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Autore: Borange    16/09/2014    0 recensioni
È tutto un inferno qui.
Le fiamme mi stanno rodendo la pelle.
La depressione, la tristezza e la solitudine mi corrodono da dentro.
La mia anima bruciata mi squarta il petto e lenta fuoriesce, un dolore assurdo, un dolore ingiustificato, un dolore così forte mai provato prima; costante e crescente.
Tu, mia cara e bellissima Granger, mi hai stravolto; mi hai travolto; mi hai scomposto:
non so più cosa farne della mia vita.
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1- Questione importante.

“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta”

-Gabriele D’annunzio.

~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~  ~ ~  ~

“Hai tutto” le sussurrò.
 “Intelligenza, furbizia, malizia, coraggio, e per quanto mi dia fastidio ammetterlo..”
fece una pausa, inspirò e continuò dandole le spalle.
“.. possiedi una bellezza particolare, attraente, provocante, ossessiva.. una bellezza che va trattata come una questione importante.”
Hermione sbalordita lo fissava.

.. una bellezza che va trattata come una questione importante.

“Tu, Hermione.. sei la mia questione importante.”
Si voltò verso di lei. Pelle bianchissima, simile a quella di un cadavere, occhi neri ed espressione truce.
Solleva la mano destra lasciandola sospesa a mezz’aria, indicandola e con voce robotica afferma minacciosamente “Ti troverò.”

Spalancò la bocca, la sua pelle bianca e logorata si trasformava in tanti piccoli brandelli, facendo quasi del tutto trasparire la figura di Draco, mentre dalla bocca fuoriusciva un’enorme serpente di un verde molto scuro, quasi nero, che era dritto nella sua direzione.
Hermione era impietrita dalla scena.
Si dimenava, voleva urlare ma non ci riusciva..

Si svegliò all’improvviso sudata e tremante. Si guardò intorno, tirò un sospiro di sollievo. Era nella sua gelida stanza. La stessa di sempre e non c’era nemmeno l’ombra di un serpente. Guardò l’orologio posto sulla scrivania che segnava le 5:35.
“Il solito incubo..” pensò. “Puntuale ogni notte” Ribadì.
Da troppi mesi or sono Hermione non faceva altro che rivivere questa stessa scena nei suoi sogni. Ogni notte era un tormento, ogni sera aveva il terrore di addormentarsi.
Si svegliava ogni qualvolta agitata e il resto che le rimaneva da dormire prima che la sua sveglia suonasse, lo passava in lacrime.

Hermione aveva compiuto da poco 25 anni e da quando aveva lasciato le vesti di alunna ad Hogwarts molte cose erano cambiate.
Era diventata una delle streghe più famose ed eccellenti di tutto il mondo magico, ricopriva un ruolo importante nelle vesti d’insegnante nella stessa scuola che l’aveva fatta diventare tale.
Insegnava Artimanzia e Babbanologia, Hogwarts era diventata la sua casa ormai e viveva lì per tutto il periodo scolastico, mentre il resto dell’anno, e cioè i tre mesi estivi, li trascorreva in un piccolo appartamentino affittato a Londra per godersi l’estate. 

Quando Hermione tornò in quell’appartamento, il 15 giugno,  era già iniziata l’estate ed il caldo afoso londinese si faceva sentire. Davanti alla porta di casa Hermione trovò una piccola cesta ed un bigliettino adagiato sopra. Lo raccolse e lo aprì:

“So che te ne prenderai cura.”

Hermione scostò il lenzuolo che copriva la cesta e scoprì che sotto vi era una piccola creatura: un gattino bianco. Aveva gli occhi di un verde smeraldo intenso ed era sicuramente nato da poco.
Chi poteva averglielo lasciato? Avevano forse sbagliato destinatario?
Nonostante ciò Hermione non ci pensò due volte e se lo portò dentro con se.

Entrando in quella casa che era stata chiusa per un po’ troppo tempo gli saltò subito al naso qualcosa di maleodorante. Dopo un paio di passi all’interno dell’abitazione capì che il cattivo odore proveniva dalla cucina, precisamente dal frigo, infatti prima di partire aveva lasciato lì della verdura ed ora era andata a male. Senza pensarci due volte prese la bacchetta e ripulì il tutto.
Nel frattempo il gattino si era svegliato e miagolava molto forte, con tono quasi disperato, probabilmente preso dalla paura di trovarsi in un posto nuovo e totalmente sconosciuto. Hermione gli si avvicinò e provò a prenderlo nonostante il gattino si opponeva e ringhiasse.

Dopo aver fatto amicizia con la creatura con un leggero movimento della bacchetta Hermione fece apparire una scodella contenente del latte. Il piccolo gattino ci si catapultò praticamente dentro, e mentre la creatura mangiava voracemente, lei fece un giro per la casa ed aprì tutte le finestre per far uscire la puzza di chiuso e di muffa.
Purtroppo l’appartamento era parecchio malandato, c’era muffa su quasi tutte le pareti, era spoglio ed al quinto piano di un edificio allo stesso modo malandato, però era l’unico appartamento il cui proprietario accettava le particolari richieste di Hermione.

Notò tanta polvere sui mobili e sporcizia in ogni angolo della casa che si rese conto di aver bisogno di un coinquilino.
La casa era abbastanza grande per poter ospitare due persone, e poi ne aveva bisogno cosi quando lei era via l’altro accudiva il gattino.. e la casa.

Detto fatto. In men che non si dica prese dei fogli per l’annuncio pronti per essere affissi, ma si soffermò qualche istante poiché non sapeva bene cosa scrivere per attirare qualche babbano giacchè nel mondo dei maghi non esistevano questo tipo di cose, dunque si limitò solamente a scrivere l’indirizzo della stanza in affitto. 

‘’A.A.A. affittasi camera, Baker Street n.221B.
Per info contattare a questo num. 5558941 ‘’
 
Quando ebbe finito di compilarli si diresse verso la porta, guardò il gattino e come se lui la capisse e gli disse “Tranquillo, torno fra pochissimo. Attento a non affogare nel latte però eh”.
Chiuse la porta e si precipitò giù per le scale. Iniziò ad appendere volantini: uno sulla porta d’entrata del palazzo, un altro nel bar sotto casa ed altri sparsi qua e là nelle stradine li intorno.
Tornata a casa aprì la porta e notò che il gattino si era appisolato affianco alla scodella del latte vuota.

Entrò in cucina e sistemò la spesa e le cose che aveva comprato, perché sì, Hermione era un’eccelente strega, ma aveva anche ottimi valori trasmessi dai suoi genitori babbani e certe abitudini non le aveva mai perse fra cui fare la spesa anziché agitare la bacchetta per far comparire qualche pasto non babbano.

Ora che finalmente aveva del tempo per se decise di farsi una doccia prima di mangiare qualcosa.
Si diresse in bagno, si spogliò e senza pensarci due volte si mise sotto l’acqua tiepida. Il viaggio in treno era stato lungo e una doccia rigenerante le ci voleva proprio.
Si rilassò sotto il getto d’acqua e chiuse gli occhi. La giornata era stata molto lunga ed Hermione era molto stanca, aveva mille cose da fare e nel momento di totale relax si chiese chi le avesse lasciato il gattino.

Ad un certo punto la porta del bagno si aprì e lei di scatto aprì gli occhi…
Aveva solo socchiuso la porta, essendo sola in casa, ed il gattino era riuscito ad entrare furtivamente con molta facilità.
“Sei solo tu” sospirò Hermione e nello stesso momento che lo diceva la porta si spalancò ancor di più e in quel preciso istante si maledisse per aver lasciato la bacchetta sul tavolo nella cucina.
La doccia era nel punto distante dalla porta e dalla sua prospettiva non riusciva a vedere niente se non la porta che si muoveva lentamente.

“Chi va là?” urlò Hermione presa dal panico.
Fantastico, forse sto per morire, magari sono i ladri o qualcuno che vuole uccidermi ed io urlo ‘chi va là?’, non riuscirei a spaventare nemmeno una mosca in questo modo  – pensò Hermione.
Chiuse il getto d’acqua senza uscire della cabina doccia per poter udire il minimo rumore, sospiro o movimento.
Passarono lenti 10 secondi e niente, silenzio assordante.

Forse era solo uno spiffero d’aria – cercava di convincersi Hermione.

Ad un certo punto udì dei passi. Qualcuno era in casa.
Hermione rabbrividì, il freddo l’assalì e rimase immobile senza sapere cosa fare.
I passi si avvicinarono e qualcuno sbucò dalla porta.

Occhi color tempesta. I suoi.
Era lì, sicuro di sé, con le mani in tasca e appoggiato alla parete, guardava Hermione senza fra trapelare la minima emozione, mentre lei era tutto un vulcano. Era sempre stata una dote di Draco rimanere impassibile davanti alle situazioni difficili, era il suo forte gestire le emozioni.
“C-che.. c-ome..”
Dai Hermione, collega mente e bocca, mantieni la calma.
“Che ci fai qui!?” disse decisa. “Come ci sei entrato qui?” urlò.
La fissava spaventosamente mentre si mordeva il labbro inferiore.

Si staccò dalla parete e s’incamminò verso la doccia, mentre Hermione li dentro si sentiva tanto un topo in trappola. C’era un silenzio mortale tanto che si poteva udire il battito cardiaco accelerato di Hermione. In quel momento provava paura e imbarazzo.
Draco aprì la doccia e ci entrò mentre Hermione fece un passo indietro scontrando la schiena con la fredda parete della doccia, nemmeno il tempo di esclamare “c-che stai facendo!?” che lui la zittì dicendo

Ti voglio. Finalmente ti ho trovata.

Sentii la sua voce ed un brivido le percorse tutto il corpo.

Poi percepì le sue mani che le accarezzavano i polsi e quello che prima era un tocco leggero si trasformò in una stretta che le impediva di muoversi. Le portò i polsi sopra la testa.
Hermione cercò subito di sfuggire a quella situazione.

Ferma.”  Le ordinò Draco in un sussurro con un tono caldo.

Ma qualcosa interruppe la situazione macabra che si stava andando a creare: il campanello. Qualcuno stava bussando.

Non mi sfuggirai, ci rivedremo presto.” disse Draco ghignando. E si smaterializzò.

La stretta si allentò completamente ed Hermione riuscì a muoversi facilmente. Uscì dalla doccia e si infilò velocemente l’accappatoio.

Non riusciva a credere a quello che era appena successo…

Bussarono ancora un volta alla porta, andò ad aprire e si ritrovò davanti un ragazzo dai capelli corvini tutti scompigliati, gli occhi scuri e profondi come la notte; aveva tutta l’aria da bravo ragazzo e quest’idea si fissò ancor di più nella mente di Hermione quando lui le sorrise.

Il ragazzo non riusciva a toglierle gli occhi di dosso ed Hermione, in quel momento, realizzò che era ancora in accappatoio. “…E’ un brutto momento?”  Le chiese squadrandola da capo a piedi. “E’ tutto ok, stavo solo facendo una doccia.” Al solo pensiero un brivido freddo le percorse la schiena e istintivamente si accarezzò i polsi che ancora portavano i segni bianchi.

“ …Comunque, sono Andrew. Ho visto che affitti una stanza … è ancora disponibile?”  Sbattè gli occhi e si scostò lievemente dalla porta “ Si, è ancora libera e a dire il vero per ora sei l’unico che abbia risposto, ho appeso gli annunci poco fa... aspetta, sei tu quello del gatto per caso? Cosa vuoi?” Indietreggiò e in caso di pericolo era pronta a sbattergli la porta in faccia. “No! Hey, non so di cosa tu stia parlando. Ti ho vista appendere i volantini al bar e mi serve davvero un posto in cui stare.” Hermione si morse il labbro capendo di averlo aggredito senza motivo. “Scusami … è stata una giornata pesante. Entra pure, ti mostro la stanza” Disse abbozzando un sorriso. Gli fece strada fino ad una vecchia porta di legno.
“Ti avviso è una stanza molto … essenziale. Tutto ciò che c’è dentro sono i mobili di chi abitava qui prima che mi trasferissi.” Quando Hermione aprì la porta il ragazzo si ritrovò davanti ad una stanza quasi spoglia. Al suo interno c’erano solo un letto, un cassettone ed un comodino.
   
 
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