Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Allygally    16/09/2014    8 recensioni
[Fred/Hermione]
Dal prologo: "Ascoltami, ti ricordi delle vacanze estive dopo che hai lasciato Hogwarts? ti ricordi di come stavamo abbracciati tutto il giorno, tant'è che tutti facevano fatica a capire chi era chi? beh se tu adesso non ti svegli mi condannerai per l'eternità ad essere uno stupido mollusco attaccato al suo scoglio quindi devi svegliarti per forza".
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 10
Hermione entrò in Sala Comune per cambiarsi velocemente, prima di raggiungere Fred al terzo piano. Non sapeva perché, ma si sentiva strana, come se in quel momento avesse potuto fare qualsiasi cosa. Come se avesse avuto il coraggio, di fare qualsiasi cosa.
Sentì Harry, Ron, Neville e Dean discutere sul primo incontro dell’ES, e interrogarsi su un luogo adatto dove svolgerlo. In fondo, era quello il problema principale: non dovevano assolutamente, per niente al mondo, permettere a Gazza o a qualche stupido Serpeverde, di scoprirli. Hermione provò un brivido di euforia, al pensiero. “Infrangere le regole”. Oggi le suonava particolarmente bene.
-Hermione … qualche idea?- le domandò Ron, ma lei, sovrappensiero, si limitò a scuotere la testa.
Si preparò in fretta, uscì dalla Torre, e salì le scale in direzione dell’Aula 23.

Qualche ora prima …

Fred stava per scendere in Sala Grande per la cena, ma si sentì chiamare alle spalle.
-Fratello, devi ascoltarmi attentamente- disse George con un’espressione seria.
-Sono tutto orecchie-.
-Dopo cena, devi fare assolutamente in modo di ritrovarti da solo con la Granger. E’ stata Ginny … ha parlato con Hermione ed è saltato fuori che ti deve dire una cosa e … insomma, dammi retta, ok?-.
-Ma che stai dicendo? Se Hermione deve dirmi qualcosa, di certo tu e Ginny non dovete immischiarvi, e poi mi sembra strano che ne parli con lei e non con me-.
-Io ho comunicato solo ciò che mi ha detto Ginny, ha detto che a me avresti dato più retta. Ma Hermione ovviamente non sa che tu sai che deve dirti una cosa importante, quindi, disinvoltura, ok?-.
-Georgie, sei pazzo- disse infine Fred, guardandolo storto e facendo per camminare.
-No, non sono pazzo. Fidati, ok? Che ti costa … basta stare cinque minuti solo con lei, e sputerà il rospo. E’ importante-.
-Ma che cosa sono tutti questi misteri?- aggiunse, ridacchiando.
-Devi darmi retta- rispose secco George.
-Ok, ok, lo farò. Sorridere ogni tanto non fa male eh-, concluse dandogli una pacca sulla schiena. Prima di andare rubò la felpa rossa che il suo gemello portava sottobraccio, infischiandosene delle sue proteste. –E’ una serata un po’ fresca, grazie Georgie-.
-Figurati, fratello- disse amaramente. –Io mi faccio in quattro per lui, e guarda come mi ripaga- lo sentì borbottare da lontano, e sorrise.
 
Hermione impiegò circa cinque minuti per trovare l’Aula 23. Aveva incrociato qualche Tassorosso del primo anno che si era trovata costretta a mandare via: il coprifuoco sarebbe scoccato tra mezz’ora, ma lei doveva pattugliare i corridoi fino alle dieci.
La grande porta di legno scuro era aperta. Vi si affacciò, e vi scorse Fred, inginocchiato accanto al camino che attizzava il fuoco. Erano i primi di ottobre, ma il castello di Hogwarts era freddo e buio, quella sera.
Entrò piano, sentendosi subito confortata dal calore del fuoco. Fred ancora non si era accorto di lei.
Lo spiò da dietro. Aveva una mano appoggiata sul ginocchio, mentre con l’altra impugnava concentrato la bacchetta, con la quale stava dando strane forme alle fiamme che gli illuminavano il volto.
Fred sembrava anche lui una fiamma, rossa, bollente. Era tutto rosso. I suoi capelli, la sua felpa, le sue guance.
Hermione era ferma, a fissarlo.
Si sentiva avvolgere gradualmente da una strana sensazione, la stessa di poco prima. I suoi nervi iniziarono a vibrare, il suo respiro si fece un po’ più pesante man mano che lo guardava, e presto si ritrovò anche lei in ginocchio accanto a lui.
-Già arrivata?- la salutò, quando la vide, regalandole un sorriso. Hermione sentì una scossa elettrica, che la fulminò, impedendole di fare o dire qualsiasi cosa. Si limitò a guardarlo, ancora stupita dallo strano fremito che l’aveva attraversata. –Cosa ti turba, miss Prefetto Perfetto?- chiese, allungando una mano a sfiorarle la guancia con due dita.
Hermione perse un battito, e poi ce ne furono cento mila in un solo secondo. Seguendo questo ritmo che martellava pesante nel suo petto e nella sua testa, si lasciò trasportare, stupita di questa audacia non sua.
Si lanciò a baciarlo.
Fred reagì non reagendo: gli cadde la bacchetta, e si limitò a stare fermo, mentre lei lo baciava avvinghiandosi al suo collo, torturando nel modo più bello le sue labbra.
Cosa le stava succedendo?
Ma il rosso si decise a rispondere a tanta passione, la prese per i fianchi, e persero insieme il precario equilibrio che li aveva sostenuti fino a quel momento: fu Hermione a cadere addosso a lui. Risero, e poi Fred interruppe quel bruciante contatto per tentare di invertire le posizioni, pensando che forse a lei desse fastidio.
Ma non era così.
Hermione lo spinse indietro, mettendosi a cavalcioni su di lui. Fred rimase a guardarla sconvolto con occhi che in quel momento ardevano dal desiderio sbocciato così all’improvviso, e si sentì alle stelle, pensando che ne era lei la causa. Lo baciò più profondamente, incurante del suo stupore, perché lei lo voleva.
Non gli lasciò tempo per respirare, per dire qualsiasi cosa, e cominciò a scendere piano, lasciando baci sulle sue labbra piene, sulla sua mascella, sul collo. Con le mani tremanti dall’impazienza, iniziò a carezzargli il petto e il torace attraverso la stoffa.
-Hermione, cosa …- domandò Fred col fiato corto, quando le audaci mani di Hermione toccarono la sporgenza sui suoi pantaloni. La guardò se possibile ancora più sconvolto, prima di posare una mano sulla sua e bloccarla. -Che ti prende?-.
Fred si puntellò sui gomiti e si tirò su a sedere, solo per incontrare nuovamente la bocca di Hermione, che dominava ogni cosa accanto a se. Lei abbassò freneticamente la zip della felpa e la scaraventò via, prima di afferrare saldamente i lembi del suo maglioncino e sfilarselo velocemente. Fred rimase incantato a fissarla, indeciso sul da farsi. Dopotutto, non era da Hermione. Era successo qualcosa, senza dubbio.
Ma continuava a guardarla sentendo la bocca prosciugarsi. Il suo reggiseno bianco avvolgeva perfettamente il suo seno, e la sua vita stretta rendeva i suoi fianchi ancora più morbidi e eleganti.
-Fred …- sussurrò Hermione, con voce implorante. Aveva potuto notare la sua esitazione, ma sapeva benissimo che lui la desiderava.
Quelle parole furono come una scossa elettrica, che lo spinse ad avventarsi nuovamente sulle sue labbra. Hermione gemette, e di riflesso tolse anche la maglietta di Fred.
A interromperli fu un tintinnante rumore di vetro che provenne e rotolò via dal mucchietto dei suoi vestiti.
-Cos’era?- chiese Hermione con il fiatone, non staccando però lo sguardo dal suo.
-Oh non lo so, non importa …- rispose Fred avvicinandosi al suo volto, ma lei allungò il braccio e afferrò la fiala che era caduta.
Fred vide un’espressione di orrore comparire sul suo volto dopo aver letto l’etichetta.
-Hermione- tentò di riportarla con la mente in quella stanza.
Ma lei non rispose, si limitò a spostare lo sguardo allucinato dalla fiala a lui, prima di scattare via, come scottata.
-Cos’era?- chiese Fred stupito, sollevandosi anche lui a ruota, ma l’unica risposta che ebbe, fu quella stessa fiala scagliata contro di lui. Si riparò con un braccio, preso alla sprovvista, e la vide alzarsi in piedi in preda ad un attacco nervoso. In pochi secondi si era girata di spalle con l’intenzione di uscire.
Il poveretto recuperò la boccetta e vi lesse “Intraprendenza Liquida”, riconoscendo la scrittura del professor Piton che probabilmente aveva etichettato quest’ultima per la sua dispensa di Pozioni.
Ma cosa ... ? "Qua ci vuole un po' di Intraprendenza": solo ora le parole di George ebbero senso. Un lampo di comprensione colpì Fred, che si lanciò verso di lei ancora a torso nudo, col battito accelerato e i capelli scompigliati.
-Hermione … questa non è m …- tentò di dire.
-MA COSA TI E’ SALTATO IN MENTE?- sbottò girandosi verso di lui. La vide come una furia, con gli occhi lucidi di chi trattiene le lacrime. Ebbe un tuffo al cuore.
-Herm ascolta … quella felpa non è …-.
-Fred, mi fai schifo!- esclamò, facendo scattare il suo palmo aperto con forza dritto contro la sua guancia, lasciandola dolorante e rossa. Si sentì pizzicare metà volto, e la strofinò piano. –Come hai potuto …-.
Notò l’inclinazione acuta della sua voce che, lo sapeva stava per cedere. Notò che si stringeva le braccia al petto tentando di coprirsi, anche quando si voltò.
 No, non poteva andarsene. Posò una mano sulla sua spalla, ma parve ferirla ancora di più.
–Non mi toccare, non mi devi toccare ok?- disse a bassa voce, mentre la prima lacrima tradiva la sua insicurezza. Lo oltrepassò, ritornando indietro a riprendere la sua maglietta e infilandosela velocemente, per poi sistemarsi alla meno peggio i capelli. –Una pozione … dell’intraprendenza. Una pozione dell’intraprendenza- ripeté fra se e se, come si dirlo ad alta voce lo potesse far sembrare meno orribile.
-Non era mia …-. Ma neanche aveva sentito.
-Una pozione dell’intraprendenza, Fred! Come ti è venuto in mente di rifilarmi una cosa simile?! Come hai potuto?-. Non ebbe le forze di rispondere. Non riusciva a dirle che non era sua, perché in quel momento lei lo stava guardando come si guarda il più orribile dei mostri, e stava piangendo, come quella volta con Viktor Krum. Quella volta che lui l’aveva difesa. Ma stavolta lei non voleva che la toccasse.
-Hermione …- ritentò, sentendosi la voce morire in gola. Un’altra lacrima. “Fred, dannazione, parla, spiegati!”.
-Che bisogno c’era di farlo?- gli gridò, congelandogli il sangue. -Ecco perché il mio succo di zucca aveva quel saporaccio stasera … oh, Merino, sono un’idiota …- continuò fra se e se.
-Hermione ti prego mi devi ascoltare- la supplicò disperato.
-Spiegati in fretta e cerca di non farmi ancora più schifo di così-. Una pugnalata alla stomaco.
-George e Ginny, sono stati loro a pensare a tutto questo, io …-.
-Tu ovviamente non gli hai detto che è da pazzi, vero? Non gli hai ricordato che le mie decisioni vanno rispettate perché sono anche io una persona, vero?-.
-Hermione io non lo s…-.
-Vaffanculo Fred- disse a tono piatto, prima di uscire dall’Aula. Fred la seguì di corsa, dopo aver metabolizzato e dopo essersi infilato la maglietta, correndole dietro per il corridoio.
-Non mi devi seguire!- gli urlò, accelerando il passo, prendendo le scale, salendo gradini su gradini. Lui inizialmente si fermò, quasi arrendendosi, ma poi, appena la perse di vista, si pentì, ritornando a inseguirla. Imboccò un corridoio, deserto, senza un metà esatta, probabilmente.
Era a pochi passi da lei quando svoltarono l’angolo e si imbatterono in George e Angelina che si erano volutamente appartati.
-Ehi, com’è and…-. Suo fratello non finì la frase che Hermione alzò la mano una seconda volta e lo colpì in pieno volto, continuando a camminare velocemente, lasciandolo sgomento e dolorante a massaggiarsi la guancia.
 Il gemello lo guardò interrogativo, e ancora sconvolto. –Fratello, cosa …-.
Fred si sentì il sangue ribollire nelle vene. Strinse forte il pugno, fece due passi, e colpì George in pieno naso. –Aaaaah- si lamentò, portandosi le mani in viso, e venendo subito assistito dalla Johnson.
Poi riprese ad inseguire Hermione, che intanto aveva osservato da lontano alla scena.
-Hermione!- le urlò, e lei con suo enorme sollievo si fermò permettendogli di raggiungerla.
-Il pugno, che significa …- chiese voltandosi verso di lui, più calma.
-Hermione mi devi ascoltare …- iniziò prendendo il poco fiato che gli rimaneva dopo quella corsa -io non sapevo niente di questa storia … io, io … la felpa- respirò –la felpa non era mia, la fiala neanche, io … sono stati George e Ginny, io non lo sapevo, avevano detto che tu mi dovevi dire una cosa e di trovare cinque minuti per stare soli … mi sembrava strano, lo ammetto, ma George aveva detto che … beh, gli ho creduto, ma io di questa storia …-.
-Non lo sapevi?-. Fred alzò le sopracciglia, come a sottolineare l’ovvietà della risposta dopo il precedente discorso. –Oh, dio …-.
-Non avrei mai fatto una cosa del genere, Hermione-.
-Lo so … solo che …-. Si portò le mani a coprirsi il volto.
-No, no, anche io al tuo posto avrei fatto così. Insomma, lo schiaffo ha fatto un po’ male, ma sono forte, sai- cercò di tranquillizzarla, sorridendole. Lei ancora non lo guardava.
Lui azzardò, allungò un braccio, e le tolse le mani dal viso, stringendone una nella sua, mentre con l’altra le asciugava le guance.
Hermione sorrise, e lui riprese a respirare davvero.
-Mi dispiace di aver creduto che fossi stato tu- mormorò.
-Oh, non importa, davvero. Sei perdonata-. Sorrise di nuovo.
-Quindi è stata opera di George e Ginny-.
-Ginny non saprei. Mio fratello sicuro. A proposito, credo gli abbia fatto male anche a lui lo schiaffo-.
-Credo che anche il tuo pugno gli abbia fatto male- aggiunse Hermione, e Fred rise. –Grazie-.
-Di cosa, scusa?-.
-Del pugno- rispose come se fosse ovvio.
-Del pugno?-.
-Si. Del pugno. E’ come se l’avessi fatto per me-.
-E’ come se avessi dato un pugno a te?- fece il finto tonto, e Hermione scoppiò a ridere.
-No! Dai, hai capito …- mormorò.
-Beh, in realtà no-.
-E’ come se l’avessi fatto per difendermi, sai, da quello psicopatico pervertito di tuo fratello-.
-Grazie-.
-Di cosa, scusa?-.
-Lo prendo come “tu non sei uno psicopatico pervertito, solo George lo è”. Quindi grazie-. Hermione continuò a ridere. –E … sì, l’ho fatto per difenderti mia dolce donzella!- aggiunse pomposo, gonfiando il petto, e lei continuò a ridacchiare. Poi lui la iniziò a fissare intensamente, catturando il suo sguardo. –No davvero, questo è il minimo che potessi fare. E comunque, c’è ancora l’effetto di quella roba?-.
-No, credo se ne sia andato … e comunque ci penso io a Geogre, puoi stare tranquillo-.
-Oh no, quei due meritano una punizione alla Weasley e alla Granger- mormorò complice, e Hermione sorrise pregustandosi il dolce sapore della vendetta. –Ah, Hermione, una domanda-.
-Che c’è?-.
-Hai presente che nella tua sfuriata hai detto “Che bisogno c’era? (di una pozione dell’intraprendenza)”?- disse maliziosamente, e lei avvampò. –Cosa intendevi, cara Granger?-.
-Intendevo dire che era un colpo basso, ecco …-.
-A me sa tanto invece di “non ce n’è bisogno, tanto prima o poi…”…-.
-Tappati la bocca!- gli intimò tradendo divertimento.
-Oh, lo prendo come un invito …-. Hermione si maledisse per aver usato quelle parole. O forse no …
Fred le prese il volto fra le mani e la baciò con dolcezza.
-Dov’eravamo rimasti?-. Hermione perse un battito, e lui la baciò ancora.
Era un bacio lieve, ma sicuro, che in realtà  celava però una delicatezza che non aveva niente a che fare con la frenesia e la fretta di poco prima. Era un bacio che ti scuoteva immobile, dalla punta dei piedi fino alla testa. Oh, la testa. La testa vorticava, troppo lontana da terra.
E entrambi sapevano benissimo però, che quello era destinato a nascere e a morire come bacio.
-Studenti fuori dai dormitori!- urlò una voce, e videro Gazza correre verso di loro.
Trattenendo le risate, iniziarono a correre, e ad un certo punto, come per magia, comparve una porta davanti a loro, in una parete vuota.
-Geniale … ci sono andato con George in una situazione simile- disse mentre correva, trascinandosi dietro Hermione, che annuì.
Arrivarono alla porta, l’aprirono e si chiusero. Aspettarono con terrore che Gazza entrasse, ma li aveva persi di vista anche prima di girare l’ultimo angolo.
Ripresero fiato.
-Cos’è questo posto?- chiese Hermione. –Uno sgabuzzino errante?- chiese guardandosi intorno, nella stretta stanza che era.
-Qualche elfo delle cucine …- iniziò beccandosi un’occhiataccia di lei –qualche elfo delle cucine, a cui abbiamo chiesto, ha detto che si chiama tipo Stanza Va’ e Vieni, ma non ho capito bene cosa sia. E sinceramente non importa. Mi ha già salvato da Gazza ben due volte. Anche se l’altra volta era un po’ più piccola- disse guardandosi intorno. –In particolare, non c’era quella libreria- aggiunse, indicando due scaffali ad angolo pieni di libri. Hermione si avvicinò, e sfiorò con le dita i titoli, mentre leggeva a bassa voce.
-Storia di Hogwarts!- esclamò contenta –avevo perso la mia copia- aggiunse iniziando a sfogliare le pagine. Poi si accorse di una pagina strappata, che cadde a terra. La raccolse. –Ma non è di questo libro … oh, Fred! Guarda qua, Stanza Va’ e Vieni … Stanza delle Necessità!- mormorò entusiasta. –Dice che compare se ne hai veramente bisogno, e che ti fornisce tutto ciò che ti serve …- continuò a leggere, poi si interruppe, guardando Fred.
-Che ti prende?- le chiese divertito, notando la sua espressione allucinata.
-Fred, il posto per l’ES! Questa stanza!- disse con una voce stridula.
-Hermione … mi stai preoccupando. Come pretendi che cinquanta persone entrino qui dentro?-.
-Dobbiamo andare, devo dirlo a Harry!-.
-Eh no, non vai da nessuna parte … rischi che Gazza ti becchi-.
-Caro Weasley, dimentichi che sono un Prefetto- disse altezzosamente.
-Si cara, un Prefetto Perfetto, ma io no-.
-E ciò dovrebbe riguardarmi?- lo guardò maliziosamente, prima di uscire dalla stanza, lasciando Fred con un’espressione mista di divertimento e stupore.
***
Hermione tornò di corsa in Sala Comune, troppo desiderosa di scappare da quella stanza così piccola.
Si sentiva in imbarazzo, adesso che lei e Fred avevano bruciato qualche tappa, ma l’eccitazione in quel momento regnava sovrana, e la cosa la turbava ulteriormente.
Forse quella pozione non era poi così male, si ritrovò a pensare, per poi maledirsi.
-Harry, eccoti- disse, vedendo lui e Ron con la testa appiccicata sui libri.
-Hermione, ti prego, aiutaci- mormorò il rosso stremato.
-Non vi siete avvantaggiati i compiti! Oooh, io vi avevo avvertiti!-
-Mi aggrego alla supplica di Ron … avevo il Quidditch. C’è, ci sarà, la partita, tra qualche settimana …-.
-Devo pensarci. Ma Harry, porto buone notizie! Ottime direi!-.
-La Umbridge è stata rapita dai centauri?-.
-No … ho trovato il posto adatto per le riunioni dell’ES!-. Sembrò catturare l’attenzione del prescelto, che la guardò con tanto d’occhi.
-C … come … che posto?-. Hermione gli posizionò davanti la pagina strappata.
-Ha tanti nomi … il più comune è Stanza delle Necessità. Ci sono appena stata ed era un sgabuzzino, ma da quanto ho capito, se la cerchi consciamente, devi fare tre passi davanti a questa parete, focalizzando in mente ciò di cui hai bisogno, e compare la porta. Dopo che entri, scompare-.
-Oh, è …- era senza parole. Anche Ron adesso tradiva una frizzante euforia. –E’ perfetto! Magnifico! Domani l’andiamo a vedere-.
-Perfetto ragazzi, ottimo. Adesso buonanotte. Hermione, quindi mi puoi ricontrollare quel tema lì? Mi ci sono impegnato …- disse Ron.
-Va bene … buonanotte-.
-Ti adoro!- concluse, scomparendo sopra le scale del dormitorio.
- Che fortuna, la stanza … ma, Hermione … come ci sei finita, in uno sgabuzzino?- chiese Harry, studiandola attentamente. Oh, dannazione.
-Mi … mi serviva …-.
Ma qualcosa la interruppe.
-Grazie, Hermione, grazie davvero eh! Mi hai lasciato dentro quella stanza del piffero piena di polvere … Gazza per poco non mi ha visto!- disse teatralmente Fred, che era appena comparso. I capelli arruffati e neri per la polvere, la maglietta infilata all’incontrario, per poco non fecero venire un infarto ad Hermione, che adesso aveva gli occhi sbarrati dal terrore. Harry avrebbe capito tutto.
-Hermione- disse appunto il suo amico, che teneva gli occhi a fessura, guardando prima lei, poi Fred.
Sentiva lo stomaco contorcersi.
-Oh, ciao Harry- aggiunse Fred, sorridendo ignaro di tutto.
-Ciao …- mormorò di rimando, ancora perplesso.
-Salgo su. E tu, caro Prefetto, stai bene attenta, sono vendicativo!-. Ecco un altro battito perso. E un altro ancora. Momento troppo intenso.
-O … ok- disse, vedendo scomparire oltre le scale anche il gemello.
-Hermione-.
“Respira”.
-Fammi capire bene …-.
-Oh Harry dai non renderlo così difficile!- sbottò. Non era assolutamente arrabbiata, solo che il panico la stava consumando. –Hai già capito tutto …-.
-In realtà non ci ho capito proprio niente. O almeno, mi sembra assurdo. Dimmi se vado bene: tu e Fred …-.
-Si! Si, bravissimo! Buonanotte!- disse ad alta voce, come a invitare Harry a non aggiungere altro, mentre si lanciava verso il dormitorio.
-No, aspetta!- disse Harry scattando in piedi e parandosi davanti a lei, che tentò prima di passare da destra, poi da sinistra, per poi arrendersi, andandosi a sedere sulla poltrona e emettendo un mugolio disperato e scocciato insieme. Lui le si parò davanti. –Hermione, tu mi hai detto esattamente “Prometto che qualora un giorno succedesse qualcos’altro, te lo dirò”. Eh, beh, tu credi che vedere scomparire sia te che Fred, e poi dedurre che eravate chiusi in uno sgabuzzino, e tutte queste altre cose ambigue … non sia “qualcos’altro”? Per non parlare di Zonko … di quante cose strane siano successe quest’estate …-. L’aveva messa con le spalle al muro. Non vedeva una via d’uscita.
-Io e Fred non stiamo insieme-. Harry alzò le sopracciglia.
-Non ho detto questo …-.
-Davvero!- aggiunse convinta. –Non so neanche io cosa sia questa … cosa- disse a bassa voce. –Ma da un po’ sta succedendo e basta-.
-Non ti stacca gli occhi di dosso-.
-Cosa?- chiese scandalizzata. –Harry, non mi sembra affatto il momento di tirare in ballo cose simili, è del tutto fuori luogo … io … lui, non è vero … abbiamo detto discrezione …-.
-E quindi vi andate a rinchiudere in uno sgabuzzino-.
-Non è come sembra! Stavamo scappando da Gazza …- provò a giustificarsi. –Veramente!- aggiunse, vedendo che Harry la guardava come se la sapesse più lunga di lei.
-Se lo dici tu. Comunque, passiamo oltre. Da quanto …?-.
-Non lo so … dal Ballo del Ceppo, forse, non lo so davvero … l’ho iniziato ad aiutare con gli affari dei prodotti Weasley, poi d’estate ci siamo scambiati tantissimi gufi, poi ci siamo visti a Grimmauld Place e … beh, non so esattamente come sia iniziato tutto questo-.
-Quindi è una cosa seria …- disse Harry, tentando di superare lo sconvolgimento.
-Non direi … ma ti prego Harry, non dirlo a Ron-.
-Ovvio che non lo farò-.
-Perché è così ovvio?-.
-Credo che provi ancora qualcosa per te …-.
-Oh, dannazione-.
-Eh sì. Comunque, chi altro lo sa?-.
-George e Ginny … e, a proposito, hai qualcosa da proporre per vendicarsi contro di loro?-.
-Che ti hanno fatto?-.
-Storia lunga …- disse, e le venne da ridere ripensando al pugno e allo schiaffo che si era beccato quel pervertito. Ma lei e Fred avrebbero fatto di peggio.
***
Il giorno dopo avevano scoperto che Ginny non c’entrava niente nella storia dell’Intraprendenza Liquida, e si era pure proposta di prendere parte al piano vendicativo contro il fratello, ma Hermione le aveva detto che era una questione personale.
Lei e Fred quel pomeriggio erano andati nella Stanza delle Necessità ritrovandosi in un salottino con comodi divani, un camino, e un tavolo pieno di piume e pergamene per appuntare i punti basilari del piano. Fred aveva passato il tempo a fare ridicole proposte che comprendevano Mandragole, escrementi di gufi, fegati di rane, bava di Schiopodi Sparacoda … e Hermione aveva passato il tempo a bocciarle, sostenendo che dovevano puntare sulla psicologia. Dovevano turbarlo nel profondo dell’animo.
Ma presto tutto ciò andò a quel paese, dato che si erano ritrovati appallottolati sul divano a sbaciucchiarsi come una coppietta. Almeno fino a quando Hermione non ritornò a studiare, o a quando accompagnarono Harry a dare un’occhiata alla Stanza Va’ e Vieni, che quella volta era comparsa come un’enorme sala, piena di strumenti e libri di Difesa, strutturata alla perfezione per cinquanta studenti e i loro incantesimi.
L’incontro era avvenuto una settimana dopo, ed era andato tutto alla perfezione. Hermione aveva consegnato agli altri dei galeoni da tenere in tasca, che si riscaldavano quando si dovevano riunire.
E quello era stato solo il primo di una serie di incontri, ogni volta più produttivi e più entusiasmanti.
Ma in tutto questo, sia Hermione che Fred non si erano scordati della vendetta.
Avevano deciso di colpire (o far finta di colpire) la cosa a cui George teneva più di tutto: il negozio.
Avrebbero fatto leva sul fatto che il deposito “ufficiale” dei prodotti Weasley, era diventato appunto la Stanza delle Necessità.
Si vedevano tutti i giorni proprio lì, per la preparazione della pozione polisucco: Fred aveva dovuto strappare dei capelli alla Umbridge in persona, per non rischiare di prendere quelli di gatto. Stesso discorso con Gazza. Hermione invece si era occupata di saccheggiare le dispense di Piton durante le pattuglie serali.
Dopo un mese, erano pronti.
-Hermione! E’ una vita che la prepariamo … andrà benissimo-.
-Oh, e va bene! Sei pronto?-.
-Sono nato pronto!- disse Fred sorridendole maliziosamente, e lei alzò gli occhi al cielo, mentre lui la avvicinava a se scoccandole un bacio a fior di labbra.
-Alla salute!- esclamò Fred, dopo che Hermione gli ebbe porto il bicchiere.
-Alla salute!- e bevvero. Hermione mandò giù, e si sforzò con tutta se stessa di non vomitare quell’orrendo liquido.
-Lo sapevo … era meglio la bava di Schiopodo …- mormorò Fred, in preda ai conati.
Ci fu un silenzio di tomba per il seguente minuto, un silenzio che vedeva entrambi tesi, in attesa che succedesse qualcosa.
Hermione iniziò a sentire uno strano formicolio su tutto il corpo, alzò lo sguardo su Fred e vide davanti a se Gazza.
-Ha funzionato- disse.
-Oh, lo so!- rispose Fred scoppiando a ridere. Era uno spettacolo orribile: la bellissima risata di Fred che usciva dalla ripugnante bocca di Gazza. Era troppo, anche Hermione scoppiò in una sonora risata.
-Sei orrendo!- riuscì a strascicare mentre si asciugava le lacrime.
-A chi lo dici!- rispose indicandola. Scorse il suo riflesso allo specchio della Stanza delle Necessità, e per poco non morì sul colpo, vedendo in realtà la Umbridge.
Si cambiarono con i vestiti che avevano rubato, e si piazzarono sotto il Mantello che Harry gli aveva prestato.
-Ok, perfetto, dovrebbe arrivare tra circa tre minuti, se è puntuale …- disse Fred. Infatti lui e George avevano stabilito dei turni in cui tutti e due dovevano riporre nel magazzino le loro ultime produzione, e ritirare quelle che avrebbero dovuto vendere.
Dopo qualche attimo, dalla porta entrò George.
Come previsto, si diresse verso gli scatoloni di scherzi, e quando li superò, loro due andarono invisibili vicino all’entrata della Stanza, e si tolsero il mantello.
-Ehm ehm!- fece Hermione, dopo pratiche e pratiche per riprodurre quel fastidiosissimo verso alla perfezione, aiutata da Ginny.
George sobbalzò terrorizzato, si girò lentamente, e sbiancò vedendoli davanti a lui. Fred si esibì in una sublime imitazione del sorriso agghiacciante di gazza.
-Merlino!- esclamò, portandosi le mani alla bocca.
-George Weasley! Cosa sta tramando?- disse Hermione/Umbridge, avvicinandosi agli scatoloni.
Ne aprì alcuni con un gesto volutamente impacciato, e ne rivelò il contenuto.
-Tuttò ciò va contro al decreto che proibisce qualsiasi prodotto Weasley! Sono costretta a farli sparire e a prendere seri provvedimenti!-.
Sia Hermione che Fred sapevano benissimo che George, senza il suo gemello (come Fred senza George), non aveva molto potere, da solo.
-N … no, non può farlo!- mormorò sul punto di scoppiare in lacrime. Hermione trattenne le risate molto meglio di Fred, che in lontananza si stava sganasciando.
-Non vedo altre soluzioni!-.
-No la prego!- gridò teatralmente, unendo le mani in una supplica.
-S … signora, vorrei sfruttare la situazione, se permette … questo ragazzo mi ha causato fin troppi problemi in questi anni …-.
-Faccia pure, signor Gazza-.
-Eccoci alla resa dei conti … mi aspetto che tu proclami davanti a tutti, questa sera, l’amore per Mrs. Norris, e dovrai anche pulire i bagni di tutti i piani fino alla fine dell’anno! Se farai queste cose, non ci saranno serie ripercussioni, ma scordati lo stesso di rivedere di nuovo gli stupidi prodotti Weasley! Sbaglio, professoressa?-.
-Assolutamente no- e con un gesto della bacchetta, Hermione fece sparire gli scatoloni con un incantesimo precedentemente studiato, che li avrebbe fatti ricomparire in mezz’ora.
-Ah, Weasley, mi aspetto che tu indossi questo, nelle tue mansioni da casalinga!- aggiunse Fred/Gazza, lanciandogli un completo da cameriera.
-V … va bene …- si arrese George.
-E adesso la prego di tornare al suo dormitorio, signor Weasley!-.
Senza dire una parola, il rosso, con le spalle curve, e lo sguardo vacuo, uscì dalla Stanza delle Necessità.
Hermione e Fred scoppiarono a ridere, pregustandosi l’evolversi del piano. Avevano dato inizio al meccanismo di vendetta.
***
Non c’è bisogno di descrivere nel dettaglio ciò che successe quella sera a cena.
Credo che rimarrà impresso nella memoria di tutti gli studenti, il momento in cui il famigerato George Weasley, si alzò in piedi, sul bancone del tavolo, e proclamò a gran voce quanto Mrs. Norris fosse carina, e quanto devotamente l’amasse.
E neanche l’immagine dello stesso George Weasley che, con indosso il famoso completo, dirige le pulizie dei bagni, in mezzo a un via vai di studenti che si fermano a osservarlo, dando fondo a un registro di battute epiche.
Solo quando il vero Gazza interruppe quella tortura, facendosi largo fra gli studenti, e osservando il suo nemico all’opera, Hermione e Fred si decisero a rivelargli tutto.
-Georgie, caro fratello, devo dirti una cosa- se ne uscì quella sera in Sala Comune, rivolgendosi al suo gemello buttato sul divano in preda allo sconforto.
-La mia vita non ha più alcun senso … Freddie, sto impazzendo, mi capisci? Mi sono immaginato ogni cosa … Gazza non ne sapeva nulla! Mi ha guardato come se fossi matto! Vabbé che mi sembrava strano che la Umbridge ci fosse andata così piano, ma comunque, io ….-. George si tolse le mani dal viso, e iniziò a guardare in modo sospetto sia Hermione che Fred, che stavano senza successo tentando di trattenere le risate. –VOI! SIETE STATI VOI!-. Scoppiarono a ridere. –Come avete potuto? HO PERSO CENT’ANNI, DANNAZIONE!-.
In quel momento Harry e Ginny si unirono alla conversazione.
-Gliel’avete detto?- chiese la rossa, e Hermione annuì in preda alle risate.
-Sorella … Harry … eravate complici di questo misfatto?-. Oramai la risata era generale, eccetto George che sembrava stesse sul punto di vomitare. –FREDDIE! Non ti eri mai messo contro di me! Questa ragazza …- disse indicando Hermione –ti sta dando alla testa!-.
-Georgie caro … te la sei cercata- rispose Fred facendo spallucce.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
*******************
Ciao amigos. Vi ringrazio di nuovo per le recensioni, vi adoro davvero, tutti quanti!
E beh, che dite di questo capitolo? A me sembra un po’ lunghetto … ma fatemi sapere se vi piace, sono abbastanza complessata.
Hermione e Fred vi stanno facendo diventare matti, eh? Dai, vi prometto che dal prossimo capitolo le cose prenderanno una piega un po’ diversa … a voi l’immaginazione.
Vi saluto tutti e vi invito a recensire, perché le vostre recensioni sono la cosa che amo di più al mondo ahahah!
Un bacione, a presto (se la scuola non mi fa diventare matta).
c: 

(ah una cosa ... l'ho appena finito di scrivere, il capitolo, e l'ho pubblicato senza correggerlo perché devo mettermi a studiare, e non vi voglio fare aspettare ancora fino a domani ... quindi vi prego di segnalarmi eventuali e/orrori e frasi senza senso, grazie grazie c:)

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Allygally