IX)
Il Dragone
Leggendario
Laplace: Una
bestia dici? Dunque saresti capace di liberare qualcosa di disumano dal tuo
essere?
Giuseppe:
Disumano è poco. Siete ancora in tempo per arrendervi, sappiate che una volta
che la creatura si sarà scatenata non potrò più fermarla.
Giuseppe
rinfoderò il pugnale e fece sparire la spada, mentre l’Oscurità del suo mondo
iniziava ad avvolgerlo.
Laplace: La
faccenda si stà facendo sempre più interessante… non immaginavo che Rozen avesse
la facoltà di creare qualcosa di così… stupefacente.
Kirakishou:
Non è il momento di elogiare l’abilità del padre, dobbiamo fermarlo subito o
rischiamo di non sopravvivere!
Laplace: Tuo
fratello è tanto potente da poterci distruggere?
Kirakishou:
Non solo. Se non stà attento potrebbe distruggere anche se
stesso.
L’Oscurità,
nel frattempo, aveva avvolto del tutto il ragazzo, e continuava ad ammassarsi su
di lui in proporzioni gigantesche. La bambola lo avvolse con i suoi rovi, mentre
il Giudice affondò entrambe le cesoie nelle tenebre.
Sia rovi che
cesoie passarono senza problemi, dissipando l’alone oscuro che avvolgeva il loro
avversario.
Laplace: Ma…
qui non c’è nulla!
Kirakishou:
Com’è possibile? Era lì un istante fa!
Laplace: Le
mie lame hanno trapassato questo velo di tenebra come se tagliassero il vento,
se ci fosse stato qualcosa l’avrei sentito. Deve essere diventato un tutt’uno
con l’Oscurità.
Suiseiseki:
Io non ci capisco più niente desu…
Shinku:
Nemmeno io. Quello che stà accadendo qui è al di fuori del
comune.
Suigintou:
Che gli salta in mente?! Hey tu, fammi uscire subito di
qui.
Jun: Calmati
pennuta, tanto da qui non può uscire nessuno.
Suigintou: A
chi hai dato della pennuta quattrocchi?!
Tomoe: Basta,
calmatevi! Finché Giuseppe non lascia dissolvere la barriera non possiamo far
nient’altro che aspettare, perciò cerchiamo di non
scaldarci.
Shinku: Cosa
ti ha detto prima di lanciarti qui?
Suigintou: Ha
detto che avrebbe fatto una mossa molto azzardata. Da come la descrive è
qualcosa di estremamente rischioso, soprattutto per chi gli si trova
intorno.
Kanaria:
Allora anche noi siamo nei guai kashira!
Jun: Non
essere stupida. Se ha creato questa barriera è di sicuro per
proteggerci.
Suigintou: Io
so cavarmela benissimo da sola, non ammetto di essere lasciata in
disparte!
La bambola
colpì lo scudo con la spada, senza però riuscire a
scalfirlo.
Shinku: Temo
sia inutile. È lui a controllarla, e finché non lo desidera non potremo
andarcene.
Nel frattempo
Laplace e Kirakishou stavano cercando di colpire il loro avversario, senza però
avere successo.
I loro colpi
andavano a vuoto, ovunque tentassero di colpire.
Improvvisamente
l’oscurità iniziò ad addensarsi in un solo punto, fino a che non furono travolti
da una potente onda d’urto, che dipanò le tenebre e li scaraventò
via.
Però di
Giuseppe non c’era più traccia.
Al suo posto
c’era un enorme dragone grigio.
Si era
tramutato in Bahamut, il leggendario Signore dei Draghi.
La creatura
mastodontica iniziò a lanciare fiammate e soffi gelidi a destra e a manca, senza
controllo.
Laplace e
Kirakishou non sapevano in che modo reagire, trovandosi obbligati a dover
evitare ogni attacco per non essere spazzati via dal potere distruttivo del
dragone.
Lo scudo
faceva il suo dovere e proteggeva senza problemi le bambole ed i due umani, che
rimanevano allibiti a guardare la scena.
Tomoe:
Bahamut… è davvero fenomenale. Non pensavo esistesse qualcosa di così
potente.
Jun: Riesce a
scatenare questa potenza solo perché è in Berserk. Normalmente non
potrebbe.
Kanaria:
Cos’è Berserk kashira?
Jun: Una
persona normalmente può usare il 20, massimo il 25% della propria forza fisica.
Il cervello blocca il corpo attraverso il dolore, evitando che questa soglia
venga superata. Gli umani non possono forzare oltre il proprio fisico o
rischiano di autodistruggersi. Ci sono casi in cui però il cervello non risponde
più delle azioni del corpo, e questo viene chiamato Berserk. Il corpo non
recepisce più il dolore e può spingersi a fare cose inimmaginabili, anche se
questo significa danneggiare se stessi in modo molto grave. Inoltre, visto che
non può ragionare, rischia anche di ferire chi non c’entra niente con il suo
combattimento…
Shinku: È
questo il motivo per cui ci ha isolati dal resto del suo mondo, perché non
potendosi controllare avrebbe potuto anche ucciderci… questo spiega perché non
ci volesse tra i piedi.
Suigintou: E
poi, contando che un drago è meno limitato di quanto sia un umano può anche
sperare di non riportare lesioni al suo corpo…
Kanaria:
Allora è potentissimo kashira!
Suiseiseki:
Potente si, ma pericolosissimo, soprattutto per se stesso
desu.
Kanaria: Per
se stesso Kashira?
Suiseiseki:
Ti ricordo che questo è il suo mondo interiore, e dovunque ci sia un mondo
interiore c’è un albero che gli dà vita desu. qualora colpisca e distrugga
quell’albero sarà la fine non solo per lui, ma anche per tutti coloro che si
trovano all’interno di questo mondo desu.
Jun: Quindi
rischiamo di morire?!
Shinku: Non
può essere stato così sconsiderato. Deve avere qualcosa in
mente.
La battaglia
continuava senza sosta.
Il coniglio e
la bambola non potevano far altro oltre quello che già stavano facendo. Il drago
non permetteva loro di avvicinarsi per tentare almeno di ferirlo, e per ferire
una creatura di quel calibro ci sarebbe voluta un’arma
portentosa.
Probabilmente
anche le cesoie da giardiniere non avrebbero fatto altro che infliggergli un
graffio del tutto irrilevante.
Fiamme e
ghiaccio continuavano a solcare l’Oscurità, quando Suiseiseki fu come presa dal
panico.
Suiseiseki:
C’è mancato poco desu! Qualche metro più in basso e sarebbe stata la fine
desu!
Jun: Che ti
prende?
Suiseiseki:
L’albero desu! Ho visto il suo albero desu! È stato illuminato da una palla di
fuoco vagante desu!
Tomoe: Ne sei
sicura?
Suiseiseki:
Assolutamente desu! Era molto simile a quello del tardo, ma sembra che sia
accartocciato su se stesso desu!
Suigintou:
Deve essere così per via di quello che sente…
Jun: Che hai
detto?
Suigintou:
Niente, lascia perdere. Quell’albero influisce su tutto il suo essere,
giusto?
Suiseiseki:
Esattamente desu.
Suigintou: Se
lo annaffiassi con il tuo annaffiatoio quindi ci sarebbe la possibilità che
Giuseppe riprenda il controllo di se?
Suiseiseki:
In teoria si, ma non possiamo uscire desu.
Suigintou: Un
modo deve esserci!
La prima
Rozen iniziò a camminare in circolo, fino a che non le venne
un’idea.
Suigintou: Mi
dispiace ammetterlo, ma mi serve il vostro aiuto…
Shinku: Che
vorresti fare?
Suigintou:
Dobbiamo attaccare tutte e quattro la barriera in un solo punto, in modo da
indebolirla e creare un varco per uscire.
Kanaria:
Funzionerà kashira?
Suiseiseki:
Deve funzionare, o potremmo non andarcene più da qui desu.
Le quattro
bambole si volsero nella direzione dove la giardiniera aveva visto la pianta e
congiunsero i loro attacchi in un punto in alto della barriera, in modo da non
rischiare di danneggiare l’albero.
La barriera
però era più resistente di quanto si aspettassero, e solo dopo dei minuti
iniziarono ad aprire un piccolo varco.
Fecero
appello a tutte le loro energie e Jun contribuì rafforzando i poteri di Shinku e
Suiseiseki, fino a che non crearono un varco abbastanza
grande.
Suigintou
afferrò per mano Suiseiseki e spiccò il volo, uscendo pochi istanti prima che il
danno alla barriera si riparasse da sola.
La bambola
alata posò a terra la giardiniera, mentre lei si diresse verso il
drago.
Suigintou:
Muoviti, cerca l’albero! Io cercherò di non farlo
avvicinare!
La bambola cercò di fare come le era
stato detto, ma trovare l’albero era incredibilmente
difficile.
L’Oscurità
avvolgeva ogni cosa e la luce dello spirito artificiale non riusciva ad
illuminare oltre un paio di metri.
Suigintou nel
frattempo cercava di distrarre Giuseppe e riportarlo alla
ragione.
Ogni suo
sforzo però fu vano.
Le sue parole
non riuscivano a far breccia nella furia della creatura.
Il drago
afferrò la bambola con una zampa ed iniziò a stritolarla.
Shinku: Se
continua così la distruggerà! Bisogna fare qualcosa!
Jun:
Suiseiseki, muoviti a trovare quella pianta!
Suiseiseki:
Non è facile desu! Qui è tutto buio desu!
Jun si
concentrò, trasferendo una buona quantità d’energia a Suidream, che emanò una
luce molto potente, la quale permise alla bambola di scorgere l’albero di
Giuseppe.
Appena si
avvicinò alla pianta Suiseiseki si accorse che il drago aveva spalancato le
fauci, pronto a divorare la bambola alata, svenuta per la stretta così forte da
toglierle il fiato.
Annaffiò
subito l’albero, il quale iniziò ad aprirsi.
Dai rami che
si disgiungevano iniziarono a farsi strada dei raggi di
luce.
Quando i rami
tornarono nella loro posizione originale liberarono una piccola luce, più
piccola anche degli spiriti artificiali.
Improvvisamente
la luce emanò un bagliore accecante, mostrando un mondo verdeggiante e
rigoglioso.
C’era una
cascata dalla quale nasceva un arcobaleno, che si estendeva per tutto il
cielo.
Loro si
trovavano in una prateria circondata da colline, colline che sembravano essere
piene di vita.
Quello che
era il suo vero mondo, nascosto dalle Tenebre di più vite vissute senza un
bagliore di vera felicità e la consapevolezza di essere diverso, ma in modo
differente.
La
consapevolezza di un’immortalità che non avrebbe mai portato a nulla di
lieto.
Il drago si
fermò all’istante.
I suoi occhi,
da spenti ed inespressivi, tornarono lucenti specchi di
un’anima.
Il suo corpo
ricominciò a trasformarsi in Oscurità, la quale si allontanò lentamente da dove
si trovava.
Forse il
piano aveva funzionato…