Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: VentoDelNord    16/09/2014    0 recensioni
I Quattro hanno fondato Hogwarts, la nostra casa, ma nessuno ha mai raccontato come è finita la loro storia. Nessuno ha mai raccontato del loro sacrificio, della loro ultima impresa. Nei secoli ci sono stati altri grandi maestri, altri eroi, altri prescelti. E adesso è il turno dei loro discendenti. Credevate che i Potter, i Weasley, gli Scamander non avrebbero ereditato quella curiosa propensione per i guai che avevano i loro genitori? Vi sbagliavate, e forse sveleranno per noi anche come è veramente finita la leggendaria storia di Costanza Corvonero, Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus, Severus, Potter, Corvonero, Godric, Hugo, Weasley, Lily, Luna, Potter | Coppie: Luna/Neville
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2 Settembre 2022
Lezione di Cura delle creature magiche

Sono distrutto.
Barcollo verso la capanna di Hagrid ai limiti della Foresta Nera, c’è ancora un po’ di sole estivo ma un venticello fresco mi spettina i capelli ancora umidi facendomi rabbrividire di tanto in tanto.

Stamattina la sveglia non è suonata, ma non allarmatevi, ci ha pensato Albus Potter a regalarmi un buongiorno da pubblicità della nutella.

Ai babbani piace un sacco quella robaccia e anche Albus ne va matto. Contento lui.

Quando ho aperto gli occhi quel bastardo mi stava tirando i capelli manco fossero le redini di un cavallo.

Odio quando mia madre mi fa ingelatinare i capelli tutti all’indietro come mio padre quando era bambino, roba dell’altro secolo! Albus lo sa perfettamente, ciò non toglie che preferisco i capelli alla nonno malfoy che andare in giro come un’anatra spennacchiata, Merlino! Per di più, nel momento in cui mi sono reso conto di quello che stava accadendo qualcuno ha levitato un catino pieno d’acqua rovesciandomelo in testa.

Bentornato a Hogwarts, Scorpius!

Quindi, per vendicarmi, sono stato costretto a incantare tutte le piume in vista per fare il solletico a Potter fino a farlo sentire male.

In realtà, non è una chissà quale grandiosa vendetta, ma presto o tardi mi rifarò, può starne certo.
Il nostro pseudo professore di Cura, Rubeus Hagrid, ci aspetta sui gradini della sua pseudo casa.
Ogni volta che mi capita di incontrarlo mi domando se un mezzogigante espulso da Hogwarts sia davvero in grado di farci da professore. La preside McGranitt mi sembra una donna con la testa sulla spalle, eppure a volte cade in certi sentimentalismi…

Comunque, tengo le mie riflessioni per me, una volta ho esposto i miei dubbi ad Albus e solo i Fondatori sanno come ho ricevuto la grazia di non essere strangolato dal suddetto. Mi ha risposto solo con un’occhiataccia di quelle che riserva a pochi. A volte Albus mi sembra più complicato di una ragazza, altre volte credo di poter capire quello che pensa con un’occhiata. Chi lo capisce è bravo.
Hagrid ci porta in una piccola radura nella foresta, su un lato giace un enorme essere dall’aspetto umanoide, deve essere lungo intorno ai due metri, dalla pelle rugosa di un colore indefinito tra il verde e il grigio, sulla testa ha una specie di depressione (come se gli avessero dato un pugno) e – grazie al cielo – gli occhi chiusi. Probabilmente è stato sedato.
Il professor Hagrid sembra piuttosto entusiasta della presenza del mostro, a differenza dei Tassorosso che vanno a disporsi esattamente nella parte opposta dello spazio circondato dagli alberi; non li biasimo: le lezioni del professor Hagrid sono famose per essere, diciamo, … letali.
E questa, ovviamente non poteva essere da meno.
Felice come un bimbetto alto tre metri in gita a Mielandia, Hagrid ci spiega che l’essere qui presente è una creatura orientale, mandata per l’occasione dalla Scuola di Magia Mahoutoqualcosa, un regaluccio niente male da parte dei nostri colleghi giapponesi. E’ un Kappa, per l’esattezza, e la buca che ha in testa serve a contenere dell’acqua, l’acqua gli da forza, se si toglie l’acqua il tizio stramazza al suolo, bla bla bla bla…. Un classico.
(Di nuovo) grazie al cielo, questo esemplare acqua in testa non sembra averne e quindi dovrebbe starsene buono per un altro po’.
“Un Kappa si alimenda di sangue umano, motivo per cui non vi conviene stare tropo vicini, no, no, no.”

Così dicendo, con una grossa manata Hagrid spinge indietro un paio di Serpeverde troppo curiosi.
“Un Kappa si alimenDa di sangHE umano” sussurro ad Albus ridacchiando.
Lui mi guarda un attimo sorridendo per poi menandomi una gomitata a un fianco.

“Oh, andiamo, è troPo divertenDE!” Ribatto continuando a imitare il parlare sgrammaticato del mezzogigante ma mentre altri studenti intorno a noi partecipano al gioco Albus si gira da un’altra parte e comincia a schizzare la figura del Kappa su una pergamena.
Io fisso la mia in tutto il suo candore splendente senza la minima traccia di un appunto utile e il professore conclude il discorso dicendo “Per la prosima setimana preparate almeno quaranta centietri di pergamena sul Kappa, ricca di ventagli per quanto riguarda le sue origini e il suo aspetto, mi racomado!”
Perfetto. Albus non mi passerà mai gli appunti della lezione, dovrò corrompere un qualche idiota Tassorosso.
Poi Hagrid ci concede del tempo per avvicinarci di più al mostro per cogliere eventuali particolari utili alla relazione e per porre eventuali domande, come se volessi stare a meno di un raggio di venti miglia da quel coso.
I due Serpeverde di prima, che noto essere Thomas Crabble e Ernest McLean, tornano all’attacco e sono i primi ad avvicinarsi al Kappa, io sbuffo e seguo Albus che è molto più interessato di me all’argomento.
Effettivamente credo di essermi iscritto a questo corso solo perché lui mi ha supplicato per tutta l’estate di frequentarlo insieme. E, ovviamente, perché Divinazione è roba da femminucce, Aritmanzia e Rune Antiche sono inutilmente inutili e troppo noiose e, per quanto riguarda Babbanologia, dubito che Albus mi lascerebbe mai da solo più di dodici secondi in mezzo ai babbani, sempre che sia fruttuoso venirne a contatto, quindi non mi pongo proprio il problema.
Al continua ad arricchire il suo disegno di dettagli e un paio di ragazze Tassorosso ci affiancano nel giro di osservazione; la più alta delle due è Jocasta Abbott, la figlia della proprietaria dei Tre Manici di Scopa, (buona solo a farsi offrire da bere gratis) l’altra, non mi sembra di conoscerla, piange silenziosamente e cerca i nasconderlo dietro i lunghi e informi capelli neri. Jocasta cerca di consolarla, deve essere accaduto qualcosa ieri in treno.

Io non c’entro niente, ieri mi sono chiuso con Albus in una carrozza a godermi la prima sigaretta dopo tre mesi di astinenza, devo dire che, dopo tutto, non sono così male questi babbani. Grazie mille, Albus!

In ogni caso, la tizia sembra inconsolabile.
“Al” chiamo il mio amico toccandogli la spalla ma lui prende troppo seriamente queste lezioni di Cura. “Al!” Riprovo e lo sento rispondere in modo indefinito.
“Al, sai se è successo qualcosa ieri durante il viaggio?” Gli sussurro. Lo vedo scuotere la testa in senso affermativo.
“E non mi dici niente? Che cazzo è successo all’amica di Jocasta?” Domando abbassando il tono, anche se in realtà non è che mi importi tanto.

Albus Severus si volta verso di me, guarda le Tassorosso dietro troppo intente a confabulare per accorgersi di noi due e della testa del Kappa che giace ai nostri piedi.
“Non ho capito bene, pare che Cormac Sullivan l’abbia lasciata.” Mi risponde distrattamente mentre fa’ attenzione a superare con cautela il capo del mostro
“E pare per qualche motivo specifico?” Incalzo superando l’ostacolo a mia volta ma Albus non soddisfa la mia curiosità e mi prende in giro “come mai tutto questo interesse per la cronaca rosa? Non vorrai mica finire invitato ad uno dei loro stupidi pigiama party?”
Automaticamente sollevo le sopracciglia e rispondo tagliente “Ricorda, Potter, che mi devi ancora una sveglia con strigliata e doccia a letto.”

 

Poi succede qualcosa, ma non ho idea di come sia potuto accadere quello che è seguito.
Alcuni potranno sostenere che la pozione che tratteneva il Kappa a giocare con gli unicorni sugli arcobaleni non sia stata somministrata in dose sufficiente per tenerlo a bada l’intera lezione; altri che June – così si chiama l’ex ragazza di Sullivan – piangesse così tanto da poter riempire non una tazza, ma l’intero Lago Nero se fosse stato il caso.
Dal canto mio, sono piuttosto sicuro che a un certo punto della conversazione Jocasta abbia voluto offrire dell’acqua all’amica ma, evidentemente, la ragazza non è quel che si dice ferrata in Incantesmi. Merlino, queste Tassorosso sono delle totali ebeti!
Io dico, se non sei una cima in una determinata cosa evita di farla e lascia in pace il resto dell’umanità. E poi si lamentano se i ragazzi rompono con loro. Ma è ovvio!
Comunque, come da tradizione, non per il sedativo e nemmeno per le lacrime della povera June, Jocasta Abbott è finita in infermeria per tentato attacco da parte di un Kappa durante la lezione di Cura.
Il suo tentativo di consolazione tramite un incantesimo di evanescenza non ha funzionato come avrebbe dovuto e ci siamo ritrovati con un Kappa assetato di sangue e fresco come una rosa - dopo il lungo soggiorno a cercare oro coi leprecauni.

Come poteva non andare storto qualcosa, stupida, ingenua Jocasta?
E poi, offrire da bere a mezzo metro di distanza dal fottuto cranio bucato di un Kappa?

Tassorosso. Non ho parole.




 

2 Settembre 2022
Lezione di Difesa contro le Arti Oscure

 

E’ assurdo quello che può succedere quando qualche novità scala le vette della Scozia fino a raggiungere il Castello di Hogwarts.
La questione fu che, stando alle voci, quella volta avesse letteralmente scalato a mani nude la montagna per arrivare fin lì.
Chi? Fitzgerald Callifati, ovviamente. Tutta la scuola non faceva altro che parlare del nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure.
Era lì da meno di ventiquattr’ore e già pareva che tutta Hogwarts si fosse mobilitata alla ricerca di informazioni, ogni studente (maschio o femmina che fosse), ogni fantasma, ogni quadro, perfino Gazza sembrava avere un certo interesse per il soggetto.
Di lui si dissero tante di quelle assurdità tra la partenza da Londra e la colazione del due settembre che risultò davvero arduo poter credere anche alle notizie più scialbe.

Comunque, sul treno – effettivamente - non si era visto, quindi il rumore della scalata poteva ancora essere considerato vero.
Fermi, fermi, fermi.
Vero? Oddio Lily, ma ti è dato di volta il cervello?
Ovvio che anche quella rientrava nelle assurdità!
Solo un pazzo avrebbe preferito scalare una parete rocciosa praticamente verticale per raggiungere il posto di lavoro, invece di un mezzo di trasporto qualsiasi come tutti i maghi normali!

Entrando con Hugo nell’aula di Difesa mi avvicinai al secondo banco di fronte alla cattedra ma Hugo mi mandò un’occhiata che la diceva lunga, quindi raggiungemmo un silenzioso compromesso indirizzandoci verso un terzo banco laterale, vicino la finestra, dove io mi sedetti tranquillamente mentre Hugo, be’, lui si accasciò sul piano di legno abbracciando i libri come se si trattasse del più morbido giaciglio di sempre. Ti pareva.

Gli punzecchiai con la bacchetta un fianco e subito mio cugino si rianimò.
“Mmm cosa c'è?” Mi domandò come se la sottoscritta lo avesse svegliato da chissà quali sogni.

Il chiacchiericcio che tipicamente introduceva ogni inizio lezione si spense lasciando posto a un silenzio reverenziale. Addirittura la cosiddetta 'squadriglia papere' si zittì e la curiosità aleggiava densa come miele tra gli studenti.
Poco più in là, nell'angolo adiacente a quello in cui ci eravamo accomodati, il rumore di una serratura aveva attirato l'attenzione di tutti.
La porta dello studio del prof. Callifati cigolò e si aprì di scatto, mostrando la sua figura alta e snella che sorrideva beffarda alla classe.

Fitzgerald Callifati entrò ad ampi passi nell'aula squadrando ogni singolo alunno e mantenendo quel suo sorrisetto che subito conquistò la squadriglia papere (le quali prontamente cominciarono a scambiarsi una serie di occhiate piuttosto eloquenti e affatto discrete). Patetiche.
Il mago si schiarì la voce e si presentò facendo un piccolo inchino col capo.
“Buongiorno ragazzi. Come sapete fin troppo bene sono Fitzgerald Callifati e quest'anno sarò la vostra guida in questo corso. Potremmo dire che chiamarmi 'professore' sarebbe un insulto a tutti quegli arzilli vecchietti che tengono gli altri corsi nel castello.” Qui tutti risero e il professore sorrise come a dire si, beh, vi capisco e concluse con uno scialbo gesto della mano “Perciò vi prego di chiamarmi come meglio preferite, senza troppa formalità.”

Poi con fare pratico agitò la bacchetta e ci distribuì una pergamena a testa che e scoprii essere il programma didattico dell'anno scolastico entrante.
Oltre ad argomenti di tipo classico quali maledizioni varie e alcune in compresenza con Hagrid per le creature mostruose, erano programmate una serie di allenamenti e prove sul piano fisico. PIANO FISICO!?!? Alzai lo sguardo dal foglio scioccata e mi voltai verso Hugo che risultò altrettanto sorpreso.

“Non ce la faremo mai a superarle” mi sussurrò indicando insistentemente la pergamena con aria spaurita.
Superarle!? Non osavo nemmeno sognare di superarle. “A me basta sopravvivere, Hugo. Sopravvivere!
Mio cugino deglutì e tornò a leggere il programma tenendolo con le punte delle dita come se fosse impregnato di veleno, come non compatirlo, come non compatirci!
Dubitai che i nostri genitori avessero mai dovuto affrontare qualcosa del genere.

Oddio, loro hanno combattutoVoldemort e diverse battaglie, mio padre è stato torturato e mia madre ha avuto anche lei i suoi guai... Cosa sarebbero mai state delle prove fisiche di Difesa?

Una catastrofe, ecco cosa sarebbero state.

Mi guardai in giro cercando di cogliere la reazione generale della classe. Una buona percentuale della componente maschile era già su di giri mentre venivano scambiati aspettative e pronostici e, ovviamente, partivano le scommesse.
Le ragazze non potevano dirsi altrettanto entusiaste ma un paio di loro, una Grifondoro e una Serpeverde, avevano cominciato a dedicarsi feroci frecciatine a proposito di scontri di lotta libera da donna a donna. Sbruffone, un corvonero sarebbe stato meno arrogante.

Presto arrivò Callifati a sedare gli animi, in particolare quelli delle due dolci donzelle, assicurando che tali lezioni sarebbero state utili tanto al corpo quanto alla mente e che si sarebbero tenute in totale sicurezza. Certo, come no, sicurezza; come credere a un uomo dalle cui labbra traboccano arcobaleni mentre scruta il suo pubblico con cerulei occhi spiritati? Era compiacimento quello che trapelava dalla sua voce? Era pazzo? Certo che lo era, miseriaccia!




Note dell'autrice (che d'ora in poi non è detto verranno scritte sempre alla fine):
Chiedo scusa scusa scusa per il ritardo ma tra i miei impegni e quelli dei miei beta readers i tempi si son fatti biblici. Ci ho messo secoli a scrivere questo capitolo! Ho riscritto Scorpius tre volte e Lily è stato davvero un parto quindi spero vi piaccia dal profondo del cuoricino.
Recensite, ditemi che ne pensate, fatemi sapere se avete cominciato a shippare Scorpius e Albus come i miei lettori di fiducia ahahaha
Ah! E ditemi con chi vi piacerebbe vedere Lily in un eventuale relazione amorosa (fermi fermi, guai a voi se scrivete Scorpius, chiaro? Vi conosco!) e se sia il caso di, magari, inventare un personaggio nuovo per lei (tra parentesi, non è detto che succederà, ma un vostro parere mi fa sempre piacere!)
.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: VentoDelNord