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Autore: ChrysTheElf    16/09/2014    1 recensioni
Lo guardò, voleva capire chi aveva di fronte. Il ragazzo aveva gli occhi verdi, e in questo nulla da ridire, ma i capelli dello stesso colore? QUESTO era strano! E ancor di più, portava una rosa all'occhiello.
UNA ROSA ALL'OCCHIELLO?
"E' inconcepibile" pensò Crow "Come si fa ad andare in giro in pantaloncini, camicia a mezze maniche ed una rosa all'occhiello?!"
Genere: Comico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cyrus, Drew, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Anime, Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'I due mondi del futuro'
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Anche se grazie a Volo di Swellow erano arrivati ad Olivinopoli prima che facesse buio, era comunque troppo tardi per iniziare le ricerche di Crow. Decisero quindi di fermarsi in un bed & breakfast, possibilmente a buon prezzo, e vicino al porto. Ci volle un po’ a trovarne uno che soddisfasse entrambe le condizioni (soprattutto la prima), ma verso le 8 stavano già disfando le valigie.
Di comune accordo, si fermarono a mangiare all’Olivin Bar, un pittoresco locale la cui fama aveva raggiunto tutta la regione, e che fortunatamente era anche vicino al loro alloggio.
Quella sera il locale era deserto, cosa alquanto insolita vista la sua popolarità, non solo tra gli abitanti del posto, ma anche tra i turisti. Drew l’aveva scelto soprattutto perché sperava di ascoltare qualche informazione che potesse riguardare Crow, illusione che sfumò pian piano nel corso della serata.
“Pazienza.” Si disse “La vita non è come un film. Le informazioni non ti cascano addosso dal cielo, te le devi andare a cercare! Non potevo certo sperare di avere fortuna se sono qua da solo un paio d’ore.”
Anche Vera sembrava aver pensato la stessa cosa, dal momento che rimase distratta per tutta la serata, come cercasse di sentire qualcosa di utile, cosa che naturalmente non avvenne.
Neanche il proprietario sapeva niente di quanto successo a Crow, ma se si sorprese quanto glie ne chiesero, non lo diede affatto a vedere.
-Non è la prima volta che accadono cose del genere da queste parti.- Li mise in guardia –Se il vostro amico è sparito, vi consiglio di andare a cercarlo al molo 8: ho visto spesso gente sospetta aggirarsi da quelle parti, ma credetemi: questo può essere insieme un consiglio, e un avvertimento!-
Questo ribaltava le carte: ora avevano una pista! Ma ci avrebbero pensato solo l’indomani mattina: in quel momento, stanchi com’erano, non avrebbero certo potuto fare irruzione in quella che avrebbe potuto essere la base dei nemici.
Ringraziò, pagò il conto e poi se ne andarono.
“Poveri ragazzi!” Pensò il barista, osservandoli allontanarsi “Così giovani, e già invischiati in questi affari contro la loro volontà! Spero davvero che ce la facciano, ma la gente con cui hanno a che fare…” Non finì la frase. Non avrebbe comunque potuto aiutarli, e altri clienti stavano entrando in quel momento.
 
Nel frattempo, Crow stava avendo un colloquio con il ragazzo dai capelli blu, che aveva scoperto chiamarsi Saturno. Nome poco originale, ma dopotutto lui si chiamava “Corvo”, e non essendo messo granché meglio, pensò di non sottolinearlo.
-Ringrazia che sono stato io a beccarti, pivello!- Gli stava dicendo il blu –Se ti avessero trovato il capo, o le mie due poco femminili colleghe, ora sì che saresti nei guai!-
“Grazie dell’aiuto, allora! Già che ci sei, non è che mi offriresti una pizza?” Avrebbe voluto rispondergli Crow. Ma decise che era meglio tenersi il commento per sé. Forse non era ciò che “Capelli blu” voleva sentirsi dire.
-Oh, beh, non che sia un grande problema. Tanto vedrai che i miei amici arriveranno e vi apriranno in due! - Gli rispose, sarcastico.
-Ma sentilo! I miei amici!- Lo scimmiottò Saturno. Era solo una sensazione di Crow, o non era rimasto molto impressionato? –I tuoi amichetti, il verdino e la tipa con la bandana, non ce la faranno mai a trovarti! Se anche sapessero dove ti trovi, cosa improbabile, non riuscirebbero mai a farsi strada tra centinaia di agenti del Team Plasma, e men che meno potrebbero avere la meglio su noi tre Comandanti. Ti conviene sperare che il capo abbia bisogno di te VIVO!-
E su questa nota allegra, il Comandante abbandonò la stanza. Crow lo guardò allontanarsi, prima di mettersi a ridere. “Se anche sapessero dove ti trovi, cosa improbabile!” Avrebbe voluto raccontare a Saturno della microspia, in quel momento. Ma essendo la sua unica possibilità di salvezza era riuscito a trattenersi.
                            
La mattina dopo, decisero di esplorare il molo 8. Era una giornata calda e soleggiata, e la tentazione di fare un bel tuffo nel mare di Olivinopoli era quasi insopportabile. Ma avevano cose più importanti da fare: Crow era nei guai, e loro erano gli unici in grado di salvarlo.
La notte era trascorsa tranquilla, segno che probabilmente il Team Galassia ancora non sapeva del loro arrivo. Ma nonostante ciò, né Drew né Vera riuscivano a scrollarsi di dosso la sgradevole sensazione di qualcosa di pericoloso.
Sensazione che si accentuò ulteriormente una volta arrivati al molo 8. Videro subito che c’era qualcosa che non andava: uomini in uniforme correvano verso un cantiere navale, e strane casse erano disseminate per la strada. Anche un’insegna al neon con scritto “STIAMO PREPARANDO QUALCOSA DI MALVAGIO” avrebbe fatto la sua bella figura a completare la scena.
Avvicinatisi, avevano osservato, nascosti da una cassa, alcuni dei membri del Team Galassia entrare nel cantiere, fermandosi un attimo sulla soglia vicino al citofono. Stavano recitando una password, dedussero i due ragazzi.
Bastò un’occhiata per organizzare il piano: aspettarono l’agente successivo, una donna sui 30 anni, forse appena più giovane, che come tutti i compagni si avvicinò al portone, recitò la password, e attese che le venisse aperto. Interrogata in seguito, non seppe dire cosa l’ebbe colpita. Il calcio di Blaziken fu troppo rapido e preciso, e la donna andò giù come una bambolina.
Vera e Drew sfruttarono quindi l’apertura della porta per intrufolarsi, e una volta dentro…
-Questo non è un cantiere navale.
 
Io: Uuuuuh… chiedo scusa per il ritardo, ma come avevo anticipato, a causa dell’inizio della scuola, sono stato un pochino impegnato. Ma lasciamo stare questi convenevoli, e accogliamo subito l’ospite di oggi! Il suo nome è Paul, ma forse lo conoscete meglio come Doooooon Pablooooooo!
*Entra Don Pablo furibondo*
Io: Ehi, che c’è? Calmati!
Don Pablo: Che c’è?!? Che c’è?!? Come che c’è?!? Sono io la nemesi di Hershel Layton, lo sanno tutti! E invece, quando hai chiamato i cattivi, hai invitato quella mezza sega di Jean Descole!
Io: Ascolta, Paul, capisco come ti senti. Ma tu non sei il vero nemico del professor Layton, lo sai bene. Più che altro, tu sei come un rivale, non lo odi veramente, e lo sai!
Don Pablo (sconsolato): Sì… è vero…
Io (guarda l’orologio): Cavolo, con questa sceneggiata non c’è quasi rimasto tempo per parlare del capitolo! Va beh, una domanda sola: cosa ne pensi di questa storia in generale?
Don Pablo: Devo dire che non mi sta dispiacendo, anche se avrei voluto esserci anch’io…
Io: Beh, mi spiace, ma così è la vita, e così è anche la storia! Recensite, seguite, e ci vediamo nel prossimo capitolo.
   
 
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