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Autore: Lullaby1992    16/09/2014    4 recensioni
Bene... nel Nothing#2 i nostri personaggi si sono sistemati e tutto era finito per il meglio... ma è proprio così? è davvero tutto finito? tutti i guai?
Ovviamente no, perchè è proprio nel momento in cui ci si sente più al sicuro che succedono le cose peggiori...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing#2'
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Il giorno successivo andai con un eccitatissimo Naruto sino all'accademia.

Non riuscivo a non condividere, almeno in parte, il suo entusiasmo, per cui lo seguii con un sorriso stampato in faccia.

Ah! Speriamo di finire in squadra insieme eh Rai-kun?”

Già, lo spero anche io” gli dissi sorridendogli.

Beh, sarebbe stato bello, ma non ci speravo troppo onestamente. La fortuna mi aveva arriso già una volta, facendomi accedere all'esame.

Sarebbe stata una cosa sfacciata riuscire pure a finire in squadra con il mio migliore amico... figurarsi.

Dunque entrai nella sala e attesi che tutti gli altri studenti si riunissero, trattenendo Naruto per evitare che si azzuffasse già di prima mattina con Sasuke, a causa di Sakura.

Che poi cosa ci trovasse Naru-kun in quell'acciuga con i capelli gomma-da-masticare non ne avevo idea.

Io con Sasuke ci sarei anche andato d'accordo a grandi linee. Avevamo entrambi una buona mente tattica, ed eravamo strateghi capaci, ed entrambe inclini più al silenzio che alle spacconate di Naruto.

Però mi guardava con astio per via di mio padre. Dunque non mi permetteva minimamente di avvicinarmi a lui in alcun modo.

Credo che sotto sotto, colpevolizzasse Kakashi di aver traviato suo fratello Itachi.

Naruto finì in squadra con Sakura (per la sua gioia) e con Sasuke (con sua infinita pena).

Come prevedevo Ino Yamanaka, Shikamaru Nara e Choji Akimichi finirono in squadra insieme.

Stetti anche ad ascoltare gli altri: Hinata Hyuga, la mia timida cugina, finì con Kiba Inuzuka e Shino Aburame. Le feci un gentile cenno di incoraggiamento quando più tardi il loro maestro li venne a prendere.

E altri ancora.

Raimaru Hatake con Hitomi Utatane e Kindo Asaka” erano due dei più grandi del corso. Dei ripetenti.

Rivolsi comunque un mezzo sorriso al gruppetto, con fare amichevole.

Ah! Ma Iruka-sensei perché abbiamo in squadra un moccioso?” chiese Hitomi Utatane, che sebbene portasse quel cognome apparteneva ad un ramo laterale della famiglia Utatane, quello meno importante.

Iruka gli rivolse uno sguardo severo. “Veramente abbiamo messo Raimaru nella vostra squadra per cercare di riequilibrare la vostra incompetenza. Raimaru ha preso il massimo dei voti mentre voi siete rispettivamente il terz'ultimo e l'ultimo in classifica...”

Ora si spiegavano molte cose.

Verrà il Maestro Masaku a prendervi tra poco”

Questo 'Masaku' si rivelò un uomo di mezz'età con un incipiente calvizia tra i capelli castano chiaro.

Salvo quello sembrava una persona normale, con la faccia bonacciona e un simpatico paio di baffi.

Era abbastanza alto, di stazza media, non troppo muscoloso e neppure troppo grasso.

Un tipo... normale.

Ci prese in consegna e ci scortò ad un campo erboso per fare un allenamento.

Rimasi perplesso quando notai che ci stavamo allontanando un po' dal villaggio. Sembrò scegliere un campo particolarmente sperduto..

Comunque non feci domande. Secondo quanto stabilito dal codice, io ora ero un suo sottoposto e lui il capitano.

Dovevo obbedire alle sue direttive.

Ci fece fare qualche distratta esercitazione, ma capii subito che c'era qualcosa che non quadrava, dato che non stava praticamente benché minimamente guardando gli altri due miei compagni.

Sin dall'inizio aveva tenuto gli occhi puntato fermamente su di me.

La cosa mi stava innervosendo.

Va... va tutto bene sensei? Ho per caso sbagliato qualcosa?” domandai infine, quando non riuscii più a tollerare il suo sguardo puntato contro, che mi sembrava di avere un coltello puntato nella schiena.

Raimaru... Hatake. Sei piuttosto deludente per portare un cognome simile. Figlio di un traditore...”

La cosa m'innervosì, ma ingoiai diverse risposte che mi salirono alle labbra.

Cercai di pensarla diversamente. E se mi stesse solo mettendo alla prova per saggiare la mia tempra, o come avrei reagito alle provocazioni?

Ingoiai quindi il rospo e provai a tornare alle esercitazioni.

No, moccioso con te non ci andrò leggero. Prova ad attaccare me invece che un pezzo di legno fermo”

Lo guardai per capire se stava facendo sul serio. E quando vidi che era così lo accontentai.

Tuttavia era pur sempre un jonin, e com'era prevedibile, nessuno dei miei shuriken riuscì neppure a sfiorarlo.

Tutto qui? Davvero è tutto qui quello che riesci a fare?” chiese quando mi fermai a prendere fiato.

Rise sadicamente. “Se è tutto qua quello che riesci a fare devono davvero aver sopravalutato l'abilità di Kakashi... dato che dicono tutti che gli somigli come una goccia d'acqua. Non deve essere poi un granché per tutto il credito che gli danno. È solo una feccia in più da eliminare, che macchia il buon nome della foglia. Tsk!”

Quella che prima era solo una scintilla d'irritazione ora divampò in una fiamma di rabbia.

Mio padre era...” mi fermai da solo, stupito. Cosa stavo facendo? Prendevo le sue difese ora? Come? E perché?

Cosa? Un traditore? Di certo... chissà di quanto sangue si sono già macchiate le sue mani prima che ce ne accorgessimo. Un falso doppiogiochista ecco cos'era”

Dovetti stringere le mani a pugno, conficcandomi le unghie nei palmi e usare tutto il mio autocontrollo per non scagliarmi a testa bassa contro l'uomo.

Non capivo... perché si comportava così?

Voi due... mettetelo al tappeto e vi farò Genin” disse ai miei due compagni. “Non merita neppure la pena di sporcarsi le mani con te...” mormorò nella mia direzione.

E cosa che mi lasciò ancor più strabiliato è che i due obbedirono.

Tentai di dissuaderli con le parole.

Ragazzi questo è.. è assurdo!” tentati di dire.

è più assurdo che abbiano anche solo ammesso all'accademia un piccolo bastardo come te...” disse Hitomi scagliandosi per attaccarmi.

Ero già un po' stanco ma avevo ripreso fiato, e i movimenti dei due erano semplici da leggere come libri aperti. Erano carenti in tecnica e non sapevano neppure fare una moltiplicazione del corpo decente... senza contare che con il Byakugan una simile, banale, tecnica non aveva alcuna speranza.

Alla fine non usai neppure il Byakugan. Era uno spreco di energie contro due scemi del genere.

Quando mi fu chiaro che non avrei potuto farli ragionare mi limitai a metterli al tappeto senza fargli troppo male.

Tsk, due babbei ecco cosa sono” li disprezzò il maestro.

Resta comunque di fatto che ci sei ancora te da sistemare moccioso”

Ora basta. Me ne torno a casa” dissi, cercando di lasciare perdere.

Si, torna tra le gonne di quella donnaccia alla quale appartieni moccioso”

Fu più forte di me. Mi bloccai.

Oh, sei irritato piccolo Hatake?”

Non osare insultare mia madre..”

Non stetti nemmeno a sentire le ingiurie che le tirò contro, dandole nomi poco gentili e insinuando che forse era in combutta con 'il traditore'.

Mi scagliai contro di esso, muovendomi più velocemente di quanto non fossi mai riuscito a fare prima.

Per qualche momento riuscii persino a sorprenderlo e a tenergli testa.

Ma mi resi presto contro che con la semplice foga di un bambino arrabbiato non sarei andato da nessuna parte e anzi, avrebbe segnato la mia disfatta.

Ripensai a quanto mi aveva detto mia madre.

Non ero nemmeno lontanamente in grado di usare le sessantaquattro chiusure. Era una tecnica troppo al di là delle mie possibilità.

Se ti trovi in difficoltà e non puoi uccidere, e credimi che è immensamente più difficile prendere un bersaglio vivo che ucciderlo, dato che non sei ancora in grado di usare le chiusure... usa l'intelligenza. Colpisci dove fa male. Il dolore è un buon mezzo per bloccare. Oppure colpisci punti strategici, togligli l'uso degli arti o posto che diminuiscano la velocità o la potenza dell'avversario”

Tanto valeva provare.

Attivai il Byakugan.

Mi tuffai dritto di fronte a me.

Colpii un centro nevralgico nel ventre, un posto non particolarmente pericoloso, ma molto doloroso. L'uomo si piegò in avanti dal dolore e dalla sorpresa.

Usai il mio slancio, mi appoggiai con una mano sulla sua spalla, facendo una specie di verticale in equilibrio su di lui, con l'altra mano conficcai l'indice e il medio sotto la clavicola destra, e lo presi in un punto di fuga.

Un altro posto piuttosto doloroso, ma era principalmente un attacco volto a togliergli la sensibilità dell'arto.

Quando vidi che i miei attacchi andavano a buon fine... non so, fu come un senso di galvanizzazione.

Sentii di potercela fare.

Il mondo sembrò rallentare introno a me, mentre il mio corpo reagiva quasi più veloce del pensiero... sapevo cosa fare senza quasi necessità di rifletterci.

Lo colpii con i piedi sulla schiena, mi lasciai scivolare in terra, mentre lui cercò di colpirmi con il braccio sano, girandosi su sé stesso.

Da in terra gli colpii gli interni delle ginocchia e rotolai su di me per togliermi dalla portata delle sue gambe.

Ora aveva certamente le gambe dalle ginocchia in giù che formicolavano, e gli avevo tolto l'uso del braccio destro, quindi dei ninjutsu.

Mentre ansimava per il dolore mi moltiplicai, e lanciai la copia sul lato destro, quello debole. Com'era prevedibile cercò di compensare il braccio invalido ruotando rapidamente su sé stesso, con l'arma in mano e alzando il braccio in un gesto volto sia a proteggersi che attaccare.

La mia copia gli esplose in faccia lasciandolo stordito, e allibito.

Io nel frattempo non avevo perso tempo, sentendo che il chakra era agli scoccioli.

Gli arrivai sulla spalla sinistra, lo colpii sotto l'ascella, dove il braccio si congiungeva al tronco, togliendogli anche l'uso del braccio sinistro, gli strappai il kunai di mano e con il manico di questo glie lo abbattei sulla tempia.

Crollò in terra svenuto.

E io crollai a sedere esausto.

Se era tutta qui la forza dei jonin... facevano davvero pietà.

Insomma si era lasciato gabbare da una copia di un Genin!

Forse era stato proprio quello a fregarlo: mi aveva sottovalutato troppo e non aveva giocato tutte le sue carte.

Si, era sicuramente quello.

Si era abbassato al mio livello solo che lo aveva calcolato male, e aveva avuto la peggio.

Mi guardai intorno desolato.

E ora? Come lo avrei spiegato alla mamma? E ai sensei?

Sicuramente quello stronzo avrebbe detto che era tutta causa mia e della mia violenza... e cosa era la parola di un bambino contro quella di un jonin?

Avrebbe detto che era la prova che in me scorreva il sangue gramo di un nunkenin.

Avevo voglia di piangere.

Improvvisamente però nel mio campo visivo apparve Genma, che diede un calcio nel costato dello già svenuto mio ex-maestro.

Brutto bastardo... lo sapevo io che c'era qualcosa di marcio sotto... Tsk!” sputò ai piedi della figura svenuta.

Rai-kun stai bene?” mi chiese.

Io annuii incerto.

Scusami se non sono intervenuto subito... ma prima erano solo provocazioni e dopo... beh non te la sei cavata così male... accidenti a te era dai tempi di quando tua madre era piccola che non vedevo qualcuno muoversi così.. mi hai lasciato a bocca aperta moccioso! Ora vieni, ho due parole da dire all'Hokage”

  
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