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Autore: TrustInBieber    16/09/2014    7 recensioni
Essere l'angelo custode di qualcuno fa schifo, specialmente quando non ti vedono e non ti sentono.
Sono praticamente isolato, ecco tutto. Isolato con una ragazza di 17 anni che ho visto nuda almeno un miliardo di volte e che non sa neanche della mia esistenza.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Justin's POV.



Sono rimasto a fissare Lux mentre scriveva gli appunti di Matematica per due ore senza toglierle gli occhi di dosso.
E questa volta non perchè ero preoccupato che potesse cadere dalla sedia e spezzarsi l'osso del collo, ma perchè è bella. Davvero bella. E l'ho notato solo adesso. Ho passato 17 anni seguendola da tutte le parti e cercando di divertirmi allo stesso tempo quando potevo semplicemente rimanere a guardarla dormire per ore e non stancarmi mai.
Sospiro piano mentre la seguo fino a casa, entrando e lasciandola chiudere la porta. «Che cos'hai?» Mi chiede, lanciando la borsa accanto all'appendiabiti.
«Assolutamente niente. Sono stanco.» Mi stringo nelle spalle.
Lux mi lancia un'occhiata divertita. «Ma davvero? Non è una scusa da ragazze? Dai, che hai?» Rimango in silenzio e lei sbuffa. «Se ti do un po' di gelato me lo dici?»
Rido. «Tu dammelo e poi vediamo.»
Alza gli occhi al cielo e io la seguo in cucina, sedendomi al bancone e guardandola infilare la testa nel frigo. «Panna o cioccolato?»
«Nocciola.»
Tira fuori la testa e si gira verso di me. «Non ho nocciola.»
Mi stringo nelle spalle. «Allora niente rivelazioni.»
«Dai, Justin!» Si lagna piano e io rido. «Quello al cioccolato è quasi uguale alla nocciola. Ti va bene?» Annuisco e lei lo tira fuori prima di posarlo sul bancone davanti a me, porgendomi il cucchiaio. «Allora. Che cosa c'è?»
Mi metto il cucchiaio in bocca e mi guardo intorno in silenzio finchè non mi da una sberla. «D'accordo, va bene. Ti preferivo quando non potevi toccarmi.»
«Io ti preferivo quando facevi meno il sarcastico. Che cosa c'è, Justin?»
Sospiro e mi passo la lingua sulle labbra. «Cosa faresti se ti accorgessi di essere innamorata di una persona con cui non puoi stare?»
Lux inarca un sopracciglio. «Mamma mia, serve del gelato anche a me per parlarne.» Dice prima di alzarsi e afferrare un altro cucchiaio, sedendosi di nuovo. «Okay, vai avanti.»
Mhm. Speravo se ne dimenticasse con il gelato. «Penso di essermi innamorato di una ragazza. Ma non potrei stare con lei neanche volendo.»
«E perchè no? Sei carino, sei giovane, sei un genio di Matematica. Sono tutte ottime qualità.»
Rido piano e prendo un altro cucchiaio pieno di gelato. «Perchè non sarebbe fisicamente possibile. Te l'ho già detto qualche giorno fa, Lux. Non posso fidanzarmi. Con nessuno.»
«Hmm.» Pensa. «Dimmi chi è la ragazza.»
«Non penso sia una buona idea, Lux.»
«É Barbara, vero?» Chi diavolo è Barbara? «Accidenti, lo sapevo che te ne saresti innamorato. Insomma, è carina, va bene, ma non è tutta quella bellezza. Non capisco cosa ci trovino i ragazzi in lei.»
Chi diavolo è Barbara? «Sì, beh, non penso che sia lei, comunque.»
«Dimmi il nome. L'hai vista nei corridoi?»
«Anche.»
«In classe?»
«Sicuramente.»
«Viene in classe con me?»
Mhm. «Non proprio.»
«É mora?» Continua.
«No.»
«Alta?»
Rido. «Non tanto, no.»
Rimane in silenzio per un po' e gioca con il gelato, poi mi guarda. L'ha capito. «É Alana Stanford?»
Non l'ha capito. «No.»
Sbuffa. «Dai, dimmi chi è. Non andrò a raccontarlo in giro.»
«Non ci sarebbero molte persone a cui dovresti dirlo.»
«Appunto. Dai, chi è? Se mi dici che è Camilla, ti picchio. Te lo giuro.»
«Chi è Camilla?» Inarco un sopracciglio. Non me la ricordo proprio questa.
«Quella stronza che mi ha rubato la coperta all'asilo.»
«Ah, la Thailandese!»
Mi lancia un'occhiataccia. «Sono contenta che te la ricordi. Allora è lei?«
«No, non è lei.»
«Senti, dimmelo e basta. Va bene? Oppure scrivilo. Lo vuoi scrivere? Ti do carta e penna se lo vuoi-»
«Penso di essermi innamorato di te, Lux.» Dico piano, sperando che non mi senta. Ma lo fa.
Lascia cadere il cucchiaio sul bancone e mi fissa per qualche minuto.
«Stai parlando con me o qualche altro angelo immaginario?»
Alzo gli occhi al cielo e poso il cucchiaio. «Sto parlando con te in questo preciso momento.»
«Porca miseria.» Sussurra. «E ti è venuta l'illuminazione da un giorno all'altro? É solo perchè ti ho cucinato le patate, vero?»
«Forse. Forse perchè mi hai riportato a Milwaukee, forse perchè posso parlare con mia madre di nuovo, forse perchè mi tratti come se fossi una persona reale, forse perchè non ti sei arresa quando ti continuavo a dire di no, forse perchè mi parli come se io conoscessi tutto. Forse perchè semplicemente è così e non c'è un altro motivo oltre a questo.»
«Caspita.» Annuisce piano. «Questa si è che una dichiarazione. Io pensavo mi dicessi perchè ti faccio ridere.»
«Anche quello. Inseriscilo nell'elenco dove più ti piace.» Mi stringo nelle spalle e Lux sposta lo sguardo da una parte all'altra della cucina.
«Sono riuscita a far innamorare di me un angelo ma non quel ragazzo che mi piaceva in prima media?» Chiede poi, e infine scuote la testa. «Scusa, pensavo ad alta voce. E quindi che vuoi fare?»
«Cosa vuoi che faccia? Ti ho già detto che non c'è niente da fare.»
«Sì, beh, insomma, qualcosa ci deve essere. Magari un accordo. Un contratto. Venditi l'anima, che ne so.»
«Io sono già un'anima, genio.» La guardo male e lei ride.
«Sì, beh, non hai tutti i torti. Ho voglia di guardare la TV. Poi mi aiuti con Matematica? Ho delle equazioni che non capisco.» Dice prima di alzarsi dalla sua sedia e mettere il cucchiaio nel lavandino.
«Non vuoi parlare di come sono fottuto per essermi innamorato di te?» Le chiedo, inarcando un sopracciglio.
Si stringe nelle spalle. «Penso che lo sappiamo entrambi. Comunque possiamo parlarne dopo, tanto abbiamo tempo. Magari mentre mi fai i compiti di Matematica. Sono sicura che troveremo una soluzione per il tuo cuoricino disubbidiente.» Da due pacche leggere sul mio petto e torna in sala, mentre io rimango a fissare il muro.
Ha davvero detto cuoricino disubbidiente?



«Oh, tesoro, io lo sapevo che sarebbe successo! Sì, ricordi che te l'avevo detto? Avevo detto che è proprio una bella ragazza! Te l'avevo detto, sì. Sono così contenta per voi! Quindi cosa avete deciso di fare? State già insieme? Come sono contenta!» Blatera mia madre mentre io continuo a finire gli esercizi di Matematica per Lux.
«Mamma, puoi stare a sentirmi un secondo? Ti ho già detto che non possiamo. Anche perchè Lux se ne sta beatamente fregando al piano di sotto.» Dico prima di chiudere il quaderno e lanciarlo nella sua borsa.
«É solo timida, Justin! Sai come sono le ragazze alla sua età, no? Ora vai da lei e confessale i tuoi sentimenti, tesoro!» Mi incita.
Alzo gli occhi al cielo. «Certo, mamma. Farò proprio così. Senti, parliamo d'altro. Tu come stai?
»
«Io? Io sto bene. Non sono io quella che è innamorata di qualcuno, tesoro.» Ride. «Forza, vai. Possiamo parlare dopo al telefono. Vai da lei e cercate insieme una soluzione.»
«Mamma, non c'è una soluzione. Perchè stiamo parlando di questo, in ogni caso? Non vuoi sapere nient'altro sulla vita dopo la morte, cosa si vede prima di morire, come è fatto Dio?» Le chiedo mentre sc
endo le scale ed entro in cucina.
«Non mi interessa tanto, tra poco lo scoprirò da sola, comunque. Ora l'unica cosa che conta è che tu riesca a trovare un modo per stare con la ragazza che ami. Oh, che cosa bella da dire. Pensavo che non te l'avrei mai più detto, è bello ricominciare a dirti come vivere la tua vita, tesoro.» Ride.
Mi lascio scappare un sorriso. «Sì, lo vedo. Senti, devo andare o Lux mi romperà il collo se spendiamo tutti i soldi.»
«Sì, certo, me ne sono dimenticata. La prossima volta chiamo io. Sei sicuro che non la disturbiamo se parliamo così tanto?»
«Non gliene frega proprio niente finchè non deve spendere soldi per ricaricarlo. Ci sentiamo domani, ti voglio bene.» Concludo.
«Anche io, tesoro.»
Stacco la chiamata e poso il telefono sul bancone prima di prendere una bottiglia d'acqua dal frigo e tornare in sala.
Lux alza lo sguardo e abbassa il volume della televisione quando mi siedo accanto a lei. «Pensavo parlaste più a lungo.»
«L'avremmo fatto se non avesse iniziato a dirmi come ti devo conquistare.» Borbotto e lei scoppia a ridere.
«Te l'ho già detto che amo tua madre? Quindi come hai intenzione di conquistarmi? Voglio essere avvertita prima del tempo.» Dice tranquillamente prima di spegnere la TV.
«Non ne ho idea.» Mi stringo nelle spalle.
Annuisce. «Sai cosa ti dico? Che dobbiamo baciarci. Insomma, secondo me pensi di esserti innamorato di me perchè sono una delle poche ragazze che hai visto nuda, e quindi suppongo anche che tu sia vergine e teoricamente, in questo momento, sei nell'età dei problemi ormonali e tutta quella roba lì. Perciò forza, baciami e lo scopriremo.»
La guardo a bocca aperta quando si siede di fronte a me e mi fa cenno di baciarla. «Lux, non posso farlo.»
«Tranquillo, ti do il permesso, non mi sentirò usata dopo e non inizierò a reclamare buoni pasto per i nostri figli. Forza.» Ripete.
Rido e alzo gli occhi al cielo. «Non posso, Lux.
Voglio baciarti. Ma non posso. Ci saranno delle conseguenze per entrambi. E saranno pesanti.»
Alza lo sguardo su di me. «he tipo di conseguenze?»
Sospiro. «ualsiasi contatto tra entità divina e umano comporterà l'allontanamento dell'entità e l'Inferno per l'umano.
»
Apre la bocca.
«Oh.» Si lecca le labbra. «Inferno... Quello Dantesco?» Annuisco. «Che tipo di allontanamento?»
«Permanente. Nessuno lo sa con certezza, la gente che ci va non ritorna. Si dice che sia una parte del Paradiso che cambia forma ogni giorno ma non ha una fine, e si vaga all'infinito. Non c'è una via d'uscita.»
Rimane in silenzio e si passa le dita sul braccio.
«Perchè?»
«É come quando gli uomini cercarono di costruire la Torre di Babele. Qualsiasi contatto con un angelo o un abitante del Paradiso non è concesso agli umani, ed è considerato un avvicinamento proibito a Dio.»
«Quindi se ti bacio, finirò all'Inferno.» Dice infine, e io annuisco. «Per sempre?»
«Per sempre.» Confermo.
«E non c'è un'eccezione?»
ֿ«No.»
«Ma l'angelo cosa c'entra? Voglio dire, l'angelo non può avvicinarsi a Dio più di così, giusto? Sei già lì. Non ha senso.» Mi guarda confusa.
Già, questa vagliela a spiegare.
«Facciamo finta che io ti lasciassi baciarmi.» Annuisce. «Commetterei un peccato contro Dio. Ti lascerei avvicinarti a lui senza il suo permesso, in poche parole ti darei la grazia senza che tu venga prima giudicata per le azioni che hai commesso durante la tua vita. E come se tu fossi purificata, o rinata, e i peccati vengono cancellati.»
«Quindi se io avessi- É solo un'ipotesi, non l'ho fatto veramente. Se io avessi ucciso un uomo e ti baciassi, è come se il delitto non fosse mai accaduto?»
«Esatto. Come ti ho detto, i peccati vengono cancellati. Siamo fatti della luce di Dio, e Dio è indulgente. Possiamo cambiare alcuni eventi. Per così dire, potrei assicurarmi che tu arrivi in tempo alla fermata dell'autobus. Ma non è compito nostro garantire l'accesso al Paradiso.»
«Hai detto qualsiasi contatto, però mi hai abbracciata.»
«Un contatto più... Contattoso.
» Ride. «Non so scherzando, Lux. É una cosa seria. L'ho già rischiato una volta quando hai cercato di baciarmi a due anni, non vorrei rischiarlo di nuovo.»
«Non ho cercato di baciarti!» Sbotta, incrociando le braccia.
«Invece sì.» Rido e afferro il cuscino prima che me lo possa lanciare addosso. «Quindi dovrai trovare un altro modo per baciarmi.»
«Senti, non sono io quella che ha deciso di andare contro le regole e innamorarmi di un angelo, sai? Dio non può mandarmi all'inferno solo perchè cerco di aiutarti a capire che non sei davvero innamorato di me ma sei solo innamorato dell'idea dell'amore.»
Annuisco piano e faccio per parlare ma mi interrompe di nuovo. «Vai da Dio e chiediglielo.»
La guardo confuso.
«Chiedergli cosa?»
«Se possiamo stare insieme, genio!» Alza gli occhi al cielo.
Inarco un sopracciglio. «Perchè, vuoi stare con me?»
Fa spallucce. «Non mi dispiacerebbe stare con qualcuno che mi ha vista crescere e invece di provare a uccidermi prova a tenermi in vita.» Dice tranquillamente e io rido. «Specialmente se quel qualcuno è un angelo dai capelli perfetti e un bel sorriso di cui alla fine potrei essere innamorata anche io. Dai, sul serio. Vai a chiedergielo. Io vado a farmi una doccia, ci vediamo dopo.»



Entro nell'ufficio di Dio e lo vedo compilare i vari moduli per le entrate e le uscite del Paradiso. Speriamo che sia di buon umore, oggi.
«Supponiamo che io mi sia innamorato di una ragazza umana.» Comincio, e Dio posa la sua penna per darmi tutta la sua attenzione.
«Ti sei innamorato di una ragazza umana?»
«Ho detto supponiamo. So bene che le regole vietano un qualsiasi rapporto o contatto, ma non c'è un modo per... Ecco, ignorarle?»
Rimane in silenzio per qualche minuto, contemplando la mia domanda.
«Ignorarle?»
«Sì. Non lo so, tipo fare qualche ora extra o prendere due persone da tenere d'occhio.»
«Solo per stare con una ragazza?» Annuisco. «Sarebbe Lux, questa ragazza?»
Mhm.
«No. Forse. Sì. Perchè me lo chiedi se lo sai già?» Borbotto infine, e lui ride.
«
C'è un'eccezione, uno strappo alla regola. Chiamalo contratto permanente. Siediti.» Mi indica la sedia e mi ci lascio cadere sopra.
«Che genere di accordo?» Chiedo, sospirando.
«In realtà sono due possibilità per una sola eccezione, ma alla fine vale lo stesso accordo per ognuno. Nel primo caso, se l'umano accetta liberamente di rinunciare alla propria vita per un angelo, gli sarà garantito l'accesso al Paradiso, vita eterna in cielo, ma la morte sarà molto dolorosa e lunga. Nel secondo caso – e quello che personalmente preferisco – l'angelo può tornare in Terra e riprendere le sembianze umane, ritornando all'età che aveva quando è morto.»
«Potrei tornare in Terra?»
Annuisce.
«Ma c'è sempre un tranello in ogni accordo, Justin. L'angelo tornerà in Terra, ma i ricordi della sua vita passata saranno andati, compreso il Paradiso e la conoscenza che gli è stata data quando è arrivato qui. Non saprai niente di Dio, solo ciò in cui gli umani credono, e ti sembrerà abbastanza. La ragazza che ami non si ricorderà di te e avrà un altro angelo custode, che ovviamente non vedrà. Vivrai soltanto 70 anni, morirai in un incendio e la tua cenere non potrà essere distinta da quella dei mobili. Perciò ora ti chiedo, Justin: sei sicuro dei tuoi sentimenti per lei e dei suoi sentimenti per te? C'è sempre la possibilità che Lux non si innamori di te ancora una volta, ma il tuo destino si avvererà così come promesso.»
Rimango in silenzio e mi passo una mano tra i capelli.
«Quanto dolorosa sarebbe la sua morte?»
Dio appoggia la schiena alla sedia e congiunge le mani sulla scrivania. “Dovrebbe impiccarsi.”
«Potrei salvarla.» Gli ricordo.
«Non potresti. Lux verrebbe a sapere in anticipo della sua morte: può accettare oppure no. Nel caso in cui accettasse, non potrebbe tirarsi indietro, e tu non potresti salvarla: andresti contro un mio ordine.»
Mi lecco le labbra e mi passo una mano tra i capelli.
«Ma non eri contro il suicidio e tutto il resto?»
«Sacrificio, Justin. Ma l'hai letta la Bibbia che ti ho dato quando sei arrivato qui o no? Si parla solo di sacrifici sui vari monti.» Mi lancia un'occhiataccia.
Non mi sembra la situazione ideale per parlare di Bibbia.
«Se decido di ricominciare da umano...» Annuisce. «Potrei finire all'Inferno?»
«Dipende tutto da come ti comporti nel corso della tua vita, Justin. Ti dico solo che i tuoi peccati precedenti sono già stati annullati, perciò torneresti sulla Terra purificato, secondo il mio ordine. Ma come ti ho già detto, ogni persona che conosci in questo momento non ti ricorderà, e tu non ti ricorderai di questo posto.»
Dannazione.
«Dove finirei? Voglio dire, tornerei dai miei genitori?»
«No. Andresti da una famiglia... Affidataria, diciamo. Parecchi anni fa un angelo ha deciso di scendere in Terra per sposarsi con un umano, ma il mio accordo con lei era diverso. Non avrebbe mai potuto avere figli – per quanto li volesse il marito – oppure l'uomo sarebbe morto a 40 anni. Ha optato per la prima scelta.»
«Perchè non cambi accordo con me, allora? Qualsiasi altra cosa.»
«Qualsiasi?»
Mhm.
«Prima elencami le varie possibilità.»
Ride.
«Non funziona così, Justin. Sai quella famosa citazione di Forrest Gump? La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita. É come un'estrazione al lotto. Potrei cambiare il mio accordo con te, ma potrebbe essere meno piacevole di questo.»
«C'è qualcosa di meno piacevole che vedere la ragazza che ami suicidarsi per te?» Inarco un sopracciglio.
Dio sospira e appoggia i gomiti sulla scrivania, fissandomi insistentemente.
«Queste sono le scelte, Justin. Puoi scegliere adesso, puoi parlarne con Lux, oppure puoi aprire la scatola di cioccolatini e sperare per il meglio. Non posso fare altro.»
Mi premo le mani sul viso e rimango in silenzio. Cosa devo fare? Non voglio vederla morire per me. Ma non voglio neanche ricominciare tutto da zero.
«Hai fiducia in lei, Justin? Hai così tanta fiducia nei sentimenti che prova per te da voler provare tutto dall'inizio? Entrambi sono dei sacrifici enormi, e capisco che nessuno dei due è piacevole. Ma devi scegliere, oppure lasciare le cose come stanno. Le staresti accanto per sempre, ma non potrai essere altro che il suo angelo custode. Per sempre.» Ripete.
«Se non si innamora di me, cosa succede?» Alzo lo sguardo e Dio si stringe nelle spalle.
«Te ne cerchi un'altra, ragazzo.»
«Non potrò tornare qui?»
Ride.
«Ma cosa pensi che sia io, Dio?» Sorride sornione. «Non potresti, Justin. Come ti ho già detto, dimenticherai questo luogo e gli angeli che hai conosciuto finora. Tutto ciò che hai fatto fino a questo punto della tua vita verrà cancellato.»
«Non c'è un eccezione?» Sospiro.
«Non in questo caso. Allora, cosa scegli? Suicidio o Smemorina?»
«Non mi pare proprio il momento di scherzare, Dio.»
«Non sto scherzando, Justin. Sono serio. La scelta sta a te. Ti do dieci un giorno di tempo e entro la fine devi dirmi la tua decisione.» Batte una mano sulla scrivania. «Probabilmente ti dovrei dire un'altra piccola cosa.»
«Che cosa?» Cosa potrebbe mai andare peggio?
«
Se deciderai di scendere in Terra, Lux andrà all'Inferno quando morirà.»
«Ma stai scherzando?!» Sbotto, alzandomi dalla sedia e camminando per la stanza. «Prima la vuoi impiccare, poi la vuoi mandare in Paradiso, poi la vuoi rincoglionire con le tue varie magie e tutto il resto, e ora mi dici che se io decido di andare giù, la mia punizione sarà automaticamente riversata su lei?»
«
Justin-»
«Justin un bel niente! Cosa cazzo è questo? Un gioco a chi riesce a ferire di più l'altro? Perchè sicuramente vincerei, visto che Lux non se la passerebbe tanto bene in ogni caso. Cosa accidenti stai facendo? Vuoi ammazzarla o cosa?»
«In un certo senso, Lux ti avrà convinto – inconsciamente o no – a rinunciare alla tua vita qui. Per lei. E di questo avrà colpa.» Spiega piano.
Tra poco rompo qualcosa.
«Allora. Fammi capire bene: Lux si ammazza e va in Paradiso, però questo va bene visto che l'ordine viene da te, giusto? Perchè tu comandi tutto. Tu decidi il destino della gente e tutto il resto. Se decido di scendere io per salvarla, finirà all'Inferno, perchè ovviamente tu non hai mai deciso che io mi debba innamorare di lei. É così? Giochi a tuo vantaggio o cosa stiamo facendo?»
«
Chiunque allontani una creatura da Dio verrà punito-»
«Ma fammi il piacere! Concentrati un po' sulla fame nel mondo e un po' meno su chi si innamora di chi, perchè ti garantisco che innamorarsi di qualcuno è molto meglio che morire di fame. E non è un dannato peccato.» Sputo.
«
Parlane con Lux, Justin. Decidete insieme cosa fare, e quale scelta è meglio per voi. Ma ricordati: in una Lux muore ma avrà accesso al Paradiso, e potrete stare insieme per sempre. Nell'altra morirete entrambi, e lei andrà all'Inferno. Ora vai, devo finire di compilare questa roba. Mi sento come se fossi il preside di una scuola.»
Sì, bel paragone. Oppure il tristo mietitore, a questo punto.
«Ma vaffanculo.» Esco e mi sbatto la porta alle spalle.





GRAZIE PER LE RECENSIONI.
Non ho internet perciò dovrà rispondervi alle recensioni una mia amica.
Aka Biebersbreathe.
Spero il capitolo vi piaccia :)



   
 
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