Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Jane_sfairytales    16/09/2014    1 recensioni
"La ragazza rimase lì immobile a guardare il cielo, cercando di ritrovare lassù la calma e le risposte che non aveva." (cap.18)
Chi vincerà il torneo da lei indetto? Chi avrà la sua mano ed il suo regno? Cosa ne sarà di lei e della sua gente?
Sono queste le domande che affollano la mente di Ebe, giovane principessa di Genea, regno dell'antica Grecia, poiché senza eredi maschi, il peso di tutte le responsabilità ricade sulle sue esili spalle: riusciranno a sostenerlo?
Benvenuti in questo viaggio nel mondo degli dei, degli eroi e della filosofia e non abbiate timore la nostra principessa non si lascerà scoraggiare; lei ha un'arma segreta: l'ironia.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XXXII


if i could just see you, everything would be alright.
if i had seen you, the stormness would turn to light.

(Storm - Lifehouse)






 
« Ebe, Ebe, Ebe… mia dolce sorellina, mia piccola principessa. Ho avuto così tanta paura: ho temuto di perderti non appena t’avevo ritrovata. » Adesso le prese il viso tra le mani e la puntò con quegli occhioni verdi enormi ed arrossati. « Promettimi che non mi lascerai mai più, promettimelo! » Lei annuì sconcertata e si lasciò abbracciare ancora un po’, godendosi quella sensazione di calore e la morbidezza dei suoi riccioli tra le dita. Poi si ricordò che c’era qualcun altro che voleva proprio abbracciare, non che il riccio fosse un cattivo abbracciatore, però c’era qualcuno che le mancava e che desiderava vedere.
« Harry, dov’è Niall? »
Il suo viso era così puro e felice che gli venne da piangere ancor di più: ora come le spiegava cos’era accaduto al fratello?
« Lui… lui… lui non lo sappiamo se ce la fa! » Si prese il volto tra le mani non riuscendo a reggere il suo sguardo: sentì che tutta la tensione accumulata in quegli ultimi dieci giorni si stava riversando in quello sfogo. Ma il dolore non era ancora destinato a terminare purtroppo.
« Coosa?! E come farà a gareggiare, mi aveva promesso che avrebbe vinto per me. » Questo lo stupì a tal punto che tornò a guardarla con gli occhi spalancati.
« E-ebe… d-di quale gara stai parlando? »
« Del torneo ovviamente! Non è certo finito! O mi costringeranno a sposare qualcuno? O dei, per questo sei qui! Vogliono che sposi te! O Atena, o Zeus: vai fuori di qui! Esci! Via dalle mie stanze! » Si stava agitando e si accorse di provare dolore al costato ma non le importava: non avrebbe sposato Harry, lei voleva Niall!
« Ebe, Ebe, Ebe calmati! » Possibile che non ricordasse? « Il torneo è finito. » E con un “oh” sospirato, la ragazza sembrò sgonfiarsi ricadendo tranquilla sui cuscini, poi arrossì.
« E… tu sei mio marito? » Harry spalancò ancora di più gli occhi.
« Ebe, ma non ricordi nulla? »
« Oh dei… » Esclamò lei sbiancando. « Ci siamo sposati, abbiamo appena trascorso la nostra prima notte di nozze, abbiamo fatto l’amore e io non ricordo niente, oh dei… » Anche il ragazzo sbiancò.
« Cosa? Certo che no, non potrei mai fare l’amore con mia sorella! »
« Tua sorella? »
« Sì! Ebe ascoltami: il torneo è finito e hai fatto infuriare a tal punto quel farabutto di Antioco quando l’hai vinto, che ha rivelato a tutti che io e i miei fratelli siamo in realtà i bambini che diciotto e passa anni fa vennero rapiti da questo regno. Sono… sono tuo fratello Ebe. » Vide gli occhi di lei riempirsi di lacrime di commozione.
« Hai gli occhi di papà… » Esclamò sorridendo e tirandolo a sé per abbracciarlo di nuovo. « E i miei stessi riccioli, anche se di colore diverso. Sei bello Harry. »
« Tuo papà dice che mi chiamo Edward in realtà… »
« Nostro papà… come ti chiamano i tuoi fratelli? »
« Hazza… »
« Allora per me ti chiami Hazza. » Affermò la ragazza sorridendogli e spingendolo ad abbracciarla di nuovo.
« Oh Ebe, ti voglio tanto bene. »
« Anche io. » Rispose emozionata: quasi nessuno glielo aveva mai detto. « E i ragazzi? Sono miei cugini? »
« Solo Liam e Zayn in realtà: sono i due figli del fratello di tuo padre; Louis e Niall » al pronunciare quel nome la sua voce tremò « invece erano i figli della sorella di mia madre. Tu sei figlia di un’altra donna, quindi non siete realmente imparentati: n-non sarebbe affatto sconveniente un matrimonio tra voi… » Si accorse che la sorellina era arrossita a quelle parole.
« E cosa è successo dopo che ho vinto il torneo? Sono libera o mi hanno costretta a sposare qualcuno? O peggio ancora, siamo in piena guerra? »
« Antioco è stato fatto prigioniero, deciderai tu della sua vita, quando ne avrai la forza. »
« Oh… quindi posso sposare chi voglio, o non sposarmi affatto? » Harry annuì e lei scoppiò a ridere, salvo fermarsi subito scossa dal dolore.
« Auh… mi fa male perché? »
« Dopo aver confessato, quel verme schifoso che ho chiamato padre, ti si è avventato contro e ti ha spezzato quattro costole da un lato e due dall’altro, p-poi ti ha messo con le spalle al muro e ha alzato la s-spada s-sopra la testa e… » non riuscì più a continuare perché piangeva a dirotto. Il cuore di Ebe perse un battito perché un brutto presentimento la stava pervadendo: che la sua amnesia non fosse semplice shock da vittoria ma nascondesse qualcosa di orribile? La vista gli si annebbiò e davanti a sé scorse il cielo limpido del pomeriggio; quando sentì un “oh” soffocato, si rifiutò di abbassare lo sguardo, mentre il dolore ritornava a frantumarle il cuore.
« E’…è-è m-mort-t-o? » Chiese strozzandosi.
« No! No Ebe, no. Non pensarlo nemmeno. » Lei tirò un sospiro di sollievo e poi gli sganciò un scappellotto infuriata.
« E allora si può sapere perché piangi, stupido insensibile? »
« Perché non s’è ancora ripreso… » E il buio tornò ad invadere la visuale di Ebe.
 
« Secondo voi sta bene? »
« Dovevi chiamarci prima. »
« Potevi anche aspettare a… »
Queste furono le poche cose che la sua mente confusa riuscì a capire da quel brusio fastidioso che le disturbava il riposo. Si convinse ad aprire gli occhi almeno per dir loro di star zitti. Al suo capezzale c’erano un sacco di persone che sembravano sul punto di venire alle mani: Xeo, Korys, il padre, Harry, Adele e la balia rannicchiate in un angolo e bianche come cenci.
« Papà… » Sussurrò tristemente.
« Bambina mia! » Esclamò invece l’uomo abbracciandola e piangendo di gioia; lei ricambiò forte, ma si accorse di sentire dolore e lasciò perdere.
« Papà… » lo richiamò e lui la osservò con gli stessi occhi verdi e lucidi con cui l’aveva guardata Harry qualche ora prima; forse più di qualche ora, considerando che sembrava essere notte fonda. « Ce la farà? »
« Non lo sappiamo principessa… » rispose pragmatico Xeo anche se con voce dolce: sapeva che era meglio dirle la verità data la sua caparbiaggine. « La lama aveva trapassato gli organi vitali così abbiamo dovuto lavare e disinfettare la ferita prima di ricucirla. Non abbiamo potuto fare molto per i tessuti interni, quindi possiamo solo aspettare che si rimarginino da soli, cosa che non sappiamo se stia accadendo visto che il ragazzo non ha ancora ripreso i sensi. »
« Però la febbre è calata e ha smesso di agitarsi e sudare. Ogni tanto riusciamo a farlo mangiare un po’ di zuppa, benché sia comunque troppo poco. »
« E gli diamo meno morfina visto che il suo corpo non la brucia più così in fretta e le altre ferite stanno cominciando a guarire. »
« Quelle che gli ho fatto io? »
« Non solo. » Disse Korys per risollevarle un po’ il morale già nell’oltretomba.
« Voglio vederlo. »
« Non sei in grado di alzarti Ebe. »
« Allora trasportatemi. » La sua voce era imperiosa: non avrebbe accettato un no come risposta.
« Non possiamo: le tue costole si incrinerebbero di nuovo e ti perforerebbero un polmone; hai smesso di sputare sangue da pochi giorni. »
« Da quanto tempo sono qui? »  
« Dieci giorni. »
« Dieci giorni!? Devo vedere Niall, vi prego. » Supplicò con le lacrime agli occhi.
« Lui non vorrebbe che lo facessi. Lui vorrebbe che ti riguardassi e guarissi. Lui darebbe la sua vita affinché tu stessi bene… » Era strano che tra tutte le parole che le erano state dette, solo quelle di Harry riuscirono a colpirla a fondo: era pur sempre stato il fratello di Niall per tanti anni e sicuramente sapeva meglio di chiunque altro cosa potesse pensare; inoltre la principessa sentiva che quella era la verità. Annuì addolorata e prese a seguire le indicazioni di Xeo: prima sarebbe guarita, prima avrebbe visto Niall.
 
I giorni passavano lenti e lesti al contempo, perché le visite dei ragazzi erano troppo brevi, ma le veglie lunghe e angosciose. Fu informata di tutto ciò che era accaduto durante la sua incoscienza, dalla popolazione che la adorava quasi come una divinità, ai signori stranieri che volevano stringere alleanze con Genea; e che riproponevano accordi matrimoniali! Adele e la balia erano quasi sempre con lei, Ciro veniva ogni volta che gli affari di Stato glielo permettevano (generalmente la sera) e Korys faceva la guardia alla sua porta. Era bello parlare con loro e facevano di tutto perché non si sentisse in trappola, ma l’inquietudine che l’attanagliava non sembrava voler andar via. Neanche le saltuarie visite dei ragazzi riuscivano a distrarla del tutto: passavano la maggior parte del tempo al capezzale di Niall o nel corridoio a pregare per lui; non che lei se ne dolesse, ma era invidiosa perché avrebbe voluto fare lo stesso. Le parlavano di lui e della loro infanzia insieme raccontandole cose buffe e divertenti, ma anche quelle più esilaranti non riuscivano a generare più di dei sorrisi fugaci, mesti di malinconia. Loro lo facevano per sentirlo vicino, ma ad Ebe si chiudeva lo stomaco perché le sembrava stessero ricordando qualcuno che non c’era più; ma questo non lo diceva mai.
Ad ogni modo, si accorse che con l’avanzare dei giorni i movimenti le risultavano più naturali, che se parlava a lungo non affannava più e che il cibo passava più facilmente attraverso l’esofago. Seguiva le indicazioni di Xeo per filo e per segno, mangiava più di quanto non avesse mai fatto in tutta la sua vita perché voleva guarire; ma il momento non era ancora giunto e questo la distruggeva.

Ciao a tutti!
Chiedo scusa per l'assenza (pc rotto) e per l'equivoco: il capitolo 31 era l' INIZIO DELLA FINE ALTERNATIVA, non la fine stessa, che sinceramente non ho ancora scritto visto che mi sono fermata a questo capitolo 32 (per ora).
Chiedo ancora scusa, mi dispiace tanto e si accettano consigli per mancanza d'ispirazione!
Un bacione, Jane.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Jane_sfairytales