiese Graham quando andò a stare alla sua destra, battendo la mano sinistra sulla spalla e stringendolo forte. Fece semplicemente spallucce.
"Cosa potrebbero mai dire che non hanno ancora detto?"
Graham scosse la testa, sorridendo tristemente "Touché". I due posarono per un po' e Killian stava iniziando ad annoiarsi ad un certo punto – era davvero noioso, sapendo sopratutto che nel 70% di quelle foto non sarebbero usciti assolutamente bene, questo rendeva ancora meno sensato per lui stare lì a farsi scattare foto. Prima che potesse trovare una scusa per fuggire dalla scena, Graham mormorò serio: "Che cosa hai in tasca Jones".
Che fottuto idiota.
Killian rimase lì a farfugliare per un momento, cercando di pensare al modo migliore per rispondere a tale stupidità, ma con sua grande sorpresa e sollievo, le urla provenienti dall'altro lato del tappeto andarono in suo soccorso.
Oh no.
"Graham! Siete amici dopo tutto quello che è successo?".
"L’hai perdonato per averla portata lontano da te Killian?"
"Cosa state indossando ragazzi?"
(Chiaramente uno di loro non era come gli altri.)
La sua era mascella serrata e guardò in basso verso la sua mano che aveva inconsciamente stretto in un pugno, non più divertito dall’osservazione del suo amico o dalle buffonate dei suoi compagni ubriachi. Stava per rispondere, quando Graham lo interruppe, impedendogli fisicamente di avvicinarsi al paparazzo che aveva parlato.
"Killian, no".
Ma non gli importava più niente. Era troppo stanco delle mezze verità, delle voci e dei pettegolezzi crudeli che venivano messi in circolazione, lanciando al vento i loro sentimenti per persone che non sapevano nulla di loro.
"No, non l’ha fatto" rispose con parole stringate e dure. Il paparazzo non batté ciglio, continuando a registrare ogni singola parola e ogni mossa che faceva "Vedi, non si può rubare qualcuno. Soprattutto non una donna. E soprattutto non Emma Swan".
Guardando Graham, lo spinse dolcemente così da trovarsi fuori dalla portata d'orecchio e si trovarono circondati dai suoi compagni. Victor fischiò e urlò in approvazione.
"Un applauso per Jones, amico". Killian si limitò a scuotere la testa alla sua affermazione e fu sorpreso di sentire un altro paparazzo chiedere un ultima foto di tutti i ragazzi. Scrollò le spalle, si allinearono e misero le braccia l’uno dietro l'altro, sorridendo e cambiando pose mentre i flash continuavano a illuminarli, era una sensazione davvero strana, essere lì, ancora, con tutto ciò che si muoveva intorno a loro, le luci e le urla.
E poi ci fu un altro urlo, ma questa volta proveniente da uno dei suoi amici.
"Chi mi sta pizzicando il culo?"
Un sorriso dipinto di rosso apparve da dietro di loro, ridendo. Lei mise un pò il broncio, anche se nessuno ci stava credendo "Oops".
August si rivolse a loro, toccandosi ancora il sedere, completamente sbalordito "Ma ha afferrato il mio culo!"
Jefferson si lamentò "Perché si becca sempre lui la roba buona?"
Ruby gli rivolse un sorriso sornione, camminando verso di lui "Ah, vieni qui. Afferro il tuo".
Alla scena Killian scosse la testa. Questa era la sua vita, questi erano i suoi amici "E poi, scrivono roba su di me".
"Perché non pizzichi quello di Swan, Ruby? Sarebbe abbastanza memorabile" suggerì Filippo.
Ruby mise le mani davanti a lei "Non funziona. Avete già avuto il vostro show, l'altro giorno. Niente più scene Red Swan per voi".
Ci fu un coro di lamenti da parte dei ragazzi - Killian incluso. Ehi, era un uomo e quel bacio tra le due donne era stato un spettacolo per gli occhi.
"Smettetela di piagnucolare. Non succederà".
Stava per continuare a punzecchiarla, se non per la pura e semplice soddisfazione di farla irritare, quando Emma si avvicinò a lui, con un sopracciglio perfettamente sollevato mentre lo esaminava dalla testa ai piedi.
"Molto elegante, Jones".
Lui la imitò in modo scherzoso mentre osservava il vestito che indossava. Forse questa donna pensava che fosse uno scherzo? Un abito di pelle nera? Dio. "Anche tu, Swan. Avresti potuto indossare una cravatta come me, ma lo ammetto il vestito va benissimo".
"Grazie. Credo". Gli sorrise e si tirò goffamente l'orlo del vestito, sistemandoselo. Mentre lo faceva, Killian pensò di poter sentire il suo profumo familiare nel piccolo spazio tra di loro e respirò, quasi desiderando di poter annegare in quell’odore.
Si scosse e chinò il capo verso di lei "Allora. Buttiamoci nella mischia, va bene?".
Le ore successive le spesero sorridendo e parlando con diversi rappresentati dei media, parlando dei loro progetti futuri, del tour, dell'album, del video e di ciò che si aspettavano per quella serata. Scherzò con tutti, lanciando occhiate sottili di tanto in tanto in direzione di Emma per vedere che cosa stesse facendo e sorridendo a se stesso quando la vide scoppiare a ridere o mentre giocava con i suoi capelli - un segno che era nervosa. A un certo punto, decise che era il momento di firmare alcune delle foto e degli striscioni dei fans che erano lì in attesta da chissà quanto tempo e dopo un po' di urla e strilli dalla maggior parte di loro, si rese conto che era stato raggiunto da alcuni dei suoi amici insieme ad Emma. Si misero tutti al lavoro, cercando di firmare e scattare più foto che potevano, anche passandosi le penne gli uni con gli altri e prendendo le fotocamere in modo da poter scattare meglio alcune delle foto invece di posare in selfies imbarazzanti.
Unico inconveniente: non appena una macchina fotografica finiva nelle loro mani, dovevano sempre scattare prima un selfie e poi passavano a fare la foto con il fan.
Idioti.
Killian si ritrovò un paio di volte a disegnare qualcosa su alcuni degli striscioni che le ragazze avevano portato con se e quando notò Emma roteare gli occhi, spiegò alle povere fans della totale mancanza di vena artistica di cui soffriva e a questo lei rispose che era troppo sciocco da non essere in grado di apprezzare la sua arte. Aveva cercato di spiegare loro che l'arte di Emma non era arte, quindi non era come diceva lei.
E lei gli diede uno schiaffo dietro la testa.
Forse se lo meritava.
Quando tornarono alla sezione del tappeto destinata alle interviste, si ritrovò accanto a lei e si rese conto con un sussulto che si stava divertendo - e anche lei. Non importava se li stavano fotografando o riprendendo o stavano parlando di loro e chissà cosa stavano dicendo - non gli importava in quel momento; lei era proprio lì, gli stava sorridendo, come se non gli interessasse nulla di tutto ciò che li circondava.
E questo era grande.
"Killian! Ehi Killian!"
Lui allungò il collo per vedere un paio di occhiali familiari su un volto raggiante. Ah. Josh di MTV, si agitava eccitato verso di loro per invitarli ad avvicinarsi al suo angolo del tappeto rosso. Nascose un sorriso, aggrottò la fronte e guardò Emma con un’espressione confusa "Hai sentito qualcosa?".
Lei sbatté le palpebre, momentaneamente persa e poi vide l’intervistatore ancora intento a richiamare la loro attenzione, a quel punto gli resse il gioco "Oh, non lo so. Perché me lo chiedi?".
"C'è questo ... ronzio ... proveniente da lì ..." insistette mentre camminavano lentamente, fino a quando furono fianco a fianco al microfono di MTV e il suo proprietario, che mise il broncio verso di loro.
"Questo mi offende".
"No, non è vero" Killian sorrise e gli diede un breve abbraccio "E' bello vederti, amico".
Ricambiò l'abbraccio e poi fece lo stesso con Emma, che lo baciò anche sulla guancia per la gioia dell'intervistatore "È bello vedere anche voi ragazzi. Sei stupenda Emma".
"Beh, grazie. Non sei tanto male neanche tu". 
"Ho fatto del mio meglio. Ho sentito che stavi arrivando e ho pensato tra me e me 'oggi è la mia notte', lo sai".
Killian batté i piedi rumorosamente sul tappeto - non che sarebbe stato sentito in ogni caso, ma il gesto era quello che contava. Giusto? "Ragazzi volete una camera?" disse lentamente cercando di sembrare annoiato.
"Se lui non è al centro dell'attenzione diventa scontroso" cinguettò Emma e al suo sguardo arcigno lei tirò fuori la lingua verso di lui. Stava per commentare chi fosse quello scontroso in quel trio quando qualcuno arrivò dietro di loro.
"Garantisco io per questo". 
Josh aprì le braccia per dargli il benvenuto "Mr. Humbert si unisce all'intervista, gente".
"Questa non era un’intervista - Stavi flirtando con Swan e ignoravi me. Ecco. Questa è la cosiddetta intervista" dichiarò Killian, indicando Josh con fare accusatorio. Emma poi scoppiò in una risata e rivolse ad entrambi uno sguardo interrogativo.
"Lui è come gelatina con te! Lui ti vuole!".
Josh gli accarezzò il braccio come per consolarlo "Killian, mi dispiace va bene. Sono sposato. Eccetto per Emma, per lei farei un'eccezione".
"Come osi. Vado via di qui” disse girando i tacchi e avviandosi per andare via, ma Emma corse a prenderlo per riportarlo nel punto in cui era Josh, che continuava a ridere e ad agitare il microfono davanti a loro.
"Allora voi siete qui per il supporto morale?" chiese, ed Emma e Graham si strinsero nelle spalle dopo aver condiviso uno sguardo.
"La band è stata così gentile da invitarci ..." iniziò Graham, ma Emma lo interruppe presto.
"... nel mio caso probabilmente era perché volevano ridere di me mentre correvo dietro a Beyoncé".
"Anch'io". Graham confermò immediatamente.
Quei due insieme a Ruby erano grandi fan di Beyoncé, sul serio. Una cosa davvero divertente a cui testimoniare.
Emma, da parte sua, guardò a bocca aperta Graham, colpendo al petto con rabbia "Scusami, tu eri molto più entusiasta di incontrare i One Direction. Non mentirmi".
Killian ridacchiò, non sapendo se ci fosse qualcosa di vero nelle parole di Emma o meno – ma dal rossore che si diffuse rapidamente sul viso di Graham, avrebbe potuto dire che c'era qualcosa di vero effettivamente - e tutta la faccia di Josh si illuminò. "Oh, abbiamo avuto una battaglia su Twitter tra i tuoi fan e le Directioners infatti!".
La bocca di Killian si spalancò. Cosa hanno fatto? "Hanno combattuto? Questo è terribile! Dite loro di smetterla. Di diffondere l'amore come la nutella sul pane tostato".
"Jones FOR PRESIDENT, gente" disse Graham, applaudendo lentamente e Killian gentilmente si inchinò "Per favore qualcuno può scriverlo su una t-shirt".
Josh li ignorò - nessuna sorpresa - e proseguì. "Non ne hai sentito parlare? Non fanno altro che parlarne sui social network".
Emma guardò entrambi per un secondo e poi si preparò come se fosse sul punto di passare attraverso dei cerchi di fuoco. Forse era così, era spaventoso come sembrava, di trovarsi nell'occhio del ciclone come quello "Abbiamo cercato di evitare Twitter il più possibile nelle ultime settimane, perché c'erano alcune cose veramente brutte in giro".
"Guerre tra ship immagino? I sostenitori del Gremma e del Captain Swan vi hanno creato problemi?".
... ok, era sicuramente un ragazzo perduto in quel momento. Di cosa diavolo stava parlando? 
Si voltò a chiedere ad Emma - lei era molto più ferrata su queste cose e aveva avuto modo di insegnargli già altri riferimenti alla cultura pop, soprattutto perché Henry li spiegava prima a lei - quando Graham saltò eccitato.
"Oh, per una volta so di cosa stai parlando!" disse con veemenza. Poi si rivolse a Emma. "Sai, le persone che pensano che io e te dovremmo stare insieme, ci chiamano Gremma - come chiamano Brangelina la coppia di Brad e Angelina?".
Lei lo fissò incredula, come fece anche Killian. La gente aveva davvero dato dei nomi alle loro relazioni?
Che cosa?
Killian notò come Emma iniziò a spostarsi goffamente da un piede all'altro e cercò di porre rimedio alla tensione chiedendo a Josh "E noi siamo chiamati Capitan Swan?".
Lui si limitò ad annuire. "Perché tu sei il capitano dei Lost Boys".
La bocca di Emma si aprì e si chiuse silenziosamente in una imitazione molto convincente di un pesce rosso "Quindi... io in questo momento sono in piedi tra le mie ships".
Scoppiarono a ridere a questo. Swan in soccorso, come sempre – era sempre stata brava a fermare le situazioni strane. Josh fece cenno verso di lei con il suo microfono.
"Probabilmente stai provocando loro un attacco di cuore". 
Killian strinse le labbra pensieroso "Ora succederebbe solo se facessimo una cosa a tre ..."
"JONES" scattò minacciosamente.
"Che cosa?" .
Le labbra di Emma si tirarono in una linea sottile, ma lui sorrise di nuovo e ammiccò, facendola sbuffare esaspertata. Non si sarebbe mai stancato di fare questo.
Josh, da parte sua, sembrava essere piuttosto ansioso di non lasciarli andare, così continuò a sparare domande "Comunque, ragazzi vi sentite un  po’ fuori posto qui? Le stelle di oggi iniziamo così giovani!".
"Ci stai dicendo che siamo vecchi?".
Non sembrò nemmeno vergognarsi di aver insinuato una cosa del genere. Che sfacciato. "Niente affatto. Ma potete dimostrare che siete all'altezza del compito da ..."
Emma si lamentò e lo interruppe "Oh no. È uno dei tuoi quiz?".
Josh mise il microfono sul suo cuore, guardandola adorante "Lei mi conosce già. Non vedi che è vero amore?".
"Inizia" gli ordinò.
"Va bene, va bene: momento del quiz sulla cultura pop".
I tre si scambiarono occhiate diffidenti e le spalle di Killian si scossero in una risata silenziosa. Non era sicuro se sarebbero stati fregati o no, ma sembrava  essere divertente "Spara" disse a Josh, che annuì e tirò fuori una pila di cartelline dove aveva stampato domande ridicole di ogni tipo per loro.
Si chiese che cosa stavano facendo in realtà e se avessero un minimo indizio di cosa stessero parlando.
"Sai chi è Tauriel?".
Oh, amico, questo lo sapeva.
"Chi?" chiesero Emma e Graham, ma lui stava già strappando il microfono da Josh.
"La ragazza elfo dell’ultimo film The Hobbit!".
"Sì!".
Sollevò un pugno in aria, assaporando la sua piccola vittoria, prima di aggiungere come in un ripensamento quando gli venne in mente un’immagine del personaggio "E mi piace lei. Penso che sia molto attraente".
Josh concordò, strizzandogli l'occhio e spingendo il gomito verso di lui "Chi non lo pensa, giusto?".
"Oh-oh. Qualcuno è arrabbiato" disse Graham e Killian stava per chiedergli cosa diavolo intendesse dire quando vide l’espressione completamente vuota di Emma. Aveva le labbra strette e all’espressione indagatrice di Josh, sollevò un sopracciglio perfettamente curato. 
"Nessuno è arrabbiato. Qualcuno è curioso, ecco tutto".
Ah. Nessuno ci stava credendo, Swan.
Forse sentendo la tensione, Josh si schiarì la gola, pronto a continuare il loro piccolo gioco. "Prossima domanda - qual è il nome dell'ultimo album di Justin Bieber?".
Emma scosse la testa "No..non lo so".
"Non lo so" Graham disse casualmente, incrociando le braccia sul petto.
"Non mi interessa" Killian si strinse nelle spalle.
"Va bene ... credo. Sapete cos'è un Cumberbitch?".
"Un fan di Benedict Cumberbatch" dichiarò Graham senza perdere un colpo ed Emma e Killian si rivolsero a lui con l’identica espressione scioccata sui loro volti.
"Oh mio Dio come fai a saperlo?" Chiese lei guardandolo con circospezione.
Josh accarezzò il braccio di Graham. "E’ giovane nel suo cuore".
"E' chiaramente un Cumberbitch" disse Killian e Graham cercò di nascondere un sorriso orgoglioso - fallendo, ovviamente.
"Colpevole".
Ancora ridacchiando, Josh cercò nelle sue schede e trovò la domanda successiva, portando il cartoncino più vicino al suo viso per leggerlo. "Prossima? Sapete chi è l’uomo vivente più sexy del mondo secondo People?".
"Se mi dici che è uno di questi due mi lancio da una scogliera" disse Emma mentre premeva le sue dita sulle tempie. Graham scosse la testa.
"Se non è Benedict Cumberbatch salto da una scogliera".
"In realtà, si tratta di Adam Levine" li informò Josh ed Emma si mise una mano sul petto mettendo in scena un bello spettacolo di apparire sollevata. Sia Graham che Killian la fissarono.
"Oh, grazie a Dio.. E sono d'accordo".
"Oh-oh - adesso qualcuno è arrabbiato ..." disse Josh agitando la mano con cui teneva le schede in direzione di Killian, che si morse la lingua per la frustrazione di aver lasciato che le sue emozioni avessero la meglio su di lui. Non era come se fosse geloso o altro, solo che in un altro momento avrebbe fatto volentieri un commento sul gusto di Emma in fatto di uomini o su come avesse sbavato su quel ragazzo quando erano al Coachella, ma ora ...
Lui alzò un sopracciglio incontrando gli occhi di Emma con i suoi "Non arrabbiato, solo ... curioso".
Notò la sua piccola assenza di respiro che cercò di mascherare mettendo una mano sul petto - ma tutto fu rapidamente dimenticato quando Josh lesse la domanda successiva "Secondo Taylor Swift 'we are never ever ever  ...'"
I tre intonarono in perfetta sincronia "'Getting baaaack together!'".
Soddisfatto per il loro coro e dopo aver asciugato una lacrima dal ridere, chiese: "Avete mai letto Cinquanta Sfumature di Grigio?".
La mano di Graham volò per puntare verso Emma "Lei l’ha fatto!".
"Non l’ho letto!" urlò.
"Davvero?" Chiese Killian sopprimendo una risata.
"NO!".
"Perché stiamo urlando?" strillò Josh, ma Emma stava già cercando di spiegarsi.
"Ho avuto la sceneggiatura per il film e l’ho letta per sommi capi, non ho letto il libro! Una volta capito cosa fosse, mi sono fermata".
Killian inclinò la testa di lato, fissandola con fare inquisitorio "E quando esattamente hai smesso, Swan?".
"La pagherai per questo" promise acidamente e lui sussultò contro la sua volontà. Emma era una forza da non sottovalutare, non c'era dubbio - e tendeva a mantenere le sue promesse. Per quanto omicida e sanguinarie potessero essere.
Incapace di controllare la sua risata, Josh agitò le schede con le domande verso di loro, per lasciarli andare via "Grazie ragazzi. Direi che è andata bene. Ci vediamo più tardi!".
Graham scosse la testa e dopo aver rivolto ad Emma un sorriso sornione, se ne andò raggiungendo il resto della band - che dovevano essere lì in giro a rendersi ridicoli, se avesse dovuto scommettere su questo. Lasciando lui ed Emma lì, insieme, da soli, e si rese conto che lo stava guardando come se avesse perso la ragione "Che cos’era quella cosa?".
"Quale cosa?".
Lei incrociò le braccia sul petto e senza volerlo i suoi occhi scesero al petto. Diavolo, sembrava che lo stesse chiedendo lei con quel vestito addosso, per l'amor di dio "Il tuo comportamento territoriale?".
Ohhh. Così era questo quello che voleva dire, la cosa 'non sono arrabbiato, solo curioso'. Huh. Le rivolse un sorriso ambiguo. 
"Non posso farne a meno. E lo stesso si potrebbe dire di te, lo sai".
Doveva fare attenzione con quella conversazione e lo sapeva,  non era sicuro se lei l’avrebbe trovata strana o addirittura fastidiosa a questo punto, ma non gli importava. Lei lo fissò, forse in attesa di una spiegazione, ma vedendo che non ne avrebbe ricevuta alcuna, sospirò "Uh-huh. Certo".
Il loro piccolo tête-à-tête fu interrotto quando qualcuno richiamò la loro attenzione "Emma!".
Vide come Emma si scosse un po', come se stesse uscendo da uno stato di trance e cercò la fonte della voce - una bruna piuttosto interessante, con le caratteristiche asiatiche e un sorriso gentile che si allargava sempre più mentre si avvicinava a loro. Il sorriso raggiante di Emma lo colse di sorpresa - era piuttosto chiusa con la maggior parte delle persone, quindi questa donna doveva essere qualcuno di cui si fidava abbastanza per comportarsi in modo così aperto con lei – e le corse incontro a metà strada.
"Mulan! Ehi!" Oh. Quindi questa era Mulan, la regista che aveva incontrato e con la quale aveva girato durante l'estate. Non sembrava affatto come se l’immaginava Killian, ma comunque…
Lei gli rivolse un sorriso gentile quando si rese conto che era lì e lui le sorrise in cambio, andando verso di loro, la abbracciò e si presentò nel caso in cui lei non sapesse chi fosse.
Dal sorriso che si scambiò con Emma, era più che propenso a credere che avevano parlato di lui.
"Allora, cosa ci fai qui?" chiese Emma, facendo segno attorno a se. Mulan si strinse nelle spalle, ridendo.
"Il mio ragazzo mi ha pregata di venire con lui".
Emma alzò le sopracciglia per la sorpresa. Il suo ragazzo, eh? Killian non aveva sentito parlare di un fidanzato, ma ehi non conosceva per niente quella donna "Oh. Dov'è? Non ho mai avuto modo di incontrarlo".
Mulan si mise in punta di piedi per scrutare tra il mare di corpi che correvano letteralmente intorno al red carpet, facendo schioccare la lingua con impazienza. "E'... qui intorno. Aspetta un secondo!! Rob, sono qui!!".
Come lei agitò il braccio eccitata al lato opposto del tappeto, Emma e Killian socchiusero gli occhi per vedere chi fosse questo misterioso ragazzo. Se aveva invitato la sua regista alla premiazione, deve avere sicuramente qualche collegamento. Proprio quando intravide un biondo, con la barba trasandata e gli occhi azzurri, Killian afferrò con forza il gomito di Emma, che si voltò verso di lui, probabilmente per togliere la mano dal suo braccio, ma probabilmente vide lo sguardo di panico sul suo volto, perché rimase solo in attesta che le spiegasse cosa stesse accadendo.
Il ragazzo che si stava avvicinando. Era. Macklehood.
Macklehood.
Macklehood.
"Oh mio Dio, Macklehood sta venendo qui" gracchiò.
La bocca di Emma si aprì in stato di shock "Mi prendi in giro? Macklehood è il tuo fidanzato?". Urlò a Mulan e l'altra donna fu più che sorpresa.
"Non lo sapevi?".
L’espressione di Emma era impagabile, anche se Killian non era nello stato giusto per apprezzarlo davvero. "L'hai sempre chiamato Rob al telefono durante le riprese, non ho mai pensato che fosse il cantante!".
Lo shock gli rese impossibile lasciarla andare, così la fece girare in modo da averla difronte. Non era sicuro di come potesse apparire in quel momento, ma sicuramente si aspettava un qualche mix di esaltazione e completo terrore. "Emma, per favore, sto andando fuori di testa".
Lo guardò incuriosita "Non sapevo che fossi un suo fan".
La guardò a bocca aperta, completamente sconcertato "Sei seria? E’ il leader dei Merry Men! Lui è Macklehood!" Alla fine la lasciò andare e notò con un senso di colpa che andò a strofinarsi il braccio, guardandolo brevemente, ma non c'era tempo per questo, perché Macklehood stava andando verso di loro. Cercò di spazzolarsi i capelli con le dita e di scrollarsi di dosso la polvere invisibile dalla giacca. "Oh mio Dio è qui. Comportati bene. Sii forte".
Lui era lì. Oddio Macklehood era lì e stava raggiungendo Mulan e le stava sorridendo amorevolmente e oddio non era adorabile?
"Ehi tesoro. Oh, Emma! È un piacere conoscerti, mi dispiace che non abbiamo avuto l'occasione questa estate" disse dando ad una Emma un po’ agitata un caloroso abbraccio dopo aver baciato dolcemente Mulan. Dio, che era disgustoso.
Disgustosamente dolce.
Emma si morse nervosamente il labbro inferiore dopo aver ricambiato l'abbraccio "Va benissimo. Anche per me è un piacere conoscerti".
Poi si girò e sembrò sorpreso di trovare Killian lì, che cercò di non sembrare troppo fuori di testa quando si rivolse a lui "E il famigerato Killian Jones, giusto?"
Dio mio. "Sai chi sono?" 
Macklehood - Rob? - Rise e gli diede delle pacche sulla schiena con tale forza che Killian ebbe paura che avrebbe cacciato la sua cena. Il ragazzo si allenava e si vedeva - o forse era un semidio travestito da rapper mortale davvero cazzuto. Non sapeva quale opzione avrebbe preferito fosse quella  reale "Certo che ti conosco. In realtà penso che presenterò uno dei premi per cui sei nominato - Miglior Video. Quello con Emma, credo".
Killian inspirò profondamente e si spostò leggermente verso Emma per bisbigliare nel suo orecchio "Penso che sto per piangere".
Il rapper non colse il loro scambio mentre continuava a parlare tranquillamente muovendo le mani eccitato e poi disse "Dovremmo stare insieme qualche volta è da tanto tempo che avevo voglia di incontrare te e la band! Dove sono a proposito?".
"Sono ... qui intorno" disse guardandosi intorno e imprecando contro i suoi amici se non avessero mostrato le loro chiappe proprio lì in quel momento o in modo da aiutarlo dato che Dio Macklehood voleva incontrarli dannazione... vide August in un punto non lontano da dove si trovavano e sospirò di sollievo. "Oh, guarda, laggiù. Stanno facendo foto con quei ragazzi".
"Per favore di loro di venire, ci facciamo una foto. Sono sicuro che gli Hoodies e i … qual è il nome con cui di definiscono i tuoi fan?".
Ha chiamato i suoi fan Hoodies?
Cosa diavolo stava succedendo.
Se la sua voce uscì stridula, nessuno glielo fece notare, grazie a Dio "Sono abbastanza sicuro che si chiamino i Lost Ones. Non ne sono proprio sicuro, però".
Macklehood rise, battendo la spalla bonariamente. "Oh bene, tutti loro apprezzeranno, ne sono sicuro. Andiamo!".
I minuti successivi potrebbero essere considerati come un caos totale costituito da costanti momenti di fanboying, Victor e Jeff si gettarono letteralmente in ginocchio di fronte a Macklehood mentre Killian, Filippo e August si scusarono a loro nome per la scena imbarazzante, Graham si unì alla follia non appena si rese conto che tutti stavano impazzendo intorno a Macklehood, Emma e Mulan erano troppo divertite da quella situazione e furono scattate una tonnellata di fotografie che probabilmente sarebbero state associate a titoli curiosi.
Almeno questa volta sarebbero usciti per motivi più divertenti.
Dopo aver promesso loro che si sarebbero rivisti all'interno durante lo spettacolo, il rapper andò via con Mulan e lui rimase lì con Emma al suo fianco, ancora sconvolto e stupito da tutto l'incontro.
Wow.
"Sto ancora tremando" disse ad Emma e fu inorridito quando lei andò a pizzicargli le guance.
"E' stato adorabile".
Lui fece una smorfia, allontanado le sue mani - anche se una parte di lui protestò per la sua azione. Avrebbe desiderato ogni minimo contatto con Emma, niente di diverso, ogni giorno. "Macklehood non è adorabile, è uno tosto".
"Intendevo dire te. Tutto entusiasta di incontrarlo" disse inarcando un delicato sopracciglio.
Le sorrise spudoratamente incoraggiato dal fatto che non aveva smesso di ridere per tutto il tempo del suo passaggio sul tappeto rosso. "Ammettilo: ti stai divertendo".
Con le labbra strette ammise "Non è così male come mi aspettavo".
"Wow, non essere troppo eccitata".
Lei si strinse nelle spalle con grazia e non poté fare a meno di notare il modo in cui questo spostò la scollatura del suo vestito, portandolo a dare una sbirciatina allettante al suo decolléte.
Troppe emozioni in troppo poco tempo, stava per morire proprio lì fuori.
Lo fece uscire dalle sue riflessioni dandogli uno schiaffo sul braccio. "Zitto. Andiamo, dobbiamo spostarci". Lei fece per muoversi e Killian si rese conto che i suoi amici erano già entrati all'interno del teatro dove si sarebbe tenuta la premiazione. La fermò afferrandola per il polso, impedendole di scappare "Ehi".
Lei guardò dalla sua mano che le avvolgeva ancora il polso fino ai suoi occhi, con uno sguardo confuso "Che c’è?".
"Siamo a posto?" Chiese vago. Lei lo guardò come se volesse colpirlo in quel momento.
"Vuoi davvero farlo adesso?" mormorò e lui fece cadere le braccia lungo i fianchi, frustrato.
"Sono stanco di girarci intorno, Emma. Vorrei sapere se posso prenderti la mano o baciarti se vinco o qualsiasi altra cosa".
Lei sussultò e rimase a bocca aperta - eh, era riuscito a lasciarla senza parole. Questa fu la prima volta dopo un lungo periodo di tempo, in realtà "Io… ora non è il momento. Inoltre, abbiamo parlato questa mattina, non so cos’altro tu possa desiderare".
Perché non era sorpreso da una risposta così in stile Swan. Si avvicinò a lei mantenendo il suo sguardo intenso.
"Te l'ho detto. Voglio che tu la smetta di preoccuparti di quello che ho detto così da poter andare avanti".
"Ci sto provando, ok?" insistette con la fronte corrugata per la frustrazione. Lui fece un passo indietro, dandole il suo spazio e fingendo nonchalance - anche se l'intero scambio era riuscito a lasciargli un disagio che poteva sentire a pelle.
"Ok".
"Bene". 
Sapeva che lei si aspettava che avrebbe proseguito con un altro 'bene', puntando i piedi e magari avrebbe piagnucolato come un bambino, ma decise di dimostrare di essere cresciuto – shockante, vero? - E le fece cenno di andare avanti, indicando con il braccio la direzione in cui avrebbero dovuto seguire il resto degli ospiti.
"Dopo di te".
Lo stupore muto - probabilmente per il suo autocontrollo e per non aver continuato con la loro discussione - Emma scosse la testa quasi impercettibilmente e si diresse a grandi passi verso la massa di gente che entrava nel teatro. Stava per seguirla, quando lei si fermò, girando gli occhi confusi nella sua direzione.
"Sei arrabbiato con me?"
Lui sbiancò "Ovviamente no".
"Killian, io .."
Oh, per l'amor del cielo "Swan, dovrò portarti dentro se non ti muovi. E no, non ho intenzione di comportarmi come un bambino dopo questo. Non ti preoccupare".
Con questo, lei sbuffò solamente e Killian noto il tipo di furia che l’avrebbe investito se avesse osato aprire bocca. Sapeva che era uno da tenere alla larga quando i colpi venivano lanciati.
Rimase da solo, massaggiandosi la nuca e lamentandosi di quanto potessero essere impossibili le donne e lo sapeva, forse questo avrebbe aiutato con la 'sorpresa'.
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Tutte le premiazioni organizzate da MTV erano destinate ad essere abbastanza epiche, ma queste senza alcun dubbio raggiungevano il numero uno sulla lista di Killian. Si stavano divertendo durante tutte le performances - ad un certo punto apparvero dei percussionisti dal backstage che inondarono il teatro rendendo tutto completamente selvaggio – ballarono, risero e caddero anche a terra, per gentile concessione di Jeff. Emma e Ruby tornarono in preda ad una crisi isterica dopo una pausa alla toilette dove a quanto pare avevano incontrato Beyoncé - 'un sogno che si avvera, ragazzi! Beyoncé! '. Fecero foto con tutti quelli che potevano – e durante le pause si prestarono alle foto per i fotografi nel backstage di MTV.
Si dimostrò essere una serata completamente folle.
"E ora, il momento che tutti stavamo aspettando ... Il Video dell’Anno ... presenta… il leader dei Merry Men: Macklehood" gli altoparlanti squillarono e l'intero teatro quasi crollò sotto gli applausi e i fischi. Killian dovette far scendere Jefferson che era salito in piedi sulla sua poltrona non appena il rapper salì sul palco, anche se era un po' tentato di unirsi a lui. 
Era una leggenda.
Appena arrivò al microfono, lo prese in mano, fissando la telecamera e rivolgendole un sorriso "Va bene, va bene, va bene. Video dell’Anno, gente. Ci sono state delle canzoni fantastiche lo scorso anno! Insieme ad alcuni video incredibili, soprattutto questo ragazzo e la sua band, penso che si chiamano i Merry Men, woah!  Ma forse non li conoscete ... ". Il pubblico rise e li fissò stringendosi nelle spalle, come a dire 'che diavolo avete da ridere - sono serio qui'. Scosse la testa e proseguì. "Comunque, vediamo chi sono questi perdenti ..." .
Gli schermi mostrarono il logo della premiazione e iniziarono a scorrere le clip delle nomination. Intorno a loro, le persone applaudivano e facevano baldoria, ogni volta sempre più forte.
"È così orribile se sono davvero eccitato che vincano questi ragazzi? Sono così forti" commentò Graham il video di un’altra band che mostrava una ragazza che ballava molto poco vestita e rise quando Emma derise semplicemente disgustata la sua costar.
"Sta' zitto".
Fu chiamato allora il nome della loro band e le scene del video apparvero sugli schermi intorno a loro. I capelli di Emma mentre ballava, lui che l’afferrava prima che cadesse, loro che si baciavano.
Era sicuro che avrebbero scelto quella scena in particolare in tutto il video.
Si sentiva molto a disagio e non sapeva se dovesse uscirsene con qualche battua per dissipare la tensione, ma Emma lo batté sul tempo.
"Hai pronta la tua faccia da sconfitto?".
Lui sorrise "Non proprio. Mi limiterò a fissare con il broncio la telecamera e piangere" Per farle capire, le mostrò il suo broncio solo nel caso fosse stato necessario. E lei gli diede un cenno di approvazione.
"Questo potrebbe generare alcuni titoli sui giornali".
"Probabilmente".
Condivisero un sorriso, il suo cuore martellava forte quando si rese conto che davvero, davvero voleva baciarla. Davvero tanto. Proprio lì. Prenderle la mano. Dannazione, voleva farlo.
Ok, stava per farlo.
Stava iniziando a muoversi quando la voce angelica di Macklehood ruppe il suo sogno a occhi aperti "E il vincitore è ..." Ci fu una pausa e Killian riuscì a staccare gli occhi da Emma per vedere il rapper strappare la busta in cui c’era il nome del vincitore.
Lui trattenne il respiro.
La mano di Emma afferrò la sua.
Non poteva respirare anche se avesse voluto.
Macklehood guardò la telecamera.
"I miei amici, The Lost Boys!" 
Killian respirò e l'improvviso afflusso di ossigeno che attraversò il suo cervello lo fece quasi crollare. Guardò la mano di Emma che stava ancora avvolgendo la sua e incontrò i suoi occhi, un sorriso si fece spontaneamente strada sul suo viso. Prima che potesse rendersene conto,  la stava stringendo forte a se - e perché no? Era la star del video che meritava quel premio tanto quanto loro e lei lo rendeva felice, lui l'amava, avevano vinto e lei si adattava perfettamente contro il suo corpo...
La sua band saltò e urlò, stringendolo da dietro e gridando 'abbiamo vinto!' e Killian si rese conto che non era in un posto solo con Emma, erano ad una stupida premiazione, che avevano vinto e avrebbe dovuto andare a ritirare il premio difronte a migliaia di persone. E si avanti al mondo intero che era sintonizzando a guardare.
Oh cavolo.
Lasciò che i suoi amici lo spingessero fino a raggiungere le scale che portavano al palco, dove Macklehood li aspettava con il premio in mano, agitandolo scherzosamente così sarebbero andati a prenderlo. Appena arrivati​​, il rapper effettivamente iniziò a ballare, alla perplessità di Killian - ma non tanto quando il resto della band si unì a lui e il pubblico alla vista di quella scena andò completamente fuori di testa. Si girò verso la telecamera con gli occhi spalancati completamente senza parole. Lui inarcò un sopracciglio non appena vide il presentatore scoppiò a ridere e gli avvolse il braccio sulle spalle.
Killian sorrise. "Si tratta di una sfida di ballo?"
"Non proprio, no" disse e gli consegnò il premio con un sorriso gentile "Ecco qui. Congratulazioni".
Lasciò loro cinque in attesa del microfono, la situazione era in visibilio dopo un tale spettacolo e decise di lasciare che i suoi amici parlassero per primi. Lui li guardò e disse: "Alcune parole speciali?"
Jefferson si avvicinò, chiuse gli occhi e Killian temette per un momento che si sarebbe addormentato lì o qualcosa del genere. Invece urlò "BALENCIAGA!" .
Ci fu un applauso scrosciante a questo, che Killian trovò a dir poco strano, ma August si presentò e tutti si calmarono per ascoltarlo "Volevo solo dire grazie a ciascuno di voi. E’ stato un anno pazzesco ma non sarei stato in grado di fare nulla senza il vostro sostegno, ragazzi".
Killian guardò Filippo che agitò solo una mano e aggiunse calorosamente "Quello che ha detto lui".
Pffft. Che sciocco.
Killian alzò gli occhi mentre prendeva il suo posto, impostando il microfono ad angolo retto. "Non dategli retta, colpa dello champagne. E Victor sta piangendo, quindi tocca a me". Guardò il premio nella sua mano, notando il suo colore e la forma per la prima volta e ridacchiò ad alta voce. 
"Wow, questa cosa è pesante. Utile per fare sollevamento pesi, forse. Comunque, come ha detto il mio amico, è stato un anno incredibile per noi. Nuovo album, nuova avventura, nuovi amici, ma i fan più fedeli là fuori sono sempre stati lì per noi. Grazie ragazzi". Si grattò il lato del collo, espirando rumorosamente prima di continuare. "E' divertente, perché abbiamo ottenuto questo premio e tutto quello che dovevo fare era baciare Emma Swan, che lasciatemelo dire, non è poi così difficile. E’ stato un piacere assoluto e lo rifarei di nuovo immediatamente, senza pensarci due volte. Tutto" disse significativamente, sperando che cogliesse il doppio senso.
Ci fu un lampo d'oro sulla sua visione periferica e si rese conto che stavano mostrando la reazione di Emma proprio lì sugli schermi. Cercò quello più vicino a lui e la vide, mentre nascondeva il viso dietro la mano, evidentemente imbarazzata e lui non poteva farci niente "Eccola. Ehi Swan. Guarda, abbiamo vinto!" disse mostrandole il suo premio, come faceva Henry quando era orgoglioso di qualcosa che aveva scritto o disegnato in classe. Emma annuì ridendo dandogli un pollice in su e il sorriso di lui si fece più ampio, incoraggiandolo ulteriormente a fare quello che stava facendo - a parlare di loro, parlando di rifare tutto da capo, tutto, non importava come o cosa, scegliendo lei, di stare con lei. Lui avrebbe sempre scelto lei.
Sempre sorridendo, si avvicinò al microfono per terminare il suo discorso "A quanto pare mi avrebbe ascoltato solo se avessi detto qualcosa difronte alla metà del pianeta. Ora probabilmente vi starete chiedendo se questa è una trovata pubblictaria o se è reale. Credo che solo noi due potremo saperlo". Fece l'occhiolino alla telecamera "Grazie".
La voce che parlava durante gli intervalli e le pause iniziò a fuoriuscire dagli altoparlanti e la band  lasciò il palco dopo aver salutato il pubblico "Ora, ci prepariamo per l’ultima performance della serata ... "
Seguirono lo staff del backstage che li spinse attraverso un labirinto di corridoi e porte fino a quando si ritrovarono fuori, pronti a tornare ai loro posti. C'erano un paio di intervistatori di MTV, ma se doveva essere onesto -  non era esattamente nello stato d'animo in quel momento di parlare della loro vittoria, del suo discorso o di nient’altro. Non prima di aver parlato con Emma o i suoi amici.
Parlando dei suoi amici ...
"Beh, non è stato drammatico o qualcosa del genere" disse August sarcastico, ma Jefferson fissava avanti a se guardando di traverso. 
"Victor, piangi di nuovo?"
"Ma lo hai sentito il bastardo? E’ stato così emozionante" Il bassista gettò le braccia al collo di Killian, dandogli pacche sulla schiena e piagnucolando sopra la spalla pateticamente "Se Emma non si getta tra le tue braccia dopo questo. Ci rinuncio".
"Rinunci a cosa?".
"La vita. All’amore. A qualunque cosa" disse Victor in tono serio.
"Ma stai zitto" sibilò con veemenza. Stava per chiedere loro di tornare ai loro posti, ovunque fossero in realtà - era un labirinto, davvero - quando si ritrovarono difronte il rapper che aveva presentato il loro premio "Ehi".
Macklehood gli sorrise e per qualcuno che considerava lui il re del sorrisetto, Killian finalmente capì che cosa si provava ad essere abbagliati da una tale sorriso infame. Dio mio. "E' stato interessante. Anche se credo non fosse necessaria la parte del 'è reale o no'. Almeno, non dopo aver visto come ti guarda".
Killian sospirò. "E'... più complicato di così".
Il rapper sembrò piuttosto triste "Non lo è sempre?".
"Non dovrebbe essere più facile?" disse Killian un po' sulla difensiva.
"Mi prendi in giro? Allora sarebbe noioso" gridò guardandolo inorridito. Lo colpì al petto inarcando un sopracciglio. "Anche se dopo aver letto e sentito tanto parlare di te e lei, noiosi sembra l'ultima parola che userei per definire voi due". Senza aspettare una risposta - o forse non ne aveva bisogno di una, era Macklehood, dopo tutto - applaudì con entusiasmo "Allora. Pronto per l'after party?".
Victor saltò verso di loro, completamente non invitato agli occhi di Killian, ma Macklehood sorrise al loro visitatore così spontaneo. "Ma sul serio? Certo, abbiamo davvero bisogno di portare in giro questo bambino!"
"Sei un tale esibizionista" lo ammonì Killian, prendendo il premio dalle mani del bassista per ogni evenienza. Non avrebbe accettato che il suo amico potesse romperlo o fare danni.
"Come vuoi".
L'altro uomo li zittì e mise le braccia sopra le loro spalle, guidandoli in silenzio verso l'uscita che avrebbero dovuto prendere "Stavo pensando… forse dovremmo pensare a una collaborazione. Sarebbe abbastanza epico, non credi The Merry Boys?".
Quasi soffocò  "Credo che sto andando in iperventilazione".
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Killian non era estraneo alle ragazze che si gettavano su di lui alle feste, ma doveva dire che questa era un’esperienza completamente nuova.
Erano arrivati da poco all’after party e si era unito ai suoi compagni, ad Aurora e Ariel dopo aver ricevuto una chiamata da Mr. Gold per condividere la notizia e concordare alcuni appuntamenti per la settimana successiva in cui avrebbero dovuto decidere alcune questioni last-minute riguardanti il tour ormai alle porte - e il divertimento poté iniziare. Victor e Jefferson erano completamente andati a quel punto, gli altri ridevano all’euforia con la quale sembravano reagire per ogni cosa e le canzoni improvvisate che si inventavano ogni due minuti. Fu allora, mentre era beatamente ignaro e felice di lasciare che i suoi amici si comportassero come completi idioti che lei lo attaccò.
Apparendo dal nulla, Ruby corse verso di lui e lo strinse tra le sue braccia, i capelli al profumo di vaniglia quasi lo soffocarono per un momento. Lui goffamente ricambiò l’abbraccio, ancora incerto sul motivo che l’aveva spinta ad una simile reazione. O forse era ubriaca. Questo non lo avrebbe sorpreso troppo, soprattutto vedendo come si stava comportando il suo ragazzo.
Ruby si allontanò da lui abbastanza da mettergli le mani sulle spalle "Non posso credere che tu l'abbia fatto".
Oh, quello. "Wow, grazie per tale fede incrollabile in me".
Agitò una mano verso di lui "Sai cosa voglio dire". Si limitò ad alzare le sopracciglia, aspettando che spiegasse. Ruby sbuffò in risposta "Stanno dicendo che è ancora più grande di quando Beyoncé ha sganciato la bomba della sua gravidanza durante la sua performance ai VMAs".
"Non c'è niente che può battere quello" Victor gemette sgomento e August lo guardò a bocca aperta, sembrando offeso.
"Solo perché non siamo Beyoncé, è per questo?".
Victor annuì serio "Nessuno può. È la legge".
Tra urla e spintoni che si scambiarono tra di loro, gli occhi di Killian andarono verso l'altro lato della sala, dove Emma e Graham erano appena arrivati. Vide come Graham le disse qualcosa che la fece ridere e gli diede un pugno sul braccio, e poi lui ricambiò dandole un pugno sul braccio, così che entrambi iniziarono a spintonare l'altro in un gioco che probabilmente sarebbe stato più adatto a dei bambini di otto anni che non a loro, ma vabbè. Questo era ciò che erano tutti loro, dopo tutto.
Dei bambini.
Bevve quello che restava del suo drink in un sorso e quando portò giù il bicchiere fu sorpreso di trovare Emma in piedi di fronte a lui, con Graham che sorrideva verso di lui e dietro di lei faceva pose da sbaciucchiamento sullo sfondo. Cercò di non aggrottare le ciglia solo perchè Emma avrebbe potuto pensare che fosse diretto a lei, così si fermò, ad aspettarla. Proprio come aveva sempre fatto.
Lei continuò a camminare lentamente finché arrivò a lui e fu costernato nel rendersi conto che Emma Swan sembrava nervosa. E sembrava incredibilmente adorabile quando era nervosa.
Era così fottuto.
(Lo era sempre stato.)
"Ehi" disse lei infine, muovendosi goffamente sui piedi "Congratulazioni di nuovo".
Era troppo divertito dal suo atteggiamento umile, ma non ebbe il coraggio di commentare "Grazie".
"Ve lo siete meritato".
Chinò la testa, facendo una smorfia "Beh, certamente tu hai aiutato a farlo succedere".
I suoi occhi si sollevarono al suono della sua risata tintinnante. Dio, quanto gli era mancata.
"Allora dovresti ringraziarmi?". 
Stava ... flirtando? Sembrava decisamente che lo stesse facendo. La osservò da sotto le ciglia, riflettendo sulle sue opzioni.
Seguire il suo esempio e flirtare.
Comportarsi come un idiota e non correre il rischio.
... Aveva sempre amato le sfide.
"Potremmo sempre ringraziarci a vicenda" suggerì, avvicinandosi leggermente verso di lei, incapace di nascondere il panico che provava alla possibilità che lei potesse ritrarsi da lui. Con suo grande sollievo, non si tirò indietro, ma sollevò un sopracciglio con fare di sfida e l'angolo delle labbra si incurvò divertito.
"Sono sicura che hai un paio di idee interessanti su come mostrarmi la tua gratitudine".
"Mi conosci così bene, è spaventoso".
Questo era quello in cui erano sempre stati bravi – scambiare battute, prendersi in giro, l’irriverenza. Rigidi in un primo momento, quasi amici subito dopo, dolci e semplici quando si misero insieme -  forzati e imbarazzati quando erano stati separati. L'emozione di essere di nuovo in quel posto con lei lo riempiva di speranza e si sentì più leggero, quasi come se potesse volare.
La battuta non era poi così difficile. Emma era la sua fottuta polvere di fata.
Sarebbe stata una frase troppo sdolcinata da dirle? Quello che un ragazzo doveva fare per corteggiare questa ragazza era folle. O ri-corteggiare.
Ancora discutendo se dovesse dirgliela o no, Emma prese la decisione per lui, interrompendo il suo serissimo monologo interiore "Senti, possiamo parlare ...?".
"Non è quello che stiamo facendo?" balbettò cercando di pensare ad una risposta bella, gentile e poco in stile Jones. E in mancanza, a quanto pare, al cipiglio che gli mandò, rispose "Va bene, va bene".
Quando la vide annuire e tendere il mento verso l'uscita, si fermò perplesso.
Oh. Voleva andarsene. Per parlare. Da soli.
Come ... da soli, soli.
Gesù.
Ok, avrebbe dovuto prevederlo, giusto? Dovevano parlare, soprattutto dopo il piccolo numero che aveva messo in scena poco prima. Si, doveva succedere. Perché era così allarmato tutto ad un tratto? Era solo Emma.
E lei probabilmente l’avrebbe picchiato, ucciso e tagliato a pezzi che avrebbe nascosto in giro per la città o l’avrebbe perdonato e dato loro una possibilità.
Si. Quella era la sua vita.
La prese per mano e fece per avviarsi, pensando già a dove sarebbero potuti andare a parlare. Prima che potesse andare troppo più avanti, gli tirò la mano, le sopracciglia si solevarono preoccupate quando si voltò verso di lei "Non dovremmo dirlo ... a qualcuno?".
"Penso che lo sanno, in qualche modo" le disse. E lo pensava seriamente. Non era come se non si stessero chiedendo nulla riguardo all'esito di tutto il dramma Jones-Swan fin dal primo giorno.
Emma non sembrò condividere la sua opinione "Anche se sono tutti ubriachi?"
"Non lo sono".
"La maggior parte di loro si" dimostrò facendo scorrere dramaticamente la sua mano a mostrare la sala. Lui seguì il suo movimento e accettò a malincuore che, sì, i suoi amici avrebbero potuto preoccuparsi - soprattutto dopo l'ultima volta che era stato in un club e lui era scomparso per un po', finendo per essere drogato. Quasi senza pensare, Killian le avvolse un braccio intorno alla vita per trascinarla fuori, mentre con l'altra mano prese il telefono e cominciò a digitare rapidamente, non badando a tutti gli errori di battitura. Maledetto autocorrettore. "Va bene. Scrivo un SMS ad August. Lui è quello 'responsabile'".
Lei cautamente accettò con un cenno del capo e passarono in gran parte l'ora successiva in silenzio e con chiacchiere imbarazzanti lungo il tragitto - che comprese anche un Leroy piuttosto allegro che fece battute poco appropriate alla vista di loro due soli, Killian cercò di non guardare troppo alla distesa di pelle nuda mostrata dal vestito che indossava e una Emma davvero imbarazzata che arrossì troppo e lui non poté far a meno di scherzarci su. Anche in cambio di questo patetico tentativo ottenne solo un pugno.
Trovò piuttosto adorabile che fu sorpresa quando capì dove si trovavano.
"Allora. Cosa ne pensi di questo posto per la conversazione in privato?".
Lei sorrise scuotendo la testa verso di lui entrando nello studio "Perfetto".
La seguì dentro, l'aiutò a sfilarsi il cappotto - 'gentleman, Swan' - e lo appese al gancio accanto alla porta. Quando ebbe finito con la sua giacca, si allentò il nodo della cravatta e si voltò per trovarla seduta sul divano, con i piedi infilati sotto di lei - aveva sempre avuto i piedi freddi, quindi nessuna sorpresa. Il suo respiro si bloccò alla vista. Era una posa così rilassata, un ricordo di tanti giorni trascorsi insieme in relax, la sua testa sul suo grembo mentre cercava di attirare la sua attenzione, mentre lei cercava di leggere o di fare 'qualcosa di produttivo' o lui che la prendeva in giro sugli occhiali che indossava a volte. (Le aveva detto che sembrava una nerd e quando lei lo spinse giù dal divano e lui atterrò con un tonfo doloroso a terra, le aveva detto che secondo lui le nerd erano molto sexy. Lo perdonò abbastanza in fretta.)
Fece un timido passo verso di lei e notando che Emma sembrò non accorgersene, si lasciò cadere al suo fianco. Rimasero seduti in silenzio per un attimo, lei a giocherellare con il cuoio usurato del divano, lui che la osservava facendo finta che non lo stesse facendo.
Maledizione, dì qualcosa Jones.
Ma come sempre, lei lo battè sul tempo.
"Senti, riguardo a quello che hai detto ..." iniziò, ma sapeva che doveva fermarla prima che iniziassero davvero a parlare di quello.
"Mi dispiace se ti ha fatto sentire a disagio". Fece una pausa, stringendo le labbra pensieroso, realizzando ciò che potesse averla sconvolta. "Forse avrei dovuto chiedere prima".
"No. No, andava bene. Mi ha colto di sorpresa, certo, ma ... non in modo negativo" disse tranquillamente inclinando la testa per guardarlo.
Huh. Questo era ... inaspettato "No? Mi sorprende che non hai cercato di colpirmi, non appena sono sceso giù da quel palco".
"Perché l'hai fatto?"
E questo era il punto, non è vero? Era per questo che aveva chiesto di andare via dalla festa, di essere soli, per conoscere le sue motivazioni.
Bene, non era un problema.
"Eri preoccupata per qualcosa che ho detto di fronte a dieci persone e ti ho assicurato che in quel momento stavo mentendo così che Henry sarebbe potuto rimanere con te". Stava camminando tra due grattacieli sospeso su un cavo telefonico e lui lo sapeva. Ma aveva bisogno di farlo, al diavolo cosa sarebbe successo dopo. Non avrebbe smesso di provarci in ogni caso. "Non mi interessa quello che il resto del mondo pensa di noi. Mi importa solo di quello che pensi tu, che tu sappia quello io provo per te". Incontrò i suoi occhi, anche se non era certo di ciò che avrebbe trovato quando l’avrebbe guardata  "E ciò che provi tu per me". 
L'unico modo per descrivere correttamente come lei lo stava guardando era, incantata. Completamente, totalmente e assolutamente incantata.
"Io. .. nessuno ha mai fatto niente del genere per me prima d’ora" sussurrò. Vide come lei deglutì e fu terrorizzato al pensiero che stesse soffocando le lacrime a causa di qualche ricordo dolceamaro di promesse non mantenute e paroline dolci che non si erano avverate "Ci sono sempre state belle parole e promesse, ma mai qualcosa di simile".
Si mosse senza neanche accorgersene - la sua mano si lanciò per afferrare la sua e incrociò le loro dita insieme, trascorse un breve secondo meravigliandosi di come combaciavano perfettamente, come la sua mano fosse proprio della giusta dimensione per la sua, per come la sua pelle fosse morbida “So che sei più un tipo da ‘Le azioni valgono più delle parole’ Swan".
Lui ridacchiò strofinando il dito sulla pelle fredda della sua mano. "Ho pensato di dover fare qualcosa di drastico in modo da dimostrarti che ci sarò per sempre".
Il tempo si fermò e lui trattenne il respiro aspettando la sua prossima mossa. Conosceva Emma, sapeva che le piaceva mantenere il controllo - soprattutto perché le era stata negata la possibilità di scegliere. Sapeva come si sentiva, sapeva che c'erano cose che nessuno di loro poteva tenere sotto controllo prima di essere trascinati in qualcosa di completamente diverso e sapeva che lei aveva bisogno di sentire una sorta di potere su qualcosa.
Ed era più che disposto a darglielo.
Se lo meritava, da sempre. Aveva già commesso troppi errori nel loro rapporto - adesso era il suo momento per decidere se ne era valsa la pena o meno.
Era ancora spaventato a morte, come aveva detto ai suoi amici poco prima nella limousine, ma pensò che fosse legato all’intero affare ‘dell'essere innamorato di Emma Swan'.
Avrebbe dovuto chiedere a Mr. Gold. Era lui l'uomo d’affari, dopo tutto.
Killian aveva sempre amato i bei momenti che aveva vissuto. Un paio della sua infanzia in Irlanda, quando i suoi genitori erano ancora vivi e suo padre lo aveva portato in barca, il vento in faccia e l'odore salato del mare che gli riempiva le narici. Il primo giorno che aveva scritto una canzone, l'orgoglio che provò per quelle parole scritte e la successione di armonie che le seguì. La prima volta che strinse Grace tra le braccia, la meraviglia di avere la responsabilità di un minuscolo individuo quando Jefferson gli chiese di essere il suo padrino. La gioia di trovare finalmente una casa quando incontrò i suoi amici e fu offerto loro un contratto discografico. Il loro primo concerto. Il giorno in cui aveva incontrato Emma. Il momento in cui Aurora e Filippo si scambiarono i voti. Il sorriso smagliante di Henry quando gli fu consegnato il guinzaglio di Nana. Emma che cantava al Coachella. Il bacio di Emma quando scese giù dalle sue spalle e lui la strinse a sè per paura che potesse cadere, paura che sarebbe andata via e l’avrebbe lasciato - come se lui l'avesse mai potuta lasciare.
Ragazzo smarrito o no, lui continuava a tenere questi ricordi sepolti e custoditi, quasi come un pirata potrebbe trattare uno scrigno con il suo tesoro. E ora ne aveva un altro da aggiungere.
Lo sguardo di Emma era commosso e cercò di nascondere un piccolo sorriso, proprio lì nella sua fossetta e pronunciò un leggero "Bene" quasi soffocato.
Killian non si perse assolutamente in cerimonie – lei lasciò uscire un suono di sorpresa nella parte posteriore della gola quando pressò le labbra contro le sue con insistenza. Poi la sorpresa si trasformò in un gemito quando lui fece scattare la punta della lingua lungo le sue labbra, assaporando il suo dolce profumo. Le fece scorrere la mano su e giù per la schiena, assaporando i piccoli gemiti che stava facendo e giurò a sè stesso che l’avrebbe baciata tante le volte che poteva da quel momento in poi. Baciare Emma Swan era incredibilmente inebriante, un vizio di cui non poteva fare a meno - qualcosa che aveva imparato nel modo più duro. Infine, il loro bisogno di respirare li costrinse a separarsi per prendere aria e poggiò la fronte contro quella di lei con gli occhi chiusi.
Sbirciò verso di lei dopo un momento e la trovò a mordersi il labbro, cercando di trattenere un sorriso. Lui sorrise. "Allora ... adesso?"
Lei arricciò il naso e si trascinò più vicino a lui "Adesso ... penso che abbiamo alcune cose da riesaminare".
"Del tipo?".
Con sua sorpresa Emma si allontanò e lui quasi saltò per andare con lei, come se fosse fisicamente impossibile starle lontano. La guardò con curiosità quando alzò la mano e cominciò a contare con le dita "Uno: niente più segreti".
"Lo prometto. Lo stesso vale per te".
Lei gli sorrise e gli offrì il suo mignolo "Promesso". Quando lui non si mosse per assecondarla, gli sventolò la mano davanti al suo volto, quindi con un sospiro drammatico accettò unendo il suo mignolo e agitando la mano. Quando sembrò soddisfatta per un tale contratto vincolante nello stato della California, continuò con il suo conteggio. "Due: non prendere più decisioni senza di me. Siamo insieme in tutto questo. Batman e Robin, ricordi?".
Lui non riuscì a trattenere un sorriso. Batman e Robin davvero? "Mi sta bene".
"E ultimo ma non meno importante ... penso che le congratulazioni siano d’obbligo" sussurrò cercando di non sorridere e non poteva assolutamente biasimarla. Stava cercando con grande difficoltà di non sembrare un idiota per quanto stava ridendo.
"Oh?" disse con (finta) nonchalance che grondava dal suo tono.
"Oh, davvero" gli fece eco.
"Come hai intenzione di mostrarmi quanto sei contenta che abbiamo vinto?". 
Aveva iniziato ad avvicinarsi ancora una volta e Killian non poteva trattenersi ancora a lungo: le sue mani si posarono sui fianchi mentre lei saliva sul suo grembo, intrecciando le braccia intorno al suo collo. "Non ho un piano specifico, ma potrei sempre improvvisare".
Killian poteva già sentire il suo fiato caldo sul collo mentre lasciava piccoli, morbidi baci sulla pelle del suo collo quando le disse "Nessun cucciolo però".
Lei si tirò indietro a fissarlo con aria interrogativa "Che cosa?".
"Victor ha detto che dei cuccioli erano il modo migliore per convincerti".
Lo guardò a bocca aperta come se fosse completamente fuori di testa – e forse lo era, dai Jones, la ragazza è tutta su di te e le stai parlando di cani, che c’è di sbagliato in te - ma non sembrò farci troppo caso, scrollò le spalle e prese una manciata di capelli tra le sue mani, portando la bocca al suo orecchio "Ero più indirizzata sul fare sesso su ogni superficie di questo edificio. Cosa ne pensi?".
Lui rabbrividì "Pensavo che non me l’avresti mai chiesto". 
La girò così da trovarsi sopra di lei, ma un ronzio nei pantaloni li distrasse momentaneamente dalla gioia molto promettente della serata davanti a loro. Prese il telefono dai suoi jeans e si limitò a ridacchiare all’SMS di August.
Dove sei? Jeff sta cercando di fare colpo su Rihanna.
Emma lo guardò con curiosità "Che cosa hai intenzione di dire ai ragazzi?".
Si limitò a sorriderle, la baciò sulla punta del naso e continuò a far scorrere le sue mani in modo allettante lungo le curve del suo corpo, assaporando il gemito nella parte posteriore della sua gola mentre premeva le labbra contro le sue con insistenza.
... e come fece lui nelle attività più divertenti che seguirono.
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August saltò quando sentì il leggero ronzio in tasca. Tirò fuori il cellulare e il nome di Killian lampeggiava sullo schermo, segnalando che aveva finalmente ritenuto che fosse il momento di rispondere al suo messaggio.
Non che fosse preoccupato o altro. Era solo ... tipico di lui, per assicurarsi che non si stesse perdendo il divertimento che il resto dei loro amici stava avendo.
Aprì l’SMS e gemette.
Lezioni private di chitarra.
"Che è successo?".
Passò il telefono a Filippo, che lo prese in mano e lo passò ad Aurora, Graham e a tutti gli altri che si erano radunati intorno a lui in modo che tutti potessero dare una sbirciatina.
August nascose il viso dietro la mano, in attesa. 3, 2, 1 ...
"Te l'avevo detto! Dove sono i miei soldi?".
Lui sbuffò. Alcune cose non sarebbero mai cambiate.
Né avrebbe voluto che lo facessero, in ogni caso. 


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Lo so che in questo mese in cui i Lost Boys ci hanno fatto compagnia l'avrò ripetuto circa 20000 volte....ma quanto è perfetto Killian Jones?
Le ha fatto una dichiarazione con i fiocchi e dato che le azioni non bastavano è passato alle parole!!!
Non posso credere che le avventure di questa banda di pazzi stiano per giungere al termine, con l'epilogo di domani dovremo salutarli e già mi si stringe il cuore :(
Urgerà una rilettura quanto prima :D
A prestissimo

 
  
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