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Autore: Amantide    16/09/2014    1 recensioni
Una rivisitazione del ballo del Ceppo e di quello che è successo da quella sera in poi!
Dal testo:
"C’era una sola cosa di cui Ronald Weasley era assolutamente certo: mai e poi mai avrebbe ballato! Eppure, anche se in futuro avrebbe fatto di tutto per negarlo, la sera della vigilia di Natale del suo quarto anno a Hogwarts era proprio lì, nel bel mezzo della Sala Grande addobbata per l’occasione."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Angolo dell'autrice: Finalmente riesco a pubblicare un capitolo senza farvi aspettare un'eternità, sono fiera di me! Spero che il testo sia di vostro gradimento! Come sempre, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate. Un abbraccio virtuale a tutti i mie lettori! Grazie di cuore!



 
Dal bagno alla biblioteca



La mattina seguente Harry si svegliò prima del solito, i suoi sogni erano sempre più tormentati e, vista la sua situazione, riuscire a dormire sei ore di fila sembrava già un miracolo. Era presto per svegliare i compagni, così scese in Sala Grande da solo con l’intento di fare una bella colazione.
Mentre gustava un’abbondante fetta di torta di mele sentì qualcuno avvicinarsi alle sue spalle. Istintivamente si voltò di scatto e fu sorpreso nel notare Cedric che camminava verso di lui cercando di non dare nell’occhio.
“Ciao Harry.” Esordì lui a bassa voce sfoderando un sorriso smagliante che a Harry fece saltare i nervi.
“Ciao.” Rispose lui con freddezza giusto per educazione.
“Come ti vanno le cose?”
“A meraviglia.” Mentì Harry domandandosi come mai Cedric sembrasse improvvisamente interessato a lui.
I due si guardavano a disagio, entrambi si sentivano in imbarazzo, sapevano che quella conversazione era fuori luogo, così Cedric decise di tagliare corto prima che qualche studente notasse due dei quattro campioni che socializzavano durante la colazione.
“Senti Harry…” Cominciò Cedric a disagio mentre Harry si guardava intorno sperando che nessuno degli studenti mattinieri li notasse. “Non ti ho mai ringraziato a dovere per quella soffiata sui draghi…”
“Lascia stare…” Tagliò corto Harry che si era pentito amaramente di quella scelta. “Tu avresti fatto lo stesso al mio posto… non devi ringraziarmi di nulla… dico sul serio!”
“Esattamente!” Esclamò Cedric raggiante. “E’ proprio per questo che sono qui…”
Harry cominciava a perdere la pazienza. Già Cedric di per sé non gli era particolarmente simpatico, in più aveva il dannato vizio di lasciare le frasi sospese a metà mandandolo in bestia.
“Non ti seguo… devi dirmi qualcosa oppure no?” Sbottò Harry che aveva notato che la Sala Grande stava cominciando ad affollarsi.
“Hai presente il bagno dei prefetti al settimo piano?”
Harry sgranò gli occhi pensando che Cedric stesse dando i numeri.
“Non è un brutto posto per farsi un bagno.” Spiegò allontanandosi. “Fossi in te, porterei l’uovo con me e rimuginerei un po’ nell’acqua calda.” Così dicendo gli voltò le spalle lasciandolo visibilmente perplesso. “Ah dimenticavo…” Disse tornando sui suoi passi. “Frescopino”
Harry rimase fermo immobile riflettendo sul fatto che Cedric sembrasse sotto l’effetto di un incantesimo confundus. Gli sembrava l’unica spiegazione plausibile al fatto che se ne andasse in giro parlando di bagni, pini e acqua calda.
In quel momento Ron entrò in Sala Grande con il resto dei Grifondoro facendolo trasalire.
“Ciao Harry.” Borbottò Ron trangugiando una porzione di uova strapazzate che avrebbe sfamato almeno altri tre studenti.
“Ciao! Ti è passata?”
Harry vide Ron rabbuiarsi e capì che quello era un tasto ancora troppo dolente per essere toccato.
Di tanto in tanto Ron buttava l’occhio verso la fine del tavolo, dove Hermione chiacchierava animatamente con Ginny, poi si guardava intorno guardingo come se si aspettasse di veder comparire Krum da un momento all’altro. Harry sorseggiò il suo succo di zucca domandandosi per quanto ancora avrebbe dovuto sopportare quella situazione.
 
La settimana trascorse veloce, i ragazzi erano talmente pieni di lezioni e compiti che avevano a mala pena il tempo di mangiare. Fu così che il secondo venerdì di febbraio arrivò più freddo che mai e con esso, per Harry, arrivò anche il panico. Era il giorno prima della seconda prova e lui non aveva la minima idea di cosa avrebbe dovuto aspettarsi.
Quella mattina Harry raggiunse le aule insieme a Ron conscio del fatto che non avrebbe ascoltato una sola parola.
Le lezioni della mattinata erano pesanti. Harry e Ron concordavano da sempre sul fatto che Storia della magia fosse una delle materie più noiose in assoluto. In più, se gli toccava seguirla dopo due ore di trasfigurazione le cose non potevano che peggiorare. Ron si addormentò sul libro nel giro di un quarto d’ora e Harry vide Hermione scuotere la testa sconsolata più di una volta quando il russare di Ron disturbò la classe. Alla terza volta Harry si decise ad assestargli una gomitata nel costato e quello si risvegliò imprecando mentre Seamus e Dean ridevano di gusto.
“Miseriaccia!” Mugugnò Ron ancora assonnato. “Perché mi hai colpito?”
“Perché russavi come una locomotiva!” Spiegò Harry ridendo.
“Il solito esagerato.”
“Non ne posso più di questa dannata lezione!” Bisbigliò Harry che continuava a ripensare alle parole di Cedric.
“Avresti dovuto dormire come stavo facendo io invece di svegliarmi!” Protestò Ron.
Nel pomeriggio i ragazzi raggiunsero i campi vicino alla capanna di Hagrid, la giornata si concludeva con due ore di Cura delle creature magiche e nessuno di loro era ansioso di scoprire quanto fossero cresciuti gli Schiopodi.
“L’unico aspetto positivo della giornata è che non ci tocca anche Pozioni, per il resto è un disastro!” Commentò Ron mentre uscivano in cortile.
Ormai Harry ascoltava a malapena le lamentele di Ron. Era dall’ora di colazione che non faceva altro che pensare al suo uovo. Cedric gli aveva messo l’ansia. A quanto pareva lui aveva risolto l’enigma dell’uovo tempo fa e si sentiva in dovere di sbeffeggiarlo in pubblico dicendogli di andare a farsi un bagno.
“Harry!” La voce profonda di Hagrid richiamò la sua attenzione. “Cosa ci fai li tutto solo? Forza forza, è l’ora di darci da mangiare ai nostri amici Schiopodi!”
Harry si avvicinò a Ron che era alle prese con uno Schiopodo lungo quasi un metro, pensando che solamente Hagrid avrebbe potuto chiamare amico un essere tanto brutto.
“Miseriaccia!” Protestava Ron ad alta voce, le mani già ricoperte di ustioni e vesciche. “Miseriaccia! Harry dammi una mano!”
Due ore più tardi i ragazzi lasciarono la capanna di Hagrid e tornarono al castello.
“Giuro che li odio quegli affari!” Sbraitò Ron mentre salivano le scale del terzo piano. Dean e Seamus annuivano in silenzio, troppo provati per lamentarsi.
Rientrati in Sala comune Harry salì di corsa le scale che portavano al dormitorio dove spalancò il suo baule e recuperò l’uovo d’oro.
Visto com’era conciato dopo due ore in compagnia di Hagrid e dei suoi amici Schiopodi, il suggerimento di Cedric di farsi un bagno non sembrava poi tanto male. Nonostante gli sembrasse assolutamente ridicolo decise di portare l’uovo con se. Con questa idea si gettò addosso il mantello dell’invisibilità e spiegò la Mappa del Malandrino. Il bagno dei prefetti era sgombro, valeva la pena tentare.
 
Poco prima di cena Ginny raggiunse il dormitorio femminile delle ragazze del quarto anno. La richiesta di Harry era chiara. Tutto quello che doveva fare, era parlare normalmente con Hermione. L’importante era che ad un certo punto si lasciasse scappare il fatto che Harry non avesse ancora risolto l’indovinello dell’uovo. Harry era certo che, visto che la seconda prova era imminente, Hermione si sarebbe catapultata da lui per aiutarlo trovando una soluzione.
Ripassando il piano di Harry, Ginny si decise a bussare. Un istante dopo Lavanda le aprì la porta con un risolino.
“Ciao!” Esclamò lei facendo ondeggiare i suoi capelli biondi.
“Ciao Ginny!” Esclamò Hermione decisamente felice di vederla.
Accennando un sorriso, Ginny entrò nel dormitorio mentre Calì e Lavanda scendevano in sala comune bisbigliandosi qualcosa.
 
Un’ora più tardi, dall’altra parte del castello, Harry riemergeva dalla vasca del bagno dei prefetti con la testa ricoperta di schiuma. Quando Mirtilla lo aveva aiutato a capire che per aprire l’uovo era necessario immergerlo nell’acqua, pensava di aver risolto ogni problema. Per sua sfortuna l’uovo celava un indovinello vero e proprio e, nonostante l’avesse risolto in un attimo, si trovava alle prese con un ulteriore dilemma: respirare sott’acqua per un’ora.
Preso dal panico balzò fuori dalla vasca senza badare a Mirtilla che, priva di ogni pudore, era intenta a godersi lo spettacolo.
Si rivestì alla velocità della luce con il solo pensiero di raggiungere Hermione e pregarla di aiutarlo. Poco importava se Ginny le aveva già rivelato la verità.
Due minuti più tardi si gettò il mantello dell’invisibilità addosso e, dopo aver studiato attentamente la situazione sulla mappa, uscì dal bagno e prese a correre nei corridoi sperando di non trovare intoppi lungo il suo percorso.
Quando raggiunse la sala comune, la trovò completamente vuota. Con un rapido gesto si sfilò il mantello e nascose la mappa nella tasca della felpa.
In quel momento Hermione e Ginny scesero le scale del dormitorio di corsa.
“Come sarebbe non è ancora riuscito ad aprire l’uovo!” Diceva la voce preoccupata di Hermione.
“Harry!” Gridò lei appena entrò in sala comune e si trovò davanti il suo migliore amico.
“Hermione!” Gridò lui simultaneamente.
“Ginny mi ha appena detto dell’uovo!”
“Lascia stare quello che ti ha detto Ginny… ho un altro problema!”
Hermione e Ginny sgranarono gli occhi, entrambe non sapevano più cosa aspettarsi.
“Che problema hai amico?” La voce di Ron era allarmata e lo era anche la sua faccia. Harry lo vide sbucare dalla scala che portava ai dormitori maschili. Lui e Hermione si scambiarono un’occhiataccia ma erano entrambi troppo preoccupati per Harry per mettersi a bisticciare.
“Sono riuscito ad aprire l’uovo e ho risolto l’indovinello.”
“Mi sembra una gran cosa.” Commentò Ron che non riusciva a capire quale fosse il problema.
“Cosa diceva l’indovinello Harry?” Domandò Hermione che non riusciva a tranquillizzarsi.
Harry recitò l’enigma delle sirene e tutti e quattro concordarono sul fatto che  lo scenario della seconda prova sarebbe stato il Lago Nero.
“Aiutatemi ragazzi… come posso respirare sott’acqua per un’ora?” Harry fissò gli amici speranzoso, era sicuro che da un momento all’altro Hermione sarebbe intervenuta spiegando di quando in una delle sue letture si era imbattuta in complessi incantesimi legati al mondo acquatico e alla respirazione, ma lei non disse nulla.
“Hermione.” Disse Harry, la voce che suonava tanto come una supplica.
“Harry io non ne ho idea…” Il cervello di Hermione sembrava essere talmente preso nella ricerca di una soluzione che non le permise nemmeno di dire la frase che ripeteva da anni, infatti fu Ron a pronunciarla: “Andiamo in biblioteca!”
Il quartetto uscì dalla sala comune e attraversò i corridoi di corsa. Harry sapeva che la seconda prova era alle porte e lui sentiva crescere il panico minuto dopo minuto. Presto si sarebbe completamente impossessato di lui impedendogli di ragionare del tutto.
“Non preoccuparti Harry, troveremo una soluzione!” Lo rassicurò Ginny mentre entravano in biblioteca.
“È vero… Hermione troverà qualcosa.” Disse Ron poco convinto.
Hermione non disse nulla. Aveva già raggiunto lo scaffale numero 267 e, con l’aiuto della magia, aveva già selezionato quattro volumi da cui cominciare la ricerca.
Nelle tre ore successive sfogliarono decine di libri alla ricerca di un incantesimo che facesse al caso loro ma nessuno trovò niente di utile. Hermione aveva chiesto alla vecchia bibliotecaria di lasciarli cercare oltre l’orario di chiusura e stranamente Madama Pince aveva acconsentito. Alle due di notte avevano esaurito i testi da consultare.
“Eppure deve esserci qualcosa…” Borbottava Hermione preoccupata.
“Hermione basta… io vi ringrazio ma l’unica cosa che posso fare adesso è ritirarmi, cercherò Moody e…”
La frase di Harry fu interrotta da un rumore sordo, Malocchio li aveva appena raggiunti in fondo alla biblioteca, la gamba di legno che rimbombava ad ogni passo.
“Buonasera ragazzi.” Esordì lui, l’occhio che roteava incontrollato. “Direi che è ora di rientrare nei vostri dormitori.”
“Ma professore la seconda prova è domani!” Intervenne Hermione con voce tremante.
“Appunto, presumo che il signor Potter sarà già ben preparato, ora non gli resta che farsi una bella dormita.”
Harry sentì un brivido percorrergli la schiena. In quel momento si sentiva tutto meno che ben preparato.
“Ora, Signorina Weasley devo chiederle di raggiungere il suo dormitorio.” Disse Moody rivolto a Ginny che girò sui tacchi e sparì dalla loro vista. “Quanto a voi due… la professoressa McGranitt vi vuole nel suo studio.” Così dicendo prese Harry sotto braccio e lo scortò all’uscita lasciando Ron e Hermione soli in biblioteca a domandarsi cosa volesse la McGranitt da loro alle due del mattino.
  
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