Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: anhotpenguin    16/09/2014    0 recensioni
Credo che quando tutto finisce ogni cosa torna alla mente come dei flash. Avete presente, no? È come un caleidoscopio di ricordi; tutto torna indietro. Ma non davvero. Penso che una parte di me sapesse che sarebbe accaduto già nell’istante in cui l’ho visto. Non è qualcosa che ha detto o che ha fatto - è stata una sensazione che è arrivata in quel momento. La cosa folle è che non so se mi sentirò mai di nuovo così. Ma non so se dovrei. Sapevo che il suo mondo si muoveva troppo velocemente e bruciava troppo luminoso, ma ho pensato: ‘quanto può essere diabolico essere attratti da qualcuno che sembra così angelico quando ti sorride?’ Forse ne era consapevole quando mi ha vista. Mi chiedo se ho semplicemente perso il mio equilibrio.
Credo che la parte peggiore di tutto questo non sia stata perdere lui, ma perdere me stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Proprio ora

Io ti vorrei qui con me

perchè proprio ora

è tutto nuovo per me

sai che non so combattere questo sentimento

e tutte le notti lo sento

proprio ora

Io ti vorrei qui con me.”

>><<

"Wow! È bellissima! Almeno per ora. Te l'avevo detto." Michael continua a ripetermi la stessa frase da tempo, e si. Devo ammettere che ha ragione. Sydney è più che magnifica o,come ha detto lui, almeno per ora. In fondo credo sia stata la scelta migliore, essere scappata. A chi potrò mai importare a Brisbane? Quello è un luogo di ricordi, e io odio i ricordi, perché i miei sono stati sempre brutti. In realtà odio tutto, e tutti. Ed ora che ci penso quello che ho fatto è stato solo scappare dagli incubi, dal buio.

"Faith, a cosa stai pensando?" Michael mi risveglia dai miei soliti, e ormai quotidiani, pensieri.

"A nulla." A quanto sia stata buia la mia vita, vorrei dirgli. Ma mento, che è la cosa che forse mi riesce meglio.

"So che non è così, ma oggi ci godiamo l'ultimo momento di libertà. Ti sorprenderò dicendoti che domani dobbiamo andare a scuola. Le iscrizioni le ho fatte io, un pò di tempo fa."

"Cosa? Cioè, hai già pagato i biglietti del treno, ora anche le iscrizioni? Non mi hai detto nulla! Avremmo potuto trovare un piccolo lavoro e poi continuare la scuola un pò in ritardo rispetto agli altri!" Escalmo leggermente irritata, infastidita.

"Devo ricordarti che posso permettermelo? Mio padre ha un sacco di soldi, e sono sicuro che non avrà problemi a condividerli con il figlio. Poi dobbiamo studiare, stiamo all'ultimo anno." Il padre è un avvocato, ha molti soldi e fa una bella vita. Vive a Perth con un'altra donna. Da quando hanno divorziato, la madre è diventata un pò pazza in poche parole. Credo fosse dipendente da lui, un amore fin troppo malato.

"Senti, non voglio fare scenate. Facciamo i turisti o quel che cazzo siamo ora e basta." Gli do le spalle osservando il porto. Poi sento le sue mani sulla mia pancia e il suo petto che si scontra contro la mia schiena.

"Dai su, Faith. Siamo qui per iniziare una nuova storia. Per ricominciare. Sorridi, dimentica il passato. Pensa al presente e al futuro." Le sue braccia mi stringono, e sento nel mio corpo quel calore così familiare, così mio. Perché ormai lui fa parte di me, è nel mio cuore.

"Okay..." sospiro.

"Ora andiamo dai. La nostra scuola ha le stanze incluse, quindi non dovremmo pagare nessuno stronzo." Rido insieme a lui.

...

Michael e la geografia non vanno d'accordo. Ci abbiamo messo fin troppo tempo per arrivare alle camere. Abbiamo chiesto alla segretaria, e ci ha detto che sono nel terzo piano. Piano migliore non poteva esserci. Abbiamo riposto le nostre valigie nelle stanze, ovviamente separate e ci siamo incontrati nella sua.

"Non avevo intenzione di stare con nessuna ragazza. Preferivo stare con te." Sbuffo camminando avanti e indietro, analizzando ogni singolo particolare. Ho il bisogno di tenere impresso tutto nella mia mente, le cose superflue e quelle importanti.

"A dire la verità anche io. Ma femmine e maschi devono stare separati, non vogliono preoccuparsi di niente. E non hanno torto, non credo sarebbe carino per la signora delle pulizie trovare oggettini non graditi..." sorride maliziosamente.

"Mikey! Che schifo. Ma da quando in qua c'è una signora delle pulizie, poi?"

"E che ne so io, l'ho letto sul sito. E poi come se non sapessi cosa sia il sesso. Sono cose normali." Si stringe nelle spalle.

"Non parlarmi di queste merdate. Per te tutto è normale, anche farsi i capelli verdi." Sbuffo ancora. Quante volte avrò sbuffato?

"Sono un tipo trasgressivo. Me ne vanto, e dovresti vantartene anche tu. Chi non vorrebbe avere come amico un ragazzo con i capelli verdi e così affascinante?" Si distende sul letto incrociando le gambe e mettendo le braccia sotto la testa, e chiude gli occhi.

"Oh, fammici pensare. Mmh nessuno." Gli faccio la linguaccia e prendo un foglio e una matita dalla scrivania vicino all'armadio.

"Fottiti." Mi mostra il dito medio.

"Ti voglio bene anche io." Mi siedo infine accanto a lui e poggio il foglio sul suo torace. Lo osservo per quelli che sembrano minuti per poi iniziare a fare un piccolo schizzo del suo viso. Lo vedo socchiudere un occhio e chiuderlo subito dopo.

"Che stai facendo?" Mi chiede con la voce priva di emozioni, solo stanca.

"Disegno." Faccio una pausa per osservarlo meglio. "Disegno te."

"Okay, fammi bello allora."

C'è silenzio, come piace a me. Non amo il fracasso, il rumore. Preferirei rimanere in una stanza luminosa e silenziosa a disegnare, al contrario di andare ad una festa piena di gente e musica alta. Da quando Tyler non c'è più, io sono sola. Non esco, se non a fare una passeggiata con Michael. Solo questo, non sento il bisogno di divertirmi se lui non c'è.

Continuo a perfezionare la forma degli occhi, del naso e la bocca. Sfumo leggermente con il dito per creare delle ombre, chiare per dare prospettiva al ritratto, non scure. Lui è luminoso e pieno di vita, perché dovrebbe essere ricoperto dalle ombre? Lui è la luce, non il buio.

"Finito?"

"No, quasi."

Il silenzio svanisce, e questo basta a farmi dannatamente arrabbiare. Odio quando disturbano. Si odono delle voci nel corridoio, maschili e molto vicine alla porta. Ma non lascio nulla a metà, continuo a disegnare perché è l'unico mio sfogo. Poi il rumore della porta che si spalanca si fa spazio nelle mie orecchie.

"Ash è importa-" Due ragazzi, credo diversi. Analizzo le voci, tutto. È da lì che imparo a conoscere le persone. Non mi volto, e neanche il mio migliore amico lo fa.

"Mikey?" Chiede uno. Michael apre gli occhi e li guarda, poi si forma una smorfia sorpresa sul suo viso, e si alza immediatamente, facendomi sbuffare, per l'ennesima volta.

"Ashton, Luke! Oddio da quanto tempo. Calum dov'è?" Ancora non mi volto, anzi prendo il posto della "mela", come lo definisco io per la sua testa verde. Continuo a disegnare, ma sull'altro lato del foglio. Qualche striscia, a formare un enorme fulmine che divide due mani incrociate tra loro. Istintivamente tocco la collana con il triangolo, quella che in questo momento avrebbe potuto indossare lui. Che non ha avuto il tempo di vedere, di toccare. Mi sono persa nel mio mondo, è come se intorno a me ora non ci fosse più nessuno. Poggio delicatamente la matita sul letto, come se fosse un oggetto prezioso, come se fosse di vetro. Fragile. Chiudo gli occhi immaginandomi in una distesa verdeggiante, piena di fiori di ogni colore, anche il più innaturale. Il cielo è sereno, il sole splende luminoso. Solo verde intorno a me. Come per stregoneria, più che magia, si trasforma tutto in oscurità. Ora c'è fuoco attorno a me, c'è il buio, c'è malvagità. Apro gli occhi, accorgendomi che oramai non posso neanche sognare, che anche nei sogni il fuoco mi brucia e il buio mi divora. Riprendo in mano la matita e continuo quello che avevo iniziato.

"E la ragazza, quella lì, non ce la presenti?" Sento dire, la voce sensuale e al tempo stesso dura e piatta. Mi alzo di scatto.

"Quella lì ha un nome. Mi chiamo Faith."

"Si vede che sei simpatica. Lo sai che le ragazze non dovrebbero stare nelle camere dei ragazzi?" Osservo chi parla. Lì mi crolla il mondo addosso. La matita lascia la mia mano, adagiandosi violentemente sul pavimento. Il foglio le fa presto compagnia. Sono entrambi biondi, uno più scuro con gli occhi verdi. L'altro invece ha gli occhi azzurri. La mia bocca si spalanca leggermente, i miei occhi si posano sul mio amico. Il suo sguardo è impaurito, perché lui mi legge dentro. Sa cosa sto provando adesso, dal momento in cui l'ho guardato sorpresa, anzi, con il cuore a pezzi. Se devo essere sincera, pezzi non ne ho più. Man mano si consumano, e io spero, ma tanto, che Sydney mi aiuti a ricostruirmi. A ricostruire ogni parte di me, dalla più insignificante alla meno.

Osservo ancora il ragazzo dagli occhi con una storia dentro, con un passato. Lo osservo fino a consumarlo.

"Già ti odio" riesco a dire. Solo tre parole, altre non escono dalla mia bocca. Forse perché non vogliono, forse perché non ne ho.

"Della tua opinione non mi frega un cazzo."

Raccolgo gli oggetti caduti, osservando con sguardo fulminio il biondino.

"Tu sembri simpatico." Indico l'altro,  quello con una bandana stramba in testa, del quale non conosco il nome. Esco dalla stanza, segnata già dal mio fuoco, dal mio buio. Lo odio così tanto, non lo conosco, ma lo odio. Perché lui è così lui.

N/A:

Grazie di cuore an chi mi sta supportando :) Continuerò fino a quando lo vorrete. Grazie grazie e grazie infinite.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: anhotpenguin