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Autore: Asu chan    16/09/2014    1 recensioni
Qualcuno crede all'incontro del destino, ma Shikamaru crede solo alle (s)fortunate casualità. Ma se un giorno una tempesta sconvolgesse improvvisamente la sua vita riuscirebbe a ricredersi sulle sue convizioni?
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Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurenai Yuhi, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I due mesi successivi furono per Shikamaru i più memorabili della sua vita. Non sempre in modo positivo, secondo il suo modo di vedere, ma era certo che non li avrebbe mai dimenticati. Lui e Temari finirono per uscire insieme almeno due volte alla settimana e fu in uno dei primi, freddi giorni di Dicembre che il giovane decise di portarla con sé in una delle sue visite a Kurenai in quanto unica familiare presente a Tokyo. Non sapeva cosa l’avesse spinto a dire, mentre mangiavano in un locale:
« Ti andrebbe di conoscere una mia parente, settimana prossima? »
La ragazza l’aveva fissato a bocca aperta, un boccone di cibo a mezz’aria, prima di esplodere in un sorriso così radioso che l’altro si disse che non si sarebbe mai pentito di quella proposta a prescindere dalla premessa e dal risultato.
« Era ora! Certo che mi va, piagnucolone! » aveva affermato la bionda riprendendo a mangiare. Shikamaru, che all’inizio aveva trovato mortalmente irritante quel curioso soprannome, aveva finito per imparare a conviverci e a trovarlo quasi divertente. In fondo si rifaceva appioppandole appellativi come “strega”, “arpia” o il suo preferito, “seccatura”, che secondo lui riassumeva a fondo lo spirito di quella che ormai si poteva dire compagna.
Mentre camminavano fianco a fianco verso la dimora di Kurenai, il giovane si soffermò a riflettere su quella considerazione. Compagna. O ragazza, a seconda. Per lui era un pensiero alquanto strano: in tutta la sua vita non aveva mai sentito alcun particolare bisogno di stare accanto a una donna, di vederla, di passare del tempo con lei – sebbene non fosse immune al fascino delle donne più attraenti, di cui non si faceva problemi ad ammettere la bellezza -, e il fatto che le avesse sempre considerate più un peso che un piacere ne era la prova. Gettò uno sguardo di sottecchi a Temari, bardata in un pesante cappotto rosso, collant color carne e stivaletti col tacco neri, e sentì una sensazione di trepidazione e tranquillità allo stesso tempo diffonderglisi nel petto. Era l’unica ad avergli mai provocato una reazione del genere, ad avergli riempito prepotentemente, avverbio a lei adatto, la mente di sé e ad avergli fatto pensare seriamente, per la prima volta, all’ipotesi di un futuro insieme. Il fatto che avesse deciso di portarla da Kurenai lo confermava.
Si affrettò a cancellare le sue riflessioni scuotendo forte la testa, quasi temesse che Temari potesse leggergli nella mente e schernirlo per quei pensieri da femminuccia, come amava apostrofarlo di solito. Il gesto però ottenne solo di attrarre l’attenzione dell’interessata, invece di allontanare le sue considerazioni: infatti i due occhi color smeraldo in cui in quegli ultimi mesi si era specchiato così spesso si fermarono subito su di lui.
« Va tutto bene? Mi sembri un po’ teso. »
« Per niente » borbottò subito Shikamaru, sulla difensiva. Quella ragazza riusciva a capirlo fin troppo bene, mentre per lui ogni cosa riguardante furia bionda rimaneva ancora un mistero.
« Hai paura che ti faccia fare una brutta figura davanti a Kurenai, eh? » commentò la giovane con un’occhiataccia fulminante.
« Non è quello » si affrettò a precisare il moro, ben conoscendo l’ira funesta della Sabaku. « Lascia perdere, non è niente di cui dovresti preoccuparti. »
Temari assottigliò lo sguardo, ma non aggiunse nulla, con grande sollievo del compagno. Raggiunsero in silenzio l’abitazione della parente del ragazzo e fu il sorriso gentile della donna ad accoglierli.
« Ciao, Shikamaru! Benvenuta, Temari » li salutò mentre li faceva accomodare all’interno. La bionda fece un breve inchino, si tolse gli stivaletti ed entrò con un cortese « permesso! ».
Il figlio della padrona di casa era seduto a terra accanto a una poltrona e impegnato con degli animali di pezza. La madre si accomodò vicino a lui, mentre la coppia di nuovi arrivati sprofondò nel divano dopo essersi liberata dei giubbotti.
« Shikamaru mi ha parlato molto di te » esordì Kurenai tranquilla, facendo irrigidire immediatamente il giovane, che fiutò subito il pericolo. La bionda non fece una piega.
« Davvero? » fece, deliziata. « Immagino che abbia detto molte belle cose sul mio conto » aggiunse gettando uno sguardo significativo verso l’oggetto del discorso.
« Certamente » replicò l’altra senza scomporsi. « è la prima volta da quando vivo a Tokyo che lo sento parlare così tanto e così bene di una ragazza! »
Il giovane Nara fece del suo meglio da quel momento in poi per sprofondare quanto più possibile nei cuscini e per concentrarsi sul piccolo che giocava. Sentì un profondissimo sollievo quando, dopo un paio d’ore di intense chiacchiere fra le due donne, il bimbo mostrò chiari segni di stanchezza e si aggrappò alla madre per essere messo a letto.
« è l’ora del suo riposino » constatò Kurenai prendendolo in braccio e alzandosi in piedi, seguita dai due ospiti.
« Allora non disturberemo oltre » esclamò Temari con gentilezza. « Grazie infinite per l’ospitalità di questo pomeriggio » disse poi con un inchino.
Kurenai cullò il figlio tra le braccia e le sorrise.
« Non c’è problema. Grazie a voi per avermi tenuto compagnia. Sarei felice se tornaste presto a trovarmi! »
« Non vediamo l’ora » rispose la bionda, prima di prepararsi, salutare di nuovo insieme a Shikamaru e lasciare l’abitazione.
« Kurenai è davvero una donna deliziosa » affermò con soddisfazione la giovane mentre si stringeva attentamente nel suo cappotto rosso. « Cresce un figlio e tira avanti la casa tutta da sola… è  da ammirare. Voglio sperare che me la farai incontrare di nuovo presto! »
« Come potrei non farlo, dato che ormai hai già deciso tutto da sola? » obiettò il moro con una punta di esasperazione nella voce. Temari sorrise, ma stavolta la sua espressione non era gentile come quella che aveva mantenuto a casa della vedova, bensì sorniona e astuta.
« Così mi piaci, Nara » affermò con soddisfazione. « Ci fermiamo a prendere un paio di nikuman? Ovviamente paghi tu » aggiunse subito, e accelerò il passo prima di sentire la risposta.
Il ragazzo sospirò e la seguì a ruota, senza poter replicare. Come aveva fatto a farsi incastrare da quella strega senza reagire? Era davvero diventato una mammoletta? Il suo fiato si condensò in una nuvola di fumo bianco e affiancò nuovamente la bionda sollevando meglio la sciarpa contro il collo. Il freddo pungente annunciava che ormai l’inverno era alle porte, e il cielo sfumava dal rosso tiepido del crepuscolo al violetto e infine al blu scurissimo della notte dalla parte opposta. Camminarono a lungo prima di trovare un banchetto che vendesse il cibo desiderato da Temari e Shikamaru pagò senza discutere.
« Voglio andare in un posto adesso » esclamò senza preavviso la bionda subito dopo. « Seguimi e non chiedere. »
Mentre seguiva la giovane donna, il moro consumò il proprio nikuman scansando qualche persona ogni tanto e scrutando le familiari insegne luminose che rischiaravano Tokyo. Sebbene sembrasse ancora giorno proprio a causa loro, in realtà il cielo al di là di esse virava verso un blu sempre più vellutato. Poiché Temari era troppo concentrata a guidarlo verso il luogo scelto per punzecchiarlo come faceva di solito, il ragazzo si perse nuovamente nei propri pensieri e fu solo quando, molti minuti più tardi, la furia bionda si girò esclamando: « eccoci qua! » che si riscosse dalle sue riflessioni per la seconda volta nella giornata. Sollevando lo sguardo sulla giovane donna e il suo sorrisone trepidante rimase senza fiato. L’aveva portato fino al Rainbow Bridge. Le magnifiche luci che riproducevano l’arcobaleno splendevano lungo il ponte e si riflettevano luccicanti sull’acqua della baia di Tokyo e spiccavano meravigliosamente contro la superficie scura del mare e del cielo, senza però impedire a una pallida luna piena di rischiarare con il suo alone argenteo delle rade nubi sopra le loro teste. Era uno spettacolo mozzafiato.
« Che… » cominciò lui, ma Temari lo interruppe.
« è tutto il giorno che hai quell’aria da perso e non riesco a capire cosa diavolo ti passi per la testa. Così ho pensato che ci volesse qualcosa del genere per farti riprendere, dato che né io né Kurenai siamo bastate. »
Quella gentilezza colpì molto Shikamaru, facendogli capire come mai avesse finito per cadere nella tela di quella ragazza. Nonostante si mostrasse sempre forte e tagliente, in realtà celava un animo profondo e dolce che emergeva nei confronti delle persone che conosceva meglio. Ed era proprio scorgendo quell’animo che la giovane aveva finito per piacergli.
« Grazie » disse semplicemente, offrendo con fare pomposo il braccio alla bionda che lo imitò prendendolo, e proseguirono insieme lungo il ponte fermandosi circa a metà, a contemplare lo spettacolo unito delle luci artificiali e di quella naturale della luna.
« Mi sembra che sia servito » commentò la ragazza appoggiandosi al bordo del Rainbow Bridge. « Certo che ce n’è voluto per farti rinsavire. Si può sapere a cosa stavi pensando? »
« Ero preoccupato » rispose il moro, che invece dava le spalle al mare. « Ma non perché pensavo che mi avresti messo in imbarazzo da Kurenai… Anzi, se vuoi proprio saperlo penso sia stato il contrario… » precisò ripensando alle fin troppo dettagliate informazioni fornite dalla parente quel pomeriggio. « è che non capivo come mai, dopo anni passati serenamente da solo, all’improvviso sentissi il bisogno di stare con qualcuno… Quando quel qualcuno sei tu, per di più. » Si staccò dalla ringhiera per voltarsi verso la baia. « Ho sempre sperato che sarei finito con una ragazza docile e tranquilla, e invece eccomi qui. »
Temari lo fissò in silenzio con un’espressione indecifrabile e Shikamaru non riuscì a capire se fosse sorpresa e se in senso positivo oppure no. Alla fine ridacchiò sottovoce, lasciandolo interdetto.
« E tu ti preoccupavi per questo? » domandò, colpendolo su un braccio. « Guarda che anche io pensavo di finire per fidanzarmi con qualcuno di forte e deciso… Invece mi sei capitato tu. Ma non ci possiamo fare niente… Si dice che “al cuor non si comanda”, sbaglio? » fece una breve pausa e scosse la testa. « Questa è la prima volta che lo ammetti. »
« Che cosa? » domandò il moro, perplesso.
« Che ti piaccio. »
« Veramente non- » cominciò il giovane Nara, ma fu nuovamente interrotto.
« Lo so che non l’hai detto con precisione, ma il concetto c’era, razza di piagnucolone! » sbottò colpendolo di nuovo, ma con più forza. « Che lagna che sei, te ne vergogni così tanto? E io cosa dovrei dire, che in più ho dovuto aspettare fino ad ora che ti svegliassi per poter ufficializzare la cosa? »
« La cosa cosa? » chiese Shikamaru, ma stavolta non ottenne una risposta, perché Temari gli afferrò i lembi della giacca e lo attirò a sé incatenandolo in un lungo bacio. Dopo un primo attimo di esitazione, il ragazzo le circondò la vita con le braccia, la strinse maggiormente a sé e lei rispose schiudendo le labbra quanto bastava per far incontrare le loro lingue in una breve quanto rapida danza, poi si separarono per prendere fiato.
« Questa cosa » sussurrò Temari con un sorriso malizioso. « Come al solito devo fare tutto io » sospirò poi appoggiando la testa contro il petto del suo uomo.
Tenendola così, tra le sue braccia, per la prima volta il giovane ebbe la sensazione che la furia bionda fosse davvero una giovane donna fragile e bisognosa di protezione e la cullò appena, desideroso di godersi quell’attimo unico al massimo.
« Sta’ zitta » borbottò, sentendola sbuffare una risatina contro la sua giacca.
 
 
 

 
 
 
A.A.A.
Et voilà! È con questo capitolo che la mini long dedicata a Shikamaru e Temari si conclude! E come ogni nuovo capitolo che si rispetti non ne sono soddisfatta, ma mi capita sempre e non so mai come poter migliorare XD Il mio problema è sempre lo stesso: so dove voglio arrivare ma non come arrivarci .-. Ho cercato di fare al meglio possibile, ed ecco cos’è uscito… Va bene lo stesso! Per la prima volta mi sono cimentata a cercare di rendere nel modo meno OOC possibile l’interiorità di Shikamaru, e non la sua interiorità più piana, cioè il solito “mi pesa il culo e non ho voglia di fare”, bensì il cambiamento che Temari ha portato nella sua vita <3 Il prompt della conclusione è abbinato al gelato al fiordilatte! 8D Alla scadenza della consegna, il 22 Settembre, aggiornerò le note dell’autrice di questo capitolo per svelarvi i prompt di ogni gusto, quindi siete costretti a rimanere connessi fino ad allora 8D Vi invito, se non l’avete già fatto, a dare un’occhiata al bando dell’iniziativa che trovate cliccando sul banner nel primo capitolo! I ranghi delle mosche nere obbediscono ai loro diabolici capi (ringraziate loro se stiamo scrivendo come delle disperate Clà sa cosa sto passando.), quindi se volete essere sottomesse accolte nel nostro coccoloso covo siete le benvenute (o i benvenuti, siamo aperte a tutti u.u)! Ringrazio tanto chi ha letto fino a qui e chi ha recensito, è sempre un piacere leggervi così entusiasti e propositivi! Ci rivedremo alla prossima fict su Shika e Tem, oppure potete seguirmi con l’altra long in corso (che sarà seguita da altre 2 come minimo… Ho anche troppe idee in testa x.x)! JA NEEEE!


Aggiornamento del 22 Settembre: eccoci giunti al termine ultimo del contest della Black Parade! A questo punto è giunto il momento di svelarvi i prompt legati ai gusti che vi ho elencato nei vari capitoli! 8D Verificate se avevate intuito correttamente 8D!
Prompt del capitolo 1: caramelle gommose
Prompt del capitolo 2: Van Gogh, Campo di grano con volo di corvi
Prompt del capitolo 3: luna piena (questo era più difficile, scommetto che il Rainbow Bridge vi ha portati fuori strada. 8D 8D 8D 8D).
Chi li ha indovinati tutti vince un biscottino (?) u.u
   
 
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