Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Ricorda la storia  |       
Autore: NightWatcher96    16/09/2014    8 recensioni
Stiamo aspettando qui fuori da un tempo indeterminato, ormai. Tutti condividiamo lo stesso sentimento, la stessa idea: sperare in bene per te, piccolo fratellino.
Buffo quanto mi stia mancando la tua voce allegra e talvolta un po' fastidiosa, capace di riempire una casa intera. Continuo a pensare a te, guardando ogni momento le bianche porte della sala operatoria, sperando che il tuo nuovo cuoricino funzioni.
Avrei voluto darti il mio, ma so che io non sarei più stato al tuo fianco e tu avresti sofferto ancora più atrocemente di settimane... o anni, addietro.
Mi ritornano in mente vividi ricordi, scolpiti indelebili nel mio cuore...
Fluff. TMNT 2012
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Stiamo aspettando qui fuori da un tempo indeterminato, ormai. Tutti condividiamo lo stesso sentimento, la stessa idea: sperare in bene per te, piccolo fratellino. 

Buffo quanto mi stia mancando la tua voce allegra e talvolta un po' fastidiosa, capace di riempire una casa intera. Continuo a pensare a te, guardando ogni momento le bianche porte della sala operatoria, sperando che il tuo nuovo cuoricino funzioni.

Avrei voluto darti il mio, ma so che io non sarei più stato al tuo fianco e tu avresti sofferto ancora più atrocemente di settimane... o anni, addietro.

Mi ritornano in mente vividi ricordi, scolpiti indelebili nel mio cuore...



....


Sedici anni prima...


Il profumo di biscotti al cioccolato appena sfornati galleggiava nella tana. Il sensei aveva cucinato quella semplice leccornia per tutti noi mini-ninja, per elogiare i grandi passi che compivamo nel mondo del ninjitsu. 

-Bambini!- ci chiamò, coprendo il vassoio con uno strofinaccio.

In pochi secondi, un rocambolesco scalpitio di piedini infantili partì dal salotto, rimbombando nella cucina. Come cuccioli felici, ci eravamo buttati intorno alle gambe del maestro, stringendogli la veste con affetto. 

-Piano, piano, figlioli! O qui caschiamo tutti!- rise, accovacciandosi per abbracciarci tutti.

Leo aveva quasi quattro anni, io e Donnie tre e Mikey uno. Una scaletta!

-Profumo!- esclamò Donnie, con il suo dentino mancante nell'arcata superiore.

Il sensei ci fece vedere i biscotti, non potendo nascondere un sorriso ai nostri occhi luccicanti e noi non perdemmo neanche un secondo per afferrarne il più possibile, spintonando il povero Mikey che cercava di farsi strada fra noi tre, saltellando, ma senza successo, poi.

Così, quando noi ci ritenemmo soddisfatti di aver mangiato come maialini (considerando che io e Donnie eravamo leggermente, come dire... in carne!), cedemmo il posto a Mikey, che rimase deluso nel ritrovarsi solo un pugno di briciole.

-Ho mangiato troppo!- fece Donnie, sedendosi in terra per contemplare la piccola pancina gonfia.

E lo imitai, anche se, il semplice sguardo in lacrime di Mikey, mi fece rimanere male.

-No biscotto...- disse il mio fratellino, scoppiando a piangere.

Il sensei ci guardò leggermente deluso e raccolse Mikey, facendolo sedere sul tavolo.

-Ecco, tieni, bambino mio. Ho riservato dei biscotti solo per te- sorrise, consegnandogli un piattino con il tutto.

Mikey si ravvivò felicemente e iniziò a mangiare tranquillamente, mentre il sensei fece a noi cenno di seguirlo nel salotto.

-Figlioli, non è carino trascurare così vostro fratello. E' molto più piccolo di voi, è vero, ma ha doti empatiche molto forti che gli fanno comprendere il bene e il male- disse, guardando poi me e Donnie. -Voi due, dovreste limitare il cibo. Ricordate? Anche la dottoressa vi aveva pregato di mangiar di meno-.

Le nostre piccole pancine confermavano il tutto. Sfortunatamente, sia io sia Donnie impazzivamo letteralmente per le cose dolci e... ne divoravamo più del necessario!

Improvvisamente, però, dalla cucina si udì un tonfo secco, seguito da altri molto più morbidi. Vedemmo il sensei irrigidirsi, con uno sguardo perplesso e corremmo in cucina, avendo una chiara visione di ciò che era accaduto.

Mikey era caduto dal tavolo, riverso su un fianco, stringendo ancora un biscotto nella manina, con gli altri tutt'intorno frantumati. La cosa peggiore, purtroppo, non era solo la leggera sfumatura violacea sulle guance: infatti, il sensei raggiunse una terrificante ipotesi quando gli premette istintivamente due dita sul collo.

-N... non respira!-.

Nostro padre non credeva che fosse stata opera di un biscotto: la gola non presentava rigonfiamenti tipici di soffocamento. Senza perdere tempo, quindi, iniziò a premergli sul corpicino, nella speranza che il nostro piccolo fratellino riprendesse a respirare.

Noi non sapevamo che fare: eravamo impietriti a guardare la scena, tremando perfino di paura. Vedere Mikey in quelle condizioni, ci faceva davvero sbiancare.

Fortunatamente, i massaggi cardiaci diedero i loro frutti: Mikey inarcò leggermente la schiena e cominciò a tossire, aggrappandosi alla veste del sensei che, sollevato, lo strinse a sé, cullandolo. Il suo dolce pianto era come una soave musica per noi.

-Figlioli, in questa settimana, Michelangelo ha avuto già tre episodi di questo genere. Sono davvero preoccupato. Dobbiamo immediatamente portarlo in ospedale e cercare di capire il problema-.

Donnie si aggrappò al mio braccio, guardandomi timorosamente. Sapevo cosa stesse cercando di dirmi: aveva il terrore che qualche dottoressa potesse definirlo "obeso". Ma non lo era affatto! Avevamo solo tre chili in più rispetto alla norma, dopotutto!


....


Lunghi corridoi illuminati da bianchi neon freddi ci mostravano tutta l'efficienza e l'importanza di un ospedale. L'odore di disinfettanti e il tintinnio di utensili medicinali arricchivano semplicemente il brusio di sottofondo che udivamo in quel posto tanto grosso e intricato come un labirinto. 

Eravamo aggrappati al maestro, che teneva Mikey avvolto in una copertina gialla che lasciava scoperto solo il faccino. Era sveglio e vispo e ogni tanto indicava qualche manifesto della medicina con la sua manina.

Eravamo quasi a fine novembre e faceva davvero freddo, tanto che indossavamo i nostri maglioncini preferiti: Leo aveva quello azzurro, io il rosso, Donnie il viola e Mikey l'arancione.

-Papà, ci vuole ancora tanto?- chiesi, un po' stufo.

Erano quasi venti minuti che stavamo camminando su per delle scale di marmo con protezioni anti-scivolo, fermandoci a chiedere di tanto in tanto un nome di un dottore che si occupava di noi quattro e le mie gambette non ne potevano proprio più! Volevo riposarmi, magari mettere anche qualcosa sotto ai denti e giocare, come ogni bambino avrebbe fatto!

Il sensei ci spinse in un ascensore ampio e attese che le porte si chiudessero per rispondere alla mia domanda. 

-No, figliolo. Siamo quasi arrivati-.

Annuì, muovendo il piedino e mi concentrai piuttosto su Mikey che prese a muoversi per scendere dalle braccia di papà... arrotolandosi perfino nella sua coperta! Ridacchiammo e il maestro Splinter decise che sarebbe stato meglio tenere alla larga il povero golfino per evitare inutili cadute.

Mikey mi guardò dolcemente e mi si aggrappò al collo, come faceva quand'era felice o semplicemente bisognoso di coccole. Io ricambiai semplicemente, mentre i nostri maglioncini producevano piccole scintille di elettricità statica.

-Mi raccomando, cerchiamo di tenerci insieme- ricordò il maestro.

Ma sfortunatamente, non appena le porte si riaprirono, ormai sul piano giusto, Mikey corse sul nuovo corridoio illuminato da finestre sistemate sulla parete ovest, veloce come un razzo. Inutili furono i richiami del sensei, che aveva proprio parlato al vento.

La mia tartarughina preferita era così entusiasta di muoversi in quello spazio più ampio che fece perfino capolino in uno studio medico, la cui porta bianca era aperta. C'era un uomo dal volto mite seduto alla sua scrivania e smise di scribacchiare qualcosa dopo aver notato il mio curioso Otouto.

-Salve- salutò semplicemente Mikey.

Il dottore sorrise, avvicinandoglisi.

-Tu devi essere il mio piccolo paziente- disse, accarezzandogli la testa. -Michelangelo Hamato, dico bene?-.

-Sì!-

Fortuna volle che in quel momento capitassimo pure noi, non avendo perso di vista il piccolo in questione. Il dottore si limitò a raccogliere Mikey per metterlo seduto su un lettino e accettò senza problemi le scuse del maestro che, come punizione... fece semplicemente una carezza sul visino del mio piccolo.

La sua intenzione sarebbe stata qualche parola di rimprovero, ma il volto sofferente di Mikey gli aveva mutato la rabbia per quell'atto sconsiderato in una grossa preoccupazione.

-Mi fa male...!- piagnucolò Mikey.

-Dove?- chiesero dottore e sensei all'unisono.

Michelangelo si indicò il petto, fondando alcuni dubbi agli adulti. Noi bambini non avremmo capito nulla e quindi ci limitammo ad avvicinarci a uno scheletro finto, aggrappato a un sostegno di metallo. E presto, le nostri piccole risatine divennero il sottofondo del silenzio contemplativo.

-Ha avuto circa tre attacchi di assenza respiratoria in questa settimana- spiegò il maestro Splinter, deglutendo.

-Questo non è un buon segno. Dobbiamo eseguire un veloce elettrocardiogramma al bambino per assicurarci che sia tutto a posto-.

Il dottore fece cenno di seguirlo in una porta bianca affiancata da una ricca libreria che proprio non avevamo notato. Era un altro studio, tutto sfumato in verde acqua e tende blu che offuscavano la luce solare di un'ampia finestra.

C'era un macchinario bianco, collegato a un notebook acceso, affiancato da un lettino per pazienti. 

Mikey fu posto lì sopra e il sensei, sotto le direttive del simpatico dottore, gli sfilò il maglioncino, facendogli una carezza per cercare di distrarlo. Il medico si infilò bianchi guanti e afferrò una piccola sonda che spaventò il mio fratellino.

-Va tutto bene, bambino mio. Non ti farà del male- rincuorò il sensei, mentre Mikey gli rivolgeva occhi lucenti di lacrime e paura.

Il dottore cominciò a porre sul corpo del mio fratellino circa dieci placchette di metallo, chiamate elettrodi e le sistemò quattro a livello degli altri e sei sul torace, in modo che avessero generato dodici angolazioni diverse per poter aver una miglior panoramica dell'attività elettrica del cuore.

-Adesso avremo un tracciato elettrocardiografico, con il quale potremo capire cosa c'è che non va- spiegò il dottore, non potendo fare a meno di sorridere.

Mikey si era appisolato tranquillamente, cullato dalle carezze continue sulla sua testolina. Il sensei fece un occhiolino: lo aveva fatto di proposito!

Il dottore cominciò, quindi, ad analizzare, mentre nel monitor cresceva un tracciato incostante, fatto di picchi alti e altri bassi. E quasi subito, il suo viso si rabbuiò, pigiando alcuni tasti che stamparono un foglio con questi risultati.

-La situazione non è rassicurante. Signor Hamato, potrebbe elencarmi i sintomi di suo figlio?-.

-Svenimenti, dolore toracico, palpitazioni, vertigini, svenimento, fiato corto e ridotta resistenza allo sforzo fisico-.

-Come pensavo. Da questi risultati, suo figlio avrebbe contratto una malattia rarissima per i bambini piccoli come lui, ma abbastanza diffusa fra anziani e ipertesi- spiegò il medico, guardando il piccolo Mikey. -Si tratta di Ipertrofia ventricolare sinistra-.

Il sensei si limitò a spalancare gli occhi.

Le cause dell'ipertrofia ventricolare sinistra erano rappresentate dalla stenosi della valvola aortica (un lembo che separa il ventricolo sinistro dall'aorta, il grande vaso sanguigno che trasporta il sangue ricco di ossigeno alle varie parti dell'organismo) e dal suo rigurgito. Quando ne era presente uno, invece, la valvola aortica non si chiudeva correttamente ed il ventricolo sinistro si riempiva più del dovuto, richiedendo uno sforzo maggiore per pompare il sangue in periferia.

-Il bambino necessiterebbe di un trapianto, ma... è troppo giovane e il rischio di mortalità sarebbero più del 95 per cento. E' meglio aspettare e vedere come si svolge la situazione. Per il momento, consiglierei medicinali alla sua portata e la riduzione quasi totale degli sforzi-.

Il maestro Splinter ci guardò con occhi brucianti di lacrime e annuì al medico, che nel frattempo si era seduto alla seconda scrivania nera in quella camera per scrivere il suo referto. 

-Va bene, ho capito- mormorò piano.

Contemporaneamente, Mikey si svegliò, cominciando a tossire e si mordicchiò il labbro inferiore, com'era abituato a fare e si mise a guardarci, agitando le manine perché voleva scendere e giocare con noi.

Il maestro gli rinfilò il maglioncino e anche il golfino e se lo tenne in braccio, per evitare che potesse nuovamente scappare libero nei corridoi ospedalieri; poi, con una stretta di mano con il medico, ritirò il referto e tutti noi ci avviammo in un ascensore, attendendo che ci conducesse al pian terreno.

-Papà, sta bene Mikey?- chiese Leo.

-No, Leonardo. Purtroppo no-.

Ci rattristammo, anche se Mikey che si mordicchiava le manine non ci confermava questa terribile risposta. Peccato che, con il passare del tempo, saremmo stati costretti a rendercene conto...



Angolo della Furia Buia!

Buon pomeriggio, ragazzi! Eccomi qui con una nuova storia che è strettamente legata a una mia carissima amica... quindi, le dedico questa storia sulle TMNT 2012, con Mikey!Centric e Raph (come piacciono a lei!). E' in questo momento in ospedale e ho deciso di scriverle qualcosa per tirarle su il morale. Mi sono documentata bene sulle varie malattie cardiache e infine ho scelto questa, che è la stessa che ha la mia cara amica! :) 
Continuerò con le altre storie, ovviamente, ma ci tengo prima a questa! :)
Ah, quasi dimenticavo! La storia è raccontata da Raphael!
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: NightWatcher96