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Autore: uffauffauffa    16/09/2014    5 recensioni
Irina è tornata in vita, nuove "creature" più veloci e agili dei vampiri e dei licantropi hanno cominciato a muoversi. Cosa vogliono? Sono amici o nemici? Perché Renesmee non ha mai confessato di aver conosciuto due di loro nel bosco?
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demetri, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Successivo alla saga
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Mi sa che c'è troppo buonismo in questo capitolo... urge l'intervento di Aro e Jane.



 

Esme si congedò dal resto del gruppo e uscì dalla stanza. Era molto preoccupata per quanto stava accadendo: Leah, Seth, Mike, i suoi figli e gli altri ibridi, e naturalmente Aro. Il vampiro aveva qualcosa in mente e lei aveva paura delle conseguenze dei suoi piani. Del male che poteva fare a tutti loro.
 

Una nota positiva c'era. Sua figlia Sabrina aveva deciso di non frequentare più Felix. la ragazza non poteva stare con un vampiro che uccideva persone innocenti per nutrirsi. Esme era contenta della sua decisione, ma sapeva anche che lei era infelice a causa dell'imprinting. Tuttavia il fatto che avesse messo al primo posto ignari mortali la diceva lunga sul cuore e la coscienza della ragazza. La signora Cullen era fiera di sua figlia.
 

"Buongiorno Esme."
 

La donna sussultò. La vampira non si era accorta che qualcuno la stava osservando già da un po'. Non aveva timore, la voce dolce e calma che l'aveva appena salutata apparteneva a una persona amica: Didyme.
 

"Un euro per i suoi pensieri..."

Disse la sorella di Aro.

"... sono felice di vederla e mi scuso per non essere venuta prima. Sono stata informata da poco del vostro arrivo."
 

Esme chiese cosa stava realmente succedendo all'interno del palazzo. Santiago prima e Heidi dopo avevano accennato qualcosa.
 

Didyme si accorse dell'espressione dolce, ma triste della moglie del dottor Cullen e cercò di tirarla un po' su di morale.
 

"Heidi, è sicura che abbia solo accennato alle faccende del palazzo? è sempre stata un po' pettegola quella ragazza. Il gazzettino di Volterra a detta di Athenadora e Sulpicia..."

"... quella ragazza si è sempre fatta i fatti degli altri e mai i propri e mi meraviglio che Aro l'ha scelta per condurre i turisti all'interno del palazzo..."

"... potrebbe dire qualcosa di troppo."
 

L'ultima parola la pronunciò con un espressione accigliata e decisamente comica. Questo fece ridere di gusto Esme che la ringraziò per averle tirato su il morale.
 

Didyme sorrise a sua volta e cominciò a declamare una poesia:
 

"Donare un sorriso rende felice il cuore..."

"... arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona..."

"... non dura che un istante, ma il suo ricordo rimane a lungo..."

"... nessuno è cosi ricco da poterne fare a meno..."

"... ne cosi povero da non poterlo donare..."

"... il sorriso crea gioia in famiglia, dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia..."

"... un sorriso dona sollievo a chi è stanco..."

"... rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina..."

"... e se poi incontri chi non te lo offre..."

"... sii generoso e porgili il tuo: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo..."
 

Didyme allargò ancora di più il suo di sorriso.
 

"... non è farina del mio sacco è una poesia di padre Faber, un gesuita vissuto nel 500..."

"... è una delle poesie preferite dai miei figli..."

"... le chiedo scusa, dimentico troppo spesso che la vera madre di Sabrina e Jake è lei."
 

"Non ti devi scusare, ti sei occupata di loro fin dalla nascita..."

"... è merito tuo la loro educazione, il loro modo d'essere e pensare..."

"... hai molti più diritti di me su Sabrina e Jake. E ti prego dammi del tu."
 

Esme sorrideva, sapeva di trovarsi di fronte a una donna con un fortissimo senso materno, proprio come il suo.
 

"No Esme lei ha... tu hai dei diritti su di loro. Non sapevi dell'esistenza della più grande e credevi che il tuo piccolo fosse morto..."

"... ti è stata negata la possibilità di fare loro da madre."
 

"Grazie amica mia."
 

Rispose commossa la signora Cullen.
 

Le due donne presero a camminare lungo uno dei corridoi del palazzo. Si tenevano per mano. C'era molta confidenza tra le due come se si conoscessero da sempre.
 

"Come vanno le cose con Mike e suo padre..."

"... Santiago ha detto qualcosa sulla loro lite."
 

Chiese Esme.
 

"Mio figlio odia suo padre per l'omicidio di Sihung..."

"... e Marcus odia se stesso per lo stesso motivo e perché ha ferito l'animo di Mike..."

"... non riesco a vedere una soluzione, ho tanta paura che questa cosa possa degenerare."
 

Esme strinse ancora di più la mano di Didyme.
 

"Non esitare a chiedere il nostro aiuto. Per qualsiasi cosa siamo disponibili."
 

"Grazie..."

Rispose la sorella di Aro.

"... ma tu devi pensare a Sabrina. Da quando ha lasciato Felix è triste e malinconica..."

"... vieni voglio portarti da lei, ma prima andiamo da qualcun altro."
 

Le vampire si fermarono di fronte a una porta, quella della camera di Mike. Marcus era seduto li vicino. Teneva sotto controllo il suo ragazzo e impediva a chiunque di entrare soprattutto se mandato da suo 'fratello' Aro.
 

Baciò sua moglie e salutò con molto garbo Esme.
 

Quando entrarono trovarono Mike e il piccolo Jake. Il figlio di Marcus con gli oggetti della stanza era riuscito a ricavare dei giochi di logica per il bambino. Mike era molto ingegnoso e sua madre era molto orgogliosa di suo figlio.
 

"Mamma..."

Disse sorridendo il ragazzo. Aveva pianto, gli occhi erano ancora arrossati. Didyme ed Esme lo guardarono con affetto.

"... signora Cullen."
 

"Ciao Mike."
 

Esme rispose dolcemente e serenamente al saluto del ragazzo. La presenza del piccolo Jake e il modo in cui il figlio di Didyme si occupava di lui l'avevano rincuorata. Jake dal canto suo era totalmente preso con gli oggetti che il ragazzo aveva modificato per farlo giocare. Non salutò nessuna delle due.
 

La madre biologica osservò attentamente il suo bambino. Era molto bello e nonostante lo sguardo perennemente perso nel vuoto, aveva una strana luce negli occhi. Erano luminosi e penetranti. Le sopracciglia folte, ereditate dai geni mutaforma iniettati, contribuivano a rendere il suo sguardo ancora più ricco di vita.
 

Esme era sicura che a quel ragazzino non sfuggiva nulla. Nonostante l'autismo percepiva tutto fin nei minimi particolari.
 

Mike si inginocchiò vicino al bambino.
 

"Jake tua madre è qua, falle un bel sorriso..."

Disse Mike. Ma il piccolo non si voltò nemmeno. In compenso non aveva smesso di annusare l'aria da quando Esme era entrata nella stanza.

"... al mio fratellino piace il suo profumo signora Cullen..."

"... ehi Jake, sai che tua madre è un architetto, c'è tanta matematica nel suo lavoro."
 

Jake si fermò di colpo e alzò la testa per guardare sua madre. Inclinò appena gli angoli della bocca. Sul suo bel viso comparve un sorriso dolce da monna Lisa.
 

Esme si commosse e rise subito dopo la battuta di Mike:
 

"Matematica, la parolina magica con lui."
 

Didyme invitò il figlio a seguirla. Il ragazzo non sapeva ancora che sua sorella stava male per amore e forse non solo lei. Anche Annie non era molto contenta della situazione.
 

Jake si alzò. Il piccolo aveva un modo bizzarro di muoversi. Per prima cosa girava appena la testa nella direzione da prendere e poi il corpo. Si avvicinò a Esme e strinse la sua mano. Non la guardava però, gli occhi erano puntati nella direzione da prendere. Ma alla madre questo non importava, suo figlio l'aveva toccata. Stava per farli una carezza quando Didyme la fermò.
 

"No Esme, lui ha voluto toccare te, ma non devi fare altrettanto..."

"... non preoccuparti, quando vorrà una carezza lo saprai. Te lo farà intuire."
 

Jake cominciò a tirare e il quartetto uscì dalla stanza. Mike vide suo padre. Gli occhi divennero di nuovo lucidi. Marcus se ne accorse e si tirò in piedi per andare da lui, ma il ragazzo si voltò dall'altra parte come se nulla fosse. Aveva sempre desiderato conoscere suo padre. Didyme parlava spesso di lui, del suo carattere buono, dolce e gentile. Ma quell'uomo si era dimostrato un mostro, almeno ai suoi occhi. E questa era una delle cose che facevano più male al ragazzo. Sua madre però non lo sapeva, Mike non le aveva raccontato nulla per non turbarla. Sapeva quanto la madre amasse quel vampiro e quanto soffriva per l'odio che lui provava nei suoi confronti.
 

Mike camminava veloce per aumentare ulteriormente la distanza tra lui e suo padre.
 

Esme sussurrò qualcosa a Didyme.
 

"Ha pianto per via di suo padre..."

Rispose.

"... desiderava conoscerlo e quando lo ha incontrato il mio ragazzo ha provato una serie di emozioni: felicità, ma anche paura, ansia..."

"... lui crede che non sappia quanto è ferito nell'animo, ma non si possono nascondere determinate cose a una madre."
 

Quando arrivarono videro Mike fuori dalla porta intento a parlare con Felix. Il Volturo non aveva mai lasciato completamente da sola Sabrina.
 

"Buon giorno Felix."
 

Didyme salutò cordialmente il Volturo che inclinò appena il capo in segno di rispetto. Non fece altrettanto con Esme. Si limitò a guardarla con un espressione ansiosa sul volto. Temeva che la donna potesse parlare male di lui con quella che considerava la sua compagna e futura moglie.
 

"Ho saputo che ha discusso con Sabrina."
 

Disse Didyme.
 

"Si mia signora, per via della mia alimentazione."
 

Felix era imbarazzato. Per Esme era strano vedere quel ragazzo così intimorito. Felix faceva paura agli avversari per via della sua stazza persino più massiccia di quella di suo figlio Emmett. Provò tenerezza.
 

"Se vuoi davvero che le cose tornino come prima ragazzo credo proprio che dovrai cambiare alimentazione, nutrirti come fanno loro..."

"... proverò a parlarle."
 

Il vampiro era incredulo non si aspettava certo un aiuto da Esme.
 

"Gr... grazie."
 

Mormorò.
 

Esme sorrise. Non amava Felix per lei era troppo violento, ma non poteva fare niente contro l'imprinting. Per un attimo pensò ai ragazzi del branco e a Leah. Quanto aveva sofferto quella ragazza a causa della magia mutaforma. E ancora non era finita.
 

Entrarono nella stanza della ragazza, tutti eccetto Felix. Trovarono Sabrina che piangeva. Accanto a lei Bree. La bambina immortale cercava di consolarla. Non le aveva ancora raccontato la fine che aveva fatto durante lo scontro con i Cullen e l'esercito di Victoria.
 

"Ciao tesoro."
 

Disse Didyme.
 

"Ciao mam..."
 

Sabrina non continuò la frase quando si accorse anche della presenza di Esme. La ragazza arrossì violentemente e la stanza cominciò a profumare di muschio e legno.
 

"Le chiedo scusa."
 

Per la ragazza non era semplice dato che accanto alla donna c'era anche Didyme. Quest'ultima le aveva fatto da madre. Esme sorrise.
 

"Non mi devi chiedere scusa, non hai fatto nulla di male e non mi hai offesa..."

"... tuttavia mi piacerebbe parlare un po' con te, vorrei conoscerti meglio. Sempre che tu sia d'accordo."
 

Sabrina annuì mentre si asciugava le lacrime. Gli altri salutarono la ragazza e uscirono dalla stanza. Mike baciò in fronte quella che considerava a tutti gli effetti una sorella e le sussurrò qualcosa.
 

Rimasero solo Esme e Jake insieme a lei. Bree non voleva lasciarla, aveva paura di incontrare i vampiri che l'avevano uccisa. Felix e Jane erano quelli che la terrorizzavano di più. Alla fine Mike riuscì a convincerla.
 

"Tranquilla sei sotto la protezione degli ibridi, nessuno oserà toccarti. Sei nostra sorella e mettersi contro di te vuol dire inimicarsi noi e i nostri padri..."

Mike si fermò a metà discorso.

"... chissà forse quel vecchio può anche venirci utile."
 

Il ragazzo si beccò un bel ceffone dalla madre.
 

"Non dire mai più una cosa tanto perfida. Mi meraviglio di te tesoro, tu non sei così."
 

"Scusa."
 

Il ragazzo arrossì per la vergogna. Didyme si allontanò con Bree. Mike rimase qualche minuto.
 

"Mike!"
 

L'ibrido si voltò verso la sorella maggiore. Piangeva. Nel vederlo Esme cerco di consolarlo.
 

"Non fa così male signora Cullen."
 

"Lo immaginavo Mike, è un'altra la cosa che ti brucia dentro. Didyme ti vuole molto bene e so che per te lascerebbe Marcus..."

"... ma ti prego, ti scongiuro non chiederle una sacrificio come quello..."
 

Mike sospirò. Non voleva fare del male a sua madre.
 

"... Marcus è buono ed è pentito del gesto che ha fatto. Sono sicura che se ne avesse la possibilità tornerebbe indietro per impedire l'omicidio del tuo maestro..."

"... e tutto questo lo farebbe per te..."

"... ama moltissimo tua madre e te. Dagli una possibilità. Sono sicura che sarai molto felice con lui."
 

"Devo andare signora Cullen, ci vediamo dopo Sabrina."
 

Quando uscì si scontro con Felix. Il Volturo lo guardava incuriosito.
 

Mike cominciò a dicutere con quel vampiro. Non se la sentiva di raggiungere la madre, ne tantomeno vedere il padre.
 

"Ok Felix..."

Disse Mike.

"... è ora che impari alcune regole se vuoi stare con mia sorella. In primis l'alimentazione. Noi ci riforniamo da macellai, consorzi della carne..."

"... non abbiamo mai ucciso nessuno: ne uomini, ne animali..."

  
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