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Autore: SexWick_GG    16/09/2014    7 recensioni
Storia ambientata alla fine della 3b, non tiene conto della 4 stagione.
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Stiles è morto circa sei mesi fa. È facile credere che la sua morte fosse frutto di una guerra che non gli apparteneva. No, la sua non era stata una morte eroica come quella di Allison.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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HE'S NOT DEAD, HE'S JUST AWAY

 

I sassolini scricchiolavano sotto il peso del suo passo, il cuore pesante come un macinio mentre quell'uomo alto e robusto si avvicinava sempre di più alla sua meta, percorrendo una stradina somigliante ad una cicatrice di guerra. Il tramonto faceva capolino all'orizzonte, creando ombre in quel posto già lugubre e triste. Tra poche ore si sarebbe stagliata nel cielo la luna piena, la quale per pochi minuti sarebbe stata coperta quasi completamente dalla Terra. Era infatti prevista un'eclissi lunare.

 

Il vento gli scompigliava i capelli neri come il carbone e pizzicava gli occhi smeraldo già lucidi. Ancora pochi passi, e poi sarebbe giunto davanti alla sua destinazione, quella pietra fredda e solitaria, sulla quale era inciso un nome, quel nome, il suo nome:

 

Stiles Stilinski.

 

Poco sotto una frase scolpita nella pietra:

 

He's not dead, he's just away.

 

Derek si abbassò e delicatamente posò dei fiori gialli accanto alla lapide, nemmeno si era reso conto che le lacrime stavano scorrendo sul suo viso, bagnando le sue guance contornate da una barba incolta. Una fitta di dolore percorse lo sterno dell'uomo ricordando quanto Stiles amasse accarezzare quei peli duri e grezzi, tanto che il lupo aveva smesso di radersi completamente.

 

Stiles è morto circa sei mesi fa. È facile credere che la sua morte fosse frutto di una guerra che non gli apparteneva. No, Stiles non era morto per colpa di quel mondo soprannaturale in cui si era ritrovato dentro fino al midollo qualche anno prima, quando il suo migliore amico venne morso da un Alpha. La morte di Stiles non era stata eroica come quella di Allison, nessuna creatura lo aveva strappato da quella realtà.

Dopo che il nogitsune si era impossessato di lui aveva iniziato ad uccidere e provava piacere nel farlo. Nonostante non fosse realmente colpa sua le conseguenze di quei gesti si erano riflesse sulla sua anima, portandolo ad incolparsi non solo della morte della cacciatrice ma anche di Aiden e della fuga di Isaac da quella strana città. Tutto quel senso di colpa lo aveva fatto uscire di testa, quando si guardava allo specchio odiava ciò che vedeva, provava nei propri confronti solo disgusto e ribrezzo. Con il passare del tempo era caduto nel vortice della droga, un modo per autodistruggersi e punirsi. Quando Derek lo aveva scoperto lo aveva aiutato, gli stette accanto, non lo perdeva di vista e controllava i suoi impulsi violenti dovuti all'astinenza a cui lo aveva costretto. Giorno dopo giorno avevano imparato a fidarsi uno dell'altro, a darsi per scontati e alla fine si erano innamorati.

 

Derek rimase a fissare la tomba del ragazzo per ore, perso tra i ricordi di un amore durato troppo poco.

 

Ricordò la prima volta che lo aveva visto quando si aggirava nella sua proprietà assieme a Scott. Da lì le cose andarono senza freni, all'improvviso, senza chiedere nulla, quei due ragazzini erano passati dall'avere una vita monotona all'essere catapultati in situazioni più grandi di loro, vedevano cose che alla loro età non avrebbero dovuto vedere, affrontavano creature che non avrebbero dovuto affrontare.

 

Derek sorrise ricordando come pochi anni prima odiasse il ragazzo. Tutto di lui lo portava allo sfinimento, odiava la sua parlantina, la sua impertinenza, le sue battute, le facce buffe, il continuo attirare guai. Eppure con il tempo si era ritrovato ad amare ognuna di queste cose, perché lui lo sapeva che erano solo una fottuta maschera. Lo sapeva che quel muro costruito con ironia e iperattivismo era solo una copertura ad un cuore fragile, facile da ridurre in pezzi come un vaso di cristallo lasciato cadere a terra. E di ciò ne aveva avuto la conferma con la sua autodistruzione attraverso la droga. Dentro di sé si era ripromesso che a niente e nessuno avrebbe permesso di ferirlo ancora, di fare a pezzi la sua umanità, giocare con lui a scacchi ingannandolo e riducendolo allo scacco matto.

 

- Derek, tu sei la mia ancora – aveva pronunciato una volta il ragazzo sul petto dell'uomo dopo che avevano fatto l'amore. E Derek aveva percepito qualcosa scorrere nelle sue vene, qualcosa che da tempo non provava, qualcosa simile alla gioia.

 

Con un dito percorse il contorno del nome inciso sulla lapide, ripassava ogni lettera come fosse il rito più sacro che un uomo potesse compiere e poi rimase a fissare le date di nascita e di morte, divise solamente da un misero trattino. E in quel trattino tutta la vita di Stiles.

 

Il dolore al petto non accennava a diminuire, anzi sembrava aumentare ogni minuto che se ne stava lì a fissare l'ultima dimora del suo amato.

Abbassò lo sguardo e si mise a rigirare ciò che teneva in mano: una busta bianca. Sul retro in bella calligrafia era riportato il nome di Stiles.

La busta era bianca come la neve che d'inverno copriva i tetti e le strade di quella cittadina della California. Un manto bianco che eliminava i segni delle battaglie combattute.

 

Con sorprendente delicatezza Derek la aprì e da essa estrasse un foglio bianco come il latte macchiato da un inchiostro nero, come la sua anima che era macchiata dall'inchiostro del dolore. Schiarendosi la voce iniziò a leggere perché voleva che quelle parole Stiles le sentisse dalla sua bocca.

 

Stiles,

ho cancellato e riscritto il tuo nome decine di volte prima di decidermi. Sai, non sono ancora riuscito a pronunciarlo ad alta voce da quando sei andato via.

Sono rinchiuso nel mio loft dal giorno del tuo funerale, lì tutto mi ricorda te, il tuo profumo è ancora impregnato in ogni cosa che hai toccato, dalle lenzuola dove abbiamo consumato il nostro amore alle pareti che hanno incorniciato le nostre carezze. Sono diventato di nuovo il lupo solitario e scorbutico che tu prendevi tanto in giro. Il tempo lentamente sta passando e io vivo ancora di te. La notte sogno i tuoi occhi castani e le tue carezze sul petto e la mattina mi sveglio convinto di trovarti al mio fianco ma la realtà è come un secchio di acqua gelida sul cuore: tu non ci sei più. E ho paura, Stiles, ho tanta paura che un giorno dimenticherò il tuo volto, i disegni insensati che i tuoi nei formavano, la morbidezza dei tuoi capelli che profumavano di sole e cose belle mai vissute, e poi i tuoi occhi, i tuoi occhi sono quelli che mi fanno più paura. Il loro color cioccolato mi ricorda ogni giorno che non sono riuscito a salvarti.

Ancora mi chiedo come tu sia riuscito ad entrarmi nelle ossa tanto da farmi credere in un vero futuro, autentico e concreto, fatto di scelte e non di fughe.

Mi chiedono spesso del nostro amore, ma cosa c'è da dire? Il nostro non era un amore diverso dagli altri, ci siamo odiati tanto, ci siamo desiderati altrettanto. Siamo stati un lampo nel cielo, una stella cadente in una notte qualunque, due pianeti che collidono creando qualcosa che non si può spiegare. Siamo stati angeli che imparano a volare solo morendo.

A volte mi domando cosa sarebbe successo se quel giorno ti avessi sorriso in modo diverso, se ti avessi lasciato un po' di me sulle labbra per provare il desiderio di ritornare. E invece no, non sei tornato. Hai deciso che questa vita era troppo per te, che questo mondo poteva continuare il suo percorso anche senza il tuo sorriso imperfetto.

Credo di aver disimparato a vivere, non riesco più a guardare il cielo senza pensare a come piangesse il giorno in cui ti abbiamo seppellito accanto al tuo primo vero amore: tua madre.

Ora il tuo ricordo brucia sulla pelle come un marchio indelebile e mi spaventa il modo in cui ti ho amato che adesso ho il tuo sorriso incastrato nel mio e i tuoi abbracci a stritolarmi le costole. Il mio corpo ti ha desiderato così ardentemente che rimarrai in ogni goccia di sangue che arriva al cuore per ricordarmi quanto la tua presenza fosse ossigeno.

Sto scrivendo questa lettera che poserò accanto al tuo nome come un messaggio in una bottiglia e poi lanciato nel mare in tempesta. Ti prometto che presto accarezzerò di nuovo il tuo viso, ti chiederai come, non preoccuparti perché sto per raggiungerti amore mio. Ti amo.

 

Io e te, assieme. Per sempre, più un giorno.

 

Derek

 

La mattina dopo venne rivenuto il corpo esanime di Derek Hale, che con l'aiuto dell'eclissi di luna aveva posto fine alla sua vita.

 

Quello che nessuno sa è che prima di compiere quel terribile gesto, Derek aveva percepito una carezza sulla guancia.

Stiles lo stava aspettando.

  
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