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Autore: MM_White    16/09/2014    3 recensioni
Il Liceo non è poi tanto diverso dagli Hunger Games!
"- Io non sapevo neanche che ti fossi candidata a reginetta. Non lo sapevo e all'improvviso alzo lo sguardo e ti vedo sugli schermi dei corridoi. Si sono fermati tutti, lo sai? Si sono fermati tutti per guardare te. Per guardarti mentre volteggiavi e sorridevi. E mi sei sembrata meravigliosa. Non ti avevo mai visto indossare un abito.
Arrossisco, abbassando lo sguardo per l'imbarazzo.
- Ero stupefatto, non credevo ti avrei mai vista su quegli schermi. E sorridevo, sorridevo con una mano sulla bocca per non farmi vedere dai compagni. Sorridevo perchè ero fiero della mia Katniss.
Mia. Ha usato il termine mia. Il mondo ha cominciato a rigirarmi attorno proprio ora che si era fermato.
- E poi intervistano Peeta. [...] É un bravo ragazzo, davvero. Potrei quasi stimarlo se non fosse per il fatto che si è dichiarato a te, e in quel modo tra l'altro!
- Ma non era una vera dichiaraz...
- Volevo invitarti al ballo! - Urla allora Gale. - Volevo invitarti al ballo, Katniss.
Stringo le mani in due pugni. Due pugni serrati così forte che sento le unghie ferirmi la carne."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Faccia di Volpe, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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C'è qualcosa di sbagliato in tutto questo. Non lo comprendo ancora ma lo sento.


 

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Capitolo 8

 

Mente batte cuore

Sulla roccia che sporge nel vuoto

 

 

 

- Fiiinch!
- Sì, mà?

- C'è Peeta!
Peeta. C'è Peeta. Ci vediamo quasi tutti i pomeriggi ma oggi non aspettavo che venisse a trovarmi. Doveva essere agli allenamenti.
Mi alzo di scatto dalla sedia delle scrivania e mi tuffo in bagno. Mi sciacquo la faccia e sollevo il capo per guardarmi allo specchio. La pelle ancora bagnata, le mani ai lati della bocca spalancata. C'è Peeta. Giù, in salotto. Nel mio salotto. E io non so come dovrei comportarmi. Faccio l'indifferente? Gli chiedo spiegazioni? Sono impreparata e questo mi rende nervosa.
- Finch! - Urla ancora mia madre.
- Vengo, vengo! - Strillo mentre asciugo il viso e sistemo i capelli.
Prima di scendere mi avvolgo in una nuvola di profumo e corro verso la porta. La apro con forza e mi ritrovo Peeta davanti.
- Ehi... - Sussurra con un sorriso imbarazzato.
- Ehi. - Ripeto non sapendo cos'altro dire.
- Posso entrare o stai studiando?
- Entra.
- Pensavo saremmo tornati a casa insieme, dopo la registrazione dell'intervista... - Dice senza guardarmi negli occhi, sedendosi sul letto. - Ma te n'eri già andata.
Lo raggiungo e abbraccio un cuscino a forma di foglia.
- Avevo... Dovevo fare una cosa.
Peeta solleva lo sguardo e inizia a fissarmi con aria preoccupata.
- Che hai? - Mi chiede.
- Niente.
- Che hai, Finch?
- Niente, davvero.
- Finch. - Mi afferra un polso e io sprofondo la testa nel cuscino per l'imbarazzo. - Dimmi che hai.
Sollevo appena lo sguardo. La parte inferiore del viso ancora nascosta dal cuscino.
- É vero? - Domando con voce tremante, facendomi coraggio.
- Cosa?
Scendo dal letto, dandogli le spalle.
- Che ti piace Katniss.
Peeta non risponde e io non posso vederlo. Cerco di immaginare che espressione abbia sul volto. Di sorpresa, forse. E io non ho il coraggio di voltarmi per verificarlo. Il silenzio si fa sempre più grave e sento il cuore battere così forte che credo possa sentirlo perfino lui. Sento un sospiro.
- E io? - Dice piano. - Io ti piaccio?
- Non hai ancora risposto alla mia domanda.
- Finch... - Sospira, e poi per poco non sobbalzo, sentendomi stringere un braccio. É un tocco dolce e delicato, come Peeta. - Io ti piaccio? - Domanda ancora.
Mi volto. I suoi occhi mi guardano e io lo conosco bene, troppo bene per non leggerci dentro dispiacere. Dispiacere. Gli faccio forse pena? Fa forse pena una ragazza innamorata da tutta la vita di un ragazzo? Un amore silenzioso, devoto, costante... Fa pena tutto ciò? Vorrei quasi schiaffeggiarlo quando mi guarda così.
- No! - Rispondo con troppa enfasi.
Peeta fa un sorriso.
- Stai mentendo.
Sollevo un sopracciglio.
- Ti sbagli.
- Stai mentendo, Finch. Io ti piaccio.
- Ne sei sicuro?
- Sì. Così come sono sicuro che mi hai risposto di no perchè sei convinta mi facessi pena.
Abbasso lo sguardo irritata. Così anch'io sono per lui come un libro aperto. E vorrei riempirlo di ceffoni, raschiarlo e calpestarlo. Vorrei fargli provare dolore, anche se sarebbe solo un dolore fisico mentre quello che sto provando io è ben peggiore. Vorrei fargliela pagare. Fargli pagare questi anni di pene e di tormenti. Lui lo sapeva. Lui sapeva che mi piace da chissà quanto tempo. Forse lo sapeva ancor prima che me ne accorgessi io.
Quando i miei occhi si puntano nuovamente su di lui, Peeta indietreggia per la sorpresa. Non sto piangendo ma di sicuro mi fumano le orecchie.
- Allora Peeta! - Grido dandogli uno spintone che lo spinge contro il muro. - Visto che ne sei tanto sicuro perchè me lo chiedi?
Mi guarda con aria persa, mentre io cerco di riprendere fiato.
- E perchè hai sempre fatto finta di niente? - Adesso la mia voce è tremante. Mi mordo un labbro per non piangere ma sento gli occhi appannarsi senza controllo. - Io... Io ti trottorellavo accanto e tu ogni tanto mi davi qualche carezza, come si farebbe con un cagnolino... Ecco cosa facevi!
- No, Finch... - Cerca di giustificarsi Peeta.
- No! No lo dico io, Peeta. - Volto il capo. Mi tremano le labbra e io le mordo ancora più forte. - Basta prendermi in giro, te ne prego!
Il suo abbraccio mi sorprende. Mi stringe forte e piange. Sento i suoi sussulti.
- Perdonami, perdonami Finch! - Deglutisce. - Io... Io non voglio perderti. E sapevo che se ci fossimo messi insieme prima o poi ci saremmo persi. Sono un egoista lo so. Sono un egoista perchè volevo tenerti sempre con me, sempre per me. La mia amica, la mia migliore amica. La mia Finch. Finchè fossi rimasta tale non mi avresti mai lasciato.
- Ma io non ti lascio...
- No. Lo so che d'ora in poi cambierà qualcosa tra di noi. Non sarà più come prima.
- Lo so. - Dico in un sussurro. - Lo so.
Mi scosta per guardarmi negli occhi.
- Ma c'è un modo per sistemare le cose.
Mi asciugo una lacrima.
- Quale sarebbe...

- Mettiti con me.
Il tempo si è fermato. Anche il mio cuore, non lo sento più. Ho sentito bene? Mi ha chiesto di fidanzarci? Strabuzzo gli occhi.
- Sì, Finch. - Conferma quasi mi avesse letto nel pensiero. - Diventa la mia ragazza.

 

Ho sempre amato questa collina e ho sempre amato questa roccia che sporge nel vuoto. Mi siedo qui, con il mento sulle ginocchia piegate, e mi sento come questa roccia, che nasce dalla terra e che potrà protendersi quanto vuole, ma non riuscirà mai a raggiungere il cielo. Anche se lo desidera con tutta se stessa. Mi alzo e sollevo le braccia, lasciando che il vento mi sfiori i capelli. Da qui si può vedere tutta la cittadina ma io ho gli occhi chiusi. E sorrido.
- Sapevo che ti avrei trovata qui.

Sussulto, sentendo la voce di Peeta. Lo guardo da sopra le spalle.
- E io sapevo che saresti venuto a cercarmi, prima o poi.
Sorride e si mette a sedere vicino a me. Il suo viso è all'altezza delle mie ginocchia, per cui solleva lo sguardo quando mi chiede cosa ho deciso di fare. Diventare la sua ragazza. Rimanere amici. Tornare al punto di partenza: estranei. Ma io non gli rispondo. Alzo il capo e chiudo di nuovo gli occhi, beandomi del vento che mi accarezza il viso.
- Sappiamo tutto di noi... - Sussurro. - Quindi saprai anche qual'è la mia risposta.
Mi volto e gli sorrido.
- Vero Peeta? - Chiedo. Nella mia domanda non c'è alcun segno di rancore, nessuna traccia di tristezza o di rimorso. Ho aspettato che mi chiedesse di diventare la sua ragazza per tanto, troppo tempo. Ma non così. Non solo per non perdermi. Doveva chiedermelo per altri motivi, perchè mi amava per esempio.
Peeta muove in maniera quasi impercettibile il capo.
- Hai ragione... - Risponde con lo sguardo dritto davanti a sè.

Il vento smuove delicatamente i suoi riccioli biondi e io non posso far a meno di pensare che qualche tempo fa sarei arrossita soltanto guardandolo. Mi metto a sedere anch'io e rimaniamo così per un bel pò. Osservando lo stesso panorama, in silenzio, sulla roccia che sporge nel vuoto. Non so dire che tipo di legame ci abbia tenuti assieme fino ad oggi. Amicizia, sicuramente, forse adirittura fratellanza. Ma di certo non amore. E avrei voluto solo capirlo prima.

 

Goccioline di pioggia picchiettano sulla finestra della mia camera. Sembrerebbe una pioggia primaverile come tante altre. Come tante altre, infatti, questa ha rinfrescato l'aria e smetterà con la stessa rapidità con la quale è incominciata. Ma di diverso, questa pioggia qui, oltre ad un piacevole venticello, mi ha portato anche una persona. Mi ha portato Peeta.
Mi accorgo di lui solo quando poso lo sguardo al di là dei vetri chiusi e appena appannati. Con le mani in tasca e i capelli tutti bagnati, guarda esattamente nella mia direzione. Senza neanche un ombrello, incurante del freddo e della pioggia. Sarebbe potuto tornare indietro per prenderlo ma non l'ha fatto. Anzi, molto probabilmente è uscito di casa mentre già pioveva. E adesso è qui, nel cortile di casa mia, con lo sguardo sollevato verso la finestra della mia camera. Non mi ha avvisato con una chiamata nè con un messaggino. Non ha neanche suonato il campanello. É solo qui e c'è solo un motivo che giustifichi la sua presenza: è qui per me.

Lascio ricadere la tenda e scendo in fretta le scale. Prima di aprire la porta d'ingresso afferro un ombrello.
- Sei forse impazzito? - Chiedo stringendomi nel maglione e porgendogli l'ombrello. Non ho mica intenzione di raggiungerlo e bagnarmi tutta! Ma Peeta non risponde e rimane fermo lì, con le mani ancora in tasca. Adesso che è a due metri da me, noto come il suo corpo ogni tanto si irrigidisce a causa del freddo. Gli porgo ancora l'ombrello con un soppracciglio sollevato ma non ricevo nessuna reazione da parte sua.
- Vuoi entrare, per favore? Si gela qui...
Allora Peeta sorride e solleva una mano. Con l'indice mi fa cenno di avvicinarmi. Sollevo un sopracciglio e scuoto il capo.
- Okei, è impazzito... - Sussurro aprendo l'ombrello per camminare sotto la pioggia.
Sento le gocce picchiettare sul telo di plastica e un leggero stordimento, quando Peeta si allontana di di poco dal mio viso. Mi ha baciata. Sotto questo ombrello. La sua mano calda ancora stretta sulla mia che impugna il manico. Mi ha baciata e io non ne conosco il motivo. Sono fatta così, non posso farci nulla. Devo capire la situazione, comprendere le regole del momento, valutare cause ed effetti. Sempre, anche adesso che mi ha appena baciata il ragazzo per cui smanio dai tempi delle elementari.
- Causa ed effetto... - Bisbigliano le mie labbra a pochi millimetri dalle sue.
Lui mi guarda con aria interrogativa.
- Stai analizzando tutta la scena scomponendola in dettagli sempre più piccoli?
Mi domanda con un sorriso divertito. Io faccio cenno di sì, ancora un pò frastornata.
- Da te non ci si può aspettare altro.
- Cosa... Che vuoi dire?
- Che tu cerchi sempre di capire tutto. Ma non tutto può essere compreso.
Scuoto il capo. Peeta allora appoggia la sua fronte sulla mia.
- Mi hai baciata. - Sussurro.
- Sì, Finch, ti ho baciata. E allora?
- Perchè? - Chiedo alzando un pò la voce. Lui si scosta e mi guarda fisso negli occhi.
- Perchè dovevo. Perchè volevo che fossi sicura del tuo rifiuto. E poi cosa c'è di più semplice di un bacio?
- Tutto. - Lo guardo duramente.
- E sappi che io sono sempre sicura delle mie scelte, Peeta.
- Oh sì, questo lo so. - Dice con un sorriso nervoso. - Già ti immagino a stilare liste con i pro e i contro di ogni decisione, a compilare test valutativi e disegnare diagrammi e a...
- Peeta, smettila! - Grido spazientita.
- No Finch, smettila tu! - Ribatte afferandomi entrambe le spalle. - Smettila di voler sempre analizzare tutto, di voler sempre capire tutto...
La sua voce si smorza un pò, quando lascia la presa e rivolge lo sguardo verso il giardino.
- Ha smesso di piovere. - Afferma portando un palmo fuori dal raggio dell'ombrello. Lo chiudo guardandomi furtivamente intorno. I miei genitori non sono in casa ma torneranno entrambi per l'ora di cena. Che figura se fossero arrivati proprio mentre Peeta mi baciava!
- Sai, vorrei che vivessi sentendoti libera di seguire di più le tue emozioni e meno la ragione. - Sento dirgli quasi in un sussurro. I suoi occhi celesti mi guardano con un'intensità incredibile, resi ancora più belli dall'aria umida e la luce flebile dei lampioni che hanno cominciato ad accendersi.
- Come fai tu? - Chiedo.
Lui abbassa lo sguardo. So a cosa sta pensando. Anzi no, so a chi sta pensando. La mia ipotesi viene confermata quando Peeta scuote il capo. No, lui non segue le sue emozioni. Se lo avesse fatto adesso starebbe correndo da Katniss.
- Io non voglio perderti, Peeta. E so che l'unico modo per non perderti è rimanere amici. Anche se un giorno ci fidanzeremo. Questo lo capisci vero?

- Certo...
- Quindi... Quindi basta continuare con questo gioco. Io... - Tiro un lungo sospiro. - Io lo so che in verità non è me che vuoi. E ho capito finalmente che non ti amo.
Peeta solleva il capo di scatto mentre io continuo prima che dica qualcosa.
- Sì ti ho amato, in passato. Ma adesso non provo più questo sentimento. Forse non l'ho mai neanche provato. Forse scambiavo l'amore per qualcos'altro. Un sentimento molto forte, certamente, ma non amore.
- L'hai capito finalmente, - mi dice con un sorriso. - Ho sempre avuto paura di... di rovinare tutto.
- Lo so. Ma l'unica che stava rovinando la nostra amicizia ero solo io.
Amicizia. Tra me e Peeta c'è stato solo amicizia. É così dura ammetterlo. Fa quasi male.
Peeta si avvicina e mi abbraccia. Lo stringo forte, sempre più forte mentre le lacrime mi rigano il volto.

É appena terminata una pioggia primaverile. Come previsto, è finita con la stessa rapidità con la quale è incominciata. Ma le mie guancia, nonostante mi fossi riparata con un ombrello, sono ancora bagnate.

 




Note dell'autrice:

Okei, lo so. Questo capitolo è un pò ingarbugliato e mi dispiace D:
Ma cerchiamo di chiarire le cose: Peeta in pratica ha sempre saputo che Finch provasse qualcosa per lui (non era forse evidente? In pratica lo sapevano tutti!) ma non ha mai voluto "esporsi" o chiarire la questione proprio per non rovinare la loro amicizia. Però, messo alle strette, e vedendosi costretto a scegliere tra corteggiare Katniss (che non è neanche sicuro di poter avere) e rimane in buoni rapporti con Finch (seppur da fidanzati e non da amici) preferisce non rovinare le cose con Finch, che in fin dei conti è la sua migliore amica mentre Katniss è appena che una conoscente!
Ma allora, se Finch voleva Peeta, perchè ha rifiutato la sua proposta? Qui la questione mi sembra più semplice. Non ha accettato perchè non era così che avrebbe voluto mettersi con Peeta. Ora che sa della cotta di Peeta per Katniss, sa anche che a Peeta lei non piace. Dunque perchè mai avrebbe dovuto fidanzarsi con un ragazzo sapendo che non l'ama? Finch è calcolatrice, vero, ma non un'opportunista e tanto meno un'egoista. Anzi, ha sempre dimostrato di voler provvedere alle esigenze degli altri prima delle sue...
Spero quindi di aver chiarito qualche dubbio. La storia sta per terminare e vorrei che si comprendesse ogni futura scelta dei personaggi.
Alla prossima (che non sarà prestissimo dato che parto una settimana per Parigi con il mio Peeta personale *-* )
MM

   
 
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